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Tommaso Clerici
Hasbulla è più di un meme
07 lug 2023
07 lug 2023
Il successo mediatico dell'influencer daghestano ci dice qualcosa sul mondo delle MMA.
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Tommaso Clerici
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A lungo definito “il posto più pericoloso d’Europa”, il Daghestan è una Repubblica della Federazione Russa situata sulle montagne del Caucaso settentrionale - non a caso il suo nome significa proprio “terra delle montagne” - che conta più di 3 milioni di abitanti. La capitale Machačkala affaccia sul Mar Caspio ed è stata resa famosa nella nostra parte d'Europa dalla scelta di Eto'o nel 2011 di passare a una delle squadre della città, l’Anži Machačkala.

In Daghestan convivono oltre 30 gruppi etnici diversi, in gran parte di origine caucasica (il 75% della popolazione, spiccano gli àvari), turca e azera. I russi, per paradosso, sono una minoranza. Insomma, è uno dei territori più eterogenei del mondo, almeno etnicamente, perché da un punto di vista religioso invece le cose sono più semplici. Nove persone su dieci sono musulmane, in prevalenza sunnite.

È difficile riassumere la storia di un Paese in poche righe, ma se dovessi scegliere solo due cose per descrivere la storia del Daghesten di sicuro sarebbero: la povertà e la propensione a ribellarsi per difendere la propria autonomia. In questo territorio l’industrializzazione ordinata da Stalin è fallita miseramente, e anche per la conseguente povertà che ne è derivata hanno avuto terreno fertile molti movimenti islamici fondamentalisti. Ancora oggi i militanti di queste organizzazioni, che in passato hanno subìto le influenze della vicina Cecenia, vorrebbero rendere il Daghestan uno Stato islamico indipendente dalla Russia, e negli anni sono stati frequenti attentati e sparatorie tra poliziotti e militari di Mosca e i ribelli, che prendono di mira anche quella parte di popolazione che non rispetta i dettami del loro credo religioso.

Un adulto nel corpo di un bambino

Nella capitale di questo luogo così particolare vent’anni fa è nata la star dei social media Hasbulla Magomedov (anche se ci sono fonti che indicano Aksha, un villaggio di tremila abitanti, come luogo di nascita, e Machačkala solo la città in cui è cresciuto). Hasbulla probabilmente è affetto da nanismo ipofisario, dovuto a un deficit di ormone della crescita durante l’infanzia che comporta problemi nello sviluppo delle ossa e nella sintesi proteica; anche sua sorella soffrirebbe della stessa condizione clinica. Tuttavia nessun medico lo ha mai visitato per definire una diagnosi precisa. Una condizione che non sembra scalfirlo: «Ho due gambe e due braccia come tutti gli altri», dice.

Hasbulla, in ogni caso, misura un metro di altezza per diciotto chili di peso. Di lui si sa pochissimo: è figlio di un idraulico, è musulmano, ama le armi, le macchine sportive (che riesce anche a guidare), le scarpe, le MMA (sport molto popolare in Daghestan insieme a boxe, wrestling e calcio) e si diverte a fare scherzi. È amico di Dana White, il Presidente di UFC, della leggenda delle arti marziali miste Khabib Nurmagomedov (infatti viene soprannominato “Mini Khabib”) e soprattutto di Islam Makhachev, attuale campione dei pesi leggeri in UFC. I due si conoscono da più di dieci anni in quanto vicini di casa.

Anche Hasbulla ha a che fare con le MMA: qualche tempo fa ha firmato un contratto multimatch con UFC, una controversa mossa di marketing di cui ha detto di non poter rivelare nulla: «Scoprirete presto cosa succederà». Nel frattempo ha già ricevuto offerte da Warner Bros. e Netflix per girare un film su di lui.

Difficile dire dove finisce il semplice sfruttamento mediatico e comincia la personale ambizione di Hasbulla. Se avete capito di chi sto parlando, è perché è famosissimo sui social grazie ad alcuni video diventati virali su TikTok. Il primo in assoluto risale a giugno 2020 e lo ritrae mentre mangia delle fragole, il suo frutto preferito. La clip macina numeri, diffondendosi sui social grazie ad alcune tendenze tipiche del loro funzionamento (ad esempio ragazzi e ragazze che mangiano fragole con il voiceover di Hasbulla, magari ballando).

