
Per vincere la Premier League servono molte qualità ma oggi una sembra più importante di altre: avere in campo un centravanti grosso e spietato sotto porta.
Non si tratta di una moda lanciata da Guardiola prendendo Erling Haaland ormai tre anni fa, ma di una conseguenza dello sviluppo dialettico che sta vivendo il campionato inglese. Per contrastare difese composte da centrali grossi e rapidi come velociraptor, servono numeri nove all'altezza. Avere un riferimento centrale in grado di vincere i duelli individuali e buttare la palla in rete è ormai ritenuto indispensabile.
In questa estate abbiamo osservato un movimento di fondi senza precedenti per accaparrarsi i migliori centravanti disponibili. Il Liverpool ha offerto 140 milioni di euro per Alex Isak e ha preso per 95 milioni di euro Hugo Ekitike; l’Arsenal ha preso per 72 milioni di euro Viktor Gyökeres; il Chelsea ne ha spesi 64 per João Pedro. Nel frattempo il Manchester United e il Newcastle sono impegnati in un'asta folle - che supera gli 80 milioni di euro - per Benjamin Šeško.
Non può sorprendere allora il fatto che nessuna squadra della Premier League abbia puntato Victor Osimhen. Chelsea e Manchester United, i due club che parevano interessati la scorsa estate, non hanno dato alcun segno di attenzione. Il centravanti nigeriano è rimasto al tavolo del buffet mentre al centro della stanza si ballava il valzer delle punte della Premier.
Visto che neanche il PSG si è fatto sentire, si può dire che nessuna delle squadre europee con i mezzi economici per accontentare le richieste del Napoli abbia provato a comprarlo. Questo nonostante fosse stato messo sul mercato con largo anticipo e dopo una grande stagione al Galatasaray. Osimhen non vale certo meno dei centravanti nominati. È nel picco della carriera e viene da una stagione in cui il rendimento in prestito al Galatasaray è da considerare molto positivo, soprattutto perché ha mostrato la capacità di mantenere intatto lo stato di forma: 37 gol e 8 assist in 41 presenze che hanno aiutato la squadra a vincere il campionato e la coppa turca.
Non serve neanche descrivere cosa abbia significato per gli equilibri del campionato turco avere un giocatore come Osimhen, sano e motivato. Basterebbe vedere il primo gol della doppietta segnata al Trabzonspor in finale di coppa.
Eppure, da quando si è aperto il mercato l'alternativa più credibile è stata solo quella del campionato dell’Arabia Saudita. L’Al Hilal che aveva trovato l’accordo col Napoli e sembrava aver chiuso anche quello col giocatore. Osimhen dopo averci pensato e ripensato più volte, ha optato invece per ritornare al Galatasaray, stavolta a titolo definitivo, come detto da lui stesso e come viene ripetuto da giorni in italiano per le strade di Istanbul: «solo il Gala».
Osimhen ha firmato un contratto quadriennale. Riceverà un salario netto di 15 milioni di euro a stagione, più un bonus fedeltà di 1 milione a stagione e 5 milioni per i diritti di immagine a stagione. La cifra del cartellino è quella che circolava: 75 milioni di euro, con l’aggiunta di un 10% sul profitto della futura rivendita. Inoltre non l’ha comunicato il Galatasaray, ma secondo il giornale francese SoFoot nell’accordo c’è anche la più unica che rara clausola per cui la squadra turca non potrà vendere Osimhen a una squadra italiana per i prossimi due anni se non vuole dover pagare ulteriori 75 milioni al Napoli.
L'ipotesi di Osimhen che sfrutta il Galatasaray come ponte per andare alla Juventus probabilmente non faceva dormire De Laurentiis. Insomma, tutti contenti? Di sicuro lo è il Napoli, che esce bene da una storia che si stava facendo spinosa. Il club guadagna i soldi che voleva, il ruolo del centravanti è coperto (da Lukaku e Lucca) prima del ritiro in Trentino Alto-Adige e Osimhen non andrà neanche a rafforzare una concorrente.
