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Fabio Barcellona
I migliori rigori del 2016
03 gen 2017
03 gen 2017
La raffinata arte di avvicinarsi al dischetto e non sprofondare nel terrore.
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Fabio Barcellona
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Il calcio di rigore, per la sua riproducibilità, è uno dei gesti del calcio maggiormente oggetto di studi. Simon Kuper e Stefan Szymanski nel loro libro

, sostengono che i rigoristi applicano istintivamente quella che nella teoria dei giochi è chiamata “strategia mista”, inserendo nella loro sequenza di rigori calciati l'elemento casualità, che ne massimizza la probabilità di successo. Significa, in altre parole, che, sebbene ogni calciatore abbia un lato preferito verso cui calciare un rigore, è impossibile prevedere da che parte un rigorista tirerà sulla base dei tiri precedenti in sequenza. L'applicazione di una strategia mista da parte dei calciatori è del tutto intuitiva: dietro un calcio di rigore c’è una gran mole di pensiero inconscio da parte dei rigoristi. Questi possono scegliere anticipatamente la traiettoria da adottare, magari fintando un tiro dalla parte opposta, o aspettare di leggere le intenzioni del portiere per spiazzarlo prendendolo sul tempo. Quello che è certo è che per calciare un buon rigore è necessario un enorme controllo delle proprie emozioni e del proprio corpo.

 

Ecco i 10 migliori rigori del 2016, che, come tutte le classifiche di questo tipo, è assolutamente soggettiva.

 

 



 



 

Sergio Ruben Blanco è il capitano della sua squadra del cuore, il Wanderers Montevideo. Ha 35 anni è un aspetto più da cowboy che da “delantero". A 27 anni è uscito per la prima e unica volta in carriera dal Sudamerica giocando per un anno allo Shanghai Shenhua, la nuova squadra di Carlos Tevez, e, secondo Transfermarkt, dovrebbe essere stato compagno di squadra di Pep Guardiola nei suoi 6 mesi al Dorados de Sinaloa. Per il resto Blanco ha avuto un'onesta carriera in Sudamerica e il massimo riconoscimento individuale è stato il titolo di goleador del torneo Apertura uruguayano del 2013. Agli ottavi di finale di Coppa Sudamericana , due 0-0 con i colombiani del Junior Barranquilla, che immagino piuttosto scialbi, portano i Wanderers ai rigori all'Estadio Metropolitano Roberto Melendez di Barranquilla. Tanti allenatori preferiscono andare sul sicuro nel primo rigore, facendo tirare pertanto un rigorista e un calciatore in grado di reggere l'emozione. Il primo penalty dei Wanderers è quindi per capitan Blanco. Che, a dispetto delle rudi apparenze, calcia un rigore docile e freddo, guardando il tuffo del portiere e tirando quindi dritto e sicuro dal lato opposto. Nella categoria “rigori calciati aspettando il tuffo del portiere” questo è il più asciutto ed essenziale: nessuna variazione di ritmo nella rincorsa o nella meccanica del tiro, nessuna carezza sul pallone. A passare il turno sarà però il Junior Barranquilla che verrà eliminato nel turno successivo dalla Chapecoense.

 

 



 



 

Ai quarti di finale degli Europei l'Italia è stata eliminata ai calci di rigore dalla Germania. Ci si ricorda bene degli errori di Pellè e Zaza e di quello decisivo di Darmian, ma nella serie finale aveva sbagliato anche Leonardo Bonucci. Il difensore juventino aveva però realizzato il gol del pareggio proprio su rigore a dodici minuti dal termine e forse per questo e anche perché Bonucci è stato probabilmente il miglior giocatore della Nazionale italiana, il rigore di Bonucci è stato dimenticato. Del resto la personalità è una delle migliori qualità di Bonucci. Non è uno specialista dei calci di rigore, ma, alla fine della partita era stato lui a tirare e realizzare il rigore per l'Italia. E qualche mese prima, nella semifinale di Coppa Italia tra Inter e Juventus aveva portato proprio con un rigore la sua squadra alla finale. I bianconeri avevano vinto la semifinale di andata per 3-0 e la gara di ritorno aveva tutta l'aria di essere una formalità. L'Inter invece travolge la Juventus ed arriva a giocarsi la qualificazione ai rigori. Bonucci è il quinto rigorista designato per i bianconeri e a lui capita il tiro che se segnato avrebbe portato la Juventus in finale. La rincorsa è particolare: Bonucci, essendo destro si posiziona alla sinistra del pallone, ma al fischio dell'arbitro il numero 19 bianconero fa un paio di passi laterali ancora verso sinistra, per poi approcciare il pallone con una rincorsa leggermente arcuata. Sembrano i prodromi di un tiro incrociato e probabilmente è quello che crede Carrizo. Che per questo accenna un passo sulla sua destra, punito così da Bonucci che in realtà guarda il portiere fino all'ultimo secondo per poi spiazzarlo.

