
Conosci la tua squadra di Conference League: Randers

Costeggiando la tangenziale di Randers, facendosi strada nel vento delle Jutland, si intravedono tre enormi cupole di vetro. Dentro ciascuna bolla sono stati creati dei biomi diversi da quelli della Danimarca, ovvero delle biosfere che ricreano le condizioni atmosferiche del Sudamerica, dell’Africa e dell’Asia. Al loro interno ci vivono animali che certo non potrebbero vivere nell’aspro clima nord-europeo, e una vegetazione che da sola rappresenta il progresso dell’uomo nella società contemporanea. Sotto la cupola del Sudamerica, per esempio, si possono attraversare duecento chilometri quadrati di una rigogliosa foresta pluviale. Appese ai suoi alberi scimmie proseguono la loro normale vita come se non si trovassero vicine al Mare del Nord. Sotto la cupola africana potrete fissare dritti negli occhi gli enigmatici lemuri, gli animali che gli antichi romani consideravano spettri malvagi; nel padiglione asiatico gli incontri possono essere ancora più terrificanti, specie se vi imbattete nel drago di komodo. Lungo tre metri, lingua biforcuta, squame spaventose, attacca gli altri mammiferi con il suo morso. Se l’altro animale riesce miracolosamente a fuggire, il veleno rilasciato dal morso del drago agirà fino a ucciderlo. E il drago sarà lì a raccoglierne il cadavere. (Volete cacarvi sotto? Qui un drago di komodo si pappa una scimmia).
Dentro lo stadio Cepheus Park Randers - chiamato in precedenza Essex Park Randers, AutoC Park Randers e BioNutria Parka Randers - è stato ricreato un bioma completamente diverso, quello della Conference League. Sul suo prato, circondato da tifosi entusiasti per lo più biondi, giocatori dai nomi oscuri affrontano altri giocatori dai nomi oscuri. Le loro storie sono di onesto professionismo, di piccola gloria minore. Tutti anelano a un futuro migliore, o almeno tranquillo. Per molti di loro il giovedì di Conference League è il giorno più bello della settimana, e per questo li sentiamo vicini.
Per come lo conosciamo oggi, il Randers è nato nel 2003. Prima esistevano sei altri Randers, di cui il più prestigioso, il Randers Freja, aveva già vinto 3 volte la coppa di Danimarca. Prima, la scalata; poi le difficoltà, i campionati felici seguiti da quelli tristi, mille manager si sono alternati, tra cui la leggenda del calcio danese John Johnsen detto “Faxe”, perché ai tempi del Brondby fece una doccia dell’ottima birra Faxe a un compagno. (Chissà se in Italia esisterà mai un calciatore soprannominato “Peroni”, o “Ichnusa”). Nella stagione 2012/13 il Randers arriva terzo e ottiene il suo miglior piazzamento. Seguono altri in cui si consolida come una realtà di media-alta classifica, pur senza mai riuscire a vincere. E quali credenziali migliori per presentarsi in Conference League, con un bel cavallo rampante sullo stemma?
La squadra si è qualificata grazie al trionfo in Coppa di Danimarca, dove la squadra si è imposta in finale sul SonderjyskE con un autoritario 4-0. Il primo gol è un olimpico clamoroso, dopo il quale potrete osservare i pettoruti tifosi del Randers festeggiare.
Qual è il gol più algerino del giovedì?
Se i balcanici sono i brasiliani d’Europa, gli algerini allora sono i brasiliani d'Africa. Quanti paesi possono vantare una rosa di talento tanto profonda e peculiari? Gli algerini possono essere riconosciuti per un certo stile di gioco, almeno i calciatori più offensivi: controllo palla sopraffino, massiccio uso della suola, gusto barocco del dribbling, una certa astuzia non convenzionale nell’immaginare le conclusioni a rete. Europa e Conference League sono ricche di talenti algerini sopraffini, e tutti hanno segnato ieri sera. Abbiamo messo in classifica i tre gol, dal meno al più algerino.
