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I rigori che ricorderemo sono quelli che fanno più male
04 lug 2016
04 lug 2016
Le ferite che ci lascia Italia - Germania, senza capri espiatori.
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Foto di Lars Baron / Getty Images
(foto) Foto di Lars Baron / Getty Images
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Vorrei innanzitutto condividere con voi un aneddoto. A 14-15 anni ho calciato sul palo il rigore decisivo in una semifinale di un importante torneo giovanile, quindi so che i rigori si segnano e si sbagliano: è la vita. So anche che questa frase è vera fino a un certo punto, che i rigori prima si studiano, si provano, che la decisione e la convinzione con cui ti presenti sul dischetto sono un fattore fondamentale. So anche che l'Italia ha giocato degli Europei encomiabili e vorrei abbracciarli tutti, soprattutto Barzagli, ma so anche che Pellè ha le spalle abbastanza larghe per sopportare i nostri insulti. E quindi siamo usciti ai rigori. Se nelle credenze popolari i calci di rigore vengono considerati come una lotteria, quindi come un esibizione totalmente legata al caso, alcuni dei rigori calciati ieri ci hanno dimostrato una volta per tutte che non è così. Non c'è niente di casuale nei rigori tirati da Zaza, Pellè e Darmian. C'è molto del mind game che ogni giocatore fa con sé stesso in queste circostanze e che i nostri non sono stati in grado di vincere quanto sarebbe servito per passare il turno. C'è, nei rigori finali, il proseguimento della partita a scacchi che hanno giocato per 120 minuti Antonio Conte e Joachim Loew, c'è il fatto che niente nel calcio somiglierà mai a una lotteria, per fortuna, nessuno pensa sia stata solo la sfortuna a buttarci fuori, ma altre caratteristiche dell'esistenza altrettanto malvagie e perniciose: perché ci sta anche, perdere al 18esimo rigore, se quello che tira il 17esimo non guarda neanche la porta. E allora andiamoli un po' a vedere i rigori che più ci ricorderemo di questo Italia Germania 6 a 7. Primo rigore Bonucci Se fate attenzione, subito dopo il fischio per il fallo di mano di Boateng, si vede Bonucci andare da Pellè e togliergli di mano il pallone che – per qualche motivo – gli aveva recapitato Schweinsteiger. C'era quindi la possibilità lo calciasse Pellè? E se lo avesse calciato il salentino si sarebbe aperto un wormhole da cui saremmo usciti vincitori, senza lo smacco del gesto successivo di Pellè, senza doverci addormentare pensando alla rincorsa di Zaza? Fortunatamente questo non lo sapremo mai. Fatto sta che Bonucci, in quella che era evidentemente la nostra unica occasione di riacciuffare la partita, ha tirato uno dei rigori più interessantidi sempre. Primo perché è comunque Bonucci, con tutti i sottotesti che si porta dietro. Secondo perché quell'altro è Neuer, con tutti i sottotesti che si porta dietro. Terzo perché è stato un duello degno di un film western: Neuer che saltella allargando le braccia per farti vedere quanto è grosso, Bonucci che rallenta l'ultimo passo per aspettare il movimento del portiere e uccellarlo, Neuer che finta di buttarsi alla sua destra, ma decide di aspettare perché col cazzo che lo uccelli Neuer. Bonucci che dovendo ora per forza calciare con Neuer in piedi apre il piatto e calcia così preciso che Neuer, che per via della finta non ha forza sufficiente nelle gambe, pur indovinando l'angolo non può parare e rimane almeno un po' uccellato. Quarto per quel gesto di sciacquarsi la bocca, che magari è offensivo, magari tutti l'abbiamo odiato in un momento della nostra vita, ma quanto è bello se fatto in faccia a degli avversari comuni? Alla Germania? In un altro video, purtroppo tolto da internet, il commentatore arabo gridava “Leonardo Bonucci, Leonardo Bonucci, Leonardo da Vinci, Leonardo da Vinci, Leonardo da Vinci”. Pensavamo di essere invincibili in quel momento, ed è stato bello. Scena di un film cui somiglia questo rigore: https://www.youtube.com/watch?v=zJiCswIaIkI Il rigore di Zaza Zaza è entrato frettolosamente a pochi secondi dalla fine dei supplementari in sostituzione di Giorgio Chiellini, che ha gettato la spugna dopo 120 minuti di calcio praticamente perfetti in preda ai crampi (forse era una finta per non far ritardare il cambio) o più probabilmente consapevole che lui – eventualmente - il rigore non lo poteva proprio tirare. Simone Zaza infatti è entrato appositamente per aumentare il tasso tirarigori della squadra. Non aveva neanche un ruolo, penso abbia vagato disperato per il campo nei pochi secondi di gioco che gli sono spettati. In questo tempo, brevissimo ma incredibilmente intenso, mentre i compagni pensavano a un letto su cui sdraiarsi e riposare, Zaza pensava al suo rigore. Ma non a dove tirarlo, quello l'aveva deciso la notte di Natale mentre mangiava gli spaghetti con le vongole della mamma. No, Zaza pensava alla rincorsa da usare. Se infatti tutti abbiamo il personale rigore perfetto, quasi nessuno ha la rincorsa perfetta. Ci ha pensato così tanto alla rincorsa, Simone Zaza, che è diventata molto più importante del rigore. Avete presente quando pensate ad una cosa così tanto da convincervi, alla fine, che la scelta più stupida sia la scelta la migliore? Questo è quello che è successo a Zaza. - Prendo la rincorsa lunga? [embed]http://gph.is/29onf5p[/embed] - No, la prendo breve, secca, così da non dare il tempo a Neuer.

