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Il bello del giovedì sera 2022 vol. 6
10 dic 2021
10 dic 2021
Tutto il meglio dalle due competizioni che rendono il giovedì migliore del venerdì.
(articolo)
26 min
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Conosci la tua squadra di Conference League: Anorthosis

Nel logo dell’Anorthosis una fenice stilizzata dispiega le proprie ali alzandosi in volo dalle fiamme e sembra il meme di Elmo rise. Nella parte inferiore dello scudetto le righe verticali blu e bianche come la bandiera greca. Non è un caso. L’Anorthosis è la squadra di Famagosta, città cruciale per i traffici marittimi tra le Repubbliche Marinare di Genova e Venezia e il Levante. La città nascosta sotto la sabbia, la città delle 365 chiese, una per ciascun giorno dell’anno. Quando però i turchi hanno invaso l’isola, nel 1974, la squadra è stata costretta a emigrare nel lato greco, verso sud, a Larnaca. Le mura di Famagosta sono ancora oggi controllate dall’autoproclamatasi Repubblica di Cipro del nord, e cioè dai turchi. L’Anorthorsis si è spostato tranquillo a Larnaca, dove ha costruito l’Antonis Papadopoulos, uno stadio che da fuori somiglia a un complesso condominiale di Santorini, dedicato a un ex giocatore del club - da non confondere con l’attuale Antonios Papadopoulos, centrocampista del Borussia Dortmund. Per queste ragioni storiche l’Anorthosis è considerato una squadra di rifugiati.

Stiamo parlando di una delle squadre più titolate di Cipro, con 13 campionati, 11 coppe nazionali e 7 supercoppe. Una squadra che non è mai stata retrocessa in seconda divisione. La più recente epoca d’oro è coincisa col regno tattico di Temur Ketsbaia, allenatore e leggenda del club, vincitore di due campionati, una coppa e le due campagna europee più entusiasmanti della squadra. Nel 2005/06 la squadra è riuscita a superare due turni preliminari, di cui uno con il Trabzonspor, contro cui era praticamente un derby. Una partita pazzesca vinta 3-1 con lo stadio Papadopoulos in fiamme. Guardate il video anche se volete ricordare le maglie modello Diadora di quegli anni, coi cerchietti traspiranti sulle maniche. Il centravanti georgiano Klimenti Tstaishvili che segna il sigillo finale del 3-1 lo fa col sangue che gli cola dallo zigomo.

La squadra poi perderà dal Glasgow Rangers al primo turno, ma tre anni dopo diventerà comunque la prima formazione cipriota a qualificarsi ai gironi di Champions League. In un gruppo con Inter, Panathinaikos e Werder Brema riuscirà comunque a fare 6 punti, battendo i greci e chiudendo uno spettacolare pareggio 3-3 contro i nerazzurri allenati da José Mourinho. Una squadra con Ibra e Balotelli in attacco, Quaresma e Amantino Mancini a tutta fascia. I tre gol dell’Anorthorsis sono uno più buffo dell’altro, con due errori piuttosto clamorosi di Burdisso. Pareggio di Julio Cruz di testa verso la fine.

https://www.dailymotion.com/video/x7tpkh

Ketsbaia poi andrà all’Olympiakos, a prendere il posto di Ernesto Valverde, e l’Anorthosis non riuscirà mai più a raggiungere quel livello di gloria. Dal 2019 sulla panchina è tornato Ketsbaia, undici anni dopo il suo addio. Lo scorso anno la squadra ha vinto la coppa di Cipro e si è qualificata in Conference League. Oggi è ultima nel girone e solo ottava in campionato, non la miglior stagione. Ma la fenice tornerà a rinascere dalle fiamme, e vale la pena ricordare le parole dell’Otello di Shakespeare, ambientato a Famagosta:«Quando non c'è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso».




I messaggi occulti nella cacata

Durante il riscaldamento della partita fra Partizan e Anorthosis la telecamera si accorge di qualcosa, e stringe furiosamente lo zoom in un punto del campo. Ma cosa succede? C’è un cane che sta cacando. Si guarda un po’ sospettoso intorno, con quello sguardo mezzo colpevole che hanno i cani quando cacano.

https://twitter.com/Buckarobanza/status/1469023722979926019?

