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Roberto Pizzato
I più decisivi di Brasile 2014
16 lug 2014
16 lug 2014
La formazione ideale dei più forti giocatori visti nella fase finale sulla base non di opinioni personali, ma sull'imparziale e crudele statistica.
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Roberto Pizzato
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Il mondiale è finito e come ogni anno, dopo la finale, scatta l’operazione top XI. Forse per non lasciare fuori nessun

, le formazioni ideali somigliano sempre più a insensate accozzaglie di campioni che a squadre di calcio. Li si schiera tutti insieme usando moduli assurdi, così finisce che ti ritrovi James Rodríguez e Oscar come centrali di centrocampo.  Sono confuso: secondo il

, l’indice di valutazione che troviamo sul sito della FIFA, Messi non è nei migliori undici di Brasile 2014, nonostante la stessa federazione del calcio mondiale l’abbia premiato come miglior giocatore della competizione. Se per le malelingue c’è la regia degli sponsor dietro questa decisione, il premio assegnato alla

appare come qualcosa di poco trasparente agli occhi degli appassionati. Forse doveva essere per forza uno dei calciatori in campo durante la finale, mi chiedo come avrebbero potuto premiare James Rodríguez, dato che non era al Maracana domenica sera. Però in Sudafrica 2010 fu assegnato a Forlàn, quindi l’

è chiaro che non va al giocatore più decisivo della squadra che finisce seconda.

Il sito di statistiche

si basa su un suo indice, ma valuta le performance individuali dei giocatori approdati alla fase a eliminazione diretta nello stesso modo di quelli che hanno giocato in squadre che non ci sono arrivate. Lo trovo un metodo più democratico, non possiamo imputare la colpa della mancata qualificazione solo a quei giocatori, ma decisamente ingiusto per chi ha fatto la differenza quando valeva di più.

Nella mia valutazione invece - come nelle altre

precedentemente pubblicate qui su UU – ho cercato di dare alla formazione un senso a livello tattico, cercando di non lasciar fuori nessuno dei migliori.

è aver disputato almeno quattro gare, quindi almeno una ad eliminazione diretta. Per i dati tecnici ho utilizzato Who Scored e Squawka, mentre per le performance atletiche ho utilizzato le statistiche messe a disposizione dal sito della FIFA. Infine ho privilegiato la continuità e la capacità di essere decisivi, per questo i giocatori con un rendimento basso nella fase a eliminazione diretta non hanno trovato posto.

 

 



Che fosse il portiere più forte al mondo lo si sapeva già, ma che in un mondiale riuscisse a completare più passaggi di un giocatore di movimento come Higuaín (120 vs 116), in pochi potevano immaginarlo. Certo, l’argentino non ha partecipato molto alla farraginosa manovra albiceleste e ha trascorso in campo meno minuti dell’estremo difensore del Bayern, ma l’abilità di Neuer come

– più che come playmaker, come qualcuno ha affermato – lo eleva a un livello più alto dei suoi pari ruolo. In finale ad esempio, il portiere del Bayern ha effettuato 8 scatti, solo uno sprint invece per il collega Romero. Il tedesco è con Cillesen e Romero l’estremo difensore che ha concluso più partite senza subire goal, 4. Con l’aiuto della difesa campione del mondo ha subito una sola rete dagli ottavi di finale in poi, quella di Oscar all’ultimo minuto della storica goleada al Brasile.

http://youtu.be/_VoHQHIIPqg

I tre interventi in scivolata contro l’Algeria sono cose che nessun portiere aveva mai fatto


 

 



Il capitano della formazione di Löw ha concluso il mondiale nella posizione che gli è più congeniale, dove forse riesce a fare di più la differenza. Correre per lui non è mai stato un problema: è di 81 km la distanza che ha percorso in Brasile e con 34.6 km effettuati palla al piede è il giocatore che ha fatto più strada palla al piede. Complessivamente è stato il secondo dei mondiali per passaggi effettuati (83.4 con una precisione del 90.8%); quando è tornato a giocare sulla destra ha recapitato ai suoi due assist vincenti, entrambi in semifinale.

 

 



Il centrale del Feyenoord ha solo 22 anni ed è stato una delle sorprese di questo mondiale. Lo troviamo in testa alle graduatorie dei duelli vinti (47) tra i difensori che hanno partecipato a Brasile 2014. Complessivamente è primo per intercettazioni (25) e secondo per tackle positivi dietro a Mascherano (20), indubbiamente il più forte al mondo in questa giocata. Anche di testa non è male: è terzo tra i pari ruolo per duelli aerei vinti (18). All’attivo ha anche un goal, quello contro la Spagna.

 

 



Sì, proprio lui. Piaccia o meno il brasiliano è stato determinante per i verdeoro, che senza il difensore del PSG probabilmente alle semifinali non ci sarebbero arrivati. Contro il Cile prima segna e poi insacca il suo tiro dagli 11 m negli shoot-out finali. Ai quarti si ripete con la Colombia, chiudendo di fatto il discorso qualificazione con una punizione dalla distanza. Tra i difensori è secondo per duelli vinti in questo mondiale dietro all’olandese De Vrij (43 vs 47). Certamente, nella debacle contro la Germania ci ha messo del suo, e nella finalina ha propiziato la rete di Blind con una goffa respinta di testa, ma prima che i suoi perdessero la bussola aveva dimostrato di essere un trascinatore. In qualcosa mi ha ricordato la personalità e la follia di Materazzi, uno che ha avuto il suo peso nella vittoria dei mondiali 2006. Ecco, magari non chiedetegli ordine ed equilibrio.

http://youtu.be/cIjwSEjf0Kk

Io la guardo e mi chiedo come abbia fatto a dare una potenza simile calciando in quel modo


 

 



Come il terzino destro di questa formazione, l’olandese è un altro giocatore che fa della duttilità il suo punto di forza. Per la maggior parte del mondiale è stato il centrale sinistro della difesa a cinque olandese, giocando spezzoni di partita anche come esterno sinistro e centrale di centrocampo. Dopo Robben è l’olandese che ha corso di più (75.7 km), ma questo non gli ha impedito di essere il miglior assistman tra i difensori del mondiale con tre assist vincenti e di segnare al Brasile nella finale per il terzo posto. Io lo schiero dalla parte di David Luiz, così gli dà una mano se si distrae.

