Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Redazione
I movimenti di mercato più assurdi della settimana
14 lug 2023
14 lug 2023
Tra gli altri: un argentino in Belgio, un coreano a Parigi e Vicente Iborra all’Olympiacos.
(di)
Redazione
(foto)
IMAGO / Photosport
(foto) IMAGO / Photosport
Dark mode
(ON)

Il calciomercato procede per fasi? Dopo un primo momento di frenesia in vista dell'imbuto del 30 giugno, data ghigliottina per la presentazione dei bilanci con relativi obblighi al Financial Fair Play, adesso le trattative sembrano essersi calmate, a parte qualche rara eccezione (come Pulisic, ufficiale al Milan). Gli agenti si saranno presi qualche giorno per andare al mare, i direttori sportivi finalmente si saranno potuti concedere quel weekend a Ponza. Solo in Arabia Saudita si continua a lavorare a pieno ritmo, d'altra parte lì fa davvero troppo caldo, e l'aria condizionata si sa favorisce la concentrazione. E così Milinkovic-Savic si è trasferito all'Al-Hilal, Jordan Henderson sembra ormai pronto per essere un nuovo giocatore dell'Al-Ettifaq (dove sarà allenato da Steven Gerrard) e anche Zielinski non si sente tanto bene (cioè sembra vicino all'Al-Alhi). All'ex mondo ricco che si sta riscoprendo povero (o almeno un po' più povero rispetto a prima) non rimane che il grottesco, l'assurdo. E noi siamo qui per raccontarlo. Kevin Mac Allister all’Union Saint-GilloiseForse non sapevate che Alexis Mac Allister, una delle sorprese dell'Argentina al Mondiale nonché nuovo acquisto del Liverpool, ha due fratelli entrambi calciatori professionisti e che uno di questi si chiama Kevin Mac Allister, quasi esattamente come il personaggio di Mamma, ho perso l’aereo, Kevin McCallister. ___STEADY_PAYWALL___ A parte questo di lui sappiamo poco: è un difensore centrale, è cresciuto nell’Argentios Juniors, è stato appena acquistato dall’Union Saint-Gilloise per un milione e mezzo di euro. Il resto potete trovarlo in questo vecchio pezzo di Olé sui tre fratelli-calciatori della famiglia Mac Allister dal titolo “Triple Mac”.

Certo, c’era l’occasione per fare esplodere internet ma purtroppo non siamo più nel 2016 e per gli annunci social degli acquisti dei calciatori il budget è stato ridotto a zero. Dovrete accontentarvi di questo montaggio un po’ triste che finisce con Kevin Mac Allister che vi guarda dall’alto di una scala con lo sguardo dell’amico delle medie che non avete riconosciuto. Comunque meglio di niente.Gary Medel al Vasco da GamaGià sette anni fa Gary Medel sembrava un giocatore finito. Aveva giocato 109 partite con la maglia dell’Inter, più che con qualsiasi altra squadra, e si trasferiva in Turchia, al Besiktas, non la squadra dove pensi che una carriera possa finire bene. Poi quattro anni fa Medel è ricomparso in Serie A con la maglia del Bologna. Sembrava il canto del cigno e invece eccoci qui a commentare queste altre 101 partite nel nostro campionato, spesso tenendo in piedi quasi da solo una squadra rattoppata con lo scotch di carta. Insomma, la carriera di Medel ha ripreso quota senza alcun preavviso, come un aeroplanino di carta che ha beccato una corrente. Anche il suo addio alla squadra emiliana sembra sorpreso come noi di questa ultima, sorprendentemente romantica, piega della sua storia. “Ci sono storie che non dovrebbero finire mai. Sono arrivato a Bologna 4 anni fa e non ero certo un ragazzino”, ha scritto Medel sul suo profilo Instagram “Avevo giocato, fra le altre squadre, nel Boca, nel Siviglia, nell’Inter e nel Besiktas e il giorno in cui ho messo piede a Casteldebole non potevo certo immaginare che questa città e la sua gente mi sarebbero entrate così definitivamente nel cuore. A Bologna ho vissuto benissimo, io e la mia famiglia non siamo mai stati così bene in nessun altro posto”.

