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Guida all'Hellas Verona 2025/26
11 ago 2025
Zanetti e Sogliano riusciranno a ripetere il miracolo?
(articolo)
11 min
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IMAGO / ZUMA Press Wire
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POSIZIONE LO SCORSO ANNO: 14°

UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLA SCORSA STAGIONE: L’Hellas Verona ha vinto il contest Calcio Vero della scorsa stagione, salvandosi con appena il 39% di possesso palla. Nessuno ha voluto di meno il pallone.

CHI IN PIÙ: Antoine Bernede, Unai Nuñez, Enzo Ebosse, Giovane Santana, Yellu Santiago;

CHI IN MENO: Casper Tengstedt, Daniele Ghilardi, Diego Coppola, Ondrej Duda, Darko Lazovic;

L’8 dicembre Paolo Zanetti sembrava vicino all’esonero. L’Hellas Verona aveva appena perso, in casa, 4-1 contro l’Empoli. Un risultato inaudito nella forma, ma anche nella sostanza, visto che si era appena perso uno scontro diretto contro una rivale che a quel punto distava 7 punti. L’Hellas era terzultimo: non una notizia di per sé; quella era la posizione che su per giù ci si aspettava da una rosa del genere. Una squadra in rivoluzione permanente, che ogni pochi mesi, ogni sessione di mercato, stravolge se stessa, tentando ogni volta un nuovo miracolo di sopravvivenza.

Però in quel momento l’Hellas sembrava particolarmente a terra. Veniva da 4 sconfitte consecutive, due contro rivali dirette (Cagliari ed Empoli) e due dai contorni netti (5-0 contro l’Inter, 3-0 contro la Fiorentina). A dire il vero, tutto quell’inizio di stagione sembrava suggerire un esonero di Paolo Zanetti. Il Verona non aveva mai pareggiato e quei 12 punti li aveva messi insieme grazie a 4 vittorie dal sapore piuttosto casuale. Un 3-0 incredibile alla prima giornata contro il Napoli. Un vero mondo alla rovescia. Un 3-2 contro la fragilissima Roma di Juric, e arrivato comunque sfruttando al massimo tutti i momenti favorevoli del match. In mezzo le vittorie contro Genoa e Venezia, due squadre in quel momento disastrate. Insomma: il Verona perdeva sempre, e quando non perdeva era solo grazie alle circostanze.

Il problema principale era rappresentato dalla fase difensiva: 37 gol subiti nelle prime 15 partite, di cui addirittura 21 in casa.

Insomma: c’erano tutti i segnali di una squadra che stava colando a picco verso la Serie B, che non era riuscita ad assorbire l’ennesimo mercato fatto con tanto estro e pochi soldi - infarcito di nomi ai limiti del fantascientifico (Mosquera? Livramento? Frese?).

E così il 10 dicembre, due giorni dopo la sconfitta contro l’Empoli, Zanetti pareva esonerato. Erano già usciti gli articoli che ne davano la notizia, per esempio questo di Eurosport: "Dopo un summit interno tra Sean Sogliano, che si era dato 48 ore per decidere, e il Presidente Maurizio Setti, si è ritenuto opportuno cambiare". La scelta sembrava ricaduta su Paolo Sammarco, tecnico della Primavera del Verona. Passano le ore e l’ufficialità non arriva. Si crea uno strano limbo temporale per cui Zanetti era stato sia esonerato che non esonerato. Alla fine la nuova giornata di Serie A si avvicina, e il tecnico rimane in qualche modo a restare al suo posto. Cosa sia successo in quei giorni non è chiaro: un colpo di genio di Sogliano, che ha confermato il suo allenatore contro tutti? Oppure è come racconta Il Fatto Quotidiano, e cioè che in mancanza di alternative credibili alla fine il Verona ha preferito non esonerare il suo allenatore?

A questo punto avrete capito che da quel momento il rendimento dell’Hellas Verona prende una svolta. Non qualcosa di deciso e appariscente: non c’è nessuna scalata epica, piuttosto un aggiustamento. Una vittoria molto lottata in casa di un Parma devastato, poi un altro po’ di sconfitte, ma meno brutte di prima. Il Verona sembra una squadra più normale, non totalmente in disarmo difensivo, capace di ottimi 0-0 rinfrancanti come una minestra calda d’inverno - come contro l’Udinese. Piccole, ottime partite, che nessuno guarda, che fanno parte di una storia rimossa del nostro campionato, ma che a fine anno regalano modeste, meravigliose salvezze. Nelle 15 giornate successive, quelle cioè in cui la squadra ha costruito la salvezza, è riuscita a fare di più: non molto, ma poco di più: 19 punti, 22 gol subiti. Sempre uno dei peggiori attacchi del campionato, ma l’importante non è fare molti gol, ma fare quelli giusti.