 

 



In finale non ha entusiasmato, ma complessivamente il suo è stato un mondiale stratosferico. Guida la graduatoria dei passaggi effettuati a partita (86.4 con una precisione dell’89.9%) ed è terzo per passaggi lunghi che hanno raggiunto un compagno (9.6 a match). Ha dimostrato di saper abbinare alle capacità in impostazione un’ottima predisposizione alla corsa, con 82.6 km sul tachimetro è secondo per distanza coperta a Brasile 2014. A questo si aggiungono due reti e 3 assist vincenti, 4 secondo il sito FIFA, che lo mette in testa alla classifica dei passaggi vincenti assieme a Cuadrado.

 

 



è un altro che ha fatto tanta strada in Brasile: con 81.2 km è terzo per chilometraggio dietro a Mueller e Kroos, ma è soprattutto è quello che ne ha percorsa di più senza palla, 30.7 km. E’ il giocatore che ha vinto più contrasti del mondiale (23), ma ha confermato di saper anche dare inizio alla manovra, piazzandosi secondo per passaggi lunghi positivi (10.6 a gara) e terzo per passaggi totali (82.3 con una precisione del 89.4%).

 

 



Il suo apporto al cammino degli uomini di Van Gaal potrebbe passare inosservato a un primo sguardo alle statistiche: né goal né assist per lui dopo i gironi. Poi però mi sono imbattuto nel pezzo

scritto da Ouriel Daskal per Soccer Issue, che fornisce un paio di spunti interessanti. In area avversaria, Robben semina letteralmente il panico: sono state 19 le sue azioni personali in the box, 10 in più del secondo, Müller, e 11 più di Messi, primo per dribbling riusciti in questo mondiale (6.6 a partita). L’olandese è riuscito a procurare due rigori agli

, uno contro il Messico e un altro contro il Brasile. Ma soprattutto, Robben ha corso più di tutti i suoi connazionali, nonostante fosse il giocatore di maggior qualità. Il mancino del Bayern ha fermato il contachilometri a quota 79.3 km, risultando secondo solo a Müller tra i giocatori offensivi; la

ne ha percorsi 62.3. Quando gli uomini di Van Gaal sono rimasti a secco, ha segnato negli shoot-out contro Costarica e Argentina, dimostrandosi estremamente affidabile nonostante l’elevato chilometraggio.

http://youtu.be/Cxol-XXA_kk

Corri Arjen, corri!


 

 



Stando ai dati di Squawka il colombiano ha trasformato il 66.7% delle occasioni avute in questo mondiale. Due tiri su tre del talento in forza al Monaco sono finite in rete, comprese le conclusioni da fuori area, come il suo splendido gol contro l’Uruguay. James ha segnato 6 delle 12 reti della Colombia in questo mondiale, mettendo la firma con 2 assist vincenti anche in altre due, portando al 75% i goal determinati dalle sue giocate. Il ragazzo di Cucuta ha creato complessivamente 2.2 occasioni a partita, ma il dato che conta di più è che nelle due partite a eliminazione diretta dei

il suo nome è finito per ben 3 volte nel tabellino dei marcatori. Non è bastato per arrivare in semifinale, ma essere più decisivi di così è davvero difficile.

http://youtu.be/ce58sCmWibM

Il golazo al tempo degli smartphone


 

 



A dire la verità sarebbe stato ideale come dodicesimo, ma in questa top XI non ci sono riserve, quindi parte dal primo minuto. Non ha mai giocato titolare – è partito dalla panchina sei volte su sei – ma è riuscito ugualmente a segnare tre reti (una ogni 84’), tutte nella fase a eliminazione diretta. Decisivo con il suo gol nei supplementari contro l’Algeria, si è confermato un

da extra-time in finale, dando a Götze il pallone che è valso la coppa.

 

 



Dopo un girone di qualificazione esaltante, l’avevo schierato al centro dell’attacco nella

prima della fase a eliminazione diretta. Quando Klose è tornato ad essere in buona condizione atletica, Löw lo ha spostato sulla fascia. Come James Rodríguez ha messo la firma su 8 reti (5 goal e 3 assist), un record in questo mondiale. Ha fornito l’assist a Schürrle per la rete ai supplementari contro l’Algeria e messo lo zampino in 3 delle 11 ottenute dai tedeschi dagli ottavi in poi. A differenza di Sudafrica 2010, quando 4 dei suoi 5 goal arrivarono dopo i gironi, questa volta è stato l’inverso. Ma la differenza l’ha fatta con la corsa: 84 i km macinati in Brasile, più di ogni altro giocatore. Solo in finale Müller ha effettuato 62 scatti, contro i 38 di Messi e i 48 fatti in media dai componenti della nazionale argentina.

 

http://youtu.be/ycz8Mb7JQ2Q

Thomas Müller non smette di correre nemmeno quando cade



 

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