Uno chef daghestano con un canale YouTube piuttosto seguito lo nota e lo invita a un pranzo a favore di telecamere. Da quel momento in poi Hasbulla comincia a chiedere soldi per collaborazioni di questo tipo. Subito dopo diventa testimonial della pubblicità di un negozio locale di articoli per bambini e approda in alcuni programmi televisivi russi. In seguito comincia a comparire nei video di Ashab Tamaev, un fighter e creator molto noto in Cecenia soprannominato "Hulk ceceno", che lo porta in palestra per una sorta di allenamento di boxe. Gli spettatori sembrano apprezzare la versione combattiva di Hasbulla, così viene creata una rivalità tra lui e Abdu Rozik, cantante e creator originario del Tagikistan e affetto da rachitismo, alimentata con tanto di face to face e trash talking (il video che lo riprende conta 19 milioni di visualizzazioni su YouTube), e infine sfociata in una rissa grottesca a UFC 267. In quell'occasione c'è stata anche una breve e indolore esibizione sul ring. Questo è il momento in cui è iniziato a sorgere qualche dubbio sulla spontaneità di Hasbulla e sul fatto che venisse sfruttato da altre persone pronte a metterlo in ridicolo per un proprio tornaconto.

Intanto però il seguito cresce sempre di più, fino a quando il rapporto tra Hasbulla e Tamaev si rompe: i suoi amici lo mettono in guardia affermando che Tamaev se ne approfitta pagandolo meno di quanto merita e Hasbulla li ascolta. È qui che Khabib Nurmagomedov decide di prendere il connazionale sotto la propria ala e, grazie al suo supporto e ai suoi contatti, Hasbulla sbarca nell’immaginario americano e occidentale, partendo da quello di UFC.Da allora Hasbulla non si è più fermato, accumulando un seguito notevole (oggi i suoi follower su Instagram sono 8.6 milioni), nonostante qualche controversia, l’ultima delle quali un video in cui lo si vede tirare con un po’ troppo vigore le orecchie al suo gatto, per cui è stato costretto a scusarsi (più o meno, in realtà ha spiegato che il gatto non si era comportato bene). Nel frattempo è diventato un fenomeno globale e oggi è possibile acquistare il suo merchandising e un'infinita di prodotti a lui correlati, tra cui i suoi NFT.Hasbulla è nato come personalità dei social, di quelli che creano video buffi e divertenti e coinvolgono altri personaggi famosi, che diventano figure a metà tra i meme e le celebrità, ma ormai è andato oltre superando in fama anche i fighter a cui era legato. Nella sua prima intervista in assoluto, con il podcaster Caleb Pressley, Hasbulla ha dichiarato: «Da bambino volevo diventare un camionista oppure un uomo d’affari. Ho imparato a fare a pugni per strada. Sono una persona pacifica ma se qualcuno ha cattive intenzioni, con me è in pericolo. Un tempo mi difendevo da solo, adesso ci pensano i miei amici, che sono più pericolosi delle armi».È sempre difficile capire se un personaggio come Hasbulla sia autentico. Pressley ha detto che «la capacità di Hasbulla di trasformarsi rapidamente da conversatore brillante a violento è ciò che lo differenzia dalle altre persone». E in effetti durante quell’intervista, pensando di aver ricevuto un insulto, Hasbulla ha reagito afferrando l’intervistatore per la cravatta e cercando di colpirlo al viso.

