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Marco D'Ottavi
Il bello del giovedì sera vol. 5
01 dic 2023
01 dic 2023
Due competizioni che onorano l'inverno.
(di)
Marco D'Ottavi
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IMAGO / MAXPPP
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Conosci la tua squadra del giovedì sera: Ballkani

Il Ballkani è stato fondato nel 1947, gioca con la divisa arancione e nera; il suo stemma è un pallone che irradia luce come quella faccia strana che sta al centro della bandiera argentina. Una faccia che ti guarda e sorride - perché? Il Ballkani è una squadra di Suhareka, una cittadina del Kosovo il cui nome significa, letteralmente, “fiume asciutto”. Il 26 marzo del 1999 a Suhareka la polizia serba ha ucciso 48 persone. 14 di loro erano ragazzini o bambini sotto i 15 anni. 46 vittime appartenevano alla famiglia Berisha, bersagliati perché affittavano le proprie case agli osservatori dell’OCSE in città, che aiutavano gli albanesi locali. Oggi le chiese serbe sono tutte andate distrutte.Il Ballkani gioca nello stadio Suhareka, che ospita 1500 persone e così, quando è diventata la prima squadra kosovara a qualificarsi per una competizione europea, deve trasferirsi a Pristina per giocare le sue partite. E così in questa Conference abbiamo potuto godere del Ballkani giocare al leggendario stadio Fadil Volkrri, circondato dad palazzoni di cemento armato, brutalisti e brutali, spuntano da terra come zanne d’elefante. Su quello stadio tornano gli occhi d’Europa per la prima volta dai tempi dei concerti di Snoop Dogg (2010) e 50 cent (2007).Capite, il Ballkani è nella sua epoca d’oro: ha vinto due campionati del Kosoko consecutivi, una Supercoppa del Kosovo. Lo scorso anno ha giocato un turno di qualificazione per la Champions, perdendo dai lituani dello Zalgiris. Poi ha iniziato la sua campagna europea, partita da lontano. Il Ballkani ha dato 10 gol al La Fiorita, poi ha dato vita a un incontro epico - che resterà nella storia della competizione - contro il KI Klasvik, squadra faroese che quest’anno è riuscita anche lei a entrare in Conference. Qualcuno ancora è scettico sulla Conference League, nonostante offre la possibilità di confronto tra una squadra del Kosovo e una delle Isole Faroe: c’è qualcosa di più bello? Gli highlights della partita sono piuttosto incredibili. Guardate il miracolo che fa il portiere del Klasvik dopo aver sbagliato la costruzione dal basso. Ascoltate il grido barbaro del telecronista faroese che deve commentare La Storia in diretta. Guardate il gran gol di Krasniqi, oggi al Cluj perché troppo forte per il Ballkani.

Quest’anno la squadra è arrivata decisamente più pronta, e al turno finale di qualificazione ha battuto 4-1 in casa il BATE Borisov. Una partita semplicemente dominata. Se i balcanici sono i brasiliani d’Europa, i kosovari sono i, boh, paolisti dei balcani?

Nel girone si fatica, ma la qualificazione è ancora, incredibilmente, aperta, grazie soprattutto a una vittoria in casa contro la Dinamo Zagabria. Ieri la squadra ha perso 0-1 in casa col Viktoria Plzen e le cose non si mettono bene, ma con un’altra partita vinta in Croazia il Ballkani potrebbe farcela. Sapete per chi tifare.Questo assist di Kokorin è la cosa più bella che vedrete oggi, anche se per caso andate al cinema a vedere Napoleon

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Mentre a Firenze si disperano per i loro centravanti, a Ibrox Park, uno degli stadi più iconici e difficili d’Europa, Aleksandr Kokorin disegnava calcio. Così va la vita. Abbiamo visto Kokorin tergiversare sui campi della Serie A, sembrare così fuori forma che pensavamo avrebbe chiesto di mettersi in porta. Il calcio, però, non dimentica. Alcuni hanno qualcosa nei piedi che altri non hanno. Guardate questo assist: la precisione con cui il pallone gira, come lo colpisce per dargli l’unica traiettoria che avrebbe mandato Babicka davanti al portiere. Quanti lanci più belli avete visto nella vostra vita? Non molti. In ogni caso Kokorin è ancora della Fiorentina. Gennaio è vicino… chissà.O forse è questa parata di SvilarDereck Kutesa ha le mani in testa, si copre gli occhi ma cerca di guardare tra le dita, ha visto ma non ci crede: come ha fatto il suo tiro a non entrare in rete?

