Il bello dell’Europa League 2018 vol.3
I momenti più luccicanti della terza giornata della nostra coppa europea preferita.
Skenderbeu – Partizan Belgrado: pericolo scampato
Ieri sera si è giocata una delle partite più pericolose degli ultimi anni. Mentre il mondo (inteso qui come il mondo che guarda l’Europa League, cioè noi e voi, cari lettori) era concentrato sulle mistiche coreografie della curva della Stella Rossa, che invocava santità ortodosse per spaventare un avversario sostanzialmente indifferente, a Elbasan, in Albania, si giocava Skenderbeu – Partizan Belgrado.
Skenderbeu e Partizan Belgrado sono due delle squadre più importanti rispettivamente di Albania e Serbia, e Albania e Serbia hanno pessimi rapporti praticamente da sempre. Il motivo è sostanzialmente il Kosovo, stato oggi indipendente a maggioranza etnica albanese, che è reclamato da entrambe come parte del proprio territorio. Il fatto è che il Kosovo ospita la culla sia del nazionalismo albanese che di quello serbo: e cioè Prizren, dove iniziò la nostalgia per la cosiddetta Grande Albania, cioè l’insieme di quei territori a maggioranza etnica albanese, alcuni dei quali vennero dati agli stati confinanti nel 1878 con il trattato di Santo Stefano; e Kosovo Polje, dove i serbi nel 1389 vennero sconfitti e successivamente sottomessi dall’Impero Ottomano nella cosiddetta battaglia della piana dei merli.
La tensione tra i due stati è stata rinverdita nel 2014, quando Ismail Morina ha interrotto Serbia-Albania guidando un drone che portava una bandiera rappresentante la Grande Albania dentro lo stadio, a Belgrado, scatenando il finimondo. La crisi diplomatica che è seguita non si è ancora risolta e oggi Morina è a Dubrovnik, dove ha chiesto asilo politico alla Croazia, che però sembra intenzionata a concedere l’estradizione alla Serbia.
In un contesto di questo tipo, era comprensibile avere dei timori sull’andamento della partita, anche perché erano più di trent’anni che il Partizan Belgrado non giocava in Albania, cioè dal settembre del 1987, quando fu sconfitta dal Flamurtari (squadra di Valona che speriamo di vedere presto in Europa League).
La UEFA aveva quindi chiesto e ottenuto che le due squadre vietassero alle proprie tifoserie le rispettive trasferte e lo stato albanese, dal canto suo, aveva dislocato delle misure di sicurezza da stato d’emergenza, con 200 ufficiali di polizia schierati allo stadio e addirittura alcuni cecchini.
i snajperisti na Elbasan areni #rtsvesti @RTS_Vesti pic.twitter.com/BMzRoRiwOi
— Rade Maroevic (@Maroevic) 19 ottobre 2017
Visto che l’atmosfera era troppo tranquilla, Bajram Jashanica, centrale kosovaro dello Skenderbeu, qualche giorno prima ha deciso di dichiarare che la partita sarebbe stata importante soprattutto per non dimenticare cosa hanno fatto i serbi ai kosovari durante le guerre balcaniche. Chissà come l’ha presa Nemanja Miletic, centrale serbo del Partizan, nato a Mitrovica (città oggi in Kosovo ma con una forte presenza serba) quando ancora faceva parte dell’ex Jugoslavia.
Ma la parte di pubblico che si è interessata alla partita con l’attesa perversa di chi sa che può vedere della violenza sarà rimasta probabilmente delusa. La partita è stata noiosa e le dichiarazioni degli allenatori nel post-partita istituzionali. Il Partizan ha rischiato di vincere soltanto negli ultimi 5 minuti, nonostante una superiorità tecnica evidente, ma il quarantenne portiere-capitano dello Skenderbeu, Orges Shehi, ha tenuto la propria squadra in vita con alcuni grandi interventi.
Skenderbeu e Partizan adesso sono a pari punti (2) e nelle prossime partite si giocheranno il secondo posto con lo Young Boys (a quota 3), che ha a sua volta pareggiato con la Dinamo Kiev. Nella prossima giornata le due squadre si incontreranno nuovamente, questa volta a Belgrado, in una partita che potrebbe essere decisiva per le sorti del girone. Speriamo che le ragioni di classifica non accendano la scintilla sopra le polveri su cui siedono queste due squadre.
Piccolo intermezzo statistico, o della supremazia in Euskadi
Ieri Willian José della Real Sociedad ha segnato quattro gol in Macedonia, salendo sul podio dei pokeristi insieme a Radamel Falcao ed Edison Cavani.
📊 ¡Noche de récords en Macedonia! ⚽️⚽️⚽️⚽️⚽️⚽️ #RealSociedad ⬇️https://t.co/Pzny93ynPt
— Real Sociedad Fútbol (@RealSociedad) 20 ottobre 2017
In una stagione di Europa League in cui sono impegnate entrambe le squadre più importanti dei Paesi Baschi ci sembra una maniera forte di chiarire la supremazia regionale.
Se solo Aduriz non ne avesse già segnati cinque in una volta sola, la stagione scorsa.
Chi sa solo di Europa League, non sa niente di Europa League
Dice un antico proverbio indiano che “Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso”. Allo stesso modo viaggiando alla scoperta dell’Europa League troverai l’Europa League in te stesso. Questa settimana vogliamo mettervi alla prova con un quiz facile facile, ma le cui risposte diranno molto su che tipo di Europa League siete. Si tratta di scegliere, per ogni nome che vedete l’opzione A o l’opzione B, proprio il grado minore di quiz esistente.
