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Flavio Fusi
Hype Batshuayi
28 lug 2016
28 lug 2016
Per la terza puntata di Hype, la rubrica in cui analizziamo i giocatori pieni di aspettative, Michy Batshuayi.
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Flavio Fusi
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Era il 13 novembre del 2015, a Bruxelles si giocava Belgio–Italia, amichevole terminata con la vittoria per 3-1 dei “Diavoli Rossi”. Il primo tempo si concluse in parità con vantaggio di Candreva e pareggio di Vertonghen, ma al 18esimo minuto della ripresa, Wilmots richiamò in panchina Lukaku e mandò in campo Michy Batshuayi, che di lì a poco avrebbe letteralmente spaccato la partita.

 

Al 74esimo, riceve palla da Hazard, abile ad intercettare un passaggio di Bonucci, e si fionda letteralmente verso la porta. Pur fronteggiato sia da Bonucci che da Chiellini, Batshuayi punta i due difensori della Juventus senza alcuna remora e con l’aiuto di un rimpallo riesce a concludere in scivolata, mettendo alla prova i riflessi di Buffon, eccezionale a salvare il risultato, ma inerme sul successivo tiro di De Bruyne che lo scavalca dopo che il belga aveva schiacciato il pallone a terra.

 



 

Dopo altri otto giri di orologio, Michy chiude la partita segnando il gol del 3-1. Rientrato dal fuorigioco in seguito ad una respinta della difesa, si incolla a Bonucci per rimanere in gioco, finché Carrasco, dopo aver attirato gli occhi di tutti i difensori su di lui, non lo chiama in causa con un filtrante. A quel punto Batshauyi si stacca dal centrale azzurro, che pure riesce a chiudere gran parte dello specchio, senza però impedirgli di inchiodare Buffon sul primo palo con una precisa conclusione rasoterra.

 



 

Allora Conte aveva già deciso di lasciare la panchina della Nazionale, ma ancora non si sapeva che avrebbe firmato con il Chelsea e quasi certamente nemmeno lui conosceva la sua prossima destinazione, visto che Mourinho era ancora il manager dei Blues a tutti gli effetti. Eppure può essere che quello tra Conte e Batshuayi, capace in quei 27 minuti di fornire un saggio delle sue qualità da attaccante, sia stato un vero e proprio colpo di fulmine.

 

Si dice che una volta ufficializzato il suo ingaggio come allenatore del Chelsea, Conte abbia avuto

con il giocatore, poi rivelatosi determinante nella scelta del giocatore, che comunque aveva già fatto sapere di essere desideroso di giocare in Premier League. Così, quando il Chelsea si è mosso in maniera concreta per concludere l’operazione da circa 33 milioni di sterline, Batshuayi non ha dovuto pensarci più di tanto e al momento della firma ufficiale sul contratto che lo legherà al Chelsea per le prossime 5 stagioni,

“emozionato di poter essere allenato da Conte”.

 

Ma perché Conte è rimasto così colpito da questo attaccante belga, tanto che si parla insistentemente di una possibile cessione di Diego Costa per fargli spazio?

 

 



 

Michy Batshuayi Tunga è nato e cresciuto a Bruxelles, tra Evere e Molenbeek, da genitori congolesi e da bambino ha giocato in varie squadre giovanili, sempre con in testa il sogno di giocare un giorno per la squadra bianco-malva della capitale belga. Dopo essere passato da RFC Evere, RUSA Schaerbeek e FC Brussels, finalmente, a 13 anni sembrava pronto a realizzare il suo sogno ed è stato aggregato alle giovanili dell’Anderlecht. Il talento era indiscutibile, ma erano i suoi atteggiamenti ad essere inaccettabili, ostacolando il suo cammino. Batshuayi non prendeva gli allenamenti sul serio, tanto che, come racconta Yannick Ferreira, uno dei suoi ex-allenatori, molte volte veniva rispedito a casa per non dare il cattivo esempio agli altri ragazzini.

 

I suoi comportamenti col tempo si sono fatti sempre più insostenibili e, dopo averlo più volte punito (di solito veniva mandato a rastrellare le foglie con il giardiniere del club), anche all’Anderlecht si sono arresi, decidendo di cacciarlo dopo nemmeno un anno. A realizzare il suo sogno infranto ci ha però pensato il fratello, il classe 1997 Aaron Leya Iseka (usa il cognome della madre) che, dopo avere giocato in prima squadra con l’Anderlecht, quest’estate è appena passato in prestito al Marsiglia, dove dovrà cercare di non far rimpiangere Batshuayi.