Mile Svilar, che il giovedì con la Roma incarna la leggendaria figura del portiere di coppa con l’estetica Gen Z da aspirante Timothée Chalamet, ha seguito la traiettoria spostando il peso sulla gamba sinistra, deviando il pallone oltre il palo con la mano di richiamo in una parata tecnicamente perfetta.

Mile Svilar è forse la personificazione più pura dell’ambiguo ruolo del general manager della Roma, Tiago Pinto. Nell’estate del 2022 il portiere serbo era stato infatti prelevato dal Benfica B in quella che sembrava la prima - e rimarrà anche l’unica - operazione che rivelava davvero la visione di Tiago Pinto, per il resto relegato al ruolo di uomo che deve incastrare i conti con le megalomani idee di Mourinho. Non c’erano grandi prove a riguardo, ma d’altra parte nel calciomercato non ci sono mai: bastava il fatto che anche Tiago Pinto provenisse dal Benfica e che Svilar avesse appena 23 anni e solo sette partite con la prima squadra portoghese. Finalmente capiamo chi sei, si sono detti i tifosi romanisti all’arrivo di Svilar. Il problema, però, è che in un anno e mezzo il portiere serbo non ha praticamente mai giocato. La scorsa stagione appena quattro partite in tutto, nessuna davvero convincente, quest’anno la minuscola promozione a portiere dell’Europa League. Mourinho continua a preferirgli il suo pretoriano Rui Patricio, nonostante il rendimento del portiere portoghese sia in caduta libera da almeno una stagione, e continuerà a farlo anche in Europa League, c’è da giurarci, non appena le cose diventeranno davvero serie (se lo diventeranno). Lo sappiamo: le scelte dello “Special One” raramente seguono evidenze empiriche, e le poche partite da Svilar finora sembravano confermare il fatto che avesse poca scelta. Dopo questa parata, però, il piano sembra aver iniziato ad inclinarsi: Mourinho sta facendo davvero bene a ignorare il giovane portiere serbo? Nella tensione invisibile tra correnti che fa assomigliare la Roma degli ultimi anni alla migliore Democrazia Cristiana siamo sicuri che questa parata abbia creato un’increspatura. Gol più giovedì sera

Virilità: 10Assurdità: 2Anti-epicità: 2Paura della morte: 10Eccoci qua, a commentare un gol in rovesciata di Pierre-Emerick Aubameyang in Europa League. Questa è la nostra vita ora e siamo contentissimi. Magari vi siete illusi che i gol che rappresentano l’anima del giovedì sera siano quelli tragicomici, le cappellate, lo slapstick. Ma non è così, per due motivi: il primo è che decido io, quindi - insomma - avete capito. Il secondo è che i gol più Europa League rappresentano la periferia, il decadimento ma anche il riscatto, la voglia di non essere dimenticati. Aubameyang è stato una bellissima folata di vento, il suo calcio sembrava vivere a qualche centimetro dal suolo, poi però è finito rottamato. Al Marsiglia ha segnato 1 gol in campionato e 5 in Europa League. Ieri ha segnato una tripletta perfetta: 2 rigori e una rovesciata. Con questi 3 gol è arrivato a quota 29, un solo gol dal record di Falcao per quanto riguarda i gol in questa benedetta competizione da quando si chiama così. Capite? Stiamo assistendo alla storia mentre si compie. Un calciatore che prima di smettere sta dedicando tutto se stesso all’Europa League. Se non è paura di morire questa, ditemelo voi cos’è. Ha segnato Juraj Kucka, due volteÈ il primo dicembre 2023 e scopri che ancora puoi ancora goderti una doppietta di Juraj Kuck. Questo mese sarà: magico.

