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Fondamentali Flavio Fusi 12 settembre 2017 5'

I rischi della difesa alta

Nella loro ultima sfida Manchester City e Liverpool hanno giocato entrambe con una linea difensiva alta, ma con un’efficacia completamente diversa.

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Alla fine di Manchester City – Liverpool (finita con un roboante 5 a 0) è stato chiesto a Kevin De Bruyne, determinante nei primi due gol, il segreto della sua luminosa visione di gioco: «Potresti spiegare cosa vedi, quando crei un’occasione da gol come quella dell’1-0 di Agüero?». La risposta del belga ha allargato però la questione: «Quando vedo un’apertura cerco di sfruttarla. Loro giocano con una difesa alta, quindi sapevamo che avremo avuto la possibilità di colpire alle loro spalle e infatti abbiamo creato diverse occasioni in quel modo».

 

La risposta di De Bruyne ha colto la chiave di una sfida terminata con un risultato così netto e inaspettato. L’insistenza con cui il City ha attaccato alle spalle la difesa alta del Liverpool è stata determinante nel rompere gli equilibri della partita, anche se va detto che i “Reds” fino all’espulsione di Mané erano stati pienamente in partita. Da lì in poi, però, poi sono stati distrutti da una ricerca della profondità efficacissima da parte della squadra di Guardiola. La linea difensiva di Klopp ha mantenuto un atteggiamento coraggioso, restando alta e tentando la trappola del fuorigioco, con poco successo (anche se bisogna precisare che il raddoppio di Gabriel Jesus, sempre su assist di De Bruyne, è arrivato proprio da un fuorigioco non segnalato).

 

Il City si è trovato davanti una squadra con cui condivide molti princìpi di gioco – la riconquista alta del pallone, la ricerca della profondità, la linea difensiva alta – e il risultato finale mostra la differenza drastica di efficacia che c’è stata tra i due piani gara e mette in luce sia i vantaggi che si possono ottenere, sia i rischi che si corrono a giocare con una linea difensiva alta accompagnata da un gioco diretto.

 

Dall’ampiezza alla profondità
In questo inizio di stagione la squadra di Guardiola aveva mostrato qualche difficoltà a scardinare le difese più chiuse e la ricerca della profondità, di una verticalità più diretta, sembra essere la ricetta pensata da Guardiola per avere una maggiore produzione offensiva. La strategia ha pagato dividendi altissimi contro l’incoscienza del Liverpool, che non ha adottato nessuna contromisura.

 

Il City si è schierato con un 3-1-4-2 in grado di occupare tutto il campo in ampiezza, con i centrali del Liverpool, Matip e Klavan, sempre sotto pressione, costretti a scegliere la posizione in una frazione di secondo e senza margini di errore. Se a Fernandinho spettava il compito di smistare il gioco davanti alla difesa, erano Silva e, soprattutto, De Bruyne a cercare di rifinire oltre la linea difensiva, inserendosi a loro volta in verticale quando possibile. Walker e Mendy si sono posizionati a ridosso delle line laterali, mentre Agüero e Gabriel Jesus si sono stabiliti centralmente, pronti a ricevere palla in profondità oltre l’ultima linea del Liverpool.

 

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Il 3-1-4-2 del City in tutta la sua ampiezza contro la difesa del Liverpool alta e corta orizzontalmente.

 

La difesa alta dà, la difesa alta toglie
Il Liverpool, dopo un ottimo inizio, ha peggiorato nel tempo la gestione del pallone. In diverse occasioni gli uomini di Klopp hanno avuto troppa fretta di verticalizzare lanciando lungo, anche per uscire dalla pressione avversaria. I giocatori offensivi non avevano il tempo di posizionarsi bene per far progredire il gioco e i palloni lunghi finivano spesso preda dei difensori del City, generando anche frangenti di gioco piuttosto caotici. I “Reds”, che di solito sono bravi a sfruttare queste situazioni, stavolta non ne hanno tratto vantaggi: un occupazione non ottimale del campo in fase offensiva non favorisce mai il gegenpressing.