Adam Ounas
Questo gol di Ounas è stranissimo. Tutto nasce con un primo controllo casuale col piede, su un passaggio troppo forte su cui rischiava di essere anticipato. Ounas tocca la palla col collo, e la palla si impenna, ma visto che siamo in un momento caotico della partita ha tutto il tempo per andarla a riprendere. Entrato in area, fa una finta a rientrare sul destro, ma non ci crede nessuno. Il difensore ne para il successivo tiro col sinistro. La palla si alza ancora, Ounas finta un’altra conclusione, e invece scarta il difensore con un piccolo sombrero. Senza farla ricadere, tira poi col destro sul secondo palo. Pochi giocatori, almeno tra quelli che non giocano mai, comunicano lo stesso senso di onnipotenza di Adam Ounas. Quanti nel Napoli sanno creare un gol da zero come lui? Nessuno.
Said Benrahma
Questo gol di Benrahma produce però tutto il gusto del calcio algerino. Il suo baricentro basso, l’ostinazione con cui punta l’uomo in uno contro uno, qualcosa di magico che succede nel mezzo - come ha fatto a girargli attorno con quella facilità? La conclusione sporca, in anticipo, centrale, sul primo palo, riuscita più nel tempo che nell’esecuzione. È il secondo gol della sua serata, il sesto di una stagione in cui si sta rivelando come uno dei giocatori più imprevedibili d’Europa.
Sofiane Feghouli
Questo gol di Feghouli è meno complicato di quello di Ounas e Benrahma, contiene gesti tecnici meno raffinati. Ma Feghouli non è Ounas: è un’icona del calcio algerino, i suoi gol hanno un valore simbolico, sono citazioni di sé stesso. Di questo gol, più del gesto tecnico in sé, è bella la cornice che lo enfatizza. Si sente un frastuono mostruoso già ben prima che Feghouli tocchi palla, che l’azioni cominci ad assomigliare a un’azione pericolosa. Un frastuono così clamoroso che quando Feghouli poi sta per tirare non si sente nemmeno uno scarto troppo sensibile. La cosa bella di questo gol è la calma con cui riceve, si gira, prepara il tiro. E la grana calma del tiro stesso, che prende una parabola né forte né arcuata, come se contenesse qualcosa di ineluttabile. Ma la cosa bella, naturalmente, è il fatto che con un compagno alla sua destra a cui passare il pallone - e sarebbe stato solo davanti al portiere - Feghouli non ci ha pensato neanche un attimo. Il carisma di Feghouli, che in mezzo a un frastuono così impetuoso che sembra di stare sotto una cascata, incrocia le braccia in piedi, fermandosi in un punto a caso del campo.
L’omaggio di Henry Onyekuru all’evidenziatore fucsia

Perché Solbakken si è bucato i calzettoni di tanti piccoli buchetti?

La moda di strapparsi i calzettoni forse non è una moda ma un’esigenza per non far soffrire i propri polpacci ipertrofici dentro delle calze strette. Per questo in molti li strappano. Iconico, ormai, il buco di Radja Nainggolan. Altri ne strappano le estremità, mettendo un calzino e poi sopra il calzettone. Solbakken fa una scelta che sembra quasi esclusivamente artistica e non pratica: riempie i calzini di “buchetti” che sinceramente non capisco nemmeno come si riuscito a fare, con una forchetta? Strappandoli piano piano con le dita? Con delle forbicine per le unghie? Ma poi perché?! L’effetto è incomprensibile, ma se non altro funziona.
Dopo la partita Mourinho ha descritto Solbakken come una specie di Cristiano Ronaldo della Conference League. Ha detto che di fatto la sua presenza ha condizionato tutte le sue scelte, che Ibanez gli ha lasciato un solo pallone, e lui con quel pallone ci ha fatto un gol “pazzesco”.
Cose a cui Antonio Conte tiene più della Conference League
I suoi capelli
Vabbè, partiamo dall’ovvio.
Il Lecce e la Def Jam
E ci mancherebbe pure.