È solo la seconda volta nella storia del calcio in cui qualcuno caca in campo, dopo Gary Lineker contro l’Irlanda. Come tutti i fatti inverosimili, anche questa cacata deve per forza avere qualche significato simbolico che al momento ci sfugge. Abbiamo guardato nel libro delle grandi profezie sull’Europa League per capirci di più.

https://twitter.com/ScotsFootyCards/status/1469265825836277766?

“Niente è più maledetto delle feci di un cane nero e marrone / sventura eterna sulla serba nazione”

“Quando la bestia lascerà le sue feci sul prato / Morelos colpirà di testa e lo stadio esploderà in un boato”

“La Transnistria sarà riconosciuta come legittimo stato / quando un cane mostrerà il suo disprezzo chinato”

“Ari, Aduritz, Soucek, Feghouli / quando il cane cacherà il pallone d’oro sarà in Europa League”.

“Il giorno del ritorno del Siviglia al trofeo agognato / un cane renderà il prato per sempre appestato”




Com’era il mondo quando Aranguiz è arrivato al Leverkusen

Charles Aranguiz detto Charlie è arrivato in Germania al Bayer Leverkusen nel 2015 pieno di sogni. Basso e compatto, incarnava un archetipo molto preciso di centrocampista cileno tutto grinta e sostanza. Ogni estate si parlava di lui come di un possibile rinforzo per qualche squadra italiana che aveva bisogno delle sue caratteristiche. Ora ha 32 anni, non è più titolare e da qualche anno non si parla più di lui per il calciomercato. Tutto intorno il Bayer Leverkusen è cambiato, e tutto nel mondo è cambiato dal 2015 a oggi.

- Non esisteva Tik Tok

- Luca Gotti era così

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- David Bowie era ancora vivo

- C’era Matteo Renzi al governo

- Non c’era ancora Netflix in Italia

- Gasperini allenava ancora il Genoa

- Deve ancora uscire Perfetti Sconosciuti

- Gianluigi Paragone non ha ancora la barba


Quale giocatore del LASK Linz sei

Sascha Horvath

Hai un impiego nella comunicazione di un’azienda di borracce e quando le persone ti chiedono che lavoro fai glielo spieghi e poi gli dici che fai una cosa bella, che il mondo non si salva da solo, che le borracce che fate ogni anno ci salvano dal consumo di tonnellate di plastica. In realtà dentro di te non sai se stai facendo abbastanza. Prendi una media di due aerei l’anno (quattro, calcolando andata e ritorno), fai i tuoi acquisti su Amazon e mangi carne quattro volte a settimana. Dentro di te sai che tutto questo non è abbastanza e che quello che dici riguardo il tuo lavoro è quello che è: coda di paglia. O peggio: è posizionamento, come il tuo piumino North Face giallo, i calzini Stussy, la mascherina di Seletti, le Balenciaga. Un giorno ti ha chiamato il tuo amico del liceo che lavora in un progetto umanitario in Malawi, ha la barba lunga e l’aria dolente ma realizzata. Mentre parlate ti concentri sulla sua erre moscia, un risvolto caratteristico delle sue origini parmensi. Mentre ti parla non riesci più a concentrarti su quello che dice, esiste solo quella cazzo di erre moscia, pura, astratta da tutto il resto. In quel momento ti accorgi che forse ti piacerebbe ucciderlo.

Lukas Grgit

Hai scrollato così tanto Tinder senza mai uscire con qualcuna che ormai lo consideri solo un album di figurine sul genere umano. Ti dici che vale la pena scrollare, che prima o poi conoscerai il vero amore, o almeno qualcosa che ti aiuti a dimenticare il passato. Ti ricordi quella canzone di Daniel Johnston sul vero amore? «Come può riconoscerti se non fai un passo sotto la luce?»; è una delle tue canzoni preferite, a volte la ascolti con le cuffie bluetooth mentre sei già infilato sotto il piumone e ti fai pena, e ti piace. Quando fai match non scrivi, e se ti scrivono non rispondi. Un giorno però la realtà sembra uscire leggermente dal proprio asse, quando mentre stai scrollando vedi lei, quella che tu consideri il tuo vero amore - era lei a non considerarti tale, ti aveva detto che non c’era nessun altro ma una settimana dopo su Facebook hai visto la foto di un evento squallido in cui stava con uno, un tizio che faceva yoga con lei. Tra le foto ce n’è anche una che le hai scattato tu; eravate in montagna in Abruzzo, mentre camminavate lei coglieva i fiori e te li porgeva, col sarcasmo che non riesce a nascondere un vero romanticismo. Ora è su Tinder, quindi col tizio di yoga è finita. Ma quel piano della realtà in cui eravate insieme, e questo in cui siete due figurine di Tinder, non possono coincidere. Decidi di cancellarti l’account e di fartene uno falso, costruito sulla base dei suoi gusti e desideri, per riuscire a fare match con lei. Metterai la canzone di Mitski che la fa impazzire, un meme che sai che la farà ridere, sceglierai le foto di un tizio piuttosto alto. Che farai dopo, una volta fatto match? Ancora non lo hai deciso.

