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I sogni dell'interista
14 lug 2015
Una chiacchierata sul calciomercato dell'Inter tra due tifosi nerazzurri.
(articolo)
16 min
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Benvenuti alla prima rubrica di calciomercato de l’Ultimo Uomo! Per l’occasione abbiamo pensato di chiedere ai nostri collaboratori di discutere di sogni e incubi estivi, quando nulla è ancora scritto e si può ancora vivere di speranza. Dopo aver parlato di Juventus, Fiorentina, Roma e Lazio, oggi abbiamo chiuso in una piccola stanza senza finestre due tifosi nerazzurri come Cesare Alemanni e Francesco Lisanti.

PARTE I: SOGNI

Gli acquisti già fatti

Cesare Alemanni (@CesareAlemanni)

Tre settimane fa sembrava impensabile poter accostare la parola sogno al mercato dell'Inter e invece, se non proprio da sogno, quantomeno non è da incubo, anche se non eccederei in ottimismi sconsiderati per quello che potrà succedere sul campo.

Se alla fine avremo una formazione nuova per 7/11, come sembra il caso, ci vorrà tempo per trovare un gioco e quindi vorrei evitare il classico contraccolpo psicologico per cui tutte le belle figurine d'agosto diventano le sole di ottobre ai primi problemi. Piedi per terra, pazienza e realismo, che stiamo comprando quasi solo giocatori tutti ancora da testare (in primis Kondogbia, di cui, sulla carta, resto felicissimo), non solo nel nostro campionato, ma direi quasi in assoluto.

Non sono la persona più idonea per un giudizio distaccato su Kondogbia, visto che è un giocatore che mi piaceva molto e già da prima che il suo nome fosse accostato con forza all'Inter (anche se mai avrei pensato che, di questi tempi, potesse addirittura arrivarci, a Milano). L’ho visto in una decina di partite tra big match di Ligue 1 e le doppie sfide con Arsenal e Juventus in Champions e mi ha fatto una grandissima impressione (quasi) ogni volta. Il classico centrocampista box-to-box che, quando in giornata, può spaccare gli equilibri del centrocampo avversario. Se si cercava un profilo alla Yaya Touré, GK è probabilmente il migliore e il più futuribile che offriva il mercato.

Resta il fatto che, ringraziando Galliani per l'inutile asta, 30 milioni più 8 di bonus sono una scommessa molto pesante per una squadra già indebitata. Se tecnicamente verrà vinta e il giocatore dimostrerà/accrescerà il suo valore, l'Inter avrà aggiunto un altro asset, anche economico, a quelli già presenti (essenzialmente Icardi e Kovacic, sempre che resti), invertendo la tendenza al depauperamento tecnico e finanziario della rosa. Se la dovessimo perdere la rimpiangeremo molto a lungo.

Francesco Lisanti (@effelisanti)

Siamo sempre ai primi posti delle notizie di calciomercato, e questa bene o male è una piacevole novità. Non succedeva dal 2010. Non riesco ancora a immaginare un giorno in cui nutrirò completa fiducia e apprezzamento per l'operato dei nostri dirigenti, il giorno in cui sotto la lente della razionalità tutti gli acquisti e le cessioni mi parranno giustificabili, ma devo ammettere che questa sessione di calciomercato sta riuscendo nel suo intento primario: farci tornare a vedere l'Inter con qualche forma di trasporto emotivo. Abbiamo chiesto una difesa nuova, adesso ce l'abbiamo, abbiamo chiesto di ripartire da Handanovic, Kovacic e Icardi, e così pare che stia andando, poi abbiamo chiesto un grande colpo, ed è arrivato Kondogbia.

Ma vorrei riprendere il discorso sull’acquisto di Kondogbia dal lato in cui lo ha fatto Cesare. La premessa è che l’operazione non mi soddisfa, e non ne faccio un discorso economico, né un discorso tecnico, ma di programmazione. È abbastanza noto che Kondogbia valesse 3 milioni tre anni fa e 26 milioni due anni fa, e il punto non è l’atteggiamento del “perché non l’abbiamo preso prima”. È il perché non si stia continuando a cercare giocatori come il Kondogbia di tre anni fa.

È un problema di targeting, mi piacerebbe che una società nelle condizioni dell'Inter (ricapitolando: senza liquidità, senza calciatori appetibili per il mercato, senza appeal internazionale) si ponesse l'obiettivo di creare valore, sostenendo un misurato tasso di rischio, comprare al minimo, vendendo il meno possibile e crescendo, gradualmente, ma costantemente.

