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Harry Maguire è scarso come dicono i meme?
12 mag 2022
12 mag 2022
Il centrale dello United tra cattive prestazioni e crudeltà digitale.
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Il 23 marzo si è venuto a sapere che Evan Neumann - un uomo americano di 48 anni - ha chiesto e ottenuto asilo politico in Bielorussia, dopo essere stato accusato negli Stati Uniti di aver preso a pugni due ufficiali di polizia durante l’assalto del Campidoglio. L’assalto al Campidoglio! Sono bastate queste parole per riportare la mia mente a quindici mesi fa, quando volevamo sapere tutto di quello strano uomo con le corna in testa chiamato Jacob Chansley, meglio noto come “lo Sciamano”.


 

Avere una madeleine ha un suo piacere malinconico, ma non quando ti rendi conto di aver sepolto nella memoria una delle notizie più importanti degli ultimi anni dopo poco più di un anno. È internet che ha riprogrammato i nostri cervelli a dimenticare alla stessa velocità del nostro doomscrolling? O succedono effettivamente troppe cose gravi che qualsiasi notizia - anche quella di una sommossa popolare nel Parlamento degli Stati Uniti - diventa piccola e insignificante dopo pochi mesi? Il tempo sta andando sempre più veloce o stiamo solo invecchiando?


 

Basta domande a cui non so rispondervi, parliamo di qualcosa che è davvero piccolo e insignificante. Quanti di voi hanno provato queste stesse sensazioni quando hanno visto questo meme?


 


 

È il 7 luglio del 2018, l’Inghilterra ha appena battuto la Svezia per 2-0 nei quarti di finale dei Mondiali russi. Harry Maguire ha segnato il gol d’apertura, saltando sopra al suo diretto marcatore con le movenze da gigante su un calcio d’angolo, ed è una delle colonne portanti della squadra di Southgate. È il momento in cui inizia a prendere forza l’idea che l’Inghilterra possa vincerla, quella Coppa del Mondo. Il motto it’s coming home diventa sempre più insistente. Dopo la partita, Maguire si ferma a bordo campo a parlare con la sua ragazza, Fern Hawkins, appoggiando il gomito sui divisori di plexiglas, in una posa vagamente piaciona. Hawkins, si accarezza i capelli, lo guarda con tutto l’amore del mondo, come se si stesse innamorando in quel momento (magari è così). Qualche ora dopo Kyle Walker ripubblica la foto su Twitter inventandosi una frase che potrebbe stare benissimo in bocca a Maguire in quel momento, come si fa con le vignette del New Yorker: «Sai, un buon colpo di testa non fa male. Voglio dire, nel momento in cui colpisci bene lo sai che è un buon colpo di testa. Hai capito cosa intendo, amore?». Nasce il meme che scopro chiamarsi Smooth Harry Maguire, il centrale di Sheffield diventa il simbolo di una squadra magari non bellissima ma pratica. Sì, insomma, che ci sa fare.


 

Fast forward a quattro anni dopo. Harry Maguire è diventato una riserva del Manchester United. Nella partita di fine aprile contro l’Arsenal il nuovo tecnico tedesco dei “Red Devils”, Ralf Rangnick, lo ha messo in panchina per la prima volta per scelta tecnica. «Ha avuto una settimana difficile, ho deciso di lasciargli un po' di riposo», ha detto nella conferenza stampa pre-partita. Il non detto che tutti sanno è che pochi giorni prima qualcuno ha minacciato di far esplodere una bomba a casa sua, dove vive con Fern Hawkins e i due figli. Secondo il tabloid The Sun, le cui rivelazioni vanno sempre prese con le pinze, la voce dall’altra parte del telefono avrebbe detto: «Hai 72 ore di tempo per lasciare la squadra oppure ti facciamo saltare in aria. Abbiamo piazzato tre bombe in casa tua». Pochi giorni dopo, prima dell’amichevole con la Nazionale contro la Costa d’Avorio, all’annuncio delle formazioni una parte di Wembley decide di fischiare il suo nome, nonostante con la maglia dei “Tre Leoni” non abbia ancora fatto nulla di male. Dopo la partita Barney Ronay sul Guardian scrive che questi fischi a Maguire non assomigliano alle altre contestazioni del passato: «L’idea che [Maguire] meriti di essere fischiato è del tutto mimetica, un’imitazione screen-influenced, come ripetere la battuta della tua serie preferita o urlare ai personaggi delle soap opera per strada come se fossero persone vere e proprie». La teoria di Ronay, insomma, è che fischiare Maguire abbia raggiunto una dimensione nazionale - molto più grande, quindi, dei malumori dei tifosi del Manchester United per le sue prestazioni in campo - perché fa parte di fenomeno virale, come tirarsi un secchio di acqua gelata in testa per l’ice bucket challenge, o nascondere il viso nella piega del gomito per dabbare, o bloccarsi per qualche secondo per il Mannequin Challenge (scommetto che anche questo ve l’eravate dimenticato).


