Il bello delle Qualificazioni Mondiali vol.2
Momenti che ci hanno permesso di superare questa interminabile pausa delle Nazionali.
E adesso, un meme che diventa realtà
Perché Pulisic sarebbe un miglior presidente di Trump
– Perché è più bello. Christian Pulisic è l’archetipo dell’eroe hollywoodiano: maschio, bianco, giovane (giovanissimo) e pronto a salvare gli Stati Uniti da una qualche invasione di robot spaziali nascosti in delle macchine quando c’è bisogno.
Eppure mandare questi Stati Uniti al Mondiale era una missione impossibile anche per lui.
– Perché è un leader nato capace di guidare la propria nazionale fino al mondiale segnando 7 gol e servendo 7 assist durante queste qualificazioni.
– Perché è in prima linea nel momento del bisogno: contro Panama in quello che sembrava a tutti gli effetti uno uno scontro diretto per decidere chi avrebbe avuto il terzo posto, Pulisic ha prima segnato un bel gol scartando il portiere dopo sette minuti e poi servito un perfetto assist ad Altidore prima ancora che arrivasse il ventesimo, chiudendo i giochi.
– Dimostrando anche di conoscere la geometria meglio di Donald
Workin’ them angles .@cpulisic_10 takes Panama to school. pic.twitter.com/clhz0Zynk1
— U.S. Soccer (@ussoccer) 7 ottobre 2017
– Perché è un esempio per i giovani, uno che ti costringe a chiederti cosa stai facendo con la tua vita.
Christian Pulisic at 19: Carrying his nation to the World Cup.
Me when I was 19: Trying to eat 50 chicken nuggets in one sitting. #USMNT
— Christopher (@ChrisWrighteous) 7 ottobre 2017
– Perché Barron Trump ancora non ha dimostrato nulla.
– Perché non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese.
A young fan donated his @cpulisic_10 jersey to benefit #PuertoRicoRelief. Word got back to the star.
Learn more: https://t.co/U6SiQDowfM pic.twitter.com/bal2RDfBjj
— U.S. Soccer (@ussoccer) 7 ottobre 2017
– Perché Vice gli ha dedicato un documentario.
– Perché un giocatore così forte non si era mai visto nella storia del calcio degli Stati Uniti, mentre quanti Trump abbiamo già visto?
– Perché ci tiene davvero alle sorti della propria nazione:
He put the U.S. on the board & set up Jozy Altidore for the 2nd.
Christian Pulisic was on a mission. U.S. lead Panama at the half, 3-0. pic.twitter.com/KThFkVFfOY
— ESPN (@espn) 7 ottobre 2017
– Perché ha l’appoggio del miglior giocatore degli Stati Uniti
— Landon Donovan (@landondonovan) 6 ottobre 2017
L’assurda e spettacolare eliminazione degli Stati Uniti
In un girone in cui quattro squadre su sei si sarebbero qualificate, con la terza – Panama – che andrà direttamente al Mondiale con tre vittorie, tre sconfitte e quattro pareggi, e la quarta – Honduras – allo spareggio contro l’Australia (che ha infranto il sogno della sfortunatissima Syria, in dieci e con un palo da rimpiangere nell’ultimo minuto del secondo tempo supplementare), gli Stati Uniti sono riusciti a farsi eliminare perdendo l’ultima partita in casa dell’ultima classificata.
Prima di arrivare all’Ato Boldon Stadium di Couva, gli USA erano terzi con 12 punti, due di vantaggio sulle inseguitrici. Gli sarebbe bastato anche il pareggio contro Trinidad e Tobago, già sicuramente eliminata con appena tre punti raccolti e cinque gol segnati. Ci sarebbe voluta un’improbabile sconfitta e, contemporaneamente, le sconfitte di Messico e Costa Rica contro Honduras e Panama. Per questo, dopo aver battuto Panama (4-0) nella partita precedente, Bruce Arena deve essere arrivato nel piccolo stato insulare caraibico con una discreta tranquillità.
E invece.
Arena si è seduto sulla panchina della USMNT dopo le prime due sconfitte di Klinsmann – in casa contro il Messico e clamorosamente (4-0) in Costa Rica – e le cose sembravano essersi messe comodamente dopo il pareggio in Messico. “Arena è un pragmatico”, diceva Sports Illustrated. Era uscito anche dalle polemiche successive all’unica sconfitta subita (prima di ieri), in casa contro Costa Rica, (“Certo l’allenatore è un fattore, ma quando la partita inizia i giocatori hanno molta più influenza” aveva risposto lui lo scorso settembre) pareggiando in Honduras. I media americani sembravano più che altro interessati a godersi il talento di Christian Pulisic, Bruce Arena per sicurezza ha messo in campo gli 11 titolari contro il Panama.