Neanche a dirlo si tratta del trasferimento record della storia del campionato turco. Il giornale turco Fotomaç lo ha definito “il trasferimento del secolo”. Osimhen ha rotto il tetto di vetro da sempre messo sopra quanto entusiasmante possa essere un movimento di mercato in Turchia. Per capirci, poche ore dopo il suo ritorno a Istanbul i rivali eterni del Fenerbahçe hanno presentato i due arrivi di Milan Skriniar e Nelson Semedo, due giocatori dal profilo più in linea col tradizionale calciomercato turco. Dovesse continuare sul cammino della scorsa stagione, Osimhen ha tutto per diventare uno dei giocatori più importanti della storia del campionato turco.
Rimane però aperta la questione del perché nessuna squadra della Premier League si sia fatta viva e in tal senso possiamo solo raccogliere un insieme di ipotesi.
La prima è che Osimhen avesse chiesto di essere pagato come uno dei migliori giocatori della Premier League. The Athletic ha riportato che la richiesta di Osimhen alle squadre inglesi fosse di un contratto da almeno 10 milioni netti di sterline a stagione, a cui andavano aggiunti i vari bonus a lui e agli intermediari dell’affare. Volendo fare un confronto, il contratto firmato da Viktor Gyökeres con l’Arsenal è da 7 milioni netti di sterline a stagione, che ne fanno attualmente il quinto calciatore più pagato della squadra di Arteta, mentre Osimhen sarebbe stato il primo con 2 milioni di stacco dal secondo, Kai Havertz.
Persino per le enormi cifre dei monti ingaggi della Premier League, l’attuale contratto di Osimhen avrebbe rotto le gerarchie delle piramidi salariali. Come ha scritto sempre The Athletic, esistono dubbi sull'integrità fisica di Osimhen. Un aspetto che non si può certo prendere alla leggera se si viene pagati così tanto. Il nigeriano ha saltato almeno 7 partite a stagione negli ultimi 5 anni: un fattore considerato in contraddizione con le esorbitanti richieste economiche. Nel caso specifico di Osimhen c’è un’ulteriore questione, come fatto notare da James Horncastle nel podcast Libero: da dicembre 2026 a metà gennaio 2026 si giocherà la Coppa d’Africa e Osimhen è una delle stelle della Nigeria che sarà tra le favorite. Proprio in quel periodo c’è però il nodo cruciale della stagione per le squadre inglesi, con le giornate ravvicinate di Premier tra Natale e Capodanno (col famoso boxing day), a cui vanno aggiunte le ultime giornate del girone di Champions League e i turni di FA Cup e Coppa di Lega (ad esempio il Liverpool la scorsa stagione ha giocato 16 partite nel periodo dal primo dicembre 2024 al 29 gennaio 2025).
Un giocatore che lascia la sua squadra per il ritiro pre-Coppa d’Africa e che arriva in fondo alla competizione si perde se va bene almeno una dozzina di partite consecutive nel periodo più delicato della stagione. Mettere sul piatto tutti quei soldi per cartellino e stipendio per non avere la sicurezza di averlo in campo almeno 40 partite diventa una scommessa enorme.
Come riportato su The Athletic da un direttore del reclutamento di una grande squadra: «Il mercato dei centravanti è così piccolo, che le squadre inglesi si fidano di più dei giocatori che hanno già giocato in Premier». Lo stesso Arsenal che era apertamente alla ricerca di un centravanti in questo mercato, tra i motivi che hanno portato a preferire Viktor Gyökeres c’è il fatto che comunque prima dello Sporting avesse fatto bene nella Championship inglese. Sembra poco ma per chi prende le decisioni è comunque un appiglio in più.
In un contesto così competitivo, dove basta una piccola catena di assenze per perdere punti poi decisivi a fine stagione, non è così semplice scommettere. Avesse abbassato la richiesta economica forse sarebbe stato diverso, ma considerando tutto il pacchetto, avere Osimhen come centravanti titolare è vista dalle grandi squadre d’Europa come una scommessa troppo grande.