Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Marco Fornaro
I giocatori che andranno in Arabia Saudita nel 2024
31 ago 2023
31 ago 2023
A chi tocca tra un anno?
(di)
Marco Fornaro
(foto)
Foto di Cesar Cebolla / PRESSIN / Imago
(foto) Foto di Cesar Cebolla / PRESSIN / Imago
Dark mode
(ON)

Ve la ricordate la mattina del 22 novembre 2022? Il nostro primo Mondiale invernale era appena iniziato e noi non sapevamo come prendere le misure a questa competizione. Mancava l’Italia e con lei mancavano una serie di presupposti per goderci le partite, su tutti l’assenza di diritti civili e umani su cui si fondava la manifestazione.E queste partite alle undici del mattino, poi, che rendevano impossibile la visione per qualsiasi persona immersa in una routine. Quella mattina però, mentre la giornata lavorativa andava verso l’ora di pranzo, avevo in cuffia la radiocronaca dell’esordio argentino contro l’Arabia Saudita.Messi aveva già segnato dopo dieci minuti e l’unico impedimento per la goleada era stato il Var: tre gol annullati per fuorigioco. A sentirla in radio sembrava una coincidenza astrale, a vederla dopo era una strategia precisa che aveva a che fare con una linea difensiva alta da far invidia ai giocatori d’azzardo. Stava pagando. Sembrava che i sauditi fossero a un attimo dal collasso, che solo la fortuna li tenesse a galla, e invece quelli uscivano fuori con tecnica e sfacciataggine, abbandonavano ogni forma di timore reverenziale e nel giro di poco tempo portavano tutto il mio ufficio - e credo molti altri - a sacrificare la pausa pranzo davanti a uno schermo su RaiPlay.Ci entusiasmava questa squadra che contro ogni pregiudizio giocava con amore verso il calcio. Non lo avevamo calcolato. Per un attimo ci eravamo dimenticati della politica, delle ingiustizie, presi com’eravamo a guardare male il Qatar e assolvere momentaneamente tutto il resto, perché niente poteva essere peggio.Quella mattina, per un giorno, l’Arabia Saudita aveva la simpatia della maggioranza e Leo Messi se ne tornava negli spogliatoi con quel tono mogio che anticipa i grandi fallimenti. Chi lo avrebbe detto che poche settimane dopo avremmo visto Messi alzare la Coppa, peraltro indossando il bisht?E chi avrebbe immaginato che mesi più tardi avremmo guardato l’Arabia Saudita con il sospetto degli animali che capiscono di essere diventati preda di un branco molto più grosso?Uno stato di costante allarme che l’epoca moderna del calcio europeo non era abituata a vivere, se non a piccole folate poco preoccupanti provenienti da America e Cina. Adesso ogni momento sembra buono per perdere un giovane di talento o credere che un giocatore nel suo prime possa accettare di farsi trascinare da questa corrente dorata. Nessuno di noi sa quanto e se durerà questo fenomeno ma possiamo divertirci a immaginare qualche scenario nuovo.Tanti giocatori sono già andati, ma il piano dell'Arabia Saudita non pare volersi fermare. Tanto vale portarsi avanti col lavoro provando a rispondere alla domanda: chi partirà per la Saudi League l’anno prossimo? Charles De Ketelaere all’Al NassrÈ giugno 2024 e l’Atalanta ha appena annunciato con orgoglio il riscatto di Charles De Ketelaere, alla fine di una stagione in pompa magna che è valsa il ritorno in Champions League e la consegna del numero dieci per il belga.I 7 gol e 13 assist stagionali non bastano a raccontarne il talento sbocciato, la capacità di fluttuare in campo con questa sua tipica flemma antitetica al gioco del calcio.D’un tratto sembra funzionare anche la lentezza, come se Charles e l’universo stessero solo aspettando il momento perfetto per avanzare allo stesso ritmo, sentirsi un tutt’uno.Contemporaneamente Pioli non trova la forma al nuovo Milan e questo sembra eccitare a livello inconscio il talento belga, che da ogni sconfitta dei rossoneri pare trarre energie nuove, visioni contro-intuitive e giocate in grado di accelerare con misticismo l’esonero del suo vecchio mister. Non odia il Milan, è più una vocina che gli sussurra: «non è mai stata colpa tua».