Parlando al Full Send Podcast, Hasbulla ha detto che vorrebbe fare tanti soldi «per aiutare i poveri: più divento ricco e più posso donare ai bisognosi. Prima quando vedevo gente ricca mi sentivo male, perché potevo permettermi ben poco. Non mi dimentico di quando sono stato in difficoltà, quindi voglio aiutare di più le persone». È un concetto che ripete spesso, quello di aiutare gli altri, e che passa anche attraverso altri desideri, come quello di diventare il Ministro degli Affari Interni del Daghestan per girare per la città alla testa di un grosso convoglio di auto e riformare le leggi sulla guida (rendendole più permissive). Di recente Hasbulla è stato trattenuto dalla polizia insieme ai suoi amici per alcune manovre spericolate nel traffico e per aver percorso una strada a velocità folle durante i festeggiamenti di un addio al celibato. Dopo l’episodio si è scusato pubblicamente ammettendo di aver esagerato. «Vorrei costruire ospedali, scuole… Anzi, scuole no, ho brutti ricordi. Ho studiato 4 anni in una scuola islamica ma sono scappato. Ho chiesto a un mio amico di portarmi via da lì. Non mi piaceva il modo in cui mi trattavano gli insegnanti e i compagni di classe. Dopo il successo alcuni mi hanno cercato ma non gli ho dato retta». Si capisce che Hasbulla ha un vissuto intenso alle spalle, essere affetti da nanismo in Daghestan non dev’essere stato facile: «Quando si è in difficoltà bisogna avere pazienza e fede, pregare» dice, «e andrà tutto bene. I periodi più duri che ho vissuto mi hanno spinto verso i miei obiettivi, mi hanno reso ciò che sono. I miei genitori sono le persone che mi hanno ispirato di più: sanno quello che abbiamo passato e ci sono sempre stati».L’unico sport di cui si interessa sono le arti marziali miste: «Dopo il successo mio padre e Khabib mi hanno dato tanti consigli. Khabib non lo vedo spesso, solo in occasione di qualche evento. So che Conor McGregor ha scritto dei tweet su di me, lo lascio parlare perché non siamo avversari. Per me non è un fighter, non lo rispetto. Se dovessi incontrarlo sarebbe un problema per lui. Non mi interessa parlarci». Possono sembrare dei litigi creati a arte, cosa non rara in questi mondi, ma quando parla Hasbulla è sempre molto serio. Una serietà che è parte del personaggio e che, in un certo senso, riscatta l'ironia con cui almeno all'inizio era visto e presentato. Se Hasbulla non è una vittima manipolata ma un attore consapevole del suo ruolo e del suo potere ci sentiamo maggiormente autorizzati a seguirlo. Anzi, quella serietà sopra le righe lo rende preoccupante, più che ridicolo.Hasbulla ha una grande passione per i coltelli, mentre è terrorizzato dai cani. C’è un video in rete in cui ne incontra uno per strada e istintivamente sfodera un coltello piuttosto grande dalla tasca, mettendosi in posizione di guardia, per difendersi. Essendo diventato così famoso Hasbulla è stato cercato da diverse star occidentali, a cui però non ha dato soddisfazione: «Non mi interessa Cristiano Ronaldo, seguo solo le MMA, e poi sono più famoso io di lui. Mi hanno scritto anche Drake e 50cent ma non li conoscevo prima, non avevo idea di chi fossero. Non ascolto musica. Con Drake ci siamo dati appuntamento a Dubai, ma non so se lo incontrerò, sono molto occupato…». Gli unici personaggi pubblici a cui è interessato sono Mike Tyson ed Elon Musk. In chiusura di intervista Hasbulla rivela le sue paure: «Cosa temo? I palazzi alti, il buio… e Dio». Impermeabile al fascino dei divi, Hasbulla rivela un inedito lato glamour ripreso in diversi video: è un fanatico di sneakers e lo si vede spendere fino a 30.000 dollari in un negozio di scarpe da ginnastica all’ultima moda.Benvenuti in DaghestanFull Send Podcast è anche andato a trovate Hasbulla in Daghestan – una prova di coraggio notevole visti i rapporti attuali tra Stati Uniti e Russia, e infatti sono stati trattenuti più di tre ore in aeroporto e interrogati singolarmente - facendo una prima tappa al camp di Islam Makhachev, in quel momento in preparazione per difendere il titolo contro Alexander Volkanovski a UFC 284 (incontro poi vinto da Makhachev per decisione unanime). Makhachev si trovava in ritiro su delle montagne innevate, a sette ore d’auto da Machačkala. Al mattino andava a correre con una trentina di amici che si allenavano con lui, correvano lunghe distanze e concludevano con sessioni di scatti in salita. Dopo si trasferivano in palestre spartane ma attrezzate, dove lottavano e si allenavano nello striking. La sera, per favorire il recupero, alternavano qualche minuto in sauna con un tuffo in un laghetto ghiacciato. Mangiavano carne di pecora grigliata per l’occasione e pesce di lago, pescato da loro, con grandi quantità di tè.Makhachev è un personaggio che intimorisce ma in realtà sa essere disponibile e amichevole. Il massimo del pericolo per la troupe di Full Send lo corrono uno afroamericano e un altro ragazzo in sovrappeso, due tipi di persone mai viste in Daghestan, che diventano soggetti per foto ricordo da conservare. Questi luoghi e questo stile di vita lontanissimo ribaltano la normale narrazione degli influencer occidentali e sono parte del fascino che anche Hasbulla esercita su parte del pubblico.