- Vladimir Lossky
A) Teologo russo autore del saggio Saggio sulla teologia mistica della chiesa d’Oriente
B) Difensore centrale dello Zorya
- Dragos Nedelcu
A) Poeta, scrittore, drammaturgo e medico nato a Parscov
B) Giovane centrocampista del Fotbal Club Steaua București
3. Davy De Fauw
A) Ministro delle finanze del Belgio dal 1971 al 1973
B) Terzino destro dello Zulte Waregem
- Vladimir Propp
A) Formalista russo
B) Portiere di riserva del Bate Borisov
- Mario Piccinocchi
A) Pittore aero futurista
B) Centrocampista italiano del Lugano
- Yehudi Menuhin
A) Violinista statunitense
B) Trequartista del Maccabi Tel Aviv
- Moumi Ngamaleu
A) Scrittore, poeta, attivista e produttore televisivo nigeriano.
B) Attaccante camerunense dello Young Boys
- Carlos Manuel de Ascenção do Carmo de Almeida
A) Cantante di Fado
B) Centrocampista centrale del Vitória de Guimarães
- Hovhannes Hambardzumyan
A) Scacchista armeno, Gran Maestro dal 1994
B) Difensore del Vardar
Risposte giuste (come se importasse): 1. A; 2.B; 3.B; 4.A; 5.B; 6.A; 7.B; 8.B, 9.A; 10.B
Maggioranza di risposte A: Non avete passato abbastanza giovedì sera davanti ai tabellini di Europa League. Potete rimediare andando in pellegrinaggio in ginocchio a Solna, sede della finale dell’ultima edizione.
Maggioranza di risposte B: Siete sulla giusta strada. L’Europa League per voi è importante, ma non ancora l’unica cosa che conta.
Solo risposte B: siete dei grandi. Nel vostro cuore alberga l’Europa League. Per voi non esistono più le altre persone, ma solo ruoli e squadre di Europa League. Ci vediamo prossimamente a Tiraspol.
Il gol più Europa League: cross di Bonera, gol di Bacca
Virilità: 6
Assurdità: 6
Anti-epicità: 8
Paura della morte: 10
Se seguite questa rubrica da abbastanza tempo dovreste avere ben presente la prima regola universale dell’Europa League: in Europa League ritroviamo esseri umani che un tempo qualcuno ha considerato migliori, e che ora si ritrovano in una coppa che somiglia a un centro di recupero.
Ieri Bacca ha segnato su assist di Bonera. Un tipico cross alla Daniele Bonera: lento, a casaccio, con quell’aria di chi sente di aver fatto una cazzata un secondo prima aver calciato il pallone. Poi un tipico primo controllo alla Carlos Bacca, uno dei migliori attaccanti nella preparazione del tiro.
Mario Gavranovic il rubagioie
Maxwell Acosty, un passato non troppo brillante in Italia, la faccia bonaria di chi si presta a tutto e padre del futuro capitano del Crotone, ha in comune con Mario Gavranovic il fatto di trovarsi di fronte allo snodo fondamentale della propria carriera: al Rijeka si giocano le chances che hanno sprecato a Firenze, il ghanese, e allo Schalke 04 lo svizzero (che segnò al suo esordio in Champions League, un’era geologica fa). Una guerra tra disillusi che ha toccato l’acme di drammaticità ieri sera: alla mezz’ora, contro l’Austria Vienna, Acosty doma un lancio lungo con molta classe, poi incespica un po’ ma riesce comunque a dribblare un difensore e a prepararsi una palla succosa sul sinistro. Gli basta giusto il tempo di incrociarla sul palo più lontano. Peccato che nell’esatto istante in cui sta per scoccare il tiro subentri Gavranovic, rubandogli tempo e gloria. Così, mentre Gavranovic scivola sulle ginocchia esultando per la sua prima doppietta europea, Acosty lo rincorre, urlandogli qualcosa di indicibile, probabilmente lontano dalla frase «Che meraviglia riscattarsi in queste serate di Europa League!».
Il gol autoreferenziale dell’Arsenal
Dopo aver placidamente ignorato la partita per ottantacinque minuti, Olivier Giroud ha pensato fosse il caso di portare la sua specialità – i gol bellissimi – anche in Europa League. Tutta l’azione del gol è sembrata una grande auto-rappresentazione dell’Arsenal degli ultimi anni
OMG that was like a mix of Wilshere v Norwich and Giroud v Palace IN ONE GOAL.
— Jack Pitt-Brooke (@JackPittBrooke) 19 ottobre 2017
Contiene infatti in sé due dei più bei gol della storia recente dell’Arsenal: l’azione corale di prima per il gol di Wilshere contro il Norwich (segnato esattamente 4 anni fa!) e il gol-scorpione dello stesso Giroud, finalista ai Puskas Awards. Ma contiene anche tutta la fragilità di Wilshere, la sua capacità di essere decisivo sulla trequarti, purtroppo troppo altalenante; l’incapacità di giocare un calcio associativo di Walcott, che passa quel pallone di testa come se fosse una bomba ad orologeria, e poi tutta l’unicità di Giroud, capace di sbagliare gol facilissimi per poi riuscire a segnare in rovesciata con un pallonetto mentre stava cadendo a terra.