- Ma poi la prendo di lato o centrale? Magari è meglio centrale non lascio nessun vantaggio al portiere. Anzi ma che dico sono un mancino, la devo prendere di lato.

Sai che c'è, vaffanculo, la faccio come Pogba. Se la può fare lui, perché non posso farla io? No, Zaza, non puoi farla come Pogba, non siamo in un racconto postmoderno pieno di citazioni. L'impressione è che Zaza non avesse mai tirato un rigore così, prendendo quella rincorsa così simile a una marcetta e che è durata più di alcune relazioni dello stesso Zaza, che non mi sembra il tipo da relazioni lunghe. Che abbia deciso di provarla nel momento più importante della sua carriera, così da rafforzare quel soprannome, autenticato dal fatto che se lo è dato da solo, di il follia< Ma, caro Simone, non sempre la follia paga e da oggi una parte del mondo penserà che hai tirato il peggior rigore di sempre. Lo penseremo anche noi, ma ti difenderemo da ogni tedesco che ti piglia per il culo, tipo questo. [embed]https://youtu.be/aEn83Rx4iYw[/embed]

Questo se lo troviamo lo spacchiamo.

Scena di un film cui somiglia questo rigore:

Il rigore di Pellè Ci sono voluti 34 anni, ma alla fine Graziano Pellè è riuscito a smentire Francesco De Gregori. Non ce ne vorrà l'attaccante, che avevamo chiamato Re Mida proprio per la capacità da uomo pratico e in parte di talento di sapere ottimizzare le proprie occasioni, ma lo giudicheremo anche da come ha costruito il suo rigore. Non solo da come l'ha tirato (male), soprattutto lo giudicheremo per tutte le promesse che si è portato dietro. Nella serie tv Game of Thrones, Jamie Lannister – lo sterminatore di Re – parlando con Black Walder afferma “Only a fool makes threats he's not prepared to carry out”, che tradotto significa "Solo un pazzo fa una minaccia che non è pronto a portare fino in fondo", ma che che tradotto meglio significa: Pellè che cazzo gli fai quel gesto del cucchiaio se poi non hai le palle di farglielo davvero? Graziano ha provato a spostare la sfida tra lui e Neuer su di un piano puramente simbolico, forte del fatto che l'ultimo rigore calciato con una maglia azzurra fosse proprio un cucchiaio. Avrà pensato che Neuer lo sapesse, che quel gesto potesse instaurare il dubbio in lui. Che il portiere tedesco vedendo quella faccia da schiaffi, la faccia di uno che può avere tutto ciò che vuole nella vita, donne e uomini, la faccia di uno che per 120 minuti ha vinto ogni contrasto contro la miglior difesa del mondo, potesse tutto, anche fare un cucchiaio al primo portiere robot, e che quindi, pensando tutto ciò, gli fosse venuta voglia di rimanere fermo. Ma, appunto, non li freghi col dubbio i robot.

La faccia di Neuer mentre Pellè gli faceva il gesto del cucchiaio.