 

Cacciato dall’Anderlecht, Michy è stato nuovamente accolto all’FC Brussels, prima che lo Standard Liegi decidesse di scommettere su di lui, ingaggiandolo nel 2008. Stavolta “Batman”, come fu soprannominato quando giocava per “Les Rouches”, ha sfruttato meglio la sua seconda occasione (pur non facendosi mancare qualche uscita da “

”) e dopo aver esordito in prima squadra nel 2011, si è imposto formando poi con Imoh Ezekiel, per due stagioni a partire dal 2012/2013, la miglior coppia d’attacco della Jupiler Pro League. Dopo aver segnato 39 reti, di cui 21 nella sua ultima stagione allo Standard, tra l’altro con una media gol sempre in crescendo (rispettivamente 0,44, 0,49 e 0,62 gol per 90 minuti), nel 2014/2015 si è trasferito per 6 milioni al Marsiglia, dove con Bielsa in panchina ha fatto da riserva a Gignac, senza però che questo gli impedisse di segnare 9 gol in campionato con una media da 0,72 reti senza rigori ogni 90 minuti.

 

Se è vero che un risultato del genere era in parte “dopato” dallo scarso minutaggio (881 minuti in campionato) e dal fatto di subentrare spesso a partita in corsa, le statistiche avanzate segnalavano Bathsuayi come un

sotto diversi aspetti, ma soprattutto come un

.

 


La mappa di tiro di Michy Batshuayi nel 2014/2015 (immagine cortesia di @SteMc74, che potete seguire su Twitter).



 

Quest’anno, viste le premesse della prima stagione in Francia e lo smantellamento di quell’OM, certificato dall’addio di Bielsa, Batshuayi è diventato il leader tecnico della squadra, nonché unico attaccante di ruolo fino a gennaio, quando è poi arrivato Steven Flecther. La stagione di squadra è stata pessima, probabilmente una delle peggiori dei tempi recenti, con il Marsiglia passato dal giocarsi il titolo la scorsa stagione al 13esimo posto, ma Batshuayi è stato una delle stelle più brillanti della Ligue 1. Ha segnato 17 gol (con 2 rigori) in campionato, valsi anche la convocazione ad Euro 2016. Con un minutaggio più che triplicato (circa 3mila minuti), la media gol di Batshuayi si è mantenuta su ottimi livelli (0,45 gol senza rigori ogni 90 minuti).

 


La mappa di tiro di Michy Batshuayi nel 2015/2016 (immagine cortesia di @SteMc74, che potete seguire su Twitter).



 

Analizzando le due mappe di tiro, ed in particolare quella della passata stagione, più indicativa, si nota come la selezione di tiro di Batshuayi sia efficiente, con buona parte dei tiri provenienti dalla cosiddetta “danger zone” (sostanzialmente il rettangolo interno all’area di rigore ottenuto prolungando le linee verticali della area), la zona da dove è statisticamente più probabile che le conclusioni siano convertite in gol. Ci sono anche alcuni tiri da fuori e si nota come sia stato un finalizzatore molto più efficace dalla zona destra dell’area di rigore, quando si è preso tiri laterali. È però probabile che al Chelsea, squadra dove quasi sicuramente non dovrà caricarsi sulle spalle il peso di gran parte della fase offensiva, la sua selezione di tiro risulti più mirata e probabilmente simile, nelle posizioni, a quella della sua unica stagione con Bielsa.

 

Il fatto di dover rappresentare sempre e comunque il principale punto di riferimento della squadra lo ha anche maggiormente responsabilizzato dal punto di vista della creazione delle occasioni per i compagni: il numero dei suoi passaggi chiave è salito da 0,8 a 1,3, impreziositi da ben 9 assist.

 

Michael Caley

il contributo di Batshuayi dal punto di vista di expected goals ed expected assists, confrontandolo con i giocatori tra i 20-22 con almeno 3500 minuti giocati dal 2010. Ebbene, solo Harry Kane, con più di 0,7 xG + xA per 90 minuti, ha una media migliore di quella del belga, che presenta un dato aggregato simile a quello di giocatori quali Balotelli, Muller, Götze ed Icardi.

 

https://twitter.com/MC_of_A/status/735833715721568256

 

La conclusione che si può trarre da questa analisi è che, seppur nel periodo considerato (2013-2016) Batshuayi abbia militato in campionati che non sono top a livello europeo, non sembra esserci alcun motivo perché Michy non riesca a traslare un livello di performance quantomeno similare anche in Premier League.

 

 



 

Insomma i dati sembrano premiare senza se e senza ma l’oneroso investimento effettuato dal Chelsea, ma per capire che tipo di calciatore è Batshuayi e la completezza del suo gioco, non possiamo fermarci ad alcune sintetiche cifre.

 

Batshuayi ha giocato la passata stagione da prima punta, ma è comunque in grado di giocare anche da seconda punta e non disdegna nemmeno allargarsi verso le fasce, un profilo che lo rende un giocatore particolarmente versatile e che non esclude un suo impiego di fianco ad un altro attaccante, come accaduto da gennaio in poi, quando ha fatto anche coppia con Fletcher.

 

https://www.youtube.com/watch?v=RumzNpLofQk

Il 2015/2016 di Batshuayi condensato in 5:10 minuti.