 

Il gol che ha rotto l’equilibrio è un perfetto esempio di come gli ospiti si siano fatti male da soli, giocando esattamente come Guardiola avrebbe voluto facessero. Pressato da Agüero dopo aver ricevuto un retropassaggio, Mignolet ha deciso di calciare lungo, ma mentre la palla tornava indietro verso l’estremo difensore belga, la difesa del City era già avanzata, mettendo in fuorigioco tutto il tridente del Liverpool. Un esempio chiaro della diversa efficacia con cui si è interpretata la difesa alta. Senza nessun avversario a contendere il pallone, Walker ha potuto respingere totalmente indisturbato, cominciando una catena di colpi di testa proseguita da Henderson e Fernandinho che non ha fatto altro che confondere i centrocampisti di Klopp, soprattutto Can che è rimasto incantato a guardare il pallone, lasciando De Bruyne completamente libero di agire.

 

Il passaggio del belga è stato al limite della perfezione, così come il movimento di Agüero che con la collaborazione di Gabriel Jesus, posizionatosi sul lato sinistro di Klavan, ha potuto attaccare il lato destro del difensore estone, lasciato in balìa degli eventi dal compagno di reparto Matip, rimasto con gli occhi fissi sul pallone ma dimenticatosi del suo diretto avversario argentino.

 

 

Il gol dell’1-0 è un compendio di come il City abbia messo in difficoltà il Liverpool per tutta la partita, facendo leva sui punti deboli dei “Reds”.

 

Dopo l’espulsione di Mané, il City si è ritrovato la strada spianata e ha aggiunto quattro gol al risultato finale. Come ha ammesso Klopp, il Manchester City è probabilmente la squadra peggiore contro cui giocare in 10 contro 11: l’inferiorità numerica ha reso ancora più difficoltosa la costruzione del gioco e i lanci lunghi sono inevitabilmente aumentati, visto che i “Citizens” non hanno abbandonato il pressing. In fase difensiva il tecnico tedesco ha inizialmente riorganizzato i suoi in un 4-4-1, ma alla ripresa del gioco e sul punteggio di 2-0 ha proposto una difesa a cinque, in grado di offrire un’occupazione orizzontale del campo sicuramente migliore.

 


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Al rientro degli spogliatoi, il Liverpool si è ripresentato in campo con una difesa a cinque.

 

Ma non è riuscito a limitare i danni e, anzi, il 3-0 è stato praticamente una fotocopia del primo gol, con la linea difensiva dei “Reds”, mantenutasi comunque alta, sorpresa nuovamente alle spalle dopo un pallone lungo non arrivato a destinazione.

 

Il lancio di Henderson è stato impreciso e frettoloso, come sottolineato dalla “sbracciata” di Moreno sulla sinistra e stavolta è stato Fernandinho a servire Agüero, nuovamente micidiale ad attaccare la profondità approfittando del mancato anticipo di Can, spostato da Klopp al centro della difesa. Stavolta l’argentino ha servito Gabriel Jesus che ha potuto celebrare la propria doppietta.

 

 

 

Anche il quarto gol, arrivato nel quarto d’ora finale e firmato da Sané, è stato l’ennesima dimostrazione di come la difesa alta del Liverpool non abbia funzionato, anche se c’è da dire che probabilmente gli ospiti erano già con la testa alla gara con il Siviglia, considerato che il secondo tempo è stato irrilevante dal punto di vista del risultato.

 

Le proporzioni della vittoria del City è dipesa sicuramente dall’espulsione di Sané, ma  la tattica di Guardiola ha funzionato alla perfezione contro la difesa alta del Liverpool. Già nella scorsa stagione, soprattutto per errori di concetto, il reparto arretrato aveva più volte frustrato le ambizioni del club e quest’anno sono già 12 le reti subite in sei partite ufficiali. Klopp ha scelto di rinunciare a Lovren, preferendogli Klavan e per questo è stato criticato da Carragher, ma probabilmente non basterà il reintegro tra i titolari del croato per risolvere definitivamente i problemi dei “Reds”.

 

Guardiola invece esce dalla partita con molte più certezze e ha dato l’impressione di aver messo in piedi una macchina offensiva a tratti indifendibile. Il risultato finale ha lanciato un messaggio chiaro a tutti i prossimi avversari del City: pensarci due volte prima di schierare una difesa alta senza la necessaria coordinazione.

 

 

Tags : fc liverpoolFC Manchester Cityjurgen klopppep guardiola

Flavio Fusi è nato nel 1993 e vive ad Arezzo. Laureato in Management, lavora per una startup tech e collabora anche con il sito di analytics StatsBomb.

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