 

Ora forse è più chiaro cosa hanno in comune Evan Neumann e Harry Maguire. Entrambi negli ultimi anni hanno visto le proprie vite accartocciarsi in maniera grottesca per colpa di qualcosa che pensavamo essere divertente e innocuo: i meme. Per Neumann è stata la deriva destrorsa di Pepe the Frog e delle teorie complottiste su 4chan, per Maguire invece la dinamica è stata ancora più perversa perché è stato lui stesso ad essere memificato senza che potesse farci niente. Ma come si è passati da un innocente meme su Twitter alle minacce di morte? Per Pepe the Frog ci sono fior fiore di analisi e libri che approfondiscono la questione (qui per esempio c’è un pezzo di Business Insider se siete interessati), per Harry Maguire invece la letteratura mi sembra sia ancora carente (a parte questo pezzo di Andrea Mascia su Outpump).


 

Tutto è iniziato, come abbiamo detto, da quei quarti di finale contro la Svezia. L’Inghilterra perderà la semifinale contro la Croazia, ma Maguire, perfetto con quella sua aura goffa ma simpatica, non perderà il suo appeal con la cultura di internet. Pochi mesi dopo una sua foto mentre cavalca un unicorno gonfiabile viene proposta per il rinnovo della banconota da 50 pound, che inizialmente la Banca d’Inghilterra voleva ritirare per il suo utilizzo ai limiti della legalità. La proposta diventa virale, di nuovo, al punto che persino la BBC si sente in dovere di inseguire il fenomeno con un pezzo dal titolo eloquente: «Abbiamo bisogno di Harry Maguire su un unicorno gonfiabile sulla nuova banconota da 50 sterline». Sottotitolo: «[Maguire] È un patrimonio nazionale e dovremmo onorarlo come tale». Alla fine di quella stagione Maguire passa dal Leicester al Manchester United per la cifra mastodontica di 80 milioni di sterline (un milione seicentomila banconote con Maguire sull’unicorno gonfiabile), e i tifosi dei “Red Devils” gli dedicano subito una canzone che balla pericolosamente tra l’affetto e la presa per il culo. “Harry Maguire, Harry Maguire, he fucked off Leicester for Manchester, his head’s fucking massive!”, cioè “Harry Maguire, Harry Maguire, ha mandato a fanculo Leicester per Manchester, la sua testa è fottutamente gigante!”, il tutto sulle note de La Bamba (incredibilmente, trovate il coro su Spotify).


 

Maguire, però, non sembra a disagio di fronte al suo potere memetico, anzi sembra voler trasformare l’irresistibile attrazione che la massa prova per lui in qualcosa di serio. Senza paura di mettersi sulle spalle anche tutto il peso simbolico di essere diventato il centrale di difesa più pagato nella storia della Premier League, Maguire si prende quasi subito anche la fascia di capitano del Manchester United diventando inevitabilmente il simbolo di una squadra che da una vita ormai cerca di tornare grande senza riuscirci. E quale simbolo migliore di questo ultimo Manchester United di un uomo gigante e impacciato, con il viso che sembra scolpito nella pietra e i baffetti radi e ironici da caricatura di un pittore francese?


