5 squadre a cui potrebbe tornare utile il centrocampista Rudi Garcia
Non sappiamo se la sconfitta di ieri abbia già messo fine all’esperienza di Rudi Garcia sulla panchina del Marsiglia, ma di certo il suo proseguimento da allenatore a questi livelli sembra sempre più difficile. Come ci insegnano i meme motivazionali su Facebook e i Baci Perugina, però, in ogni crisi c’è sempre un’opportunità, e la notte è sempre più buia poco prima dell’alba. Ieri, con il Marsiglia in svantaggio, Rudi Garcia dalla panchina ha provato a velocizzare la ripresa del gioco da parte della sua squadra fermando Immobile lanciato in verticale sulla fascia destra. E lo ha fatto con un tempismo non banale, riciclando il possesso con un solo tocco, e dimostrando una grande sensibilità tecnica.
rudi garcia il a coupé plus d'appel en profondeur que Caleta Car #LazioOM pic.twitter.com/OGIsL83emp
— PUN (@PUNDURIF) November 8, 2018
Insomma, se riesce a fare questo intervento con le scarpe da cerimonia, pensate a cosa potrebbe fare anche solo indossando dei semplici scarpini! Magari è affrettato giudicarlo solo da questa azione, ed è anche vero che la sua carriera da calciatore è finita circa 26 anni fa, ma chissà magari Rudi Garcia potrebbe riciclarsi da centrocampista davanti alla difesa, alla fine è all’incirca ciò che ha fatto nella sua vita fino a 26 anni fa. Il mondo è pieno di squadre che fondano il proprio gioco su mediani poco mobili e l’allenatore del Marsiglia ha urgente bisogno di aggiornare il curriculum. Ecco cinque squadre dove potrebbe riciclarsi centrocampista.
Lille
Il Lille al momento è terzo in Ligue1 ad 11 punti dal PSG capolista. Rudi Garcia è l’ultimo allenatore ad aver vinto il titolo lì, pensate che storia incredibile se fosse il primo nella storia a vincerlo anche da giocatore DOPO IL RITIRO.
Roma
A proposito di ritorni, la Roma ha davvero un disperato bisogno di mediani da mettere davanti alla difesa nel suo 4-2-3-1…
Genoa
Ok, forse dovrebbe lavorare un pochino sull’intensità, ma il sistema di marcature a uomo previsto da Juric dovrebbe riuscire ad aiutarlo. Insomma, se il Genoa ha dato una chance a Miguel Veloso perché non dovrebbe avercela anche Rudi Garcia?
Manchester United
Mourinho è sempre alla ricerca di nuovi modi per umiliare i propri calciatori e togliere il posto da titolare a Pogba in favore di un allenatore in attività potrebbe essere la definitiva vittoria, in quella guerra al centrocampista francese che ha intrapreso da un po’ di tempo.
Dudelange
Seriamente mi state dicendo che Rudi Garcia non riuscirebbe a essere titolare nel Dudelange?
Come si è adattato il Milan ai tanti infortuni
Mancano poco più di dieci minuti alla fine della partita contro il Betis quando Kessié e Musacchio si scontrano sul cerchio di centrocampo nel tentativo di intercettare un passaggio a mezz’altezza indirizzato a Guardado. L’ivoriano sta correndo all’indietro e alza la gamba sinistra per agganciare in volo la palla, ma invece colpisce Musacchio, che resta stordito a terra per diversi minuti ed esce in barella col collare. Poco dopo il Milan perde anche Calhanoglu, che esce dal campo zoppicando per una botta al piede.
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Gli infortuni avevano già condizionato le scelte di Gattuso prima della partita, e la situazione dopo l’1-1 contro il Betis è peggiorata. Le assenze di Caldara, Bonaventura, Calabria, Higuaín e Biglia, per il quale giusto prima dell’inizio della sfida con gli andalusi è stato emesso un comunicato che ha annunciato uno stop di quattro mesi per un infortunio al polpaccio più grave del previsto, avevano spinto il tecnico calabrese a preparare un 3-5-2 meno sperimentale di quello schierato contro il Genoa ma comunque azzardato.
Suso ha giocato da seconda punta alle spalle di Cutrone in un ruolo in cui non era riuscito ad adattarsi con Montella, Borini era l’esterno destro a tutta fascia e Rodríguez era invece il centrale sinistro in difesa, altre due soluzioni sperimentate la stagione scorsa dal tecnico campano. In più, Bakayoko giocava da mediano in mezzo alle mezzali Kessié e Calhanoglu.