 

 



 



 

Parlando di calci di rigore, un posto a parte meritano quelli calciati dai portieri. I più famosi nella storia sono il brasiliano Rogerio Ceni (57 gol su rigore e ben 60 su punizione in carriera), il paraguayano Jos Luis Chilavert e il tedesco Hans Jörg Butt. Il calcio di rigore segnato da un portiere ci ricorda che il penalty è un gesto tecnico ben preciso, che richiede allenamento, tecnica e predisposizione mentale. Quando un portiere va sul dischetto tutti noi pensiamo che possa avere qualcosa in più e che il gol sia assicurato: stare di solito dall’altra parte della barricata lo avvantaggia, gli fa conoscere tutti i trucchi.

 

Negli ottavi di finale di Copa Sudamericana il Coritiba, dopo avere perso la partita di andata in casa contro gli argentini del Belgrano, riesce, al ritorno, ad arrivare ai calci di rigore. Al quarto rigore il è però indietro di un gol. È qui che entra in gioco il portiere Wilson: para il rigore di Luna del Belgrano, va sul dischetto a calciare l'ultimo penalty, segna e infine vince la partita parando l'ultimo rigore degli avversari calciato da Álvarez Suárez. Il calcio di rigore di Wilson è asciutto e senza fronzoli: rincorsa breve che concede poco tempo al portiere, tiro forte, teso, rasoterra, incrociato e precisissimo all'angolo destro della porta. Il rigore del portiere Wilson forse ci fa capire che, senza troppi orpelli, una palla bassa, veloce e perfettamente angolata non può essere parata da nessun portiere.

 

 



 



 

Nella grossolona classificazione dei calci di rigore, una categoria è appannaggio dei rigori violenti. In questo caso il calciatore scommette sulla velocità del pallone. Gli inconvenienti insiti con questo tipo di esecuzione stanno nella superiore difficoltà di dare precisione al tiro e, inevitabilmente, nel maggior tempo necessario a completare l’oscillazione della gamba che calcia, che può consentire al portiere di “leggere” la traiettoria del pallone. La Copa América Centenario si è decisa in una sfida ai calci di rigore tra Cile e Argentina. Il primo rigore degli argentini è stato sbagliato da Leo Messi che

proprio una soluzione di potenza.

 

Dal rigore sbagliato era nata la dichiarazione di Messi di non giocare più in Nazionale, proposito fortunatamente rientrato. Il terzo rigore del Cile è calciato dal centrocampista Charles Aránguiz che sceglie una soluzione di potenza. Solitamente il pallone viene calciato centrale, o, incrociando il tiro. Il portiere dell'Argentina Romero rimane fermo e probabilmente avrebbe parato il rigore se Aránguiz lo avesse calciato in maniera canonica. Invece il cileno sceglie una soluzione più raffinata, calciando il pallone di mezzo esterno destro e tirando così alla sinistra del portiere.

 

 



 



 

Ai quarti di finale di Copa Libertadores si incontrano Boca Juniors e Nacional Montevideo. Alla Bombonera l'1-1 che replica il risultato dell'andata porta le due squadre ai rigori. Il protagonista è il portiere del Boca Agustin Orión che riesce a parare gli ultimi tre rigori degli uruguayani. Al quinto rigore però, il Nacional è in vantaggio e sul dischetto per il Boca va il colombiano Frank Fabra, che deve evitare la sconfitta e prolungare la serie ad oltranza.

 

Fabra è un terzino sinistro mancino piccolo ed esplosivo, titolare del ruolo nella sua Nazionale nell'ultima Copa America. Quest'estate è stato accostato al Palermo che però gli ha preferito il norvegese Aleesami. Fabra ha la freddezza per guardare il movimento del portiere che in effetti riesce a stare in posizione fino quasi all'ultimo secondo. Fabra non ha più il tempo di calciare in maniera canonica, ma per indirizzare il pallone alla destra del portiere blocca il ginocchio e irrigidisce la gamba sinistra, mettendo il pallone all'angolino. Controllo delle proprie emozioni, del proprio corpo e capacità di riprogrammare in un istante la propria coordinazione. Per questo è un bel rigore.

 

 



 



 

Sempre nella medesima sfida dei quarti di Copa Libertadores tra Boca Juniors e Nacional Montevideo, Sebastián Fernández del Nacional si esibisce in un “Panenka”, o, come viene chiamato anche in Italia, in un “cucchiaio”. Antonin Panenka era un centrocampista cecoslovacco che a Belgrado, il 20 giugno 1976, nella finale dei campionati Europei, nella serie finale di calci di rigore contro la Germania Ovest calciò e segnò contro Sepp Maier il rigore che

.