Felix Luckender

Ogni sabato vai a pranzo da tua sorella e giochi con tuo nipote al gioco della monetina: bisogna mettere una moneta sull’orlo del tavolo, e in tre tocchi bisogna mandarla a sporgere sull’altro lato senza farla cadere. Ha 13 anni ma ti batte sempre. Stavolta però non sa che tu ti sei allenato tutta la settimana, usando la monetina da 2 centesimi: con quella da un euro che usate di solito sarà una passeggiata.

Mamadou Karamoko

Sei convinto che la tua compagna ti tradisca. Stenti a crederci, visto che diventerai il padre di sua figlia tra meno di quattro mesi, ma in tasca le hai trovato un biglietto del cinema: Titane alla Sala Troisi di martedì. Quello è il giorno del club di lettura con le sue amiche in teoria, qualche sera fa a letto ti ha respinto perché doveva finire Salley Rooney. «Sennò al club non so di che parlare». Ti insospettisci e chiami Francesca, più amica tua che sua, avete fatto una vacanza insieme a Budapest (alle terme pensavi che ci fosse qualcosa ma niente). Al telefono butti lì la cosa con noncuranza, vuoi invitarla a cena ma poi ti correggi prima che possa risponderti «No martedì no, avete il club di lettura»; «il club di lettura è finito mesi fa! Va bene martedì». Ti mente. Ora cosa farai? Affronti il discorso in maniera diretta? Provi l’impulso di rubarle il cellulare e spiare il suo Whatsapp, lo reprimi controllando i suoi like su Instagram, cercando ricorrenze sospette. Conosci la sua password, potresti controllare i suoi dm. Il pensiero che potresti aprire il suo telefono e vedere materializzato il suo tradimento davanti ai tuoi occhi ti dà la nausea. Ma ti dà anche un brivido perverso. La tentazione è grande ma lasci perdere, decidi di non affrontare l’argomento e di cancellare tutto quello che pensi.


Un gol che sintetizza il dominio di Arthur Cabral sulla Conference League

Bentornati nello spazio di aggiornamento sulle proporzioni del dominio di Arthur Cabral sul calcio europeo. Ieri sera contro il Qarabaq ha segnato il 26esimo e il 27esimo gol stagionale. E siamo solo a metà dicembre. Uno dei due lo ha segnato con un gesto che dimostra che ormai non può far altro che segnare, che Arthur Cabral segna anche quando non vuole, che sa trovare il modo migliore per trasformare il proprio corpo in una superficie capace di rimandare invariabilmente il pallone in rete.

https://twitter.com/RipWalti/status/1469058423459303425?s=20

Se cercavate una pagina fan di Arthur Cabral.

C’è un cross basso, il campo è quello che è: un campo di Conference League a dicembre. Cabral scivola e non è un essere umano che ha nella leggerezza una delle proprie qualità, cade col modo goffo che hanno le persone che pesano una decina di chili più del previsto. Eppure ha l’intuizione a occhi chiusi di colpire la palla mentre è sdraiato per terra. Non si capisce se la prenda con la testa o direttamente con la schiena, ma Cabral segna perché non può far altro che segnare.


Mega ranking delle squadre che scendono dalla Champions League

Se si guarda alle recenti edizioni di Europa League, diciamo le ultime sei, solo in due casi in finale non c’è almeno una squadra scesa dalla Champions: nell’edizione 2018-19 le due squadre erano Chelsea e Arsenal, nel 2016-17 Manchester United e Ajax. Il che significa che ci sono due possibilità per mantenere alto “lo stile Europa League” anche nelle fasi finali del torneo: o si elimina la regola per cui la terza classifica nel gruppo di Champions finiscono in Europa League, oppure non permettiamo alle squadre inglesi di partecipare (sarebbe un buon inizio diciamo, poi si potrebbe impedire di competere a tutte le squadre che hanno già vinto almeno due o tre coppe). Nel frattempo quello che possiamo fare è classificare le qualità delle 8 nobili decadute, per capire quanto si meritano di partecipare a questa coppa prestigiosa e quante possibilità hanno di arrivare in finale o vincerla.