La golden hour della Conference League

Non lo so, se non vi provoca un'emozione questa cosa che vivete a fare? Le squadre che, nostro malgrado, ci tocca già salutareKI KlasvikPrima di conoscere l’esistenza di questa squadra una parte di noi neanche immaginava si potesse giocare a calcio alle Isole Faroe; l’altra parte nemmeno sapeva cos’erano le Isole Faroe. Quindi, niente, grazie, ci vediamo presto speriamo. Ci aspettiamo di vedere il capitano Jakup Andreasen in lidi più prestigiosi.Sheriff TiraspolQuante puntate del bello ci hai svoltato con la tua storia pazza, squadra di un posto che chissà per quanto esisterà ancora, gestita da una società che si chiama "sceriffo" e che ha in mano un paese. Quest’anno ti abbiamo trascurato, peccato: sarà il periodo, sarà il freddo, ma raramente hai rimandato un’aria da cortina di ferro più autentica.

HäckenUna squadra che a centrocampo può schierare Sim Gustafson e Sam Gustafson non perde mai (in realtà l’Hacken ha perso sempre).Olimpija LjubljanaAlla perfetta intersezione estetica tra Vienna, Parigi, Venezia e Budapest, Ljubljana è la città più sopravvalutata d’Europa. Sembra una città disegnata da un americano in Montana per permettere un viaggetto in Europa a chi non può permetterselo davvero.BreiðablikMa una squadra che nel suo campionato sta 25 punti sotto il Vikingur, cosa poteva fare esattamente in Conference League? Ci mancheranno soprattutto quegli alberi dietro il campo, sempre più scheletrici col passare delle partite. La prossima volta ricordatevi il portiere.Zorya

Non so che viso avesse neppure come si chiamavaaa.LuganoUn pensiero al nostro amico Luigi Riva.BesiktasÈ stato un disastro, ma grazie per averci fatto godere un altro po’ di Aboubakar. Zrinjski MostarQuella rimonta da 0-3 a 4-3 contro l’AZ Alkmaar rimarrà l’Italia-Germania della Conference League: grazie e speriamo di rivederci presto (o altre squadre bosniache dai).ČukaričkiNon c’è nessun giocatore nella rosa del Cukaricki il cui nome non somigli a quello di un genocida.AberdeenÈ sempre una bella idea una squadra scozzese in Europa, finché non la guardi giocare.HJKGrazie soprattutto per averci fatto rivedere Perparim Hetemaj.Spartak TrnavaNon abbiamo ancora capito come Nicolas Gorosito (che dovrebbe essere soprannominato “Gordosito”) sia finito a giocare lì. Ricorderemo quel gol all’ 88’ di Ofori contro il Fenerbahce, e quel pareggio sculato contro il Nordsjaelland.Il capitano del Rakow è il nipote di Igor TudorSi chiama Fran Tudor e, davvero, mi dispiace, ma non so che cosa dovreste farvene di questa informazione. È una di quelle cose curiose, che però non ti portano davvero da nessuna parte. Un aneddoto scarso pure da rivendere. “Ma lo sai che il nipote di Igor Tudor è il capitano del Rakow”, lo dite a un’amica vostra all’aperitivo e penserà che siete da ricovero. Non sapete manco perché l’avete detta, una stronzata simile. È stato un riflesso involontario, un vuoto d’aria del cervello. Fatto sta che il vostro tasso di patriarcato schizzerà alle stelle. Quanto deve essere tossico il vostro mondo per conoscere un’informazione simile?Sono informazioni che vi diamo qui, in questa rubrica fatta per noi squilibrati del cazzo che il giovedì sera si fanno le pere d’adrenalina con diretta gol. Gente che conosce la classifica del campionato slovacco e sa perché il Breiðablik ha quello stemma là. Cosa vi porterà questa informazione nella vostra vita, in che modo vi farà sentire una persona più vicina all’ideale di sé stessa? Perché ora dovreste aprire il video qui sotto in cui Fran Tudor rilascia un’intervista in croato in cui non si capisce niente. Sarebbe meglio spendere questo tempo a imparare il croato forse.

