• Calcio
Redazione

Il bello dell’Europa League 2018 vol. 12

Le cose più incredibili successe nel ritorno dei quarti di finale della nostra coppa preferita.

La presentazione delle semifinali

 

 

Marsiglia – Red Bull Salisburgo

percentuali di passaggio del turno: Marsiglia 75% – Red Bull Salisburgo 25%

 

Dopo aver eliminato la più famosa delle franchigie europee della Red Bull, il Marsiglia dovrà battere la sua cugina austriaca per approdare alla finale di Lione. Il vantaggio per la squadra di Rudi Garcia sarà quello di affrontare una squadra dai principi di gioco simili a quelli del Lipsia, che quindi già conosce e sa come battere, ma con una caratura tecnica di sicuro inferiore. Il Marsiglia ha dimostrato di avere un potenziale offensivo di altissimo livello che, se messo nelle migliori condizioni per esprimersi, può essere devastante contro praticamente qualsiasi squadra, e quindi sicuramente anche contro il Salisburgo.

 

Il Red Bull Salisburgo, però, ha già dimostrato di avere un’organizzazione e un’intensità tale da poter mettere in difficoltà anche avversari tecnicamente superiori, soprattutto quelli dall’identità non del tutto definita come il Marsiglia. La squadra austriaca ha meccanismi di pressing e riaggressione rodatissimi, che la squadra di Rudi Garcia ha già dimostrato di soffrire molto. Il Salisburgo, inoltre, ha il vantaggio di giocare il ritorno in casa, dove non perde addirittura dal 27 novembre del 2016. Nel caso in cui riuscisse ad ottenere un risultato positivo all’andata, magari segnando un gol, per il Marsiglia le cose si complicherebbero molto.

 

Atletico Madrid – Arsenal

 

percentuali di passaggio del turno: Atletico 60% – Arsenal 40%.

 

L’Arsenal in questa Europa League ha offerto un saggio del proprio DNA, dando l’impressione di poter vincere e perdere da chiunque in qualsiasi momento. Ha distrutto un Milan in un ottimo momento di forma a San Siro, con momenti di grande brillantezza tecnica, poi ha perso in casa con l’Ostersund e si è fatto terrorizzare ieri dal CSKA Mosca. Dall’altra parte anche l’Atletico Madrid ha avuto un percorso fedele alla propria identità di squadra pratica e affidabile. L’Atletico ha passato i propri turni dando sempre una grande impressione di superiorità tecnica e mentale al contesto – nonostante qualche passaggio a vuoto, soprattutto contro lo Sporting Lisbona.

 

Non ci potrebbe quindi essere uno scontro tra due squadre più diverse, e questa diversità è ciò che rende la doppia sfida piuttosto equilibrata. Arsene Wenger si è detto sorpreso dall’intensità del CSKA Mosca nel primo tempo, che sembra un commento comico su se stessi. L’Arsenal dovrà alzare il proprio livello per avere qualche possibilità contro l’Atletico Madrid, che sicuramente alzerà il proprio.

 

L’Atletico Madrid è favorito per tanti motivi. Non solo per l’esperienza maturata nel contesto europeo, ma anche per la solidità complessiva della squadra, che ha concesso appena 15 gol in campionato in questa stagione. Griezmann, in più, rischia di essere una variabile troppo fuori controllo per la difesa dell’Arsenal, i cui centrali vanno in difficoltà quando stimolati a uscire dalla linea.

 

Nonostante tutte queste premesse, l’Arsenal è una squadra pazza con un potenziale offensivo forse persino superiore a quello dell’Atletico, e quando azzecca la partita esprime una brillantezza difficile da difendere per qualsiasi squadra. Molto però dipenderà dall’infortunio al ginocchio di Mkhitaryan, che potrebbe tenerlo fuori fino a fine stagione. Anche all’Atletico però rischia di mancare Diego Costa, uscito ieri per infortunio, fondamentale per avere uno sbocco in profondità.