 

Molti sostengono che il Panenka sia un forma di presa in giro del portiere. In realtà si tratta di un gesto tecnico preciso, che concede ancora più tempo al giocatore per aspettare il movimento del portiere. Rispetto a un calcio canonico, per calciare un Panenka il corpo del calciatore può arrivare più vicino al pallone e il piede di appoggio deve essere posizionato più avanti rispetto alla palla; inoltre l'oscillazione della gamba che calcia può rallentare. Tutti questi fattori regalano al calciatore istanti preziosi per continuare a osservare il movimento del portiere. E' un calcio però rischioso perchè correggere il gesto del tiro, qualora il portiere rimanga fermo, è quasi impossibile. Da qui nascono le

dei calciatori di Panenka. Con questo calcio di rigore il trentunenne Sebastián Fernández, un passato in Spagna tra Malaga e Rayo Vallecano, si prende un bel rischio nella serie finale di rigori. Il portiere Orión si muove con largo anticipo e Fernández non ha la necessità di aspettare sino all'ultimo secondo per calciare, e per questo rimane piuttosto lontano dal pallone che pertanto si alza e non ha la dolcezza tipica del Panenka. Rimane tuttavia un rigore notevole per controllo ed esecuzione.

 

 



 



 

Thomas Muller non è un calciatore particolarmente elegante. Lungo, dinoccolato e dai movimenti sgraziati, la bellezza di Muller non risiede nella gentilezza e precisione dei gesti tecnici, ma nella sua capacità di leggere e dominare gli spazi. È una bellezza legata all'aspetto dinamico e spaziale del gioco ed è abbastanza sorprendente trovare Müller in questa classifica, che premia un gesto tecnico puro come il calcio di rigore.

 

Nella finale di Coppa di Germania 2016 si trovano di fronte Bayern Monaco e Borussia Dortmund. La partita termina 0-0 e si va ai calci di rigore. Con il Bayern in vantaggio di un gol, il quarto rigore dei bavaresi è calciato da Thomas Muller. La sua idea è quella di aspettare il movimento di Burki, il portiere del Borussia Dortmund, ma le sue lunghe leve non gli consentono di arrivare velocemente sul pallone per poi scegliere la corretta coordinazione in funzione dell'angolo scelto da Burki. Per questo la sua rincorsa è lenta, a testa alta. Appena il portiere si muove verso sinistra, Muller accelera nell'ultimo passo e incrocia il tiro centrando il sette. Un calcio di rigore che dimostra la perfetta conoscenza e la padronanza di Müller dei limiti del proprio corpo, che sono, in fondo, il segreto del suo successo.

 

 

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Nico Lodeiro è stato

Newcomer of the Year in MLS e ha portato i suoi Seattle Sounders a vincere il titolo superando ai rigori il Toronto FC nella finale del campionato. Una chiave di lettura dell'esplosione di Lodeiro negli USA sta nel ridotto livello di pressione del campionato statunitense. Tuttavia nella finale di Toronto, Lodeiro si è trovato a dover calciare il quinto rigore dei Sounders con il Toronto avanti per 4 a 3, dove un errore avrebbe significato la sconfitta della squadra. Mostrando quanto a suo agio si trovi in MLS, Lodeiro abbandona tutte le timidezze che in carriera ne hanno in parte eclissato il talento e calcia forte sotto il sette. È un rigore di forza, ma nobilitato dalla tecnica purissima di Lodeiro: l'impatto col pallone è pulito e preciso e consente di indirizzare in maniera perfetta il pallone.

 

 



 



 

A Doha, in Qatar, il 13 dicembre si sono incontrate Al Ahli, la più famosa squadra degli Emirati Arabi Uniti, e il Barcellona. Nell'Al Ahli gioca Omar Abdulrahman, detto Amoory, il

. Con il Barcellona in vantaggio per 3-0 l'Al Ahli benefica di un calcio di rigore e sul dischetto si presenta Abdulrahman. A differenza di quello Fernández, quello di Amoory è un Panenka puro sia per tecnica che per sfacciataggine, che si deposita dolce oltre la linea di porta. Ok, era un'amichevole, ma Abdulrahman aveva calciato alla stessa maniera l'anno precedente nel primo rigore della serie finale contro il Giappone ai

. Abdulrahman è il più puro interprete di "Panenka" del calcio di oggi.

 

 



 



 

Alla fine del 2015 si era diffusa la notizia che Johann Cruyff aveva un cancro ai polmoni. Il 14 febbraio 2016, durante Barcellona-Celta Vigo, i blaugrana beneficiano di un calcio di rigore. È il minuto 82 e i catalani stanno vincendo per 3-1. Sul dischetto va Messi, che invece di calciare in porta la passa a Suarez che insacca. Chissà se davvero questo rigore sia stato davvero un tributo a Johann Cruyff che ne aveva

il 5 dicembre 1982 in Ajax-Helmond Sport.

 

Forse un vero omaggio a Cruyff avrebbe dovuto prevedere una replica pedissequa del calcio di rigore, con la palla che tornava a Messi dopo il primo passaggio. Non sappiamo se davvero Messi volesse omaggiare il campione malato, ma di certo ha regalato a Cruijff un

e ciò basta ad assegnare a Messi-Suarez il premio di miglior calcio di rigore del 2016. Johann Cruyff morirà 40 giorni dopo.

 

 

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