Preferisco le operazioni Brozovic, Murillo, anche Montoya: giocatori giovani, ma non inesperti, che a bilancio costano 4/5 milioni l’anno (Kondogbia circa 16, per fare un paragone), con margini di valorizzazione e più adatti al contesto abbastanza deprimente in ci troviamo, come abbiamo dimostrato sia sul campo che sui registri contabili.

Cesare

Cercare e trovare il "Kondogbia di tre anni fa" sarebbe ovviamente fantastico, l'ideale. Chi non vorrebbe comprare un diciannovenne Luis Suárez a 800.000 euro dal Nacional (come fece il Groningen nel 2006) e rivenderlo a dieci volte tanto? O farsi una squadra di giovanissimi futuri crack per poche lire come a Football Manager?

Nella mia esperienza da tifoso interista, però, purtroppo quando si è tentata questa politica i fallimenti sono stati molto più numerosi dei successi (tendenti allo zero: Brozovic) e, anche guardando ad altre grandi società con l'imperativo di vincere ogni anno, non ricordo molti casi di giovani campioni scoperti e poi svezzati in casa.

Forse è un problema di osservatori o forse semplicemente, in certe piazza abituate troppo bene, la pressione sui giovani talenti è incompatibile con la loro crescita (a meno che non si tratti di fenomeni da storia del calcio tipo Messi, CR7, etc.). Ergo: dato che la mentalità impaziente di allenatori, dirigenti e tifosi dei grandi club non cambierà tanto facilmente, non so quanto sia realisticamente percorribile come strada.

Francesco

L’Inter infatti ha scelto la linea opposta, e bisogna riconoscere alla dirigenza quella serie di fattori che al momento le danno ragione: il Milan sconfitto in duello, la balconata, il numero già scelto, la nuova maglia subito stampata, il volto prestato alla campagna abbonamenti con effetti positivi immediati. A inizio giugno mi sarei accontentato di un mercato che portasse qualche volto nuovo, che almeno ci evitasse di arrivare già depressi al ritiro di luglio. Il solo Kondogbia ci ha evitato questa prospettiva.

Poi, non so se fosse il reale valore di GK, ma i 36/37/38 milioni servivano. Se fosse stato pagato 20, se fosse anche stato pagato 25, i tifosi radunati sotto la terrazza dell’Hotel ME Il Duca sarebbero stati proporzionalmente di meno. Dubito l’entusiasmo fosse puramente tecnico, dubito avessero tutti seguito la Ligue 1 o la vittoria della Francia nel Mondiale U-20 del 2013. È che l’Inter ha finalmente speso tantissimo, ha letteralmente sopravvalutato un calciatore, cosa che per tutti quei motivi che rendono il calcio un settore difficilmente leggibile con gli strumenti dell’economia tradizionale, suona come una notizia bellissima.

Cesare

Infatti vorrei chiudere con questo pensiero extracampo, forse un po' stupido, ma che stupidamente volevo esternare: al di là delle differenze tecniche e di potenziale tra Kondogbia e Imbula, al momento probabilmente più ridotte di quelle che dicono i loro cartellini, credo che—ammesso esista anche un piano per far quadrare i conti—sia comunque stato importante fare uno sforzo per assicurarsi quella che universalmente era considerata la prima scelta tra i due. È un messaggio mandato non solo al Milan e altre rivali, ma soprattutto all'ambiente interno: un modo per far capire che c'è ambizione e programmazione. Se le cose fossero andate diversamente e all'Inter fosse arrivata una seconda scelta (perlomeno mediatica) come Imbula, non so immaginare quali contraccolpi psicologici la cosa avrebbe avuto sul già fragile e provato ambiente Inter. Poi, ovviamente, starà al campo dire chi renderà di più tra i due e se, hype a parte, l'Inter ha avuto ragione. Io spero e credo di sì.

Difesa

Cesare

Io darei un voto 6/7 per i movimenti in difesa. Miranda inizialmente non mi convinceva, ma ripensandoci, dato il budget a disposizione, effettivamente è tra il meglio che potevamo reperire. Solido, serio e, almeno pare, con più motivazioni di Vidic. Resto comunque della mia idea che non sia il “Muro” che viene dipinto, ma di “Muri” ce ne sono in giro pochi e costano troppo caro per noi.