Tutto prometteva una revenge-story titanica ma nel calcio basta poco affinché tutto si trasformi in un racconto breve. In questo caso sono sufficienti i capricci di Cristiano Ronaldo: pretende il ragazzo.Sarà quel suo profilo tecnico e allo stesso tempo taciturno che ne dissimula l’ambizione, sarà la forte timidezza su cui Cristiano vuole far leva per manipolarne il modo di giocare a calcio, fatto sta che all’Atalanta arriva un’offerta da 94 milioni pagabile in un’unica tranche, a metà luglio. Offerta accettata. De Ketelaere si trova sperduto come Nemo di Mr.Nobody quando i genitori si separano e lui in stazione deve scegliere da che parte andare.Ma non può neanche fermarsi a riflettere che già si trova su un volo extra-lusso in cui il social media manager dell’Al-Nassr gli chiede di replicare quell’espressione grintosa e incerta con cui si era presentato a Bergamo l’anno prima. «Questa la pubblichiamo dopo aver annunciato Stefano Pioli come nuovo allenatore», gli dice in un arabo incomprensibile mentre Charles guarda fuori dal finestrino e già si ritrova a fare i conti con i rimpianti, vittima della sua raffinata sensibilità e dei suoi silenzi loquaci.Paul Mullin all’Al-HilalOgni acquisto della Saudi League pare avere uno scopo più alto rispetto al semplice rinnovamento sportivo o la propaganda politica: farci sentire impotenti. Può avere un messaggio esterno, simbolico. Sembrano desiderare quel momento in cui siamo costretti a rinunciare a qualcuno che amavamo, vederci borbottare mentre distribuiamo accuse al sistema e ci mostriamo in tutte le nostre vulnerabilità. Li vedono i nostri occhi che reagiscono come se avessimo appena assistito a un sequestro di persona?Così gli è bastato scoprire Welcome to Wrexham, la serie sul club gallese di quarta serie acquistato da Ryan Reynolds e Rob McElhenney, per decidere di strapparne uno dei protagonisti, giusto per vedere che effetto fa scombinare le sceneggiature.Paul Mullin è l’attaccante iconico della squadra, quello che ha scelto di scendere di categoria per restituire lustro alla città ma soprattutto per stare più vicino a moglie e figli. Tutte motivazioni capaci di accrescere l’interesse arabo, che spingono ogni club saudita a chiedersi fino a dove i soldi possono far passare in secondo piano le esigenze familiari. Così l’Al Hilal gli offre 9 milioni di euro l’anno per diventare la quarta scelta dell’attacco.Reynolds e McElhenney incassano i 20 milioni grazie ai quali iniziano la folle scalata verso la Premier League e il rinnovo della serie di altre quattro stagioni. Mullin gioca 85 minuti in un anno, senza mai partire titolare e con un divorzio milionario alla finestra, prontamente documentato da una troupe Netflix per lo spin-off di Welcome to Wrexham.Andrea Belotti all’Al TawoonLe promesse fatte con la doppietta alla Salernitana vengono mantenute. Mentre la Roma sbatteva a destra e sinistra per recuperare un centravanti, il Gallo riannodava tutti i suoi filmati della stagione d’oro al Torino e come fosse un film restaurato in technicolor dalla Cineteca di Bologna ci riappare esattamente come ce lo ricordavamo.Torna a segnare in tutte le maniere: partendo da sinistra e calciando di potenza, smarcandosi nell’area piccola, di testa e ovviamente in rovesciata contro il Sassuolo.Alla fine chiude a 24 gol solo in Serie A, batte di misura i 23 di Oshimen (che però ha saltato sei partite per la Coppa D’Africa) e porta a casa il titolo di capocannoniere, una benedizione per Mourinho che non si dispera troppo per l’ennesima stagione tormentata di Lukaku.A fine stagione Tammy Abraham, ormai chiuso, sembra sul punto di lasciare Roma quando l’Al Tawoon, una