Fc Barcellona

Forza *****

Pazzia *

Stile **

Possibilità di vincerla: 80%

Può sembrare controintuitivo, ma il Barcellona di Xavi è una squadra più “da Europa League” di quello che si possa pensare. Gran parte del suo potenziale deriva da Memphis Depay e dai suoi calzettoni tagliati cortissimi, come se fossero i calzettoni del figlio piccolo di Memphis Depay e la moglie di Memphis Depay si fosse sbagliata a fare la borsa di Memphis Depay. Lui, da solo, meriterebbe di sollevarla. Ma è in generale il clima da dopoguerra che si respira nel Barcellona post-Messi che potrebbe rivelarsi il clima adatto a vincerla. Maglie brutte, quadrattetate, pixelate, asimettriche, colori sbagliati, giocatori senza senso. Luke de Jong? In che senso Luke de Jong è un giocatore del Barcellona? Perché Braithwhite? Pure Migueza sembra la versione discount di un giocatore della Masia. Ma va bene così per l’Europa League, è una squadra strana, sbilenca, con qualche giocatore fenomenale. Vedremo.

Borussia Dortmund

Forza *****

Pazzia **

Stile *****

Possibilità di vincerla: 79%

Haaland sembra il giocatore perfetto per segnare una tripletta in finale di Europa League e legare per sempre il suo ricordo a quel momento. Il Borussia se continua così in campionato arriverà per l’ennesima volta seconda e, qualora il Bayern vincesse la Champions e loro l’EL, potrebbe essere considerata anche la seconda squadra più forte in Germania e in Europa. Giocatori pazzi e talentuosi non le mancano - Bellingham giusto la settimana scorsa, dopo aver perso con il Bayern in Bundesliga, ha accusato un arbitro di vendersi le partite - anche se forse è una squadra meno forte degli scorsi anni. C’è un po’ di decadenza, che fa risaltare ancora di più il potenziale iconico del BVB, il giallo e nero delle loro maglie, il muro e le coreografie dei suoi tifosi.

RB Lipsia

Forza ***

Pazzia *

Stile *

Possibilità di vincerla: 51%

La squadra di Lipsia, di proprietà della Red Bull, ha appena cambiato allenatore, un tentativo molto poco tedesco di risollevare una stagione fin qui deludente, interlocutoria, che in Bundesliga la vede a metà classifica e che, con l’eliminazione in Champions, la vede addirittura sorpassata dall’altra squadra del progetto RB, il Salisburgo, che invece si è qualificata agli ottavi. Questo, nonostante la grande stagione che sta avendo Nkunku e il ritorno a pieno regime di Szoboszlai. Il Lipsia può risorgere dalle proprie ceneri da un momento all’altro e il potenziale per vincere l’Europa League c’è, almeno in teoria. Staremo a vedere.

Zenit

Forza **

Pazzia **

Stile *

Possibilità di vincerla: 33,3%

Una squadra russa i cui migliori giocatori sono brasiliani non può essere così tremenda vero? Tatticamente grezza, vittima del proprio dominio casalingo, lo Zenit è uno strano asteroide che sta per attraversare il cielo dell’Europa League. Claudinho e Malcom possono regalarci grandi perle mentre per Sardar Azmoun, il “Messi iraniano” - forse il giocatore meno vicino a Messi tra quelli paragonati a Messi - è un ritorno alle origini dopo che con il Rostov ha già assaggiato la coppa. Maglia un po’ noiosa, squadra anaffettiva e cinica, ovviamente fredda, nichilista, crudele. Insomma difficile dire che tipo di percorso potrà fare in Europa League, ma non è proprio questa una qualità giusta per una squadra che ambisce a vincere l’Europa League?

Sheriff Tiraspol

Forza *

Pazzia *****

Stile ***

Possibilità di vincerla: 5%

Cosa c’è di meglio di una squadra della capitale di un Paese non riconosciuto dai membri dell’Onu che batte il Real Madrid? Forse, la squadra della capitale di un Paese non riconosciuto dai membri dell’Onu che vince una coppa europea. Va detto che se da una parte lo Sheriff si è meritato il terzo posto nel girone di Champions, eliminando lo Shakhtar, dall’altra sembra aver già concluso la propria stagione europea perché se c’è una cosa che sappiamo dell’Europa League è che non la si può vincere a stomaco pieno. Avranno abbastanza desiderio per prolungare i propri sogni di gloria? Chi può dirlo.