I Beatles
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Un profilo Instagram che è la fusione migliore possibile tra boomerismo e linguaggio aziendale.
Il suo Subbuteo
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Ecco il modulo 3-5-2 spiegato da Gigi Cagni al Subbuteo, il suo modulo preferito per cercare la salvezza.
Marcelo Estigarribia
Quante persone sono più affidabili?
I soldi
Come biasimarlo.
Roberto D’Aversa
Il suo migliore amico, è padrino di sua figlia.
Cos’ha da dire Maurizio Landini sul futuro dell’Europa League?
Il segretario della CGIL ha illustrato i progetti per la competizione europea. Landini, ricordiamo, tifoso del Milan e della Reggiana. Se serve un consiglio siamo qui.
Il LASK ha gli stessi punti in 4 partite di conference league e in 13 di campionato
Dieci. Il LASK è ultimo nel campionato austriaco, forse perché sta concentrando le sue energie in Europa. Questo si chiama amore per la Conference League. Ieri ha vinto serenamente 2-0 contro l’Alashkert. Questo è un avanguardistico video YouTube sulla partita.
Decisa da una doppietta di Keito Nakamura.
L’uscita dal basso della Lazio (eppur si muove)
Stiamo passando delle settimane alla ricerca di tracce di sarrismo in questa Lazio costruita sul compromesso storico. La forza delle idee di Sarri, in una rosa sulla carta così avversa alle sue idee, è nel mezzo di un delicato conflitto. Anche ieri un’altra partita passata giocando in adattamento, con molta difesa posizionale, molti lanci lunghi, molta impazienza. Sarri se ne è lamentato ai microfoni, dice che sarebbe una delle prime cose da migliorare, il coraggio di giocare la palla in difesa sotto pressione.
In quest’azione, però, un lampo di sarrismo: difensori che attirano la pressione, creazione di triangoli, ricerca del terzo uomo. Anche se poi la giocata migliore nasce dall’intesa, costruita in anni, tra Milinkovic e Immobile, col serbo che tocca di prima per l’attaccante oltre la linea difensiva. Troppo oltre la linea difensiva, in fuorigioco, ma l’azione è stata una delle più belle della serata di ieri.
Conte è arrivato da due ore e il Tottenham è già una squadra “contiana”
Si dice che il gioco di Antonio Conte sia particolarmente elementare, e quindi facile da trasmettere ai suoi giocatori. Ma quanto facile? Il Tottenham ci ha messo poche ore a introiettare il suo 3-5-2, la calma in possesso palla, lo scaglionamento esatto dei giocatori, la capacità delle due punte di associarsi tra loro. Guardate la furbizia del movimento di Lucas, poi quella di Kane, che viene fuori e serve in profondità Lucas chiudendo un uno-due che mette in scacco l’intera difesa del Vitesse. Ok, è il Vitesse, ma la mano di Antonio si vede c’è poco da fare. Sostituite, in questa azione, Lucas con Kane e avrete l’immagine che avevamo tutti nella testa quando Antonio Conte è stato annunciato come nuovo allenatore del Tottenham.
Che rapper è Toko Ekambi
Il rapporto tra rap e calcio, lo sappiamo, è molto stretto: si tratta di due sottoculture urbane e le figure dei rapper e dei calciatori negli ultimi anni tendono a mescolarsi sempre di più. Ci sono rapper che citano molto il calcio nei loro testi - «J’suis comme Dybala, négro t’ès comme Gameiro» canta Freeze Corleone -, rapper molto forti a calcio, e calciatori bravi nel rap. Poi c’è Arabat Noor, in arte Dinor, che è fra tutte queste categorie in modo fluido e non si capisce niente (per lavoro fa sia il calciatore che il rapper, ma nel rap ha più successo che nel calcio).
La cosa interessante di Ekambi, attuale capocannoniere dell’Europa League, è il fatto che faceva il rapper prima che questo rapporto tra rap e calcio diventasse così stretto. Ha fatto parte del collettivo parigino MZ col nome di MC Loka, prima che il gruppo riuscisse a vincere il disco d’oro.
