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I 5 migliori scambi Cassano-Pazzini
14 lug 2017
14 lug 2017
Celebriamo le seconde nozze di una delle coppie più iconiche e divertenti del calcio italiano degli ultimi anni. Sarà tutto come prima?
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Qualche mese fa Gianpaolo Pazzini, interrogato su Cassano,

: «Non lo sento da un po’: non so come finirà, ma troppo lontano­ tipo in Cina non ce lo vedo proprio». La frase scorrerebbe nei titoli di testa del remake di un thriller da cassetta intitolato

, che andrà in onda nella prossima Serie A.

 

Cassano e Pazzini, 6 mesi dopo quella frase, 8 anni dopo l’ultima volta, si ritroveranno nella stessa squadra. Con il volto più scavato, i capelli più radi, rimetteranno insieme le forze e un genio calcistico mai del tutto sopito per l’ultima missione della loro carriera prima del definitivo ritiro: la salvezza dell’Hellas Verona.

 

Tra il 2009 e il 2010 la coppia Cassano-Pazzini è stata una delle più iconiche del calcio italiano: un fantasista creativo a girare attorno e a incartare assist per un bomber asciutto e pragmatico. A rivedere i video di quella stagione Cassano-Pazzini sembra la più classica coppia di

, il tandem di eroi che nei film d’azione fa tutto insieme: «Qualsiasi cosa succeda, combatteranno in coppia. Si guarderanno le spalle a vicenda. C’è qualcosa di davvero bello nel guardarli entrare e lavorare insieme nel ribaltare un’intera stanza piena di cattivi».

 

Pazzini

con dolcezza quella stagione, la migliore della sua carriera, che i più perfidi considerano miracolata proprio dagli assist di “Fantantonio”: «Antonio era la mia fabbrica di assist. Lui me lo diceva: “Io godo più a farti segnare che a fare gol”. E io: “Antò, per me va benissimo così”». Per celebrare la reunion di questi due vecchi lupi del calcio italiano abbiamo raccolto le loro migliori combinazioni in quell’annata magica.

 




 

Cassano ruba palla a un Diamoutene dormiente. Poi tende il culo all’indietro e si spende nel suo classico lavoro di protezione che precede la giocata. Cassano crossa scavando sotto la palla ma riuscendo comunque a mantenere una traiettoria tesa. Pazzini, che nella vita ha segnato colpi di testa ben più improbabili, la spinge in rete con semplicità.

 




 

Cassano riceve sulla trequarti libero libero. È il momento in cui Pazzini sa che deve attivarsi. La difesa della Juve è in totale confusione: qualcuno si alza per fare il fuorigioco, altri seguono l’uomo. Un inserimento di Reto Ziegler sulla destra sposta l’attenzione da quella parte, mentre Pazzini, sornione, era scappato a sinistra. La palla di Cassano è data con una dolcezza provocatoria, perché tutto il gioco di Cassano somiglia spesso a una grande provocazione.

 




 

La cosa più divertente dei dash brothers è che la loro unione è qualcosa di più grande della loro somma ed è in grado di sconfiggere una quantità di nemici potenzialmente infinita.

una scena con Bud Spencer e Terence Hill in

che vi fa capire meglio di cosa sto parlando. Qui la difesa del Parma è tutta schierata al limite dell’area. Cassano avanza col destro, Pazzini è pochi metri avanti a lui, fa una finta che può sembrare un tiro, oppure un passaggio ravvicinato per “Il Pazzo”. È quello che crede il difensore, che fa un passo in avanti per chiudere la traiettoria. E invece è uno scavetto chirurgico che lo scavalca e che va dritto sul piede di Pazzini.

 

Quest’azione dimostra che l’intesa delle grandi coppie consiste in un allineamento preciso su un piano complesso che agli altri sfugge. Mentre tutta la difesa del Parma stava immaginando la cosa più semplice, Cassano e Pazzini erano completamente su un altro livello.

 



 

È per azioni come quella sopra che si è sparsa in giro la cattiveria che l’unico motivo di quella stagione di Pazzini - 21 gol complessivi, 5 in più della sua seconda migliore, al Milan tre anni più tardi - è Antonio Cassano. Cassano qui si produce in una di quelle serpentine in mezzo a due avversari che faceva soprattutto a inizio carriera e che si sono poi diradate nel tempo, quando “Fantantonio” è diventato un trequartista sempre più statico. Quell’anno alla Sampdoria è stato forse il suo migliore anche perché ha rappresentato la sintesi perfetta tra la sua prima fase - dinamica, dribblomane - e la sua seconda - cerebrale, rifinitore.

 

Cassano crossa di collo in mezzo: quasi un tiro addosso a Pazzini, usato come pura materia fisica per far rimbalzare la palla in porta.

 



 

Questa è la prestazione di coppia più famosa della coppia Cassano-Pazzini. La Roma di Claudio Ranieri due giornate prima aveva scavalcato l’Inter in testa alla classifica e veniva da 24 risultati utili consecutivi. Mancavano altre tre giornate alla fine del campionato. Pazzini non stava bene fisicamente e ricorda che non avrebbe dovuto giocare quella partita: Delneri aveva pensato di risparmiarlo in vista dello scontro diretto per la Champions contro il Palermo.

 

Nel primo tempo la Roma attacca, va in vantaggio con Totti al quarto d’ora e costringe Marco Storari a una serie incredibile di miracoli per evitare il 2 a 0. All’inizio del secondo tempo, mentre i giallorossi continuano ad attaccare per il raddoppio, si espongono a una ripartenza. Cassano parte da sinistra con la solida conduzione ciondolante. Si porta avanti la palla accarezzandola col piatto destro, provando a ipnotizzare Burdisso come uno schermidore prima dell’affondo, appena entrato in area sterza sul destro e per poco non fa cadere il difensore argentino. Cassano sembra però perdere l’equilibrio. Rientra Menez da dietro che però è troppo pigro e non affonda il tackle. Allora Cassano ha il tempo di riprendere equilibrio, spostarsi la palla sul sinistro e mettere in mezzo uno di quei cross che a un primo momento sembrano casuali. Poi quando l’inquadratura si alza vediamo che la palla è perfetta per oltrepassare tutta la difesa della Roma e andare sulla testa del “Pazzo” per il pareggio.

 

Mezz’ora dopo Pazzini siglerà anche il gol del 2 a 1, su assist di Mannini, seppellendo i sogni di Scudetto della Roma, visto che l’Inter nel frattempo aveva vinto a San Siro contro l’Atalanta. Anni dopo i tifosi della Lazio

a Pazzini una targa per quella doppietta: “Con riconoscenza”.

 

 

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