COME GIOCAVA L'HELLAS VERONA
Se conoscete la Serie A sapete già in che modo il Verona ha sistemato se stesso, e cioè passando alla difesa a 3. Alla linea difensiva si è aggiunto Daniele Ghilardi sul centro-sinistra, a fianco dell’aggressivo Coppola e del più esperto Dawidowicz. Pian piano il Verona ha cominciato ad assumere senso, rispetto al 4-2-3-1 precedente. I due esterni, Lazovic e Tchatchoua, tenevano un atteggiamento asimmetrico, col serbo più in aiuto della fase offensiva e il francese più prudente. A centrocampo, con la cessione di Belahyane a gennaio, si è arrivati al trio Serdar, Duda, Suslov: giocatori capaci di ricucire tanto campo in avanti, fondamentale per una squadra che si è difesa molto bassa vicina alla porta di Montipò, così come i due attaccanti: Sarr e Tengstedt, o Sarr e Mosquera, quando il danese si è infortunato.

L’Hellas è stata la terza squadra col baricentro più basso della scorsa Serie A e, appunto, la terza col PPDA più alto. Paolo Zanetti, se vi ricordate, si era fatto conoscere come una specie di “Klopp della bassa” ma con l’Empoli, e ora col Verona, ha imparato a costruire salvezze dure e sudate, impostando squadre reattive.

Col pallone il Verona cercava di sfruttare gli spazi il più rapidamente possibile. Secondo i dati Hudl Statsbomb è stata la seconda squadra più diretta della Serie A; quella cioè che impiegava meno passaggi per arrivare a concludere. È anche la squadra col minor possesso palla per distacco: 39%. In quest’arte dell’essenzialità ha brillato soprattutto il centravanti danese Casper Tengstedt, bravissimo a guidare le transizioni e con una freddezza e una qualità che nessuno dei compagni aveva davanti. Se avesse avuto meno problemi fisici il Verona forse si sarebbe salvato prima.

Il Verona cercava poche associazioni fra i suoi giocatori, affidandosi soprattutto alle conduzioni verticali dei suoi giocatori: Lazovic, Suslov, Tengstedt, Sarr. Le punte giocavano vicine, mettendo pressione in transizione sui centrali avversari.

Il Verona si è salvato tra la 28esima e la 32esima giornata, quando la squadra ha messo insieme cinque risultati utili consecutivi. La vittoria decisiva a Bologna, propiziata dall’espulsione di Pobega, e poi un paio di 0-0 salvifici. Per spiegare la salvezza della squadra di Zanetti più che di fattori di campo bisogna parlare di gestione della classifica: pareggiare è meglio che perdere, sfruttare i momenti negativi degli avversari, massimizzare il frutto di tutti gli episodi. Ottenere risultati importanti proprio mentre tutti stanno guardando da un’altra parte. L’Hellas, alla fine, ha ottenuto 3 punti contro Roma, Napoli e Bologna. Ha avuto il terzultimo peggior attacco per xG del campionato e la quintultima peggior difesa: è stato sufficiente, per questa salvezza enigmatica.

COME VUOLE GIOCARE L’HELLAS QUEST’ANNO
Il progetto di quest’anno è lo stesso di sempre: sperare che Sogliano abbia avuto qualche intuizione geniale, sudare in difesa, rastrellare i punti giusti qua e là. La difesa è stata smobilitata dal mercato. Sono stati ceduti i due giovani più di valore della rosa, ovvero Coppola e Ghilardi. Il primo era molto forte nei duelli e in uscita aggressiva in avanti; il secondo, ceduto alla Roma, era un centrale più di letture e pulito nell’uscita palla. Al loro posto sono arrivati Unai Nunez dal Celta Vigo ed Enzo Ebosse dall’Udinese.

Parliamo di Nunez perché non è frequente vedere un basco andare a giocare all’Hellas. Un giocatore esperto, che nel 2019 aveva anche esordito nella Nazionale spagnola, ma che col tempo si è un po’ perso. Forse un po’ troppo old school per il sempre tecnicamente ambizioso calcio spagnolo. Lo scorso anno è stato in prestito all’Athletic Club (di ritorno), giocando poco. Stiamo parlando comunque di un giocatore con più di 100 presenze nella Liga; un centrale non molto tecnico ma estremamente aggressivo in uscita e forte nei duelli, perfetto quindi per la difesa a tre di Zanetti.

L’altro acquisto importante è arrivato a centrocampo, con Antoine Bernede. Una mezzala parigina presa dal Losanna, quindi dal campionato svizzero, da cui Sogliano compra sempre volentieri. È un centrocampista dinamico, buono tecnicamente; in queste amichevoli si sta facendo vedere molto per impostare il gioco, formando un rombo di costruzione con i tre centrali.

Il Verona cerca comunque di andare il prima possibile in avanti, ogni tanto azzardato anche una riaggressione. Pur mantenendo un atteggiamento prudente, come detto, il Verona in realtà sceglieva dei momenti precisi in cui riaggredire con intensità gli avversari.