Si sono conosciuti nel tredicesimo arrondissement di Parigi, quartiere di Chinatown e della stazione di Austerlitz. Il rapper preferito di Toko Ekambi era Rohff, andava a scuola, giocava a calcio per la strada e faceva rap col suo compagno Hache P.
https://www.dailymotion.com/video/xa84je
Ecco un video di freestyle col resto della crew, Toko-Ekambi in maglia bianca Emporio Armani. Il flow e il gioco formale con le rime sono decisamente più old school rispetto al rap di altri colleghi, come Memphis Depay, con cui Ekambi ha anche condiviso il campo. Hache P. ha anche dedicato un verso a Toko Ekambi in Fuck Toi: «Les anciens pas connaître l’ANPE / je suis champion d’Afrique comme KTE».
Le migliori recensioni Google di stadi delle squadre di Conference League

Stretto tra l’aeroporto e il Dolphin Safari, da dove partono piccole navi per turisti ansiosi di vedere delfini, lo stadio Vittoria - o Victoria Stadium, immagino in onore di qualche regina - è una delle attrazioni di questa Conference League anche per la sua vista piuttosto spettacolare sulla roccia che domina Gibilterra. 5000 posti, a un passo dal confine con la Spagna, dentro ci gioca la squadra più improbabile di questa competizione. Costruito negli anni ‘20 per i soldati inglesi, oggi viene usato per il calcio, il rugby, il cricket e, chissà, prossimamente anche per il frisbee e il football americano. Intorno c’è una pista d’atletica dove si possono vedere spesso persone correre o fare esercizi. Insomma, è uno stadio molto usato. Ma cosa ne pensano le persone che si prendono la briga di valutare stadi su Google Maps?
- L’unico stadio in tutta Gibilterra e considerando le dimensioni di questa Nazione, è uno stadio decente. (Jhon 7- 5 stelle)
- Vicino all’aeroporto (Anthony Manmohan - 3 stelle)
- Gibilterra è spagnola (diversi commenti - 1 stella)
- [...] Il suono morbido dei motori degli aerei si unisce in perfetta armonia con i canti impegnati di tutti i tifosi, che rappresenta un aspetto unico al mondo per questo stadio. Vedere una partita di gala di questo tipo, in cui entrambe le squadre hanno prodotto un gioco di qualità leggendaria, all'interno di questa lussuosa infrastruttura rimarrà per sempre impresso nel mio cuore <3 (Thomas Dailly - 5 stelle)
- Il nome dovrebbe essere cambiato da Victoria Stadium a 'The What the F*%k is That Smell Stadium'. (Ben R S - 1 stella)
Indovina il giocatore della Conference League presente nella seguente frase
I soldati del negus neghesti marciano alle porte della città di Zaira.
La bandiera della Tennent’s tra i tifosi del Napoli

Per qualche motivo la Tennent’s è la birra degli italiani, nella sua versione Super. Secondo questo articolo siamo il paese che ne beve di più; in un bar a poche centinaia di metri dalla sede de L'Ultimo Uomo c’è un bar con un Palo della Tennent’s, è un lungo palo della luce completamente coperto da tappi di bottiglia dorati con la T rossa del marchio, sono tantissimi. La stessa Tennent’s l’ha riconosciuto: c’è un grosso stendardo appeso in cima che ne certifica il nome. Ieri una bandiera della Tennent’s troneggiava tra i tifosi del Napoli che si erano spinti fino a Varsavia, tifosi veri insomma, tifosi da rispettare che però bevono birra meh. Perché tutta questa passione per una birra che sembra fatta apposta per farti ubriacare male? La Tennent’s si trova in tutti i bar e minimarket italiani, in bottiglia, e in qualche pub particolarmente decadente alla spina. Ha una gradazione alcolica pari al 9%, meno solo della Du Demons, se parliamo di birre nate solo per stordire le persone. Se vi piace, scrivetecelo nei commenti.