“Non abbiamo scuse per non aver segnato il secondo gol ed essere usciti dal campo almeno con un punto”.
Va detto a questo punto che uno dei gol decisivi per eliminare gli USA, il pareggio del Panama sul Costa Rica, molto semplicemente non è un gol. Nel senso che la palla non ha superato la linea di porta. Non si è neanche avvicinata alla riga di porta, anzi. Il trentacinquenne portiere costaricense Patrick Pemberton (famoso per le uscite spericolate, ma non solo) esce a vuoto e Gabriel Torres colpisce di tacco, la palla sbatte sul palo, dopodiché David Guzman sdraiato a terra sulla linea la calcia sul petto del 7 panamense, Blas Perez, che da terra stava provando a colpirla con la testa e la palla esce. C’era rigore, di Calvo su Perez, semmai, ma di certo non c’era gol. Il gol fantasma è stato assegnato a Gabriel Torres, che tra i suoi soprannomi poteva già vantare El Fantasmita, piccolo fantasma. Tutto torna, quindi.
Panama sarà per la prima volta presente a un Mondiale, il Presidente ha dichiarato un giorno di festa nazionale e i problemi arbitrali (e in generale delle condizioni a volta estreme) in CONCACAF da qui a giugno verranno dimenticati più o meno da tutti. Intanto gli Stati Uniti non faranno parte del prossimo Mondiale, e non succedeva dalla Coppa del Mondo del 1986. Solo Tim Howard era già nato, nel 1986, e la MLS sarebbe stata fondata 10 anni dopo.
Detto ciò, bastava pareggiare contro Trinidad e Tobago. E per rendersi conto del mix letale di grottesco e tragedia toccato dagli USA nella serata di ieri (per ESPN è stata “la prestazione più imbarazzante nella storia degli USA”, della Nazionale calcistica, ovviamente) basta guardare i primi due gol di T&T: l’autorete di Gonzalez che per rinviare un cross basso al limite dell’area finisce per scavalcare Tim Howard con un pallonetto imparabile; e poi il secondo gol di Jones, terzino destro, che lascia partire un diagonale terra-aria sul palo lontano quasi da fallo laterale.
And here is how the crazy CONCACAF night unfolded pic.twitter.com/PheimHCdwt
— Futbolmetrix (@Futbolmetrix1) 11 ottobre 2017
Le probabilità degli USA di uscire erano inferiori al 10% fino a 2 minuti dalla fine.
All’inizio del secondo tempo sia Panama che Honduras perdevano e gli USA dopo appena due minuti hanno accorciato le distanze con uno splendido tiro da fuori di Pulisic.
A quel punto la partita si è aperta ma sul campo pesante e bagnato l’unico a fare davvero bella figura (oltre a Pulisic, ovviamente, Pulisic farebbe bella figura anche in un campo da calcio completamente allagato, con l’acqua alle caviglie) è stato l’esterno di T&T Nathan Lewis (in effetti, forse, in quel contesto deve essere sembrato un pelo più forte di quello che deve essere in realtà) su cui ci sarebbe stato anche un rigore solare, se l’arbitro avesse punito la scivolata di De Andre Yedlin (sopravvissuto all’hype successivo allo scorso Mondiale, oggi ha trovato la sua dimensione nel Newcastle).
Certo c’è il palo di Dempsey (entrato nel secondo tempo) al 76’ e un altro paio di volta i giocatori americani sono entrati in area (bella combinazione rasoterra tra Pulisic e Dempsey, a dieci dal termine).
Anche se in teoria fino all’87’ gli USA erano comunque qualificati, hanno giocato con un senso d’urgenza crescente, finendo con un 3-3-4 offensivo che abbassava Bradley tra i centrali difensivi e alzava praticamente tutti gli altri. A cinque minuti dalla fine, prima ancora che arrivasse notizia del secondo gol del Panama – segnato dal difensore improvvisato centravanti, Roman Torres – gli Stati Uniti erano così sbilanciati in avanti che T&T ha sprecato un contropiede uno contro uno. L’ultima occasione l’ha avuta l’attaccante dell’Amburgo, Bobby Wood, su cross di Pulisic da sinistra. Wood ha schiacciato bene ma il portiere di Trinidad e Tobago, Adrian Foncette, ha respinto di lato.
Questa sconfitta rischia di pesare moltissimo sul movimento calcistico americano, in termini economici ma anche di entusiasmo. E dire che è passato appena un anno dall’ottimo quarto posto nella Copa America Centenario. E dire che appena 24 ore fa sarebbe stato impossibile prevedere un simile esito nel girone CONCACAF.
Gli USA hanno imparato un’amara lezione, che anche Nazioni con una storia calcistica più nobile di loro hanno dovuto imparare. Che il calcio smentisce spesso i nostri tentativi di prevederlo, che a volte poi decide di farlo in maniera spettacolare.