 

Lacazette ha dichiarato che una vittoria in Europa League salverebbe la stagione dell’Arsenal, e forse permetterebbe a Wenger di rimanere un altro anno. Simeone, da parte sua, ha invece dichiarato che rimarrà all’Atletico anche il prossimo anno per provare a proseguire il lento processo di crescita del club. In questa semifinale si decide quindi anche la direzione che due grandi club del calcio europeo decideranno di prendere in estate.

 

Cosa è successo alla Lazio contro il Salisburgo?!

All’Olimpico la Lazio aveva avuto la meglio sul Salisburgo affrontando gli austriaci con le loro stesse armi. In una partita in cui entrambe le squadre avevano fatto fatica a mantenere il possesso della palla a causa dell’intensità e della pressione applicata, immediata anche appena una delle due formazioni perdeva il pallone, i biancocelesti erano riusciti a far valere la propria maggior qualità, dimostrandosi, nonostante i due gol subiti, preparati ad affrontare una squadra organizzata come quella di Marco Rose.

 

Pur schierando lo stesso undici iniziale dell’andata, Inzaghi, forte del 4-2 maturato all’Olimpico, ha deciso di difendere più basso e senza aggredire la prima costruzione avversaria, ma preferendo mantenere un blocco difensivo medio. Immobile e Luis Alberto si mantenevano piuttosto vicini a formare la prima linea di pressione del 5-3-2, per impedire a Schlager di ricevere palla.

 

Se Inzaghi ha proposto la stessa formazione della partita di Roma, Rose ha invece messo in campo alcune novità nei titolari. Samasseokou era squalificato ed è stato il poliedrico Schlager a prendere il suo posto davanti alla difesa, mentre Yabo ha giocato da trequartista, muovendosi molto verso le due fasce, per facilitare la progressione del gioco dai lati quando il centro era troppo bloccato. In avanti è stato Hee-Chan, squalificato all’andata, a fare coppia con Dabbur, con Guldbrandsen che ha cominciato in panchina.

 

Ulmer, rispetto a Lainer sulla destra, rimaneva a volte più stretto vicino a Caleta-Car e Ramalho, che in superiorità numerica e liberi dalla pressione hanno giocato molti palloni, con il Salisburgo che ha goduto di oltre il 60% del possesso palla nei primi 45 minuti. Berisha, invece, si allargava a sinistra per dare comunque ampiezza allo schieramento.

 


In fase di costruzione, Ulmer si stringe vicino a Caleta-Car, mentre Lainer si alza sulla destra e Berisha si allarga a sinistra.

 

Durante la prima frazione di gioco, il piano gara della Lazio è sembrato quello giusto, coerente con la situazione di punteggio. Il Salisburgo ha creato qualche situazione pericolosa, soprattutto quando è riuscito a giocare palla a terra in diagonale con Lainer e Schlager, che con i loro passaggi creavano i presupposti per raggiungere le mezzali, che di solito giocavano subito il pallone all’indietro permettendo di guadagnare campo e mettere gli attaccanti in condizione di combinare velocemente come sono soliti fare. D’Altronde, proprio quella della compattezza diagonale è uno dei problemi difensive della Lazio, poiché le sue linee riescono a mantenersi vicine, ma tendono ad essere vulnerabili quando vengono tagliate da un passaggio sia orizzontalmente che verticalmente.

 

La verticalizzazione diretta di Ramalho è l’altra dinamica che la Lazio ha sofferto in modo particolare. Il brasiliano ha giocato spesso il pallone in avanti: chi riceveva riusciva a liberarsi della sfera di prima intenzione, approfittando dell’ottima struttura offensiva della squadra, creando instabilità all’interno del blocco difensivo di Inzaghi. Spesso l’uscita di palla cominciava sul lato sinistro, prima di tornare rapidamente sulla destra e coinvolgere il difensore centrale brasiliano, una volta che le maglie della Lazio si erano allargate.