Idee per il Secret Santa dai campi di Europa League
Budget massimo 2 euro: un accendino giallo...
...o verde-acqua. Magari dovete farvi perdonare di qualche accendino da quel vostro amico che ve l’aveva prestato nel 2016 e che non l’ha mai più rivisto.
Budget massimo 5 euro: una fiaschetta di Vodka. Ma potete usarla per qualsiasi altra bevanda oppure per fare una talea.
Budget massimo 10 euro: uno scudo di plexiglas per proteggervi in caso di calcio d’angolo al Velodrome.
Che autogol sei?
L’autogol di Rasmussen
Sei disordinato fuori e ordinato dentro, ami l’alto e il basso. Sei tutte le contraddizioni di questi tempi difficili: vorresti una famiglia, ma non un lavoro stabile; una casa accogliente, ma non stare fermo. Ti barcameni tra le tue mille anime con dignità e una fermezza morale più o meno buona (timbri quasi sempre il biglietto). Ogni tanto la notte pensi che vorresti essere una persona diversa, ma è un pensiero dovuto alla frustrazione. Sei una bellissima anima, anche se ogni tanto finisci per autosabotarti: continua così!
L’autogol di Kanga
Sei generoso, altruista. Ti sbatti per far funzionare tutto quello che ti sta intorno: quel progettino messo su con gli amici, la tua relazione, i rapporti tra i tuoi zii. Così però finisci per trascurare la tua interiorità. Prenditi il tuo tempo, iscriviti a un corso di meditazione, se pensi di poter ampliare così i tuoi orizzonti, oppure magari dedica un’ora al giorno alla lettura, puoi leggere Lonesome Dove di McMurtry: un western di 1000 pagine che ti farà stare meglio. L’importante è capire che sei tu la stella della tua vita.
L’autogol di Lingman
Perché succedono tutte a te? Non lo so, ma è così. Ti definisci sfigato, ma la sfiga non esiste, è la tua capacità di trovarti al momento sbagliato nel posto sbagliato a fregarti. Tirati su e cambia le sorti del tuo destino: hai sempre sognato di aprire un localino dove far bere bene i clienti, vendere prodotti locali della tua terra, passare jazz in filodiffusione? Beh, non credo sia una buona idea, ma ricordati che io sto qui a scrivere una rubrica su dei fuorigioco come esseri umani.
L’autogol di Balogun
Mi sa che sei un po’ stronzo, vero? Sei di quelli che ama mettere in difficoltà gli altri, che fa sempre la domanda in più, che indaga le cose, le persone, gli animi. Questa tua capacità di analisi non è molto apprezzata, ma ti permette di vivere senza molti rimpianti. Vai dritto verso il tuo piacere, alla fine cosa può succedere di male? Molte cose, onestamente: puoi finire a lavorare per il padre della tua dolce metà perché non riesci a tenerti un lavoro, oppure puoi dover organizzare settimane prima una serata con i tuoi amici per paura che ti diano buca. Tranquillo: puoi ancora cambiare, basta volerlo, oppure andare in analisi.
Gioca a: nebbia o fumogeni?

Chi ha passato un giovedì sera peggiore?
Una delle certezze del giovedì sera e che qualcuno incasinerà la sua squadra in maniera del tutto irrecuperabile. Finirà con la testa nel fango, piegato e disperato, con il sogno di non essere mai diventato un calciatore abbastanza forte da finire in tv mentre combinava un disastro. Ci si potrebbe scrivere una versione calcistica dei racconti di Canterbury su questi uomini, ma per il momento ci accontentiamo di scegliere chi ha avuto il giovedì peggiore.