Murillo è una totale incognita. In Copa América gli ho visto fare una partita monstre con l'Argentina per poi sbagliare coperture da dilettante in un'altra. Davvero non so cosa pensare. L'ho visto troppo poco per dare un'opinione davvero informata e quindi preferisco non darla, e sperare di trovarmi a pensare tra qualche mese: «Wow, che fenomeno abbiamo preso ad appena 10 milioni! Però, bravo questo Ausilio». Viceversa sarebbero tantissimi soldi.

Francesco

Sono contento della linea titolare con cui dovremmo iniziare la stagione, e capisco il ragionamento dei dirigenti. Miranda dovrebbe proprio essere quello che Vidic non è mai stato. Murillo dovrebbe diventare quello che Juan Jesus non è mai diventato.

Mi disturba la tempistica. Adesso non immagino una società interessata a Vidic (posto che ce ne sia una al mondo) mettere un euro sul piatto, dopo che la sua condizione di esubero è stata resa così palese. Abbiamo bruciato due cessioni già di per sé complicate.

Per Murillo, 8 milioni di cartellino e 1 di stipendio saranno pochi in ogni caso, dal worst case scenario Juan Jesus al best case scenario Thiago Silva (sto esagerando). Per lo stesso motivo valeva la pena prendere Montoya, che non è necessariamente un upgrade su Santon e D’Ambrosio, ma a quelle cifre…

Cesare

Non stravedo per Montoya, però per il momento è praticamente regalato e, come si dice, «A caval donato non si guarda in bocca». Dubito comunque che, per quel che lo conosco, potrà fare una differenza enorme (ma anche qui, difficile stabilire il valore di un giocatore che ha sempre giocato scampoli di partite o partite facili in una squadra fortissima). Stesso discorso per Zukanovic. Non ricordo dove, ma ho letto un paragone blasfemo con Chivu. Ecco no. Buon terzino difensivo, ma finisce lì. Insomma: se sui centrali potremmo, almeno con Miranda, aver dato una piccola svolta, sulle fasce mi sembra che passare da Santon - D'Ambrosio a Zukanovic - Montoya rischi un po' di essere come passare da una 500 a una Twingo.

Francesco

È che di terzini sinistri abbiamo solo Dodô, ed è il momento di dire basta ai destri che giocano col piede debole a sinistra. D’Ambrosio è forse quello che ci si disimpegna meglio, ma gli preferisco comunque uno Zukanović (gran bel difensore).

Una serie di appunti: Yuto è in scadenza, tanto affetto, ma una Sampdoria, un Sassuolo, anche un Bologna interessati al ragazzo non se ne trovano?

Dodô deve essere riproposto titolare (boom!). Ci abbiamo investito molto, non si può abbandonarlo adesso e trascinarcelo a fine contratto, come avremmo fatto vent’anni fa. Credere che un 23enne non possa migliorarsi è un approccio che non ci fa bene.

In ultimo, il caso Santon. Capisco sia uno di quei tre calciatori su trenta da cui può uscire una plusvalenza, ma si può pensare di mettere sul mercato un calciatore comprato sei mesi prima, tra l’altro molto apprezzato dai tifosi? Ai miei occhi, il tentativo di cederlo ha vanificato ogni speranza che quella schizofrenia tipicamente morattiana fosse ormai alle spalle.

In definitiva: Santon/Dodô a sinistra e Montoya/D’Ambrosio a destra? Per Zukanovic non c’è spazio, e siccome Montoya vorrà giocare, ci tocca riproporre Santon a sinistra. Sigh. Ma poteva andare peggio.

Centrocampo

Cesare

Ok, devo ammetterlo: il mancato arrivo anche di Imbula un po’ mi brucia. In merito la penso come quel "simpaticone" di Domenech: secondo me era compatibile con Kondogbia e l’idea di avere un duo così dinamico e potente, ma anche con piedi piuttosto educati, era—per usare un termine morattiano—“intrigante”. Inoltre, con due mediani abili in entrambi le fasi di gioco, capaci di grandi break, si sarebbe davvero potuto azzardare un Kovacic regista leggermente avanzato, quasi un Pirlo allo specchio.