No davvero mi dispiace se stiamo ancora qui a parlare di Fran Tudor. Non so perché sto continuando a scrivere di questo giocatore. Sono costretto però a dirvi che a un certo punto era una “cosa” del calcio croato. Ha giocato in Nazionale, ha segnato persino un gol, con quei capelli da nazista e quella faccetta da uno che proverebbe piacere a fare il secondino nella vita. Ha segnato al Messico, approfittando di un errore pazzesco, dribblando Ochoa in uscita, esultando come uno che ammazzava i gatti randagi da bambino mettendogli le miccette nel culo.

E niente, mo che vi siete visti pure questo gol di Fran Tudor col Messico come vi sentite? Meglio? A sto punto avrei potuto mostrarvi il gol fatto su punizione qualche mese fa su punizione all’ARIS Limassol, molto più bello. Sarebbe stato troppo semplice. Invece vi consiglio una discussione su Reddit su un espulsione presa da Tudor nel campionato polacco. Un tipo violento di cui forse potevamo serenamente ignorare l’esistenza.I migliori gol segnati nei minuti di recuperoPierre Erick Aubameyang contro l’Ajax al 93’Un calcio di rigore segnato spiazzando il portiere, per mandare l’Ajax direttamente all’inferno. Comunicargli l’idea che no: nemmeno con tutta la buona volontà, nemmeno al cospetto di un OM tutto sommato modesto, si può portare a casa un punto.Bəhlul Mustafazadə contro il Molde al 92' Mustafazadə sembra non aver mai segnato un gol prima di questo. Ha spinto il pallone in rete da pochi centimetri e a momenti sbaglia. L'importanza però è capitale: con questo gol il Qarabag si regala una chance di arrivare seconda nel suo girone e continuare con l'Europa League. Cody Gakpo contro il LASK al 92’Il gol del 4-0 in contropiede, era proprio necessario?Muhamed Tijani contro lo Sheriff al 95’Il gol che molto probabilmente spedisce la Roma di Mourinho nell’inferno del turno di spareggio con le squadre di Champions.Aleksandar Pešić contro il Čukarički al 97' Il Čukarički poteva fare il suo primo storico punto in Europa, prima di eclissarsi forse per sempre e invece no: Pesic doveva far vedere che è ancora un giocatore di calcio. Fabian Rieder contro il Maccabi Haifa al 93’ In uno stadio vuoto, in campo neutro, contro un avversario già sconfitto, Fabian Reider ha calciato una punizione all'incrocio con un sadismo sospetto. Matías Tissera contro lo Spartak Trnava al 95' La tranquillità con cui lo Spartak Tranava ha preso questo gol sull'uno a uno in pieno recupero è sconcertante. Che giocatore dell’HJK Helsinki seiAtomu TanakaCammini per strada tenendo la testa bassa perché quando piove le buche si riempiono d’acqua. Cammini sovrappensiero, col passo svelto, perché piove e non hai l’ombrello. Questa città quando piove sembra Gotham City. I palazzi si affumicano, il cemento di scarsa qualità manda vapori cancerogeni, il cielo pare incombere minacciosamente sul suolo. Le gocce di pioggia sono grosse e violente, ti prendono a schiaffi. Cammini a testa bassa e ti accorgi di una fotografia per terra. La raccogli e sta stingendo, ti prende una fitta al cuore. È una foto di famiglia, forse indiana, forse bengalese, chissà. Sono schierati davanti a una torta di compleanno, e soffiano le candeline tutti assieme. Indossano golfini leggeri con uno scollo a V e la camicia sotto, tutti quanti, anche un bambino piccolo, che sembra il festeggiato, e che non può avere più di 10 anni. La strofini e te la metti in tasca. Quando torni a casa però non sai che farci. Dove si mette una foto di famiglia di qualcun altro? La poggi in un angolo della scrivania ed è strano, pensi, avere la foto di una famiglia di estranei in camera tua, esposta. Il giorno dopo la prendi e la metti in una scatola di scarpe. Passano un paio di giorni ma continui a pensare a quella fotografia, non ne riesci a fare a meno. Quando apri la scatola di scarpe è strano. Il viso della madre si è stinto, ha preso un colore bianchiccio sull’ovale. Non si riesce a intuire nessuno dei suoi tratti del volto. Non ci può essere stato nessun fenomeno fisico che può aver provocato quel processo. Decidi