Il Milan ha faticato a prendere le misure al nuovo schieramento, ha sofferto il palleggio del Betis per tutto il primo tempo ed è andato in svantaggio per un altro gol di Lo Celso, che già aveva segnato all’andata. I rossoneri hanno reagito in modo così confuso alla palla persa da Laxalt nella trequarti offensiva che, sullo sviluppo della ripartenza del Betis, l’uruguaiano si è ritrovato a fare il centrale difensivo sinistro al posto di Rodríguez e Carvalho è stato lasciato libero fuori dall’area nonostante nel frattempo fossero rientrati tutti i centrocampisti. Il numero 14 biancoverde ha potuto così servire Joaquín, che ha attirato Borini e ha liberato lo spazio per il cross a Junior Firpo. Rodríguez ha quindi seguito in ritardo il movimento verso il centro dell’area di Lo Celso, che ha appoggiato in rete.
Dopo l’intervallo le cose sono migliorate. Gattuso ha alzato un po’ di più Calhanoglu a sinistra, la squadra è diventata più aggressiva sul possesso del Betis e riusciva anche a sviluppare meglio la manovra, recuperando la connessione che il turco e Suso sono soliti avere quando giocano da esterni del tridente offensivo. È stato proprio un cambio di gioco di Calhanoglu verso lo spagnolo a propiziare il calcio di punizione che ha portato al pareggio. Suso ha calciato dal vertice destro dell’area a rientrare verso la porta e la palla, senza essere toccata da nessuno, si è infilata sul secondo palo.
L’1-1 strappato al Betis resta un buon risultato, anche se nella classifica del girone il Milan è stato raggiunto dall’Olympiacos (ma i rossoneri sono in vantaggio nello scontro diretto, avendo vinto 3-1 all’andata). Lo è soprattutto considerando l’emergenza infortuni, che si è ulteriormente aggravata al Benito Villaramarín. Oltre a Musacchio e Calhanoglu, anche Kessié e Cutrone hanno finito la partita con degli acciacchi che andranno valutati.
Al momento in cui scrivo il Milan rischia di giocare contro la Juventus domenica sera senza mezza squadra titolare. Ipotizzando lo scenario più catastrofico per i tifosi rossoneri, quello in cui nessuno degli infortunati recupera, la formazione potrebbe essere questa: Donnarumma – Zapata, Romagnoli, Rodríguez – Abate, Bakayoko, Bertolacci, Laxalt – Suso, Borini, Castillejo. C’è quindi da scommettere che lo staff medico milanista farà di tutto per recuperare quanti più titolari possibili.
Conosci la tua squadra di Europa League: Mol Vidi
Székesfehérvár, il cui nome significa “castello bianco del trono reale”, è chiamata anche La città dei re. Come riportato nella Chronica Hungarorum di Johannes de Thurocz qui il 24 gennaio 1458 Mattia Corvino, prima alleato poi carceriere del Conte Vlad, viene solennemente incoronato “re d’Ungheria e di Croazia”. Fino al 1526 nella basilica reale di Székesfehérvár vennero incoronati 43 re ungheresi e fino al 1540 vi furono sepolti quindici di loro, fra i quali Stefano I, fondatore dello Stato e della Chiesa ungheresi.
Situata tra il lago Balaton e quello di Velence, Székesfehérvár è da sempre un punto d’incontro tra le vie commerciali che collegano l’est e l’ovest. Fondata dagli Ungari, al tempo della conquista del paese da parte del principe Géza, venne subito nominata prima capitale ungherese. Nella primavera del 1242 la città subì un pesante attacco da parte dei Mongoli, guidati da Kadan, ma il disgelo improvviso protesse la città: la neve sciogliendosi bloccò i cavalieri mongoli tra le paludi che circondavano la città, costringendoli a desistere.
Se non vi attira la millenaria storia della città, magari vi interessa fare un salto qui per assaggiare il pluripremiato gelato al vino rosso e lampone e la “Torta dell’Ungheria” del 2014. Già che ci siete potete fermarvi a veder giocare i freschi campioni di Ungheria, la squadra del cuore di Viktor Orban, attuale primo ministro ungherese dalle posizioni ultranazionaliste che proprio a Székesfehérvár è nato il 31 maggio del 1963.
Viktor Orban con la sciarpa del MOL Vidi.
La squadra fu fondata nel 1941 con il nome di Székesfehérvári Vadásztölténygyár SK (VSK) e, dopo un numero eccessivo di cambi di denominazione, nel 2018 il club ha cambiato il proprio nome da Videoton FC in MOL Vidi FC, nome scelto dalla società proprietaria della squadra e sponsor principale, che è la maggiore compagnia nazionale di gas e petrolio, la MOL.