Sfumato Imbula, devo dire che i nomi rimasti sul tavolo non mi entusiasmano. Se devo aggiungere uno che fa semplicemente macelleria come Melo mi tengo tutta la vita Medel, mentre Suárez è un giocatore d’ordine solo all’apparenza. Il problema vero è che ora come ora ci ritroveremmo con Guarín ed Hernanes ancora sul groppone: ovvero un equivoco senza soluzione e un giocatore che al massimo garantisce 15 buone partite in una stagione.

Insomma: se non si riesce a fare cassa con uno dei due, o magari entrambi, e quindi a centrocampo si deve ripiegare sul mercato dei low-cost preferisco rimanere così. In generale ho la sensazione che il fallimento dell’operazione Imbula sia stato un punto di svolta in negativo del mercato interista un po’ troppo sottovalutato. È dal fatidico inserimento del Porto che ho l’impressione che in tutte le trattative, sia quelle in entrata sia quelle in uscita, la pianificazione, se non proprio inceppata del tutto, abbia smesso di essere così chiara (vedi indecisioni su Jovetic in attesa di risposte da Salah; vedi incapacità di individuare un profilo davvero convincente per il centrocampo).

Francesco

Medel – Krhin – Gnoukouri – Kovacic – Guarín – Kondogbia – Brozovic – Hernanes. Dato che per giocarsi Campionato e Coppa Italia sarà sufficiente essere in 6, è evidente che due siano di troppo, quindi presumibilmente Krhin e uno tra Guarín ed Hernanes. Solo che dal primo al massimo ci strappi un prestito, risparmiando uno stipendio comunque leggero, e gli ultimi due temo non abbiano nessun mercato. Solo la Turchia mi sembra possa accogliere questa categoria di calciatori.

Sono negativo sul capitolo cessioni, e di conseguenza positivo sul mancato acquisto di Imbula, per cui non valeva la pena spendere soldi che in nessun altro modo sarebbero entrati, anche considerando che il grande investimento l’abbiamo già fatto per Kondogbia, e che ho fiducia in Brozo e in Kovacic e grande stima di Medel, se valorizzato nella sua dimensione.

Del resto non c’è molto da migliorare alle cifre che possiamo permetterci. Perché dovremmo prendere Mario Suárez? PERCHÉ FELIPE MELO? Non sono più dinamici di Medel, ma neanche sono più completi di Brozovic. Bisogna solo provare a cedere Krhin e Guarín (Hernanes neanche vale la pena provarci) e investire quel che se ne ricava sull’attacco.

Attacco

Cesare

Mentre scrivo pare che per l'attacco sia una corsa a tre: Salah, Jovetic, Perisic. E credo che nella testa di Mancini l'Inter 15/16 sia una squadra che gioca con due esterni alti di grande rapidità e intensità, ergo due come Perisic e Salah, due profili che mi piacciono molto. Il primo è uno dei giocatori più sottovalutati della Bundesliga e verrebbe all'Inter con la fame di consacrarsi definitivamente: è uno che abbina fatica e tecnica, grande mentalità e regolarità di prestazioni, ovvero proprio le qualità che non ha mostrato Shaqiri (resta il fatto che smentire quasi tutto il mercato di gennaio non pare bellissimo). Per il secondo parlano i primi due mesi a Firenze, in cui è stato forse il giocatore più forte del campionato. Tuttavia dubito fortemente possa arrivare a causa dell'ormai consueta isteria dei Della Valle & co.

Francesco

Non so perché Perisic, che potrebbe rinnovare col Wolfsburg che giocherà la Champions e ha ambizione di vincere la Bundesliga, o Salah, che è stato valutato 18 milioni sei mesi fa (e nove gol fa) e in un contesto come quello di Firenze potrebbe continuare a imporsi, dovrebbero scegliere l'Inter, ma tant'è, ascolto le voci e continuo a sognare.

Cesare

In alternativa si parla di Jovetic. Operazione che però mi risulterebbe criptica, specie se portata a termine in abbinamento all'arrivo di Perisic. Per quanto diversi interisti sembrino convinti del contrario e ammesso e concesso che Jojo sia tecnicamente indiscutibile, io non credo possa giocare largo in un 4-3-3 con due esterni di grande corsa come quello che, secondo me, ha in mente Mancini. È una seconda punta o al massimo un rifinitore e quindi che senso avrebbe prenderlo insieme a un esterno per chiedergli di giocare in un ruolo che non è il suo? Significherebbe comprare due giocatori e doverne snaturare almeno uno. Insomma: l'uno dovrebbe escludere l'altro e, personalmente, preferirei puntare su Perisic. E se proprio non si può arrivare all'egiziano, lavorerei su un'alternativa a Salah più idonea al progetto 4-3-3. Anche perché Stevan è stato fuori per infortunio sei mesi negli ultimi due anni.