Sempre a centrocampo è stato comprato il possente mediano spagnolo Yellu Santiago, cresciuto nel calcio sporco di Bordalas, e quindi molto ruvido e forte nei duelli. Ha già dichiarato di voler usare il Verona per andare in Nazionale.

Un’altra giocata frequente è quella classica da 3-5-2 - su cui è arrivato anche uno dei gol segnati al Bologna la scorsa stagione: un tracciante in diagonale dell’esterno verso la punta che viene incontro. A quel punto è Suslov in genere che si inserisce vicino per raccogliere la sponda. Lo slovacco è uno dei pochi giocatori qualitativi dell’Hellas. Lo scorso anno ci si aspettavano grandi cose da lui, ma ha finito per deludere, anche per una collocazione tattica ancora ambigua: troppo offensivo per giocare mezzala, troppo inconcludente per giocare ala.

In questa idea di gioco la qualità delle punte è decisiva. L’Hellas ha perso il suo miglior attaccante, Tengstedt, e per ora dal mercato Sogliano ha provato una sola pesca miracolosa - mentre di solito va a strascico. È arrivato Giovane Santana: centravanti mancino brasiliano dal curriculum interessante. Cresciuto nella scuola Red Bull, è passato al Corinthians nel 2022 e ha militato in diverse selezioni giovanili del Brasile. In tutte queste squadre, però, ha sempre segnato pochissimo. Non sembra avere l'intensità atletica per sostituire Tengstedt e oggi suona come una scommessa estremamente esoterica.

Si parla di un interessamento per Willem Geubbels, attaccante del San Gallo, o per Cheddira. Attaccanti quindi a proprio agio in campo lungo, forti atleticamente. Geubbels, scuola Lione, è particolarmente interessante e ha tutti i crismi del colpo alla Sogliano: un late bloomer di medio livello, uscito dai radar del grande calcio verso un campionato minore. La richiesta di 6 milioni del San Gallo, al momento, suona spaventosa.

Manca ancora forse un altro difensore - siamo sicuri che Ebosse possa fare il titolare centrale dei tre per tutta la stagione? - anche se dalla Primavera potrebbe fare qualche presenza il promettentissimo Adi Kurti (capitano dell'Albania Under-19. Più avanti con l’uscita di Duda e Lazovic forse la qualità si è abbassata troppo, nel conto generale. Duda era un giocatore sottovalutato per qualità sotto pressione e nel gioco lungo; Lazovic, sempre zitto zitto, ha messo insieme 2 gol e 3 assist anche lo scorso anno.

Ma è da come l’Hellas riuscirà a costruire l’attacco dipenderanno probabilmente le sorti della stagione. Ci si aspetta molto da Amin Sarr, riscattato per 3 milioni e mezzo, autore di un girone di ritorno intrigante. Un attaccante forse ancora poco utile col pallone, ma una grande macchina da pressing e capace di colpi estemporanei inspiegabili - tipo questo incredibile gol di sinistro in controbalzo contro l’Atalanta.

A gennaio, poche settimane dopo quella sconfitta contro l’Empoli, l’Hellas ha cambiato proprietà. Maurizio Setti ha venduto il 100% delle quote alla società americana “Presidio Investors”. L’ex presidente è rimasto Senior Advisor mentre in tribuna ha cominciato a comparire Italo Zanzi, che forse ricorderete nella prima Roma di Pallotta. Ha promesso: «Ogni dollaro guadagnato dal Verona resterà al Verona», ma per ora regna l’incertezza, soprattutto perché nessuna mossa è stata fatta a livello dirigenziale e il mercato sembra, insomma, il classico mercato a costo zero dell’Hellas.

Se il Verona vorrà salvarsi bisognerà fare qualcosa nelle prossime settimane di mercato.

MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE: Il Verona acquista uno sconosciuto centravanti ex PSV dalla seconda serie olandese. Questi si rivela un baller incredibile e con 9 gol nel girone d’andata aiuta l’Hellas a costruire la propria salvezza. A gennaio Sogliano può già smobilitare, ma con vista su un girone di ritorno comodo, con brivido finale perché il Verona sembra essersi rilassato troppo, ma infine si salva con 2 punti di margine sulla terzultima.

PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE: Dal mercato arriva poco e niente. Il Verona si adagia sul proprio gioco reattivo e di transizioni, ma i giocatori non funzionano. La difesa fa acqua e in attacco non c’è abbastanza qualità atletica per ricucire tutto il campo in avanti. Arrivati a dicembre la squadra ha già subito 40 gol ed è penultima. Si dibatte fino alla fine per provare a evitare la retrocessione, ma è tutto inutile. Ciò nonostante Paolo Zanetti rimane tutto l’anno sulla panchina del club, un po’ per scaramanzia e un po’ perché, insomma, cosa avrebbe potuto fare di più?

UN GIOCATORE DI CUI AVERE LA MAGLIA: Se siete il dribblomane del campetto vi consiglio di lasciarvi andare a un delizioso understatement: Suslov, 31, Hellas Verona. Puro culto.

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