 


Ramalho verticalizza su hee-Chan, che di prima gioca su Haidara. Si nota come i giocatori del Salisburgo formino vari triangoli e lo schieramento risulti inter-connesso.

 

La squadra di Rose, obbligata a ribaltare il risultato, occupava la trequarti in tutta la sua ampiezza con entrambi i terzini, oppure Berisha e Lainer, molto alti. Ciò schiacciava la Lazio in un 5-3-1-1, da cui era complicato ripartire, anche perché i padroni di casa non rinunciavano all’opportunità di riaggredire le transizioni della squadra di Inzaghi, riuscendo a soffocarle sul nascere con una buona percentuale di successo. Nonostante tutto, proprio in chiusura di primo tempo, la Lazio ha avuto una clamorosa occasione in contropiede che Immobile non è riuscito a concretizzare. I biancocelesti sono però rientrati nello spogliatoio senza aver subito gol e con 45 minuti in meno a separarli dal passaggio del turno.

 

Al rientro dall’intervallo, i biancocelesti hanno mantenuto il possesso come non avevano fatto nella prima frazione, riuscendo ad attaccare con maggiore efficacia lo spazio alle spalle della difesa altissima del Salisburgo. Dopo un’altra ottima occasione creata da un lancio in profondità di Luiz Felipe, che Immobile non ha convertito in rete anche per l’uscita aggressiva di Walke, il centravanti della Nazionale ha finalmente trovato la via del gol. Su un filtrante di Luis Alberto è partito dalla sinistra come è solito fare, ha tagliato alle spalle di Ramalho per ricevere palla e messo la palla alle spalle dell’estremo difensore avversario.

 

La condizione ideale in cui la Lazio si è ritrovata dopo il gol del vantaggio è durata però nemmeno un minuto, perché Dabbur ha immediatamente ristabilito gli equilibri finalizzando l’azione cominciata dal successivo calcio d’inizio. Raggiunto il pareggio, il Salisburgo è riuscito ad invertire completamente l’inerzia della gara, costringendo nuovamente gli ospiti all’interno della loro metà-campo.

 

Inzaghi ha preso coscienza della situazione e a venti minuti dal termine ha inserito Felipe Anderson al posto di Milinkovic-Savic, arretrando Luis Alberto a centrocampo. La mossa avrebbe potuto pagato immediatamente dividendi, ma lo spagnolo ha fallito l’occasione del 2-1 al termine di una transizione offensiva condotta proprio dal brasiliano. Drammaticamente, come spesso succede nel calcio quando una squadra non riesce a sfruttare un episodio a proprio favore, il Salisburgo è passato in vantaggio sul ribaltamento di fronte che ne è conseguito.

 

La Lazio è riuscita a ricompattarsi, ma la circolazione veloce dei padroni di casa ha disorganizzato lo schieramento difensivo passaggio dopo passaggio. Lo stesso Luis Alberto, con il Salisburgo che si trovava sul lato sinistro della zona di rifinitura, è scivolato su quello stesso lato marcando Yabo al centro della trequarti. Haidara lo ha sorpreso alle spalle e nessun difensore ha abbandonato la linea per contrastare il centrocampista maliano, che ha controllato e calciato dalla distanza trovando l’angolo sinistro della porta di Strakosha.

 

 

Il gol del 2-1 ha inaugurato quattro minuti di totale black-out biancoceleste. Prima Hee-Chan ha trovato la terza rete raccogliendo un lancio d’esterno apparentemente innocuo di Caleta-Car, che ha causato un’inspiegabile incomprensione tra De Vrij e Radu, impedendo ad entrambi di intervenire. Il 3-1 avrebbe comunque qualificato il Salisburgo, ma Lainer ha completato l’opera segnando il quarto gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo, appena due minuti dopo il gol di Hee-Chan.

 

La Lazio ha ovviamente subito il contraccolpo psicologico dell’assurda rimonta degli austriaci e i tentativi di rimettere perlomeno in parità il computo della doppia sfida, per la verità piuttosto confusionari, non sono andati a buon fine.