di mettere ancora la foto sulla tua scrivania, ma non riesci più a lavorare e la tua vita prende un atteggiamento distratto, sconnesso. Rimetti la foto sulla tua scrivania e ti metti in testa che vuoi cercare quella famiglia. Non sai da dove iniziare. Hai una fotografia, sai dove vive la gran parte della comunità bengalese di Roma, basterà? Intanto vai a dormire. Quando ti svegli, però, anche la foto del padre, col maglione rosso e le guance gonfie di chi sta soffiando le candeline, si è stinta. Senti una sensazione di ansia e panico salire dai piedi fino alla testa. Il tuo primo istinto è quello di buttare la fotografia, c’è qualcosa che ti frena però.Lucas LingmanSei sdraiato sul marciapiede di una strada qualunque. Una strada sporca qualunque di questa città piena di merda e urina e sangue. È pieno giorno e senti e vedi persone che camminano attorno a te e ti ignorano. Non ti calpestano, ti passano a fianco, ma più per caso che per un’accortezza. Non riesci a muovere un singolo muscolo. Senti uno stridore metallico vicino, riesci ad alzare il collo per guardare davanti a te che succede. Una persona, probabilmente di origini africane, sta spazzando la strada. La sua scopa, però, ha punte e lame. “Come fa a spazzare con quella scopa” ti attraversa il pensiero più stupido. Poi ti accorgi che spazzando si avvicina pericolosamente a te, sdraiato a terra. Inizi a gridare, ma la tua voce non ha suono. Cerchi di raccogliere tutte le forze per alzarti, ma non c’è verso. Lo stridore metallico si fa sempre più vicino e insistente. Ti svegli di soprassalto e sei nel tuo letto. Non ti succede mai, ma stavolta ricordi il sogno per filo e per segno. Capisci subito da dove viene, da quella cosa malvagia e stupida che hai fatto qualche settimana prima. Dovevi andare a fare delle fotocopie, e la copisteria non accetta mai banconote di taglio grosso. Così, camminando, avevi visto un cestino sopra una scatola con degli spicci dentro. Era della persona, probabilmente di origini africane, che stava spazzando la strada sperando di mettere insieme il pranzo con la cena. Hai preso una moneta da un euro e te ne sei andato. Nessuno si è accorto di nulla. Ti sei pagato le fotocopie e basta. Non avevi mai fatto una cosa del genere, non ci hai visto niente di grave, hai provato a lasciarla andare, tranquilla nell’oblio - mentre quella se ne andava in un posto molto più oscuro e problematico.Aleksi PartanenTornare al paese per natale è diventato improvvisamente tollerabile, da quando i tuoi genitori sono morti e puoi usare la vecchia casa per passare il capodanno insieme ai tuoi amici. Sei in questo borgo del centro italia dove tutto è di pietra povera e vecchia e le persone sono anziane, e curve, e indossano sulle spalle scialli fatti a mano che odorano di armadi vecchi. È la sera del 30 dicembre e non c’è nessuno per strada. Guardi questa discesa ripida e stretta che scende nelle budella della valle, mentre fumi una sigaretta, sull’uscio di casa. I tuoi occhi sono puntati verso la discesa quando vedi un’ombra agitarsi. Una figura umana sta risalendo la discesa. È una donna interamente nuda, avrà 40 anni massimo e tutto sommato si tiene bene. Si tocca i seni mentre ti guarda e viene verso di te, indossando solo la sua faccia dolorante. “I miei capezzoli! Mi fanno male i capezzoli” dice con un tono strano e malato, alto ma senza gridare. “I miei capezzoli!” ti dice, come se tu potessi fare qualcosa, come se avesse un assoluto bisogno del tuo aiuto. Rimani lì impalato, senza sapere cosa fare.È arrivata la neveE quindi è arrivata la neve. Lo sapete: il meteo è uno dei temi di questa rubrica. Che tempo fa a Helsinki? C’è la neve grazie a Dio. La neve è gioia, la neve è vita, ma la neve è soprattutto un qualcosa che può essere lanciata sotto forma di palla. Lo sanno i bambini e lo sanno anche i tifosi dell’Aberdeen che ieri alla Bolt Arena (???) si sono dilettati, approfittando dei cumuli di neve piazzati appena sotto di loro per provare a colpire Niki Mäenpää, il portiere dell’HJK (visto anche a Venezia).