Porto

Forza ****

Pazzia *****

Stile **

Possibilità di vincerla: 70%

Il Porto di Sergio Coincencao sembra la squadra perfetta per vincere l’Europa League. Pronta alla guerra, cattiva, difensiva eppure talentuosa, con giocatori assurdi che sembrano frutto di errori nel codice con cui sono programmati - tipo: quanti dribbling farà Luis Diaz dai sedicesimi alla fine della competizione? - e alcuni pronti per diventare icone del torneo - solo a me Sergio Oliveira sembra perfetto per essere disegnato con lo stencil sui muri di Oporto? Dopo aver mandato il Milan fuori dall’Europa, in un girone comunque duro, andando vicino a eliminare anche l’Atletico di Simeone, il Porto con il suo 4-4-2 di cemento e travi di acciaio sembra perfetto per arrivare fino in fondo senza grande sforzo, magari fino alla finale si Siviglia contro il Siviglia, una squadra che sembra la sua nemesi (fragile, umorale, molto qualitativa), pronta per rovinare la festa a una città intera.

Siviglia

Forza ****

Pazzia *

Stile *

Possibilità di vincerla: 75%

Il Siviglia di Lopetegui non ha passato il girone di Champions League anche per sfortuna, tipo nell’ultima partita con il Salisburgo in cui ha creato molto, che poteva vincere e invece ha perso, ma se ha vinto una sola partita su sei qualche ragione ci sarà. Alla fine si ritrova a partecipare alla coppa la cui finale verrà ospitata nel suo stadio. Un’occasione da cogliere al volo in una coppa con cui il Siviglia ha un rapporto privilegiato, che ha vinto giusto due stagioni fa, già con Lopetegui in panchina, in finale contro l’Inter.

Atalanta

Forza ****

Pazzia ***

Stile *

Possibilità di vincerla: 49%

L’ultima a raggiungere l’Europa League, forse la più delusa di tutto il gruppo sceso dal piano superiore. Come avrà elaborato la partita con il Villarreal e quei venti minuti finali in cui tutto sembrava possibile ma in cui è anche diventato evidente come non mai che se l’Atalanta di Gasperini non si è qualificato per gli ottavi di Champions League la colpa è stata solo sua? In un girone con le due finaliste dell’Europa League dello scorso anno, l’Atalanta ha dimostrato di poter vincere con entrambe, ma in 4 partite ha fatto 2 punti. E le previsioni non possono che essere di questo stesso tipo: l’Atalanta ha la squadra e il gioco per arrivare fino in fondo e mettere in difficoltà qualsiasi avversaria, ma potrebbe anche farsi eliminare ai sedicesimi. Se in più consideriamo che in campionato è tornata in odore di primi posti è difficile capire con che spirito l’Atalanta affronterà l’Europa League. Certo, sarebbe bello se questo ciclo incredibile venisse premiato almeno con un trofeo… Gasperini pensaci bene.


Akpa Akpro cerca di leggere dal taccuino di Sarri

https://twitter.com/LazioOut/status/1469268543317413891?

Lo vediamo sempre lì chinato a scrivere, con la cicca in bocca, su un quaderno ciancicato e cos’ha da scrivere? Se lo sarà chiesto pure Akpa Akpro, che cerca in tutti i modi di sbirciare.


Cinque canzoni che celebrano le locomotive in onore dello Zorya Luhansk

Luhansk è stata fondata su ordine diretto di Lenin, e lì è stata installata la più grande industria di locomotive della rivoluzione. Lo Zorya è la squadra di calcio che più rappresenta un treno in corsa verso il sol dell’avvenire, e per questa ragione abbiamo deciso di omaggiarla con cinque canzoni che più esprimono lo spirito rivoluzionario dei treni.

La nostra locomotiva

«La nostra locomotiva vola in avanti e al comunismo si ferma. Non c’è altra strada per noi, i fucili nelle nostre mani».

Burnin’ Train

Il boss del sol del socialismo.

I treni per Reggio Calabria

«In curva il treno che pareva un balcone / quei balconi con la coperta per la processione / il treno era coperto di bandiere rosse / slogan, cartelli e scritte a mano / da Roma Ostiene mille e duecento operai: vecchi, giovani e donne con i bastoni e le bandiere arrotolate / portati tutti a mazzo sulle spalle».

