Il bello dell’Europa League 2018 vol.1
È tornata la vera coppa europea.
La prima di Arséné Wenger in Europa League
Arsenal e Colonia mancavano dalla competizione più bella tra quelle che prevedono partite come Arsenal – Colonia da più di 15 anni, ma per motivi diametralmente opposti. Il Colonia era scivolato nel purgatorio della mediocrità tedesca, tra bassa Bundesliga e Zweite Bundesliga, mentre l’Arsenal era troppo impegnato a farsi eliminare dal Barcellona agli ottavi di Champions League, tanto che le parole Arsene Wenger ed Europa League non si erano mai incrociate, nonostante stiano così bene insieme.
La severità della figura di Wenger alle prese per la prima volta con l’estetica frizzantina dell’Europa League.
L’impatto per l’allenatore alsaziano con la competizione detenuta dal suo acerrimo nemico Mourinho è stato devastante. La scelta di schierarsi con il 3-4-2-1, ma con diversi giocatori schierati fuori ruolo, non ha pagato i dividendi sperati contro una squadra che ha raccolto zero punti nelle prime tre partite di Bundesliga. Iwobi riciclato centrale di centrocampo – verrebbe da chiedersi perché – non è stato in grado di aiutare la squadra nella costruzione giocando un primo tempo fantasma; Holding da terzo centrale a destra è stato semplicemente catastrofico lasciando Bittencourt a banchettare negli spazi alle sue spalle per tutto il primo tempo; per non parlare del rinvio sbilenco di Ospina che ha portato al gol di Cordoba. I primi quarantacinque minuti sono stati una delle peggiori esibizioni di un Arsenal neanche troppo in salute, che non è riuscito mai ad impensierire l’avversario. Eppure il problema più evidente per Wenger nel primo tempo è stata la mancanza di un cappotto adeguato all’occasione.
Non è facile capire il motivo della disperazione di Arsene: la scelta di affidarsi ad Holding o a quel rosa acceso?
Va dato atto all’allenatore francese di aver capito le difficoltà della sua squadra e di aver cambiato dopo i primi 45 minuti di sofferenza. Sostituendo Holding, veramente in difficoltà, con Kolasinac e tornando a quattro dietro, l’Arsenal è riuscita ad aggiustare la sua disposizione in campo e prendere le misure al Colonia. Nel secondo tempo la squadra è stata in grado di attaccare in maniera proficua, trovando il pareggio con il nuovo entrato alla prima occasione e creando qualche buona occasione. Eppure è servito un gol incredibile di Sanchez – probabilmente il miglior giocatore della competizione – per avere la meglio del Colonia. Un giocatore i cui rapporti con Wenger sono tutt’altro che idilliaci e che si trova ancora a Londra quasi per caso.
Al fischio finale Wenger rimanda quel misto tra gioia per la vittoria, consapevolezza di dover ringraziare Sanchez e la somiglianza con un’aquila.
Quella che sembrava poter diventare una notte di grande imbarazzo per l’Arsenal si è trasformata in una prestazione soddisfacente. Il cambiamenti effettuati a fine primo tempo da Wenger hanno modificato il volto della squadra e possiamo sperare che la squadra inglese prenderà sempre meglio le misure ad un torneo che richiede un impegno adeguato, perché chi ama l’Europa League ama l’idea di vederci squadre come l’Arsenal. Così come chi ama l’Europa League ama i momenti in cui Wenger sembra un professore della Sorbona finito ad un torneo di freccette.
Qui prima della scelta di optare per il cappotto con interni rosa fluo.