delle poche squadre arabe prive di giocatori noti, si lascia trascinare dalla "fomo" e presenta un’offerta di 100 milioni per il Gallo. Lui che è anche un giocatore per volti versi retrò, sa che sarebbe un gesto forte andare in Arabia Saudita. Sa però che la società è in difficoltà economica e i suoi soldi potrebbero aiutarla. Tiago Pinto vacilla ma Urbano Cairo gli compare in un sogno sotto forma di un inquietante primo piano lynchiano e con voce robotica dice poche parole: «Si può sbagliare una volta, ma non cento».La mattina dopo arrivano le firme sui contratti, un momento che casualmente combacia con la scomparsa di Urbano Cairo, disperso nel nulla e mai più ritrovato.Una trattativa che ci fa interrogare sul modo in cui l’Arabia Saudita riesce a mettere a nudo i traumi dei potenti, la loro paura di diventare esseri umani molto più piccoli e invisibili al mondo.Da quel momento l’addio di Belotti sarà per sempre ricordato come l’attimo in cui Enrico Mentana diventa il proprietario di La7.Hugo Lloris all’Al-AttifaqJordan Henderson rappresenta uno dei trasferimenti più inaspettati e contestati nella Saudi League. L’ex centrocampista del Liverpool si è sempre schierato apertamente a favore della comunità LGBTQ+ attraverso un forte uso dei simboli - lacci delle scarpe e fasce di capitano arcobaleno - ma anche con le parole; nel 2019 disse al The Athletic: «Sono un genitore, un marito, un figlio e un fratello e l’idea che qualcuno che amo possa sentirsi a disagio in quanto membro della comunità LGBT mi fa pensare: in che razza di mondo viviamo?».Se ci ha fatto male veder partire talenti che non sono mai riusciti a godersi i palcoscenici più prestigiosi come Milinkovic, è demoralizzante fare i conti con la complicità di uno dei rarissimi calciatori in grado di esporsi su temi sociali; sapere che ha dovuto accettare un video di presentazione in cui la sua fascia da capitano arcobaleno viene oscurata.

È stato come trovarsi di fronte alla Cosa di Carpenter: i soldi sauditi che acquistano le sembianze dei calciatori, li imitano alla perfezione e li trasformano in mostri. È per questo che l’Al-Attifaq ha deciso di comprare Hugo Lloris, un portiere che ai Mondiali in Qatar si è rifiutato di indossare la fascia arcobaleno per rispettare il popolo che lo ospitava, uno che la Cosa deve aver trasformato già tanti anni fa.Un giocatore di grande lustro per la porta ma soprattutto un missionario chiamato a proseguire il lavaggio del cervello verso il suo nuovo compagno inglese. A novembre 2024 firmeranno in coppia la prefazione del nuovo libro del Generale Vannacci. In questa lista Hugo Lloris è anche il giocatore che più facilmente rischia di finirci quest'anno in Arabia Saudita.Blanco all’Al IttihadL’operazione più sorprendente dell’estate: Blanco - sì, il cantante - firma per l’Al Ittihad con un ingaggio biennale da 20 milioni l’anno. Il movimento calcistico arabo è in espansione non solo per motivi sportivi, ma anche politici e propagandistici.Così nasce l’idea di portare a casa un cantautore che ha fatto il calciatore per poco - prima di passare alla musica giocava in difesa per la FeralpiSalò - e con una carriera musicale in ascesa. C’è una clausola però che prevede l’obbligo di esibirsi live solo entro i confini dell’Arabia Saudita per tre anni.Blanco non gioca praticamente mai, agli allenamenti è una comparsa, ma è qui per diventare la prima pop-star d’importazione della storia con voli charter organizzati per tutti i suoi fan italiani ad ogni data del tour.Il piano arabo era ancora più ambizioso: rivelare dopo anni il volto di Mina in un duetto inedito con Blanco su un palco di Riyad, ma nonostante l’offerta di 7 milioni per cantare una sola canzone Mina declina la proposta e come usano dire gli esperti di calciomercato "non si lascia tentare dalle sirene arabe".Sandro Tonali all’Al HilalNella fretta con cui Sandro Tonali è stato rapito una notte d’estate dal Newcastle, nessuno del suo entourage si è accorto di una di quelle clausole scritte in corsivo piccolo, dopo un asterisco.