La locomotiva

«Non so che viso avesse, neppure come si chiamava». WHOOOOOO.

Peace Train

«Oh, Peace Train take this country / Come take me home again».


Le squadre che dobbiamo salutare

Kairat

Quanto hai dato, caro Alashkert, a questa competizione. Vagner Love che salta e festeggia col completo tradizionale kazako; Vagner Love che sembra un calciatore; Vagner Love senza treccine. In sostanza: Vagner Love.

HJK

L’Helsinki ha dato molto alla cultura indie e poco al calcio, con l’HJK il mondo sembrava un posto più equilibrato, ma salutiamo anche questa idea.

CSKA Sofia

Soprattutto lo stadio dell’esercito bulgaro. L’idea che esista uno stadio chiamato “Lo stadio dell’esercito bulgaro”.

Cluj

Tutte quelle storie sulla Transilvania, dobbiamo ammettere, ci facevano comodo.

Lincoln

Ci mancherà quel campo che sembrava di un circolo sportivo scrauso, in un posto ai confini del mondo conosciuto. Letteralmente vicino alle colonne d’ercole. Quando ci ricapiterà una squadra di Gibilterra in una Coppa europea?

Mura

Ci mancherà il fatto che con questo nome nessuno saprebbe riconoscere di preciso da dove viene il Mura. Una volta scoperto, l’idea di una trasferta a Sobota, alla periferia dell’impero jugoslavo, a un passo dall’Ungheria. I nomi da romanzo di Joseph Roth: Matko Obradovic, Ziga Kous, Tomi Horvat.

Alashkert

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L’immagine del suo stadio, il Nairi, dove però non giocano le partite di Conference League.

Flora Tallinn

Quando torneremo ad avere la cultura estone in questa rubrica? La peculiarità del loro cinema, la singolarità della loro terra. Tornate a trovarci presto, vi tratteremo meglio.

Zorya

Ci mancherà il socialismo reale del suo stemma, uno dei più belli in una competizione piena di stemmi magnifici.

Jablonec

Quest’anno ci hanno delusi, neanche un centravanti che poteva illuderci di essere un centravanti Europa League.

Union Berlin

Il suo carattere di squadra operaia della Germania dell’Est è stato totalmente spazzato via da una competizione dove comunque sembravano dei pariolini di Roma Nord. Comunque ci mancherà l’Olympiastadion, dove giocavano le loro partite, uno stadio magnifico.

Maccabi Haifa

Ci mancherà il fatto che non conoscevamo nessun giocatore del Maccabi Haifa, proprio zero, neanche per sbaglio, e, insomma, l'ignoranza ti rende una persona migliore.

Slovan Bratislava

Purtroppo l’aggiunta di un’intera coppa ci ha portato a trascurare alcuni punti fermi di questa rubrica. Slovan, forse non te l’abbiamo dimostrato, ma il tuo carattere profondamente ortodosso e mitteleuropeo lo abbiamo apprezzato anche questa volta. Evviva le foreste di Bratislava!

Omonia

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Questa maglia con i lacci finiti al colletto come una maglia del passato, ma troppo pigri per farlo per davvero.

Sturm Graz

Ci mancherà cercare su Google “Strum Graz” e vedere Google dirci “Risultati relativi a Strum Graz”.

Ludogorets

Ci mancherà l’ossimoro che rappresenta il Ludogorets; una squadra piena di brasiliani felici e ignari che rappresenta una città oscura, fredda e mistica.

Ferencvaros

Squadra mitica, mitologica, una delle squadre che ha plasmato la storia di questo sport. La squadra che per un anno ha avuto in rosa Davide Lanzafame. Potevamo trattarti meglio, ma certo anche tu non hai fatto quasi nulla per farti guardare.

Brøndby

Ci mancherà il giallo. Il Brondby ha proprio un bel punto di giallo.

Legia Varsavia

Ci mancherà il Legia, una squadra che per un paio di partite in Europa League è sembrata la squadra più forte del mondo. Ovviamente non era vero.

Royal Antwerp

L’architettura manierista, la casa di Rubens, la piazza del mercato. L’eleganza e la ricchezza di una città famosa per i diamanti quanto poteva durare in questa gabbia di matti?

