Il bello dell’Europa League 2018 vol.3
I momenti più luccicanti della terza giornata della nostra coppa europea preferita.
Chi ha avuto la peggiore serata fra i portieri?
Aly Keita – Ostersunds
Aly Keita ha ricevuto un passaggio normale all’indietro, ma ha sbagliato lo stop e per rimediare all’errore – come spesso capita in questa realtà così ironica – ha peggiorato le cose: è caduto e ha lasciato l’Athletic segnare il gol dell’1 a 0. L’Ostersunds comunque è riuscito a pareggiare, e in ogni caso questa non sarebbe stata neanche lontanamente la peggiore serata di Aly Keita.
Nel 2016 un invasore di campo è arrivato a colpirlo in campo all’ultimo minuto di Jonkopings Sodra-Ostersund. L’invasore non era un tifoso bensì uno scommettitore di 17 anni che stava per perdere la schedina.
Serkan Kırıntılı – Konyaspor
A 20 anni Serkan era il portiere dell’U-21 turca, il mondo gli sembrava un lungo corridoio di promesse e le persone attorno a lui gli sorridevano. 12 anni dopo, a 32 anni, Kirintili non si accorge degli attaccanti che ha vicino e che gli rubano la palla per segnare.
Iago Herrerin – Athletic Bilbao
Iago Herrerin è così lento a recuperare la propria respinta di un tiro da fuori che sembra un uomo a cui hanno tagliato le gambe e che cerca di avanzare a fatica su dei moncherini.
Dante lascia scorrerere per chiamare l’uscita di Cardinale, ma non protegge la palla abbastanza bene e Caicedo da dietro segna con un piccolo pallonetto. La partita di Cardinale, in generale, è stata disastrosa, forse la peggiore in questa brutta serata per i portieri di Europa League.
I migliori omonimi dell’Europa League
Rigoni
Emiliano Rigoni è arrivato quest’anno allo Zenit San Pietroburgo nello stock di argentini che Mancini ha ordinato su Amazon e ieri ha segnato una tripletta in Europa League: ciò che né Luca né Nicola sono mai riusciti a fare nella loro vita. Ci sono due Rigoni in Serie A e nessuno dei due è il più forte Rigoni esistente 🙁
Hubner
Come in un capriccio da programmatore di videogame manageriale, a distanza di un decennio un altro Hubner è tornato a dominare il nostro immaginario calcistico: ovviamente, come spesso capita, in un ruolo completamente opposto rispetto a come siamo abituati a ubicare in campo un Hubner. Benjamin è uno dei due difensori centrali dell’Hoffenheim, non proprio spettacolari in quanto a dinamicità (la squadra di Nagelsman è ultima in Bundesliga per intercetti) eppure solidi e concreti. Non sembra che stiamo parlando di Dario? Ci sono così tanti contatti tra Tatanka e Mini (non chiedeteci perché un giocatore di 1,93 debba essere soprannominato Mini) che vogliamo mettervi alla prova con cinque domande. Indovinate di quale Hubner stiamo parlando.
- Ha esordito in massima serie a 26 anni suonati, in una neopromossa
- Dario
- Benjamin
- Un pezzo di famiglia è radicato a Francoforte.
- Dario
- Benjamin
- Il fratello ha una carrozzeria
- Dario
- Benjamin
- Ha avuto un allenatore di soli tre anni più vecchio
- Dario
- Benjamin
- Non è mai stato convocato in Nazionale
- Dario
- Benjamin
Curiosi di sapere le risposte?
- Benjamin, perché Dario ne aveva già 30 suonati. 2. Entrambi. Il nonno di Dario era di Francoforte; il padre di Benjamin è il DS dell’Eintracht 3. Dario. Il fratello di Benjamin si chiama Florian, sono due gocce d’acqua e gioca con l’Hannover 96. Quindi ne parliamo ne Il Bello dell’Europa League dell’anno prossimo. 4. Dario: Adriano Bacconi, nel 1998 per qualche giornata. Nagelsman invece ha due anni più di Benjamin. 5. Nessuno dei due. :’(
Sacchetti
Esteban Fernando Sacchetti viene dal Tucuman, un’area soprannominata anche “Il giardino della repubblica”. È alto appena un metro e settanta, gioca davanti la difesa e gioca da una vita a Cipro, dove si è affermato soprattutto nella Doxa Katokopias. Nel 2015 si è reso colpevole di alto tradimento, passando dall’AEL Limassol ai feroci rivali dell’Apollon Limassol. Grazie per averci ricordato Stefano Sacchetti, ex difensore della Sampdoria.
Joao Pedro
Joao Pedro ha un doppio taglio blando, un taglio di barba baffi-pizzetto morbido, poco marcato. La faccia spigolosa al punto giusto e complessivamente una faccia che grida “nessun segno particolare”. Insomma, Joao Pedro sembra uno studente fuori sede de La Sapienza, anche se è portoghese e fa parte di quella categoria di trequartisti-ali dalla buona tecnica coinvolte nel traffico internazionale di giocatori. La loro è pura manovalanza sulla trequarti, la loro carriera è una voce su transfermarkt, un’etichetta sulle formazioni di risultati.it. Sono un vuoto pneumatico, una stringa di codice, non sono niente. Da ora potete ricominciare a occuparvi dello Joao Pedro buono.
Nemanja Miletic (quasi Nemanja Matic, dai)
Il Partizan Belgrado ieri sera ha schierato uno accanto all’altro due Nemanja Miletic, uno da centrale e uno da terzino sinistro.
Se la tattica non è il vostro forte, ecco qualche consiglio per distinguerli:
- Nemanja Miletic centrale è nato a gennaio; Nemanja Miletic terzino è nato a luglio;
- Nemanja Miletic centrale non ha tradito la sua squadra; Nemanja Miletic terzino ha fatto le giovanili nella Stella Rossa;
- Nemanja Miletic centrale si fa chiamare “Cola” dal padre (Radosav “Laco” Miletic); Nemanja Miletic terzino no.
Tutto chiaro adesso?
Silas
Il problema non è tanto se non sapete chi è Silas Araujo de Silva (ventunenne dello Zorya, arrivato quest’anno dall’Internacional de Porto Alegre, uno che ha tutta l’aria di finire per aprire una churrascheria in centro a Luhansk nel giro di un paio d’anni), che ci sta pure, quanto se non ricordate Paulo Silas.
È quello che in questa foto, nonostante lo scudetto sul petto, ha lo sguardo più diffidente, gli occhi della tigre di uno che teme di doversi aprire una churrascheria a Genova nel giro di un paio d’anni, e ha tutto da dimostrare.