Makhachev ha scelto una meta così sperduta, per rifinire la forma fisica in vista dell'incontro più importante della sua carriera, perché è cresciuto a Burshi, un villaggio rurale con una strada e 200 abitanti. «Vivendo in un villaggio ho sempre fatto lavori di fatica: costruire, scavare, allevare il bestiame, tutto comporta uno sforzo fisico. Il duro lavoro è nel DNA dei daghestani. All’inizio mi allenavo sollevando massi. Queste condizioni plasmano veri uomini». Vicino di casa di Khabib, quando ha scoperto che lo allenava suo padre ha chiesto se poteva aggiungersi: «E così abbiamo cominciato a frequentarci. Andavamo anche nella stessa scuola, ci conosciamo da quasi vent’anni». Il padre di Khabib Nurmagomedov in punto di morte ha pronosticato: «Quando tu lascerai, arriverà Islam», e così è stato.Dopo qualche giorno la squadra di Full Send torna a Machačkala e qui compare Hasbulla, su un pickup enorme guidato da un suo amico. Scorrazzano spingendo l’auto ad alta velocità mentre Hasbulla sghignazza divertito, scherzando sul fatto che sarebbe un problema per i ragazzi del podcast, americani, se li fermasse la polizia. Dice anche che lì alcune persone lo amano mentre altre lo odiano, e lo stesso vale per i poliziotti.L’avventura si conclude con il team di Full Send che regala un’auto all’amico di Hasbulla di nome Mansur, che era costretto ad ore di autobus quotidiane per raggiungere le sue due figlie e quasi si commuove ringraziandoli.Ne viene fuori un ritratto collettivo di daghestani come persone rudi, scontrose, ma che in realtà sono il risultato delle condizioni estreme in cui sono nati e cresciuti. Come ha scritto Daniele Manusia descrivendo Nurmagomedov: «Il corpo di Khabib sembra plasmato dalla Storia dei suoi luoghi, la sua energia asciutta e concentrata ricorda quella che scorre nel fiume in cui rischiava di morire da piccolo tanto quanto il suo cardio, la sua resistenza aerobica, vengono dall’altezza delle montagne in cui il padre lo allenava».

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In definitiva Hasbulla non è altro di ciò che sembra: un ragazzo affetto da nanismo diventato famoso perché diverte il pubblico. Viene da chiedersi che cosa faccia ridere di lui, e quanto sia concreto il rischio che le persone lo trattino come fenomeno da baraccone, come un bambino buffo nonostante sia un adulto - cosa che sicuramente all'inizio ha contribuito al suo successo. Ma Hasbulla rappresenta anche il volto amichevole di un mondo che ci sembra lontano nel tempo, più che nello spazio, che ci spaventa e di cui ci rincuora vedere il lato più umano. Hasbulla, cioè, è la versione Disney dei fighter alla cui ombra è cresciuto, la versione parodica ma anche il superamento di quella stessa idea di superuomini primitivi che, al tempo stesso, sembrano annunciare un futuro brutale a cui la nostra società occidentale non è abituata. In fondo, ci diciamo, se c'è posto per Hasbulla ci può essere per tutti.Il personaggio di Hasbulla ormai è finito nel tritacarne mediatico e la massa consuma i contenuti che condivide senza approfondire e chiedersi cosa ci sia dietro, mentre lui ha un suo spessore umano e uno spirito comunicativo che hanno contribuito al suo successo. Anche se l’essere diventato virale gli ha cambiato la vita, dandogli opportunità uniche che altrimenti non avrebbe mai avuto, il mondo spartano in cui è cresciuto sembra aiutarlo a dare il giusto peso al successo, tanto travolgente quanto effimero. Sarà difficile vedere un daghestano montarsi la testa.

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