Francesco

Salah sì, Perisic sì, Jovetic no. Anch’io boccio l'idea Jovetic e per due motivi. Principalmente perché serve un'ala, anzi ne servono due ora che abbiamo deciso di liberarci di Shaqiri. Il calcio aggressivo e verticale che Mancini cerca di trasmettere non sembra praticabile con un trequartista e due punte. Poi per i problemi fisici che (per cause congenite o meno) ha sempre avuto lungo tutta la carriera. La dimensione di Jovetic è il Manchester City, in cui può permettersi di giocare benissimo dieci partite all'anno e dominare il Liverpool come ha fatto, e fermarsi in infermeria con maggiore calma. Rischieremmo un caso Fiorentina, che prima di puntare tutto su Rossi e Gómez avrebbe dovuto mettere in preventivo la loro fragilità fisica. Noi non possiamo permetterci la profondità di rosa dei Citizens e quindi non possiamo permetterci Jovetic.

Un attacco Icardi - Palacio - Ala forte - Ala forte - Giovane interessante è quello di cui abbiamo bisogno. Se le due ali saranno Salah e Perisic sarò felicissimo, dovesse arrivare Mertens, ma anche un Diego Perotti, ma quasi anche un Borini, ne capirei le ragioni. Concludo dicendo che è uno schifo aver venduto Shaqiri, e non vedo perché dovremmo fidarci di chi ha fatto delle scelte sei mesi fa e adesso gioca a insabbiare tutto. Che sia stato Mancini, che siano stati i dirigenti poco cambia, ogni volta che sogno mi ricordo di questo e spengo tutto.

Top 11 dei sogni

Cesare

Handanovic; Santon, Ranocchia, Miranda, Montoya; Kondogbia, Kovacic, Brozovic; Perisic, Salah, Icardi.

Francesco

Handanovic; Santon - Miranda - Murillo – Dodô (che si rivela forte); Kovacic - Medel - Kondogbia; Salah - Icardi - Perisic.

INCUBI

Cesare

Come detto, bisognerebbe essere davvero molto esigenti per definire "da incubo" il mercato fatto finora. A parte finire per rovinarlo con innesti inutili e invisi ai tifosi come Melo o concettualmente sbagliati come il pacchetto Jovetic-Perisic, credo sia stato un buon mercato, che ha alzato il livello tecnico della squadra là dove c'era maggiore bisogno, rilanciandone l'ambizione. Il problema è che la situazione di partenza era così difficile che, per alzare appunto il livello, ci troviamo con una squadra pressoché rifatta da capo a piedi. Il che significa dover mettere in preventivo un periodo più o meno lungo di assestamento che però il fragile ambiente interista non è tra i più adatti a gestire. Ecco: l'incubo sarebbe affogare nei nostri psicodrammi troppo a lungo, perdere troppi punti e mancare ancora una volta l'Europa, tra titoloni "Kondogbia come Blisset" e "Inter: quattro allenatori in sette mesi". Allora sì che il prossimo sarebbe un mercato "da incubo", un film dal titolo Fuga da Appiano Gentile. Perché è chiaro che questo è un all-in. Il fatto è che non sappiamo ancora con certezza quanto sono buone le nostre carte.

Francesco

Come dici tu stesso, in ogni caso non sarà un incubo, in ogni caso un minimo di speranza nel cuore ci coglierà all'esordio stagionale.

L'incubo, inteso come peggiore dei mondi possibili, sarebbe fermarsi ora, con un'operazione folle come la cessione di Shaqiri e una serie di calciatori messi sul mercato e, loro e nostro malgrado, poi costretti a rimanere (Santon, Nagatomo, Hernanes, Guarín, Juan Jesus, Vidic). In Football Manager non appena provi a vendere un calciatore vagamente titolare, un secondo dopo ti insulta in privato. Mai come in questo caso confido nell'irrealismo del gioco.

Quindi l'incubo sarebbe cedere e non poter comprare, e finire con l'attacco incompleto (al momento in cui scrivo abbiamo solo Icardi/Palacio/Puscas) e una serie di esuberi in tutti gli altri reparti. E sarebbe comunque potuta andare peggio.

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