 

Le cose iniziano ad avere una sfumatura dark alla fine di quella stagione, in cui comunque il Manchester United arriva primo tra le squadre normali (cioè terzo dietro a Liverpool e Manchester City). Maguire, come ogni ragazzo bianco inglese working class che si rispetti, passa le vacanze estive a Mykonos, ma le sue ferie diventano un incubo quando viene arrestato dalla polizia greca. Il caso, legalmente ancora aperto, non è mai stato chiarito del tutto. Secondo Maguire alcuni poliziotti greci in borghese avevano fermato il suo taxi che lo stava portando in ospedale insieme alla sorella (che, secondo questa ricostruzione, era stata narcotizzata da una “banda di albanesi”), e lui, non sapendo chi fossero e temendo un rapimento, aveva provato a scappare scatenando la rissa: «Mi hanno picchiato molto sulle gambe, ero in preda al panico. Ho avuto paura per la mia vita». Secondo la polizia greca, invece, era stato Maguire a cominciare il parapiglia, picchiando un agente sulle gambe. Mentre le conseguenze legali e il trauma psicologico di questo caso (Maguire in una recente intervista con Gary Neville ha dichiarato di aver visto uno psicologo alla fine di quell’estate) sono andati sul fondo, sulla superficie è un’altra volta rimasto il ridicolo. Che nel caso specifico è il dettaglio rivelato dal comunicato della polizia greca secondo cui Maguire, durante la rissa, tra i vari improperi avrebbe urlato: «Fanculo alla civiltà greca». Per un’altra volta, Maguire è diventato un meme.


 



Da quel momento in poi le cose per Maguire si sono avvitate verso gli inferi a una velocità sempre maggiore, come una trivella che scava verso il centro della terra. Colpa dell’Europeo perso drammaticamente in finale l’anno successivo (in cui tra l’altro Maguire calcerà il rigore di gran lunga più bello)? Certo. Colpa della successiva, disastrosa stagione del Manchester United? Certo. Ma questi non erano altro che innocui ingredienti dell’immagine di Maguire fino a quel momento - zuccherosa e divertente, ma anche appiccicosa e scura come una bottiglia di Coca Cola. La mentos che l’ha trasformata in un geyser è stata in realtà la diffusione di TikTok. Definito “nuovo CMS di Internet” da Ryan Broderick nella newsletter Garbage Day, TikTok è il social network che più di qualsiasi altro favorisce la viralità dei video più del loro contenuto. Merito del suo mitologico algoritmo ma anche, come ha scritto Vincenzo Marino nella sua newsletter Zio, della «tendenza tipica delle community di TikTok alla ‘contaminazione' dei contenuti e al loro riutilizzo: a ogni video si può replicare con un duetto, o aggiungendo altri elementi, o sfruttandone l’audio, dando così alla clip originale nuova vita e nuovi significati».


 

Su TikTok, Maguire diventa un’intera categoria di meme, come Kinder Fetta a Letto o helicopter helicopter, per intenderci. In sostanza, chiunque può prendere la “canzone” HaRrY mAgUiRe, in realtà un remix di Gangsta’s Paradise in cui una voce stridula urla “Harry Maguire” poco prima dell’iconico ritornello, e applicarla a un video in cui il centrale dello United fa una cappella. Per esempio:


 


 

Quando questo formato è diventato un genere di moda, gli utenti di TikTok hanno iniziato ad applicarlo a qualsiasi cosa pur di sfruttarne la viralità, che a sua volta veniva fomentata dallo stesso algoritmo di TikTok. La ricerca di momenti in cui Maguire faceva qualcosa di ridicolo è diventata ossessiva. Qualche altro esempio:


 


 

E questo senza contare che nel frattempo sono nati anche altri interi formati di meme che prendono in giro Maguire in maniera più creativa/violenta. Bambini-Maguire che, una volta ricevuta la palla dal proprio portiere, si cambiano maglia e provano a segnargli (senza riuscirci) (un milione e mezzo di like, quasi ottomila commenti); reaction dei tifosi del Manchester United in cui fanno finta di scansarsi dopo un video di Maguire che lancia la maglia in curva (in questo due tifosi raccolgono la maglia dello United con delle pinze e la mettono in un sacco dell’immondizia: più di 123mila like, 1286 commenti).