Ousseynou Ba
Olympiacos-Francoforte stava scivolando tranquillamente verso il pareggio, quando Jesper Lindstrom ha ricevuto un lancio lungo e un po’ casuale sull’esterno. Dopo essere entrato in area, arrivando sul fondo, ha provato un cross basso teso ma impreciso. Ba, rinculando, era arrivato a coprire lo spazio sul primo palo e il pallone gli era arrivato sui piedi, un po’ arretrato. Ba ha provato a spazzare col sinistro, ma in qualche modo se l’è tirata sul tacco destro, finendo per cadere. Potete vedere come si gira col volto e capisce subito che Hauge regalerà la vittoria al Francoforte, complicando il percorso dell’Olympiacos.
Josuè
Josuè sembra un cosplayer di Nasri, col fisico minuto e una faccia vagamente orientale. È un centrocampista offensivo, ma ieri nello sforzo di aiutare il Legia contro il Napoli, è finito a difendere nella sua area di rigore: è stato un disastro. Prima ha causato un rigore con un ancata troppo vigorosa arrivando alle spalle di Zielinski, poi - come se non bastasse - ne ha causato un secondo nel tentativo di spazzare l’area di rigore in rovesciata. Un’idea di spettacolo che però non è stata apprezzata: l’aver spazzato anche il braccio di Politano gli è costato il secondo rigore. Dopo la partita Josué è scoppiato in lacrime. L’account Twitter del Legia Varsavia ha provato a consolarlo con una frase che potrebbe essere il mantra di questa rubrica: “Testa dritta Josuè, ci sono giorni belli e giorni brutti! Sempre insieme”.
Luthe
Pioveva che Dio la manda a Berlino ieri. L’Union sperava di agguantare almeno un pareggio contro il Feyenoord per sperare nel passaggio del turno. Non stava poi succedendo molto, oltre la pioggia, ma la pioggia, lo sappiamo, può essere infame. Luthe l’ha sottovalutata: dopo il controllo ha provato una piccola fenomenata, portarsi il pallone nell’altra direzione con la suola, ma il terreno l’ha tradito. Dopo la caduta ha provato un disperato tentativo di recupero che però ha reso solo più ridicola la sua resa. Succede Luthe, non fare così: non può piovere per sempre.
Un indizio su come potrebbe proseguire la carriera di Insigne se fosse una partita di Football Manager
I quattro gol più giovedì sera
Virilità: 10
Assurdità: 10
Anti-epicità: 10
Paura della morte: 10
A un certo punto doveva capitare, che il Lincoln Red Imps finisse nella spirale dei gol più giovedì sera dalla parte del torto. Sarà forse il campo sintetico, o lo stadio aperto alle intemperie; la pancetta e i capelli bianchi del suo capitano Roy Chipolina (che ha anche segnato)o le impalcature o quell’umidità da posto bagnato dal mare. In pochi posti si respira un’atmosfera più anti-epica. Ieri contro lo Slovan Bratislava, il Lincoln ha giocato una partita coraggiosa, vincendo il possesso palla (57% a 43%), tirando più volte in porta e creando diversi pericoli. Eppure ha perso 1 a 4, semplicemente perché certe volte le cose vanno così. Lo Slovan non si è neanche dovuto impegnare, il Lincoln doveva prendere quattro gol. Quattro gol assurdi, pieni di paura della morte: quattro gol bellissimi che potete immaginare da voi. Non è difficile se avete visto abbastanza Europa League (oppure potete recuperarli qui).
Nel primo c’è un uomo che si avventura in un’uscita palla al piede solitaria e sconclusionata. Qualcuno dalla panchina urla “Fuera, fuera”, ma è inutile: palla persa sulla propria trequarti e gol subito. Il secondo, ora non vorrei infierire ma devo fare il mio lavoro, è un bell'esempio di come non si dovrebbe difendere mai, neanche nel vostro calciotto del giovedì. Due difensori contro un attaccante, lo lasciano entrare in area di rigore, spostarsi il pallone sul piede forte e calciare forte. Non deve neanche c’era l’angolo: il portiere è poco più che un orpello. Nel terzo c’è un piede malandrino che devia una conclusione centrale. La deviazione avviene con il collo esterno del piede, è una deviazione strana, dovreste vederla - o immaginarla - perché da al pallone una rotazione beffarda prima di infilarsi in rete. L’uomo che l’ha fatta ha le braccia gonfie di chi la sera invece di vedere una serie tv va in palestra. Il quarto è un piccolo tema che la Conference League ci sta sbattendo in faccia: quanti sono i portieri adeguati nel mondo? Probabilmente non abbastanza da coprire il campionato gibilterrino e questo gol ne è la dimostrazione, uno degli interventi più goffi e sbagliati che abbia mai visto.