 

Alto 1,82 metri per 79 chili di peso è dotato di un fisico decisamente atletico ed esplosivo, caratteristiche che in campo gli conferiscono un grande allungo con e senza palla e la possibilità di difendere il pallone con la sua prepotenza fisica. A vederlo correre sembra avere un baricentro medio-basso, cosa che lo rende ancora più difficile da sbilanciare, tanto che quando prende il tempo al difensore e riesce a inarcarsi e frapporsi di schiena tra l’avversario e la palla, sembra praticamente impossibile togliergliela.

 

https://vimeo.com/176575730

È difficilissimo togliere palla ad un attaccante che in area la difende così.



 

Il suo equilibrio gli torna molto utile anche nel controllare il pallone in corsa e la sua buonissima tecnica individuale gli permette molto spesso di puntare l’avversario e/o gli avversari senza paura, un po’ come successo contro Bonucci e Chiellini in Belgio 3-1 Italia. Sbaglia ancora qualche primo controllo, ma quando parte e dribbla in velocità fronte alla porta, fermarlo è tutt’altro che facile.

 



 

È anche vero che talvolta esagera, cercando qualche giocata fine a sé stessa, dimenticandosi dei compagni. In ogni caso questa combo esplosività-tecnica individuale lo rende un’eccezionale arma offensiva che come testimoniato dalla passata stagione a Marsiglia gli permette di guidare un attacco letteralmente da solo. Batshuayi è uno di quei pochi attaccanti in grado di crearsi un’occasione praticamente dal nulla, ma allo stesso tempo ha nelle corde anche l’ultimo passaggio per un compagno. Se durante le sue cavalcate riuscisse a migliorare le letture dell’azione e dei movimenti dei compagni, potrebbe veramente diventare in breve uno dei dieci migliori attaccanti d’Europa.

 

A Marsiglia, giocando da centravanti, operava allo stesso tempo sia da prima che da seconda punta: gli piace abbassarsi a prendere palla per poi gestire in prima persona la manovra offensiva anche in fase di attacco posizionale, ma forse gli manca la visione per essere efficace quando il ritmo è più lento. In queste situazioni è molto più efficace quando sono i compagni a tirare le fila del gioco e lui si posiziona vicino alla linea difensiva avversaria per attaccare la profondità. I suoi continui movimenti sono una spina nel fianco, poiché costringe i difensori a cambiare continuamente le marcature ed è bravissimo ad allargare le difese. Gli piace molto giocare sul filo del fuorigioco ed ha un senso della posizione che gli permette di trovare lo spazio per ricevere palla venendo incontro al portatore, per poi girarsi e puntare la porta, oppure combinare con i compagni gettando le basi per un uno-due o un appoggio. È comunque migliorabile il timing dei suoi movimenti, perché per quanto siano efficaci questo tipo di giocate, è molto facile vanificare l’azione finendo in off-side (1,4 fuorigioco per 90 la scorsa stagione in Ligue 1).

 

Il fatto che provenga da Marsiglia ma non solo, ha fatto sì che Batshuayi venisse inevitabilmente paragonato a Didier Drogba. Con la leggenda del Chelsea condivide il potenziale di impegnare da solo la difesa avversaria (perlomeno nella Ligue 1), ma ad ora non è neanche lontanamente in grado di fornire la stessa superiorità aerea. Sui 3,3 duelli per 90 minuti a cui ha preso parte nello scorso campionato, ne vinceva appena 0,9. Sappiamo quanto possa essere importante il colpo di testa per un attaccante della Premier League per cui Michy dovrà lavorare su questo aspetto, anche considerando quanto sia importante lo sviluppo del gioco sulle fasce e i cross nel gioco di Conte. Ciò non toglie che Batshuayi possa comunque agire come boa per far salire la squadra, a patto però di ricevere palla sui piedi, così come coi piedi, piuttosto che con la testa, può arrivare lo stesso sui cross.

 

Una delle cose che sicuramente piaceranno molto a Conte è il contributo difensivo di Batshuayi, che ama sbattersi nel pressing e ripiegare in difesa, tanto da sposare anche vere e proprie cause perse. Al Chelsea gli verrà sicuramente insegnato come razionalizzare i propri sforzi e migliorerà ulteriormente anche da questo punto di vista.

 

https://vimeo.com/176574760

Chi ha parlato di cause perse?



 

Insomma, dal suo profilo tecnico-tattico si evince come Batshuayi non sia ancora un attaccante “fatto e finito” e questo può essere un punto a favore, visto che Conte potrà plasmarlo al meglio e secondo le proprie esigenze, affinando gli aspetti del suo gioco dove deve ancora lavorare. L’impressione è che il belga sia già un ottimo e completo attaccante ma con ancora molti margini di miglioramento, soprattutto confrontandosi con un campionato più impegnativo. E se non vi fidate di chi vi scrive, fidatevi almeno di chi Batshuayi lo ha allenato, Guy Luzon, che sul finire del 2013

che Michy era ancora «solo al 40% del suo potenziale, migliorava di settimana in settimana» e «avrebbe sicuramente successo in una squadra come il Chelsea».

 

 

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