Purtroppo, però, lo sappiamo, gli arbitri odiano la nostra felicità (scherzo) e si è sentito in dovere di sospendere brevemente la partita. Dagli altoparlanti una voce ha chiesto ai tifosi di smettere di lanciare palle di neve. Avreste mai pensato di sentire questa frase in uno stadio? I tifosi si sono - più o meno - calmati e la partita è continuata. Angus MacDonald, uno che credo sia un personaggio della saga di Don Rosa su Paperon de’ Paperoni, ha segnato questo gol.

Forse il gol più bello di sempre segnato sotto la neve (o forse no).

Col passare dei minuti, però, la dolce nevicata del primo tempo è diventata una tempesta. Il campo da calcio si è imbiancato rapidamente come i nostri capelli da ultratrentenni. L’arbitro allora ha dovuto sospendere la partita per permettere agli spazzaneve di fare quello che fanno gli spazzaneve: spazzare la neve. È stato il momento più bello di ieri sera: delle macchine piene di pezzi che fanno il loro lavoro e lo fanno dentro uno stadio, ancora meglio: dentro a un campo di calcio. Che sia questo il futuro della UEFA? Che la prossima competizione del giovedì sia proprio questa: una competizione tra macchinari che spazzano neve dentro uno stadio, una specie di Robot Wars ma senza robot e senza morti? Noi lo speriamo.

Dobbiamo parlare un altro po’ di HJKTopi Keskinen è uno dei giovani calciatori finlandesi più promettenti. Veste la maglia dell’HJK e in questa stagione ha segnato sette gol. In una recente intervista ha parlato delle sue due passioni. La prima è la pesca con il mulinello. Cresciuto a Mikkeli, un posto più acqua che terra, a casa a una barca e da piccolo andava sempre a pescare. In estate, ha detto, tornerà a farlo con Hetemaj, il sogno di tutti. Su dove andranno, come i veri pescatori, Keskinen lo ha tenuto nascosto. La sua seconda passione, invece, è Wayne Rooney. Keskinen tifa United e Rooney è il suo giocatore preferito, quello che imita. Lo ammira così tanto da aver chiamato il suo cane Rooney.Ora voi forse penserete che queste due passioni non hanno niente in comune, che sono due cose distaccate come possono essere la passione per la bicicletta e per Messi, per le passeggiate in riva al mare e Totti. Ecco, qui vi sbagliate e se non sapete perché vi sbagliate, dovreste vedere il tatuaggio di Keskinen:

Cosa c’è di meglio che unire le proprie passioni: ecco allora Wayne Rooney che pesca: il vostro prossimo tatuaggio. L’Europa League ti dà sempre la possibilità di riscattartiIl turno scorso era finito con Brignoli quasi in lacrime dopo essersi lasciato passare una punizione sotto le gambe come se fosse una saponetta. Ieri invece ha fatto questa doppia parata qui.

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Come direbbe quello: viva il futbal madre de dios. Le migliori recensioni Google di stadi della Conference League: Stadio StožiceQual è il segreto della Slovenia? Un paese minuscolo che produce campioni nello sport come se fossero caramelle. Qualcuno dice sia merito delle strutture. Forse, allora, il segreto è lo Stadio Stozice. 16mila posti, polivalente, per quello che può voler dire polivalente con un campo da calcio, piazzato accanto a uno svincolo autostradale e soprattutto all’interno di un grande complesso sportivo.C’è da dire che è uno di quegli stadi impersonali, ben tenuti ma senza storia. Ci gioca l’Olimpija Ljubljana che però non attira grande pubblico: contro il KÍ Klaksvík c’erano meno di 3mila spettatori, ieri per il Lille, non una squadra banale forse anche meno. C’è da dire che le condizioni del campo non erano eccezionali per via della pioggia, tanto che gli stessi calciatori hanno provato ad asciugarlo con degli asciugamani. Però grande musica:

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