Giocatore più giovedì sera - Sofiane Feghouli
Quanto ci abbiamo creduto: 9
Quanto è stato realmente forte: 7
Quanto è caduto in disgrazia: 7
Quanto sembra depresso: 4
Pensavate anche voi che Sofiane Feghouli sarebbe diventato uno dei primi 6 o 7 giocatori al mondo? Beh, io sì. Era il 2012 o 13 e onestamente non ero certo neanche in che posizione giocasse - Feghouli sembrava giocare in tutte le posizioni. Con la maglia bianca del Valencia, un fisico minuto ma tarantolato e una pelata su cui potevi contare, Feghouli univa quel talento un po’ barocco dei talenti nordafricani con una cattiveria che potevi leggergliela in faccia. Certo, forse, con più attenzione il paragone con Zidane avrebbe dovuto far indietreggiare, perché certe cose non si avverano mai. Ma vederlo giocare, quando era al picco, era un piacere.
Forte di testa, se pure basso; geniale nel dribbling - il suo soprannome è le petit professeur du dribble - se pure non veloce; intenso seppur non fisico, Feghouli era già un panda mentre il calcio degli esterni offensivi andava da un’altra parte. Al Valencia era un idolo della tifoseria - Feghouli è esattamente il tipo di giocatore che ami a prescindere se gioca nella tua squadra - ma dopo cinque anni ha rotto con la società, rifiutando di rinnovare il contratto per andare in Premier, la tomba di questo tipo di giocatori. Dopo un anno al West Ham, ancora abbastanza giovane, se ne è andato a Istanbul, dove con la maglia gialla e rossa del Galatasaray è diventato un totem in una squadra che di solito mastica e sputa i talenti arrivati dal cuore dell’Europa. Alla fine Feghouli è rimasto più un culto che un fenomeno. Speranza lo ha citato nella sua canzone 100 anni (Mais numéro 10 comme Feghouli) e ha indossato la sua maglia in uno dei primi video realizzati. Il rapper francese Kaaris gli ha dedicato direttamente una canzone nell'album Dozo. Si chiama proprio Feghouli e dice più o meno così: Frappe à la Feghouli, frappe à la Feghouli, frappe à la Feghouli, frappe à la Feghouli, che sarebbe “colpisci come Feghouli” anche se è legato a un altro significato della parola frappe come droga di buona qualità.
Comunque ieri Feghouli ha colpito. Con un tiro a giro che sembrava disegnato ha regalato il vantaggio al suo Galatasaray contro la Lokomotiv Mosca. La curva dell’Ali Sami Yen è esplosa, perché non importa dove o con chi gioca: l’importante è avere Feghouli.
Cose che accadono solo il giovedì
La vita è incredibile: montagne innevate, mari cristallini, civiltà millenarie, persone magnifiche, bar, strade, albe sulla spiaggia, corse nei parchi, mostre di Egon Schiele. Ma a noi non ce ne frega nulla: a noi ci frega solo dell’Europa League e, da qualche settimana, anche della Conference League. Ecco altri momenti che valeva la pena segnalare in questa meta-meta-meta-rubrica (Zuckerberg sappiamo che ci leggi).
L'Europa League come se fosse una disputa sulla trinità cristiana
La Conference League come se fosse la sottile linea rossa
La Conference League come se fosse una cosa che non avremmo mai voluto vedere.
Ciao belli!
Edit: nell'ultima puntata avevamo scritto che il logo della Strauss era un'aquila, beh, ci sbagliavamo. È chiaramente uno struzzo stilizzato. Scusate l'errore grossolano.