View this post on Instagram

A post shared by Vasco (@vascodagama)

Adesso Gary Medel ricomincia dal Vasco da Gama, con la maglia crociata e la boccia che lo fanno assomigliare a un pirata. Questo sembra davvero il tramonto della sua carriera ma chissà. Magari tra un paio d’anni ci ritroveremo qui a commentare il suo ritorno in Serie A.Kang-in Lee al PSGKang-in Lee è uno dei più grandi feticci della redazione dell’Ultimo Uomo. Di lui abbiamo cominciato a scrivere già più di quattro anni fa, chiedendoci se il 2019 potesse essere il suo anno per trovare “finalmente il suo posto nel mondo dei professionisti”. Allora aveva 17 anni, per farvi capire le aspettative che avevamo su di lui. Dopo il 2019, lo abbiamo inserito nella lista dei giovani da seguire nel 2020 e anche nel 2021. Alla fine - due stagioni, sette gol e nove assist dopo - la realtà si è finalmente piegata al nostro desiderio di vederlo emergere e il PSG ha deciso di investirci 22 milioni di euro, esattamente il valore di mercato che gli assegna Transfermarkt. Uno dei rari casi di giocatore giustamente valutato.

Al di là delle valutazioni di Transfermarkt, però, è difficile capire perché la squadra parigina l'abbia fatto. È vero che, dopo i Mondiali in Qatar, la partenza di Messi e quella probabile di Neymar, il PSG sembra stia passando dalla sua fase zidanes alla sua fase pavones, ma è comunque difficile immaginarsi questo piccolo giocatore coreano (il primo nella storia del PSG) immerso nelle aspettative tossiche che da anni ormai si respirano al Parco dei Principi. Certo, Kang-in Lee ha avuto un’ottima stagione da titolare a Maiorca. Ha segnato un gol molto bello al Real Madrid (anche se in una partita finita 6-1), uno ancora più bello alla sua ex squadra, il Valencia, e in generale ha dimostrato di poter far funzionare finalmente la sua grande tecnica in conduzione con il sinistro anche in un contesto competitivo difficile come quello di una squadra di metà classifica della Liga. Ovviamente il PSG sarà tutto un altro paio di maniche e, al contrario di quello che ha detto nella sua prima intervista da giocatore della squadra francese, oggi sembra il posto peggiore dove portare avanti il suo sviluppo da calciatore. Noi nel frattempo continuiamo a sentirci dentro al nostro personale Boyhood.Ebrima Darboe al LASKSembra passato un secolo, ma c’è stato un momento non troppo tempo fa in cui la stagione della Roma veniva tenuta in piedi da un giovane giocatore gambiano della Primavera, Ebrima Darboe. Sembrava allo stesso tempo la fine e l’inizio di una grande storia. Arrivato in Sicilia attraversando il mare, dopo una fuga dal suo Paese durata sei mesi, Darboe portava con sé un passato difficile e una calma nell’organizzare il possesso al centro del campo stupefacente per un calciatore della sua età. «L'ingresso di Darboe nella squadra ha cambiato le nostre intenzioni, è un giocatore giovane che ha un grande coraggio nel giocare sempre in verticale», aveva dichiarato Paulo Fonseca in una delle sue ultime interviste da allenatore della Roma «Non è facile vedere un giocatore con questo coraggio e questa qualità. La Roma ha trovato un calciatore per il futuro». Alla fine di quella stagione lo avevamo intervistato anche qui sull’Ultimo Uomo. Da quel momento, però, per lui è andato quasi tutto storto.