Lokomotiv Mosca

Surclassata dallo Spartak Mosca e i suoi social, la Lokomotiv non ci ha lasciato quasi nulla.

Genk

Ci stancheremo mai del giochino Genk-Gent? No, almeno non ancora.


Le migliori recensioni Google di stadi delle squadre di Conference League

Stadio Neo GSP - da così simile a GPS, che probabilmente avete letto GPS nella vostra testa. Neo per distinguerlo da quello vecchio, ovviamente. Aperto nel 1999, può ospitare fino a 22 859 persone (certo a sto punto potevano arrivare a 23 mila). Qui ci gioca tutta l’intellighenzia del calcio cipriota, almeno lato ellenico: APOEL, Omonia e Olympiakos Nicosia, ma anche l’Anorhosis quando è in Europa.

Stadio asettico, così diverso dallo spirito del tempo che attraversa Cipro. Aperto alle intemperie per tre lati e coperto da un tetto a onda nella tribuna più importante, qui una settimana ci ha tenuto una messa il Papa. I pro più segnalati è la vicinanza delle tribune al campo, i contro è l’organizzazione, i parcheggi e ovviamente l’assenza di coperture. Ecco le migliori recensioni.

Stadio molto buono, campo da gioco molto buono - (Traduzione di Google - 5 stelle)

Concetto di sicurezza inadeguato e organizzazione molto scarsa in generale. Uno stand di bevande per 5000 fan ospiti. Bevande insufficienti. Il caffè Frappé è stata l'unica bevanda rimasta nella seconda metà. I venditori illegali di birra minorenni davanti allo stadio erano meglio organizzati, quindi un'altra stella. - (Traduzione di Google - 1 stella)

Wow - (5 stelle)

Non sono potuto entrare, così ho scattato solo una foto (5 stelle)

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La foto.

Purtroppo il calcio è diventato disgustoso (soprattutto quello cipriota) non ci tornerò (1 stella)

messy - (1 stella)




L’incredibile luddismo della Conference League

Guardate che gol non hanno convalidato al Qarabag. Il pallone entrato di un metro almeno, un gol così evidente che Zoubir ha continuato ad esultare anche senza il fischio dell’arbitro, convinto che la tecnologia gli avrebbe dato ragione, che un orologio avrebbe vibrato, un guardalinee parlato con qualcuno davanti a uno schermo, ma niente. La totale assenza di fiducia verso la tecnologia di questa coppa è uno dei motivi che ci spinge a seguirla con passione. Un esperimento sociale di ritorno al passato, dove l’ineluttabilità delle cose era decisa dalle divinità e dove nessuno si mette a tracciare linee millimetriche sul campo.




Una persona che capiamo, forse

Ieri il Braga si giocava il futuro in Europa League. Senza il blasone delle tre sorelle maggiori portoghesi, è da qualche anno che cercano di costruirsi una certa rispettabilità in una competizione che è un eterno tentativo di sfuggire all’oblio. Il Braga gioca un buon calcio e mette in mostra qualche buon giocatore, andate a guardare Galeno ad esempio. C’ha pure un bello stadio, ma scomparire è un attimo. Quando al 51esimo minuto gli hanno fischiato un rigore a favore, questa tifosa sapeva. Sapeva che tra gol ed errore sarebbe cambiato tutto. Ricordate l’Italia contro la Svizzera?

Mentre Galeno si apprestava a calciare dal dischetto, ha chiuso gli occhi per non vedere, poi con le mani si è tappata le orecchie per non sentire. Non voleva vedere l’errore, ma neanche sentire la reazione del pubblico in caso di gol? Obiettivamente abbiamo provato a nobilitare il suo gesto, ma rimane un gesto strano. Forse non era a suo agio allo stadio, o forse è davvero una tifosa che tiene tantissimo all’Europa League. In ogni caso la capiamo, che turbinio di emozioni può essere il giovedì sera. Il Braga comunque ce l'ha fatta.


Natale in Conference League

Vi mostriamo in anteprima una scena del nuovo cinepanettone “Natale in Conference League”. La sinossi in breve: una coppia di tifosi italiani e le loro famiglie si trovano per errore a dover affrontare una trasferta ad Almaty sotto Natale per vedere una partita di Conference League. Enzo, piccolo imprenditore romano, e Ambrogio, grigio commercialista milanese, tra una disavventura su un carro bestiame in Moldavia e una serata ambigua nel Palazzo degli Shirvanshah, scopriranno il vero significato dell’amicizia e della Conference League. Tra gag di altri tempi e un cameo di Vagner Love, il film da non perdere per questo Natale.