 

All’andata Inzaghi aveva dimostrato di conoscere il Salisburgo e gli aveva dato il rispetto che meritava, vincendo la gara con una delle prove stagionali più intense e entusiasmanti della sua squadra. Al ritorno, potendo speculare sul 4-2 dell’Olimpico, ha invece provato a contenere la formazione di Rose e a farla alzare per attaccarlo alle spalle. Purtroppo, le opportunità per attaccare in transizione sono state troppo poche e la finalizzazione dei suoi uomini chiave, fallace. Ma a venire meno è stata soprattutto la concentrazione: proprio quando la semifinale sembrava ad un passo, la squadra è letteralmente collassata sotto l’effetto del gol di Haidara.

 

Il Salisburgo, anche fortunato, ha saputo cavalcare il momento alla perfezione, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno dopo una tre giorni del genere, che a questi livelli bastano pochi istanti per ribaltare le sorti di una sfida giocata in 180 minuti. A questo punto, la Lazio non può far altro che concentrarsi sul Derby e sul finale di campionato, mentre il Salisburgo deve credere fino in fondo alla vittoria finale, perché dopo un cammino del genere non può essere più considerato una sorpresa.

 

10 cose che potete fare più velocemente di quanto il Salisburgo ci ha messo a fare 3 gol

Ieri il Salisburgo è passato dall’1-1 al 4-1 in 4 minuti e 6 secondi, stabilendo un nuovo record assurdo in Europa League. Se segnare 3 gol in meno di 5 minuti a una delle migliori squadre della Serie A vi sembra una cosa eccezionale almeno quanto lo sembra a noi, eccovi 10 cose che potete fare più o meno nello stesso lasso di tempo per risollevare un po’ il vostro ego.

 

  1. Guardare il video musicale “4 minutes” di Madonna, il featuring tamarro con Timbaland e Justin Timberlake tratto da “Hard Candy”. Vi lascerà anche un secondo per pensare alle conduzioni palla al piede di Minamoto.

 

 

  1. Se invece volete un video che dura esattamente 4 minuti e 6 secondi, potete guardarvi questo tizio in boxer che balla della musica sintetica di fronte ad un telo perfettamente rosso. Forse è meno interessante del video di Madonna.

 

  1. Un allenamento di squat, addominali e flessioni che corrisponde ad un’ora in palestra. Se sarete in grado di tenere il ritmo, sarete più in forma di Lainer nell’arco di una settimana.

 

  1. Rispondere a 5 email, almeno secondo questo articolo di TimeManagementNinja.com che potete leggere in meno di due minuti.

 

  1. Cucinare una mug cake, possibilmente a forma di Europa League per rimanere in tema.

 

  1. Avere una prima infarinatura sulla storia dei robot, per sapere da dove viene Caleta-Car.

 

  1. Se proprio siete fissati con i robot, potete anche vedervi il trailer della seconda stagione di Westworld, che inizia tra poco.

 

  1. Leggere la pagina Wikipedia di Munas Dabbur. Nel minuto e mezzo che vi rimane, potete godervi questo suo gran gol al Sion, quando giocava in Svizzera.

 

 

  1. Fare una vacanza virtuale in Brasile, la patria di André Ramalho.

 

  1. Rivedervi gli highlights di Salisburgo – Lazio per capire come diavolo hanno fatto a segnare 3 gol in 4 minuti e 6 secondi.

 

Anche Griezmann sbaglia

Griezmann, di ritorno dalla grandissima prestazione nel derby di Madrid, contro lo Sporting Lisbona ha avuto una brutta giornata. Il francese ha fatto la sua solita partita di continuo movimento senza palla fuori dall’area per toccare il pallone un po’ ovunque sulla trequarti, e alternare movimenti incontro e movimenti in profondità per aiutare la manovra. Come sempre, ha giocato molto spalle alla porta per distribuire il pallone in velocità. La sua precisione è stata però più bassa del solito. Con un Atlético che ha difeso con il baricentro molto basso, gli errori di Griezmann non hanno permesso alla manovra di essere fluida e quindi alla squadra di risalire il campo.

