I migliori attaccanti goffi in Serie A
Budimir, Simy, Petagna e altri centravanti privi di grazia.
Stipe Perica
Anche Stipe Perica è croato, rendendo così la Croazia la patria non solo degli attaccanti alti, questo lo si sospettava da un po’, ma anche di quelli più sgraziati. C’è infatti in Perica una goffaggine di fondo, di quelle che ti porti dietro per tutta la vita e che non puoi mai cancellare del tutto, neanche se il tuo cartellino è in mano al Chelsea.
Perica è goffo pure quando deve fare gli auguri.
A differenza di Budimir e Simy non possiamo veramente scomodare l’assunto non adatto alla categoria per Perica. Oggi come oggi ha segnato 6 gol in 1420 minuti di Serie A, una statistica neanche così negativa, soprattutto a 21 anni, ma non ha mai mostrato particolari abilità spaziali. Si muove come quello che è: un essere umano di 192 centimetri infilato in uno dei contesti più dannatamente competitivi del gioco del calcio.
Perica ci prova ad essere furbo, ovvero passare per un attaccante in qualche modo agile e reattivo, ma le braccia lo fregano. Quando corre le sue braccia fanno altro. Si muovono nello spazio vorticosamente, sembra un direttore d’orchestra costretto a seguire qualche improvvisazione di acid jazz.
In più tiene i pugni stretti: nessun attaccante coordinato si muove stringendo i pugni.
Del Neri – ma anche quelli prima di lui – lo usa solo a partita in corso dopo che Zapata ha sfiancato tutti i difensori avversari con le sue spallate. L’errore di Perica è quello di volersi imporre come attaccante più forte con la palla a terra che per aria: vince solo 1.44 duelli aerei ogni 90 minuti, meno del 35% di quelli disputati, quando Milinkovic-Savic – uno di quelli che usa bene i centimetri – ne vince più di 5 ogni 90 minuti, ovvero il 65% di quelli ingaggiati. Perica vince in media meno duelli aerei di Hernanes, Parolo, Cristante e Meggiorini. Oltre ai 3 gol, che sembrano sempre un po’ frutto del caso, quest’anno non ha ancora giustificato in qualche modo la sua presenza in campo. Qui mostra tutte le difficoltà che ha nel giocare in campo aperto.
Che se ne fa quindi la Serie A di un attaccante goffo che non sa di esserlo? Perica dovrebbe andare a scuola dai suoi avi, gli attaccanti di provincia (Del Neri lo ha paragonato a Cossato) e fare della sua macchinosità un vantaggio. Diventare un attaccante più utile che bello, puntare sulla sostanza dei suoi centimetri, accettare di essere un vaso di ferro costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi in fibra di carbonio.
Il numero di variabili che devono incastrarsi affinché Perica faccia gol è piuttosto alto.