Mourinho ha iniziato a rimproverarlo già nel ritiro estivo prima della stagione che porterà la Roma a vincere la Conference League e il loro rapporto è definitivamente precipitato dopo la clamorosa sconfitta per 6-1 contro il Bodo/Glimt. Darboe partì titolare in quella partita che poi è passata alla storia come quella che ha cambiato la stagione della Roma e da quel momento il centrocampista gambiano è definitivamente entrato a far parte dei cosiddetti “epurati”. Mentre quasi tutti gli altri giocatori che presero parte a quella sconfitta sono stati ceduti, Darboe invece è semplicemente rimasto ai margini della rosa, spesso letteralmente. Lo vedevamo nella foto della squadra di Mourinho in disparte, come un ragazzo timido invitato a una festa in cui non conosce nessuno, e a peggiorare ulteriormente le cose ci si è messa anche la rottura del legamento crociato del ginocchio. Adesso Darboe può finalmente riprendere il discorso dove l’aveva lasciato, però al LASK, una squadra austriaca fondata a Linz e diventata negli ultimi anni oggetto di culto per gli amanti dell’Europa League, per di più in prestito. Buona fortuna. Vicente Iborra all’OlympiacosVicente Iborra fa parte di quel gruppo di centrocampisti spagnoli di ottimo livello che hanno pagato l’essere cresciuti insieme a fenomeni come Xavi, Iniesta, Fabregas, Busquets. Sapevate ad esempio che Iborra ha vinto QUATTRO volte l’Europa League ma non ha mai giocato una partita con la Nazionale spagnola? Per un paio di stagioni è sembrato anche poter ambire a quel livello, ma poi un trasferimento al Leicester ne ha ridimensionato la carriera, perché ovviamente la Premier è il posto perfetto per fagocitare questi centrocampisti che sanno fare tutto ma non lo sanno fare alla velocità della luce. Praticamente subito Iborra era scappato per andare al Villarreal, perché il suo bacino è quello, diciamo che coincide con Andalusia e dintorni. Lì aveva ritrovato Emery e vinto la sua quarta Europa League, anche se gli infortuni non gli avevano permesso di esprimersi al meglio. Dopo l’ultima stagione in prestito al Levante, sembrava aprirsi un futuro da grande vecchio del calcio spagnolo, sempre meno mobile ma con quel carisma da centrocampista con la barba di un paio di settimane e le spalle larghe. Invece all’improvviso si è inserito l’Olympiacos, che non si capisce bene se vuole essere una specie di squadra turca minore o cosa, dopo aver fallito abbastanza malamente gli acquisti di Marcelo e James Rodriguez. Iborra, comunque, sembra sia stato voluto da Michel, tornato a essere l'allenatore dei greci e primo allenatore dello spagnolo a Siviglia. Per la presentazione l’hanno messo prima vicino al mare e poi vicino a una Renault, niente di che.

Daley Blind al GironaDiciamoci la verità: c’è solo una squadra in cui può giocare Daley Blind e quella squadra è l’Ajax. Come il padre prima di lui e, probabilmente, il figlio, se Daley ha un figlio. Di lui avevamo già scritto qui, nei trasferimenti assurdi, quando nell’inverno scorso dopo aver rotto con l’Ajax era finito chissà come al Bayern Monaco. Era stata una scelta davvero controintuitiva: un difensore lentissimo e super tecnico in una squadra dove ai difensori è chiesto di essere praticamente dei centometristi. Ovviamente Blind il campo l’ha visto appena e il 30 giugno le parti si sono salutate senza particolare rancore. A questo punto si poteva pensare che la situazione rientrasse, che all’Ajax trovassero uno spazio per Blind, perché soprattutto dopo un anno difficile come quello vissuto dai Lancieri qualcuno che conosce il club meglio delle sue tasche poteva far comodo, dentro e fuori dal campo. Però, sembra, non è cosa. Blind allora ha firmato col Girona, in Spagna. C’è da dire che, giocando con un pacemaker, l’olandese non può avere l’idoneità sportiva in alcuni campionati, come la Serie A. Perché la scelta del Girona? Così di primo acchito, infatti, sembra una scelta totalmente random, di quelle inspiegabili che stanno proprio dentro questa rubrica. C’è però, forse, un motivo: il Girona è proprietà del City Football Group, lo stesso che controlla il Manchester City e il Palermo (più altre squadre) e la cui filosofia è fortemente influenzata da lavoro di Guardiola, che a sua volta è influenzato da quello di Cruyff, che poi è, in qualche modo, quello dell’Ajax. Blind quindi ricade, più o meno, in questa idea di calcio catalano/olandese. Ecco, ora vi abbiamo provato a spiegare un acquisto assurdo: chissà che forse ora non dovremo chiudere questa rubrica.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura