Il bello dell’Europa League 2018 vol. 12
Le cose più incredibili successe nel ritorno dei quarti di finale della nostra coppa preferita.
I momenti in cui l’Arsenal è andato vicino a farsi rimontare dal CSKA Mosca
In questa settimana di rimonte pazze, l’Arsenal a un certo punto è sembrata la perfetta vittima sacrificale della propria storia di autodistuzioni. Già ai sedicesimi di finale, contro l’Ostersund, la squadra di Wenger era riuscita ad andare sotto per 2 a 0 nella partita di ritorno dopo l’andata vinta per 3 a 0, una situazione che si è ripetuta simile contro il CSKA Mosca. Ripetiamo: il CSKA Mosca, la squadra che nel 2018 aveva una difesa formata da Akinfeev, Ignasevich e i fratelli Beresutskij.
Il CSKA Mosca è andato in vantaggio alla fine del primo tempo con il gol di Chalov, attaccante nato nel 1998. All’inizio del secondo tempo il CSKA è andato in vantaggio per 2 a 0, dopo un tiro di Golovin respinto da Cech sui piedi di Nababkin. A quel punto il baratro per l’Arsenal è molto vicino e in queste situazioni ha rischiato di caderci definitivamente:
52’: Golovin aveva segnato un gol pazzesco nella partita d’andata e ha a disposizione un calcio di punizione un po’ defilato a sinistra. Decide di non tirare sopra la barriera ma sul palo del portiere dell’Arsenal, che si allunga e mette in calcio d’angolo. Siamo stati molto vicini a Golovin che manda a casa l’Arsenal con due gol su punizione in due partite.
70’: dopo vari rimpalli la palla carambola, sui piedi di Sergej Ignasevich, che pur da difensore in carriera ha segnato diversi gol tirando le punizioni a duecento chilometri orari. Ignasevich in effetti tira fortissimo, ma la palla esce fuori di un paio di metri. Siamo stati molto vicini a Ignasevich che manda a casa l’Arsenal con una bomba da fuori.
Poi l’Arsenal è riuscito a segnare il gol della sicurezza con Welbeck, che fa un’altra grande giocata nella competizione che sta segnando la sua strana rinascita. Welbeck defilato a sinistra finta di andare verso la propria porta, poi si gira e dribbla l’esterno del CSKA; fa un uno due con El Neny e segna di piatto il gol dell’uno a due.
Nacho Monreal è razzista 😮
What did Nacho just call Welbeck?? pic.twitter.com/ceziQLav0f
— J (@WusPoppinPino) 12 aprile 2018
Dopo il gol di Welbeck tutti i giocatori vanno a complimentarsi sportivamente con l’impresa di Welbeck – d’altronde non c’è niente di scontato nel manipolare una sfera con due fettine di pollo al posto dei piedi. Nacho Monreal, però, uno spagnolo roscio di 33 anni, nato a Pamplona – una città nota per avere degli abitanti che amano farsi rincorrere e incornare dai tori. Uno spagnolo con i denti di fuori che fa il terzino e che deve ringraziare che c’è un uomo di settant’anni completamente sciroccato sulla panchina dell’Arsenal che lo fa giocare. Insomma, questo miracolato, insopportabile terzino, si avvicina a Welbeck gridando “My fucking nigga”.
Cogliamo l’occasione per ricordare che un bianco non può chiamare un nero “nigga”, perché, semplicemente…
I talenti del CSKA Mosca che dovremmo continuare a tenere d’occhio
Il CSKA Mosca è una squadra dall’identità senile. La difesa di ultratrentenni con più di trecento persone ce la fa immaginare come una squadra cristallizzata sul proprio immaginario grigio e opaco come il KGB. Attaccata a un’idea obsoleta di sé stessa. Eppure il CSKA sta preparando un proprio rinascimento sotto le ceneri e in questa Europa League ha messo in mostra almeno tre talenti che sembrano profilare persino un futuro per il calcio russo e per questa squadra dal logo veterocomunista.
Aleksandr Golovin, centrocampista, 1996
Il nome di Golovin è iniziato a circolare con più aspettative soprattutto dopo il gol del pareggio su punizione segnato all’Emirates Stadium contro l’Arsenal. Golovin però è un talento russo annunciato e in estate era stato proprio l’Arsenal ad andare vicinissimo a comprarlo, e a gennaio pare che il Chelsea si sia interessato a lui.
Golovin è nato a Kaltan, in Siberia, dove il clima ha reso quasi più popolare il Futsal che il calcio. Golovin, come altri giocatori formatisi con il calcio indoor, ha un ottimo controllo della palla e del corpo e negli spazi stretti. È una mezzala dinamica, che copre ampie porzioni di campo con e senza palla. Gioca con i calzettoni bassi, ama dribblare ed ha forse nella difesa in avanti, nel gesto dello strappare la palla, la sua migliore qualità.
Golovin ha 22 anni e al Mondiale di casa avrà la migliore vetrina per mettersi in mostra. Fra i giovani del CSKA è sicuramente quello dal talento più profondo e formato già per un campionato più importante.
Fyodor Chalov, attaccante, 1998
Lo scorso anno Chalov ha segnato 4 gol al Monaco in Youth League e in un’intervista al sito della UEFA ha dichiarato di ispirarsi a Vagner Love. Ha 20 anni e nella lenta rigidità del CSKA è ancora costretto a giocare nella squadra under-19. Chalov è un attaccante dal fisico compatto e dall’ottima tecnica. Ama giocare il pallone, defilandosi sulla fascia o venendo incontro al centrocampo. È bravo a rifinire verso i compagni e ha un gioco in generale completo. È un giocatore grezzo, di cui ancora non si capiscono del tutto limiti e punti di forza, e difficilmente nel grigiore russo verrà convocato per i Mondiali. Del resto Chalov ha giocato 20 partite quest’anno, ma solo 7 partendo dal primo minuto. Però, insomma, tenetelo d’occhio per i prossimi anni.
Konstantin Kuchaev, centrocampista, 1998
A settembre Kuchaev ha segnato ad Old Trafford, contro il Manchester UTD, il suo primo gol europeo. Un tiro di sinistro incrociato dopo un notevole primo controllo di petto su assist di Golovin. Kuchaev non gioca molto in campionato col CSKA, e anche lui continua a dominare il contesto u-19 russo, ma in Europa League ha già 6 presenze e ieri contro l’Arsenal è partito titolare. Dal suo piede destro è partito il cross da cui è poi nato il vantaggio del CSKA. Kuchaev ha giocato esterno sinistro del 3-5-2 di Goncharenko. Ai quarti di finale col sinistro aveva servito a Wernbloom il gol qualificazione contro l’Olympique Lione.
Kuchaev in realtà nasce mezzala e questo condiziona la sua interpretazione del ruolo di esterno. Raramente parte in verticale, anche perché non ha una grande esplosività, e preferisce invece dare una pausa alla squadra creando un lato forte di possesso dal suo lato. Ha un buon piede destro, con cui si rende utile tanto nei cross quanto nei cambi di gioco, ma usa discretamente anche il sinistro. Potrebbe diventare una bandiera del CSKA dei prossimi anni.
E Timo Werner s’è preso un bel VAFFANXXXX
Timo Werner è stato valutato 17/20 dell’indice di Neymar, l’indice che calcola la nostra voglia di picchiare i giocatori del Lipsia. Cosa fareste voi se vi trovaste Timo Werner intento a scaldarvi a pochi metri da voi?
Werner, che al posto del cuore ha un bidone dell’immondizia, non reagisce al dito medio dei tifosi dell’OM, guarda avanti a sé, quasi sorride, continua a fare stretching.