Ed è proprio il carico di promesse che si portava ad aver distrutto il rigore di Pellè, che per non farselo parare ha dovuto calciare fuori, preferendo l'errore alla parata. Nella concitazione del momento non era facile accorgersene, ma che avrebbe sbagliato si capisce quando mancano due passi nella rincorsa e Pellè capisce che Neuer si butterà. È quello il momento in cui si irrigidisce, non sa più come calciarlo, mentre Neuer sa benissimo come pararlo. Ed è quello il momento in cui avrebbe dovuto rinunciare all'abiura del cucchiaio e farlo, 'sto benedetto cucchiaio. Che noi siamo il popolo di Giordano Bruno, che prima gli ha dato i natali, poi l'ha bruciato sul rogo e infine gli ha fatto una statua. E non lo so Graziano quanto conosci la storia di Bruno, ma se fossi andato fino in fondo con la tua idea del cucchiaio e Neuer te l'avesse parato, noi ti avremmo bruciato, ma tu saresti potuto andare davanti ai microfoni e dire una frase di questa bellezza: «Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell'ascoltarla». e invece:

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Scena cui somiglia questo rigore:

Secondo rigore di Bonucci Nel wormhole di prima, il rigore nei tempi regolamentari l'avrebbe tirato Pellè e questo di Bonucci sarebbe stato il primo calciato dal difensore. La sfida tra lui e Neuer sarebbe stata completamente aperta, ma non è andata così. Il quinto rigore della serie italiana è stato il ritorno ed è stato condizionato da quello precedente. Nel gioco mentale tra i due, hanno ripetuto gli stessi identici gesti: Neuer ha saltellato, Bonucci ha rallentato, ma a quel punto Neuer non ha fintato ed è andato giù benissimo. Neuer col suo computer al posto del cervello ha calcolato tutte le possibili variabili ed ha scelto quella giusta: Bonucci cambia angolo. E Bonucci col suo cervello da uomo convinto di non avere debolezze, ma pieno di debolezze, ha pensato fosse la scelta migliore cambiare angolo. Il rigore di Darmian Prima di Darmian hanno tirato un rigore Insigne, Zaza, Barzagli, Pellè, Bonucci, i Pooh, Giaccherini, Napo Orso Capo, Parolo, i due papi attualmente in vita, ponte, ponente e ponte pì. Mancava solo Sturaro, per dire. Eppure anche Darmian doveva provare a tirare per davvero il suo rigore. Invece è arrivato sul dischetto già sconfitto, come se quel momento somatizzasse tutto il suo anno partito come acquisto del Manchester United e finito come riserva di De Sciglio. Ha percorso la distanza tra il centrocampo e il dischetto con gli occhi bassi, senza mai guardare la porta. Ha preso il pallone in mano con gli occhi bassi, senza mai guardare la porta. Ha mostrato le sue incredibilmente brutte basette a tutto il mondo, senza mai guardarla quella benedetta porta. E poi ha tirato anche con gli occhi bassi, senza guardarla la porta, diventando l'unico italiano a non aver visto il rigore calciato da sé stesso. E allora niente, Matteo, va bene così.

Scena cui somiglia questo rigore:

Qui su l'Ultimo Uomo abbiamo sottolineato a più riprese la qualità del gioco dell'Italia, quanto la squadra di Conte abbia superato i propri limiti per arrivare ad essere una delle migliori squadre di questo Europeo. Abbiamo detto che tutto quello che tocca Pellè diventa oro, che Bonucci è l'avanguardia dei difensori, che di Barzagli non ce n’é. Che Conte è stato il miglior allenatore dell'Europeo, che De Sciglio è rinato, che le nostre idee hanno battuto le non idee della Spagna. Tutto questo è vero anche oggi, e non ci sono capri espiatori da cercare. Non è vero che Pellè "non deve più vestire la maglia della Nazionale", come qualcuno ha scritto senza vergogna né compassione. Non è vero che abbiamo perso perché Zaza e Pellè "hanno fatto gli splendidi", come ha scritto un nuovo giornalista sportivo facendo lo splendido. E, oltre a non essere vere, queste opinioni non ci aiutano a stare meglio in nessun modo. In questo momento sarebbe meglio provare a sdrammatizzare quello che è stato veramente un brutto momento, come quando prima ti lascia la fidanzata, poi poche ore dopo l'Italia perde al 18esimo rigore e tu hai solo birra calda per dimenticare. E alla fine dell'Europeo manca solo Portogallo-Galles che non sai veramente per chi tifare perché il Galles in finale non sai se hai voglia di guardarlo, e poi Francia-Germania che non sai veramente chi tifare perché anche la Francia non è proprio una Nazionale amica amica. E poi la finale, che avresti voluto guardare con Pellè che cammina a testa alta senza un dubbio che è uno sulla sua esistenza, e magari negli ultimi minuti avresti voluto vedere Zaza entrare in campo per correre a tutta velocità contro il portiere avversario perché è nato per quello. Persino Darmian, che in finale avrebbe probabilmente sostituito De Sciglio, magari ci avrebbe fatto vedere i suoi occhi da bambino. Grazie ragazzi, vi abbiamo voluto molto bene.

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