 

Tutti questi video girano intorno all’idea che Maguire sia inadeguato al livello del Manchester United, ma forse anche dell’intera Premier League, che sia praticamente un dilettante travestito da professionista, e che di certo non valga 80 milioni di sterline. Il prezzo come sempre ha un valore simbolico che è impossibile da obliterare, spesso anche quando le cose vanno bene, figuriamoci quando vanno male. A fine aprile un tifoso dello United ha creato una petizione online su Change.org per togliergli la fascia di capitano che inizia così: «Cari tifosi del Manchester United, siamo stanchi di questo flop da 80 milioni di dollari (sic) che si traveste da nostro capitano. Lo stesso fatto che è costato 80 milioni di pound è una vergogna e una vittoria per chi lo ha venduto». Ora, al di là del prezzo, che come sappiamo è determinato anche da logiche di mercato che poco hanno a che fare con il valore di un giocatore, quanto c’è di vero in questa idea? Maguire è davvero una pippa?


 

Di certo Maguire, con quella sua corsa da golem, sembra più goffo e impacciato degli altri quando lo United annega. E questo lo fa risaltare così tanto nelle sconfitte che a sottolinearne i tratti più ridicoli non sono solo gli utenti social in cerca di dopamine da like, ma anche i giornalisti più raffinati. Dopo la netta sconfitta con il Manchester City, Jonathan Wilson, uno degli scrittori sportivi più rispettati in circolazione, sul Guardian ha scritto: «Quando gioca male, l’aspetto di Maguire lo penalizza perché sembra così goffo da barcollare negli uno contro uno con la grazia di una statua dell’Isola di Pasqua che viene buttata giù dalla cava». Wilson sottolinea il secondo gol di De Bruyne, che arriva dopo che una prima respinta di De Gea su un tiro di Foden finisce tra le gambe di Maguire dopo che questo aveva provato a girarsi su se stesso, ma conclude: «Il punto non è sottolineare che Maguire è fuori forma e sfortunato; ma che è costantemente lasciato in balia degli avversari dal Manchester United».


 

Anche volendo isolare le prestazioni di Maguire da quelle del Manchester United, è difficile trovare conferma del fatto che il centrale dello United sia una calamità avulsa dal contesto come un tornado o un terremoto. Prendiamo il numero di errori che hanno portato a un tiro, ad esempio: Maguire ne ha commessi quattro nelle ultime cinque stagioni; Varane nello stesso lasso di tempo ne ha commessi tre (di cui uno in questa stagione, in cui secondo fbref Maguire non ne ha fatto nemmeno uno), come Lindelof. Anche a vedere il saldo di gol fatti e subiti, ed Expected Goals prodotti e subiti, per 90 minuti con Maguire in campo non si possono trarre conclusioni molto diverse: entrambi sono in positivo (il primo a 0.22, il secondo a 0.11). Non tutti i centrali dello United possono vantare gli stessi numeri: Bailly ha quello degli xG in negativo (-0.13), Lindelof entrambi (-0.32 e -0.31). Queste statistiche lasciano il tempo che trovano e sono influenzate in primo luogo dagli avversari che questi giocatori hanno affrontato nelle partite in cui hanno giocato. Astrarre le prestazioni dei singoli da quelle delle squadre in cui giocano è un’operazione che ha poco senso in ogni caso, ma dato che il punto dei meme su Maguire è esattamente questo valeva la pena specificare.


 

In realtà, quando il Manchester United ha funzionato anche Maguire è sembrato un giocatore funzionale. L’anno scorso, in cui la squadra di Solskjær è arrivata seconda in classifica e Maguire ha giocato titolare per tutta la stagione, i “Red Devils” hanno concluso il campionato con la quarta difesa della Premier League per Expected Goals subiti (dietro alle due finaliste di Champions League, Manchester City e Chelsea, oltre al Brighton). Certo, non sono mancati i momenti ridicoli, come quello già citato in cui ha tirato inavvertitamente giù Shaw facilitando il gol del Tottenham nell’ottobre del 2020, ma nemmeno le grandi prestazioni. Contro il West Ham, a marzo dello scorso anno, per esempio, Maguire ha concluso la partita con 8 palloni recuperati, un intercetto, cinque duelli aerei vinti e nessun fallo commesso. A fine anno è stato uno dei centrali migliori della Premier League per intercetti (1.8 per 90 minuti) e percentuale di duelli aerei vinti (77.5%).


 

Certo, lo United aveva un’identità reattiva che lo aiutava a nascondere i suoi limiti di mobilità in grandi spazi e soprattutto un allenatore che sembrava credere in lui, ma per tutti i giocatori si potrebbe fare questo stesso discorso. Con l’arrivo di Ralf Rangnick all’inizio di questa stagione le cose sono molto cambiate. Adesso lo United cerca di pressare la prima costruzione avversaria con più continuità e quindi di applicare una difesa molto più alta e rigidamente a zona per comprimere il campo in verticale con la linea del fuorigioco. In un sistema di questo tipo, che richiede ai difensori di prendere scelte più complesse, sono emersi i limiti di Maguire, che sembra sempre in ritardo nel capire quando spezzare la linea e uscire sull’uomo tra le linee.



Non è solo Maguire, però: spesso il Manchester United non sembra proprio allenato a difendere di reparto. Soprattutto contro gli avversari di più alto livello, e su situazioni di palla scoperta (e ancora di più in quelle di inferiorità numerica), i giocatori sembrano lasciati a se stessi nel capire come difendere, e il risultato inevitabile è che spesso prendono decisioni in conflitto tra loro. Alcuni che inseguono l’uomo in profondità, altri che salgono per tenere un’immaginaria linea del fuorigioco. In queste situazioni la difesa della United assomiglia a un gregge di pecore lasciato finalmente libero di uscire dal recinto, ma a portare la colpa sulle spalle inevitabilmente è sempre Maguire.


 

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Tre esempi dalla sconfitta per 4-0 con il Liverpool, in cui non è mai chiaro cosa dovrebbe fare la difesa del Manchester United, tra giocatori che scappano in profondità e giocatori che tengono la linea.


 

Qualcuno dirà che anche questo significa prendersi la fascia di capitano, che per certi ruoli ci vuole una forza mentale diversa, e Maguire sembra proprio entrato in una spirale psicologica in cui ogni errore apre una nuova piccola crepa nelle sue sicurezze. D’altra parte, chi sarebbe resistito dopo tutto quello che gli è successo negli ultimi mesi? Nell’intervista con Gary Neville realizzata alla fine della scorsa stagione, Maguire ha dichiarato che la sua più grande fobia è il fallimento. Arrivati alla fine di questo pezzo spero proverete un po’ più di compassione per lui, che vi sentirete di chiedere un po’ di clemenza. Più probabilmente, però, prenderete il cellulare e aprirete Instagram o TikTok per far correre libero il cervello dopo tutte queste parole. E magari, proprio perché avete letto questo pezzo, l’algoritmo dei social network vi proporrà uno dei video più visti su Harry Maguire, quasi sicuramente una delle sue "quaglie" più ridicole. Benvenuti su internet, direbbe Bo Burnham, dove l’apatia è una tragedia e la noia un crimine.


 

Il pezzo volevo chiuderlo così, poi però ho fatto un ultimo giro su TikTok per andarmi a vedere se mi fossi perso qualche video su Maguire. In realtà c’erano poche novità, a parte uno che è di fatto una compilation di occasioni avute dall’Arsenal contro il Manchester United, nella prima partita in cui è stato messo in panchina, che la squadra di Rangnick ha perso per 3-1. Solo alla fine vediamo Maguire inquadrato, seduto e con la faccia contratta. Nella caption si legge: «Mi dispiace per lui» e poi un cuore infranto. Il video ha più di centomila like e quasi duemila commenti. A volte internet è meno spietato di quanto pensiamo.


 

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