A livello internazionale la squadra può vantare due trionfi nella Coppa Piano Karl Rappan, progenitrice della Coppa Intertoto, ma soprattutto il raggiungimento della finale della Coppa UEFA 1984-1985, l’ultima finale disputata da un club ungherese nelle coppe europee. L’allora Videoton Sport Club fu sconfitto dal Real Madrid, ma onorò la finale vincendo il ritorno per 1 a 0 al Bernabeu grazie ad un gol di Majer.
In un girone dominato dal Chelsea, il MOL Vidi sta provando a contendere la qualificazione a Paok, battuto ieri, e BATE Borisov, e se non sapete per chi tifare tra queste tre squadre molto Europa League, ecco alcuni motivi per parteggiare per il MOL Vidi:
– uno dei giocatori più rappresentativi della squadra è Loic Nego, terzino francese appartenente all’immensa categoria di terzini promettenti passati per la Roma;
– In squadra ci sono due fratelli: Marko e Stefan Scepovic;
– L’onesto mediano Mate Patkai, in una recente sfida per l’accesso ai preliminari di Champions contro il Dudelange, ha subito quello che – con una giusta dose di retorica – è stato considerato il fallo più duro di sempre da parte di Bryan Melisse;
– gioca le partite di Europa League alla Groupama Arena di Budapest.
La Lazio ha spazzato 35 palloni via dall’area di rigore
Rudi Garcia, sempre più disperatamente a rischio esonero, dopo la sconfitta con la Lazio è andato ai microfoni e ha detto che la sua squadra non meritava la sconfitta: «Essere andati sotto nel primo tempo è stato incredibile, visto che la Lazio non ha creato nulla».
Pur non dominando come nella sfida dell’andata, la Lazio ha giocato una partita attenta e intelligente contro quella che è stata la finalista della scorsa edizione. Inzaghi ha scelto di difendere con un baricentro basso così da sfruttare le qualità in ripartenza dei suoi tre uomini offensivi, Berisha, Correa e Immobile.
Il Marsiglia ha finito per cascare nella trappola della Lazio finendo per esaltare le caratteristiche dei centrali biancocelesti, che hanno dominato l’area di rigore (c’è un intervento in scivolata di Wallace bellissimo), tanto che alla fine i disimpegni in area sono stati 35, più di uno ogni tre minuti.
Rapido confronto con altre squadre che hanno vinto soffrendo: il Videoton si è fermato a 23 disimpegni in area, il Celtic a 17, il Qarabag a 16. The Italian Job.
La Lazio ha finito per subire gol solo a causa di un errore in fase di impostazione di un suo difensore, Acerbi, assicurandosi però grazie alla vittoria il passaggio del turno con due giornate di anticipo. Il Marsiglia invece lascia mestamente la competizione che tanto ha onorato la scorsa stagione: la dimostrazione di come non basta buttare palloni in area per risolvere le cose.
Ecatombe dudelangina :’(
Che il Dudelange non fosse la squadra più attrezzata per questa Europa League era abbastanza pacifico dall’inizio: simpatici, per carità, con le loro magliettine gialle e lo stemma fatto con ClipArt, portavessillo di un movimento minore come quello lussemburghese, certo, però anche sfortunati, perché a ritrovarsi in un girone insieme a Milan, Betis e Olympiakos si poteva intuire che sarebbero presto diventati carne da macello.
Ora sono la squadra con la peggiore differenza reti dell’Europa League, a -11, e anche con il peggior attacco in coabitazione col Qarabag, che ha deciso di rompere il suo digiuno proprio in contemporanea coi dudelangini, così, per rovinare l’entusiasmo (che è poi il secondo sport nazionale dell’Azerbaigian).
Contro l’Olympiakos hanno concesso quattro gol in trentasei minuti (alla fine saranno cinque): tre sono stati segnati da calciatori passati per l’Italia, gente che avrebbe mantenuto un posto d’onore nel nostro cuore anche se non avessero infierito sul povero Dudelange, e che infatti con molta eleganza ha scelto di segnare solo reti stupende, come se si trattasse di un’esibizione degli Harlem Globetrotters, o una partita d’addio, o uno spettacolo del Cirque du Soleil.
Admirez ce chef d'oeuvre de Lazaros Christodoulopoulos ! #OLYDUD pic.twitter.com/ni1984etkn
— Olympiakos France (@OlympiakosFr) November 8, 2018
Vassilis Torosidis ha segnato di tacco, per dire, e Lazaros Christodoloupoulos (!!!) con una sforbiciata (!!!!!) che sarebbe perfettamente potuta finire sui pacchetti delle figurine dell’Europa League del prossimo anno, se solo l’unica rovega che può finire sui pacchetti delle figurine dell’Europa League, per contratto e per tacito assenso, non fosse quella di Moussa Sow.