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Dario Costa
I 10 migliori assist di Steve Nash
07 feb 2017
07 feb 2017
Se non vi piace la sua pallacanestro, non vi piace la vita.
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Dario Costa
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Stephen John Nash nasce a Johannesburg il 7 febbraio 1974 da padre inglese e madre gallese, ma cresce in Canada perché i signori Nash rifiutano le restrizioni imposte dal regime dell’Apartheid. Dai genitori eredita la passione sanguigna per la libertà d’espressione, pratica che eleverà a vera forma d’arte, dentro e fuori dal campo.

 

Le trenta lettere di rifiuto ricevute dai maggiori college americani segnano l’inizio di una parabola sportiva leggendaria, che dalla misconosciuta Santa Clara lo porterà a diventare la 15° scelta del Draft 1996, quello di Allen Iverson, Ray Allen e Kobe Bryant. Phoenix, Dallas e poi ancora Phoenix, due titoli di MVP consecutivi,

ribattezzata

portata con disinvoltura quasi surreale. Un finale di carriera crepuscolare all’ombra delle colline di Hollywood, il terzo posto tra gli assistman di ogni tempo scolpito nel granito e quello etereo di miglior compagno di squadra assegnatogli da chiunque abbia condiviso lo stesso spogliatoio. Tutto, ma proprio tutto vissuto senza prendersi troppo sul serio. —

 



 

Certo, non ha mai vinto un titolo NBA. Peggio: non è mai riuscito nemmeno a giocarsi le Finali. E ciò nonostante Steve Nash è a tutti gli effetti un’icona della pallacanestro contemporanea. Riadattando un vecchio adagio coniato da Grant Napear, si potrebbe sintetizzare che “Se non vi piacciono i suoi assist, non vi piace la pallacanestro NBA”.

 

Meglio: se non vi piace Steve Nash, non vi piace la vita.

 

 



 



 

 

Piacere, mi chiamo Steve, di professione faccio il playmaker ma coltivo l’hobby dell’illusionismo.

 

 



 



 

 

Le occasioni per festeggiare non sono state molte, nei tre anni in gialloviola. Giusto qualche sporadica epifania.

 

 



 



 

 

La linea di fondo, zona d’infinite scorribande e intuizioni ai confini della realtà.

 

 



 



 

 

Visione periferica totale del campo e dell’universo: il Professor Xavier prende appunti, J-Rich ringrazia.

 

 



 



 

 

Nel magico mondo di Steve Nash, nessun pallone è dato per perso e tutto può essere trasformato in un passaggio vincente.

 



 



 

 





 







 

 

Caro Dirk, com’erano belli i tempi in cui dovevi mai preoccuparti perché Steve era sempre lì per te.

 

 



 



 

 

Tunnel ai danni di Andrew Bynum, segnato per il resto di una carriera spesa a cercare di capire cos’è andato storto.

 

 



 



 

 

Far collassare l’intera difesa avversaria su di sé e poi trovare il compagno libero con un passaggio dietro la schiena che cade perfettamente nel suo

. Facile no?

 

 



 



 

 

Una lettera d’amore in cuoio a spicchi recapitata al compagno nel pitturato, passando tra quattro avversari atterriti.

 

 



 



 

 

Anche se il campo o il mondo stesso sembra finire, tu resta con Steve: qualcosa d’incredibile succederà.

 

 

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