«Con la firma del presente contratto» - traduco in italiano - «si offre piena disponibilità al trasferimento dopo mesi dodici in uno dei club presieduti dal fondo PIF in Saudi League per anni tre con nuovo adeguamento contrattuale di 29 milioni annui».La foto con cui viene presentato all’Al-Ahli di fianco allo sceicco viene eletta come foto più triste dell’anno dal Guardian.Ruben Botta all’Al NasrPrima di scrivere questo pezzo ho dato un’occhiata a tutte le formazioni della Saudi League.Non mi era chiaro chi avesse comprato chi, quante squadre avevano effettivamente pescato dall’Europa, era tutto un generico “X calciatore vola in Arabia Saudita”, come fosse una vacanza di lusso e non una sessione di calciomercato. Così mentre leggevo la formazione dell’Al-Ittihad ho trovato l’unico elemento affascinante di tutta questa triste storia petrolifera.Che puoi trovare una squadra con Karim Benzema in attacco e Igor Coronado - maglia numero 10 - alle sue spalle. Che fenomeni e promesse non mantenute potessero finalmente trovare un qualche luogo in cui convivere diverso dal Fantacalcio.Per chi non lo conoscesse, Coronado fa parte di quella categoria di giocatori che in Italia ha toccato solo la Serie B - Palermo e Trapani - senza mai riuscire a fare quel salto che tutti avrebbero immaginato dal suo talento. Trequartista leggero ma raffinato nel tocco e nelle idee, Coronado sembrava uno di quei giocatori destinati a sparire dalla cartina geografica del calcio, uno di quelli che alla fine aveva fatto solo un salto nel vuoto.Ed ecco che me lo ritrovo lì, in una specie di seconda vita, con un cartellino pagato 10 milioni di euro, a fare il partner di Benzema. E dato il livello medio Benzema deve avere anche pensato che non è male questo Coronado, che magari uno di questi giorni gli chiede come si viveva in Sicilia nel 2017.Il mercato saudita capisce che queste connessioni insolite tra giocatori leggendari e promesse altrettanto leggendarie funzionano.

Così alcuni emissari volano in Argentina e tornano a casa con Ruben Botta - un antico passato all’Inter, uno più recente al Bari - per dare a Cristiano Ronaldo la possibilità di sbroccare con un trequartista che ama cristallizzare i secondi e concedersi un tempo di gioco in più, un difetto che di solito ti porta a chiudere la carriera tra Serie B e C ma a volte ti offre un golden ticket per l’Arabia Saudita.Mitoma all’Al-WehdaSe il calcio diventa un palliativo per attrarre dall’estero risorse culturali come Blanco, perché non usarlo per approfondire relazioni politiche con nazioni come il Giappone?I due paesi hanno già iniziato a interagire su più asset, dalle tecnologie al sistema energetico, e quale giocatore migliore di un dribblomane come Mitoma per mandare segnali di apprezzamento al Sol Levante?Ci sarà un risvolto positivo perché Roberto De Zerbi lo sostituirà con Marco Delle Monache, trasformandolo in un giocatore d'alto livello.Patric Gabarron e Alexis Saelemaekers all’AhbaMentre quasi tutta la Saudi League spende e spande, c’è chi si accontenta dei testimoni, di quelli che erano lì vicino agli altri mentre le cose grosse accadevano.Dei giocatori arrivati a giocare ad alto livello, senza essere troppo in alto.Non si spiega altrimenti come l’Ahba abbia pescato dai