 

Griezmann viene da 17 gol nelle ultime 16 partite, 13 gol nelle ultime 11 partite della Liga compreso quello per pareggiare il derby contro il Real Madrid domenica. È uno di quei momenti della stagione in cui Griezmann finisce nello stesso discorso di Messi e Cristiano Ronaldo, ma la partita di ieri ci ha ricordato l’umanità di Griezmann e gli anelli che lo separano dai due fenomeni assoluti del calcio contemporaneo, con due chiare occasioni fallite negli ultimi minuti di partita.

 

 

Al minuto 80, con lo Sporting che attacca, Fernando Torres corre fino alla linea di fondo e va a recuperare la palla per far poi partire l’azione che si sviluppa con uno scambio in velocità per superare la riaggressione dello Sporting e il lancio dalla parte opposta del campo per Griezmann. Il primo controllo del francese, largo a destra, è buono e con le spalle alla porta passa la palla indietro per Gabi che gli viene incontro. Gabi, di prima, la ridà a Griezmann, che intanto ha tagliato verso il centro. Il numero 7, sempre di prima, la gioca per Koke, prima di tagliare immediatamente per attaccare la linea difensiva.

 

 

Griezmann è troppo veloce per gli avversari, e si muove troppo bene senza palla per essere fermato. Il lancio è preciso ma è sui piedi e non nello spazio, costringendo Griezmann a un primo controllo difficile, con la palla arretrata.

 

 

Griezmann però ha un grande primo controllo col sinistro. Si sistema la palla e ha tutto il tempo per decidere come superare il portiere, ormai arrivato al dischetto del rigore. Griezmann però prende una scelta pigra, forse sicuro di indirizzare il pallone all’angolino. Rui Patricio, però, gli ha coperto bene lo specchio della porta e non si deve neanche buttare, il tiro gli finisce dritto sul piede destro.

 

 

Anche nella seconda azione, due minuti dopo, gestisce la transizione offensiva, stavolta da sinistra e sempre all’altezza del centrocampo, dove può far salire la sua squadra. Griezmann appoggia dietro e poi taglia subito per incrociarsi con Fernando Torres e allungare la linea avversaria. Si crea lo spazio in cui Saúl e Koke possono associarsi e attendere il momento giusto per il filtrante. In questo caso Griezmann sfrutta benissimo la linea avversaria per rimanere sul limite del fuorigioco prima di partire nel momento esatto in cui vede il passaggio di Saúl per Koke, sapendo che il compagno lo avrebbe poi trovato col filtrante.

 

 

Griezmann taglia in area in conduzione da sinistra, può saltare il portiere e calciare col destro, ma preferisce provare a rubare il tempo a Rui Patricio calciando col sinistro. La conclusione però esce al lato del secondo palo.

 

 

Se l’Atletico ha passato il turno con più difficoltà del previsto è anche per l’imprecisione sotto porta del suo miglior giocatore, forse scarico dopo la grandissima prestazione nel derby. Griezmann non ha la stessa qualità divina di Cristiano Ronaldo o di Messi, e per continuare a sostenere le responsabilità che gli affida l’Atletico Madrid non può permettersi di abbassare la guardia neanche un secondo. Finora Griezmann sembra aver giocato in Europa League conservando sempre le proprie energie mentali, ma non può permettersi di perdere la concentrazione se non vuole spezzare quel filo finissimo che lo tiene appeso alla stratosfera dei fenomeni del gioco. I due errori possono rappresentare una lezione in questo momento della stagione in cui sembrava letteralmente camminare sulle acque.

 

 

Page: 1 2 3

Page: 1 2 3

Tags :

La Redazione de l'Ultimo Uomo è divisa tra Roma e Milano, ed è composta da una dozzina di ragazzi e ragazze che, generalmente parlando, ti vogliono bene.