Weee Weee




Il gol più giovedì sera

Virilità: 1

Assurdità: 9

Anti-epicità: 8

Paura della morte: 8

Come è stato segnato questo gol? Non lo so. Di solito i gol fanno parte di alcune categorie ben precise: colpi di testa, tap-in, bombe da fuori, tiri a giri. Questo gol dove si colloca? È il primo gol segnato da uno che si allunga così tanto la palla da aver fatto gol? Ovviamente, ve lo ricordo giusto per correttezza, è un gol inutile. Sono gli ultimi minuti e il Maccabi Haifa è sotto di due reti e già fuori anche dalla competizione più comprensiva del mondo. Dean David accelera sulla fascia sinistra, ma quando entra in area tocca male il pallone allungandosela così tanto che sembra tutto finito. Anche la regia stacca, allarga il campo, ma poco dopo il pallone rotola in rete. Le reazioni sono sorprese, come quelle di chi ha assistito a un piccolissimo glitch nella realtà: da quella posizione non si fa gol.




Indovina il giocatore della Conference League presente nella seguente frase

Martedì scorso mio cugino si è laureato in ingegneria meccanica alla magistrale prendendo addirittura 110 e lode.

Soluzione


Una lezione per Brendan Rodgers

Dopo la retrocessione al turno intermedio di Conference League a causa della sconfitta con il Napoli, l’allenatore del Leicester ha detto «Non conosco la Conference e non so chi siano gli avversari». Ecco quindi una brevissima guida che Brendan Rodgers può appuntarsi sulla mano per riconoscere le possibili avversarie.

Maccabi Tel Aviv = molto più forti a basket

Partizan Belgrado = mezzi più forti a basket

Bodo/Glimt = chiedi a Mourinho

Randers = qui nessuno può aiutarti

Slavia Praga = non Sparta Praga

Paok Salonicco = grande tifo, grandi olive

Qarabag = se hanno la barba ma non i baffi, quello è il Qarabag


Giocatore più giovedì sera

Quanto ci abbiamo creduto: 7

Quanto è stato realmente forte: 8

Quanto è caduto in disgrazia: 9

Quanto sembra depresso: 9

È arrivato il momento di parlare di Radja Nainggolan. Ieri, seduto in panchina, con la mascherina sotto il mento, il viso non più giovanile come un tempo, il Ninja ci è apparso sotto un’altra luce, la luce di un giocatore “Europa League”. Come è successo? O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo, com’era quella frase? C’è stato un momento in cui pensavamo Nainggolan non avrebbe mai smesso di arare i campi della Serie A, col talento fisico di uno che è uscito da un fumetto. Poi, quando siamo venuti a patti con il suo declino, abbiamo pensato che la sua periferia, la sua Europa League, sarebbe stata Cagliari. Nella squadra sarda sembrava starci alla perfezione, chiusura di un cerchio magari non perfetto ma lineare, fatto anche di appartenenza. Ma qualcosa è andato storto. Nainggolan allora ha sposato in pieno la narrazione periferica del giovedì sera: perché non tornare a casa, nel senso più vero del termine.

Nainggolan è cresciuto sulla riva sinistra di Anversa, nel distretto di Sint-Anneke e ad Anversa è tornato. Cosa spinge i calciatori a fare questa mossa? Nainggolan ora è un giocatore dell’Anversa e gioca in Europa League. Probabilmente ci giocherà anche l’anno prossimo, o forse gli andrà anche peggio. Comunque vada, va bene così.


Cose che accadono solo il giovedì

Ultimo giovedì del 2021 con questa rubrica e chissà se il 2022 ci sarà davvero. Nel dubbio vi lasciamo con delle riflessioni di fine anno sotto forma di momenti dell’Europa League o della Conference League.

La Conference League ma come se fosse un aforisma di Jim Morrison

“Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi.”

L’Europa League ma come se fosse quella sera in cui ti trascinano in discoteca e non vorresti ballare ma se non balli sembri un cretino e allora balli da solo in un angolo per qualche secondo

La Conference League ma come se fosse quel momento della serata di Natale in cui tuo zio è ubriaco e ti dimostra affetto in maniera un po’ manesca

L’Europa League, ma siamo noi che vi carichiamo in vista delle feste

Ciao a tutti!




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