campionati europei per acquistare Felipe Caicedo lo scorso anno (adesso ritirato) e Ciprian Tatarusanu quest’anno.Voglio credere che siano entrambi punti di riferimento morali nella costruzione della squadra e che l’anno prossimo siano chiamati a portare un ex compagno a testa, seguendo parametri societari più anestetizzati al talento e più propensi al gusto dello strano.Caicedo sceglie di tesserare Patric Gabarron presentando i video highlights che pubblica sul suo Instagram, ricchissimi di passaggi orizzontali o scarichi semplici sul portiere, mentre Tatarusanu garantisce sul talento versatile di Alexis Saelemaekers, nuovo numero dieci della squadra dopo l’apprendistato bolognese da Thiago Motta.Toni Kroos all’Al Ittihad“Embarassing”, aveva twittato Toni Kroos dopo aver scoperto che Gabri Veiga - anni 21 - rinunciava a Napoli per andarsene prematuramente in Arabia Saudita con un’offerta ricca che lo stesso Kroos aveva rifiutato qualche mese prima.Kroos sembra una di quelle persone spigolose che tra il bastone e la carota sceglie sempre il bastone, perché il dna madridista non si eredita ma si introietta un po’ alla volta, e lui è uno di quelli che ha il compito di diffonderlo ai nuovi. Quando è arrivato Bellingham per 103 milioni, aveva sottolineato come già qualcun altro era venuto a Madrid per tanti soldi e poi si è solo riposato.Con la stessa rigidità con cui ci tiene a tramandare lo spirito del club, non sembra gradire particolarmente la deriva araba che sta prendendo il calciomercato ed è questa sua durezza inscalfibile che ha sovra-eccitato i club arabi davanti al senso del proibito, il desiderio di violare l’inviolabile.Basta poco per scatenare un’asta folle, squadre che ogni giorno alzano il tiro fino a toccare i 68 milioni annui per 4 anni.Alla fine anche Toni Kroos crolla e dopo un mese e mezzo di trattativa, la più lenta del mercato saudita, raggiunge Benzema all’Al Ittihad, scatenando polemiche simili a quelle che hanno toccato Jordan Henderson un anno prima.Una credibile teoria cospirazionista, però, narra una versione alternativa della storia: Kroos pare abbia sempre rifiutato tutte le proposte ma sarebbe stato rapito da una delegazione armata e minacciato per firmare il contratto e girare un video sorridente con la nuova maglietta.All’esordio comunque si ritrova contro Gabri Veiga e dopo soli cinque minuti gli rompe un crociato con un intervento killer da cui rimedia 11 giornate di squalifica, contando il segno della croce con cui abbandona il terreno di gioco e scandalizza i presenti.Bonus track - Aurelio De LaurentiisA giugno i De Laurentiis lasciano il Bari ma Aurelio non rinuncia al desiderio di possesso, alla bellezza incompresa delle multiproprietà.Così, dopo l’ennesimo obiettivo soffiato al Napoli dall’Al-Alhi, affitta il Palazzo Reale di Napoli e con una conferenza stampa di tre ore e un quarto annuncia l’imminente acquisto di una squadra di Saudi League, ancora segreta.Immaginatevelo con gli occhiali da sole e il suo ritmo sincopato mentre dice che «Il punto non è il club, non è Cristiano Ronaldo, non è Benzema: il punto è che questi signori con la tunica si stanno appropriando di qualcosa che non sono capaci di comprendere e possono permettersi di farlo solo grazie alla volgarità del denaro e del petrolio Il calcio è programmazione, è intuito, è valore e noi dimostreremo di poter vincere la Saudi League con i conti in ordine e il monte ingaggi più basso del campionato», la parte saliente delle sue prime dichiarazioni. A microfoni spenti promette di far collassare il sistema dall’interno e salvare il calcio europeo.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura