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Marco D'Ottavi
Cosa serve per segnare 14 gol in 8 partite
12 ott 2023
12 ott 2023
Come Serhou Guirassy è diventato il centravanti più prolifico d'Europa.
(di)
Marco D'Ottavi
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IMAGO / Sportfoto Rudel
(foto) IMAGO / Sportfoto Rudel
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Chancentod è una termine tedesco composto dalle parole “chancen”, opportunità, e “tod”, morte. Morte dell’opportunità, più o meno, è il senso. Nel calcio viene usata per quegli attaccanti che sbagliano molto, quelli spreconi e imprecisi, ed era stata affibbiata anche a Serhou Guirassy. Era successo dopo un episodio preciso, un errore tragico e decisivo in una partita tra Colonia e Werder Brema. Su un cross basso da sinistra che aveva solo bisogno di essere spinto gentilmente in rete, Guirassy, chissà come, aveva colpito il pallone col malleolo dopo un movimento goffo rimandandolo indietro al mittente.

A peggiorare la situazione era stato il contesto: il suo errore era arrivato sul risultato di 0-0, a pochi minuti dalla fine, con il Colonia ultimo in classifica dopo nove giornate in cui aveva segnato la miseria di tre gol. Quell’errore aveva segnato Guirassy in maniera profonda, come si vede dalla sua inconsolabile disperazione a fine partita o dal fatto che i tifosi avevano rifiutato la sua maglietta. Sembra passata una vita da quel giorno e forse è così. Oggi Guirassy è sulla bocca di tutti, il nome più caldo del calcio europeo. I tre gol segnati domenica contro il Wolfsburg - una tripletta anche per gli strani canoni della Bundesliga, visto che Guirassy li ha segnati di seguito nel giro di quindici minuti tra il sessantasettesimo e l'ottantaduesimo - sono i gol numero 12, 13 e 14 della sua stagione, che fin qui conta di appena otto partite. Sono numeri eccezionali, ovviamente, che non solo lo collocano in cima tra gli attaccanti in Europa, ma che hanno addirittura risvolti storici: nessuno prima di lui aveva segnato 13 gol in 7 partite di Bundesliga (il 14esimo lo ha segnato in Coppa di Germania), né tantomeno nella storia del suo club, lo Stoccarda. L’anno scorso a Füllkrug e Nkunku ne bastarono 16 per vincere appaiati la classifica capocannonieri del campionato tedesco, per dire. Forse, però, la statistica che meglio di tutte spiega quello che sta combinando è che Guirassy ha segnato quanto o più di 63 delle 95 squadre che fanno parte dei cinque maggiori campionati in Europa.

Ma più dei numeri in sé, a sorprendere è Guirassy stesso, il fatto che a metterli insieme sia lui, un semisconosciuto centravanti con una carriera in squadre di media o bassa classifica tra Francia e Germania. Se infatti a segnare 14 gol in 8 partite fosse stato Harry Kane, per rimanere in Bundesliga, o magari Haaland, Lewandowski, Messi, Ronaldo, quella gente lì (ma anche Lautaro Martinez, Osimhen o Lukaku) li avremmo infatti accettati serenamente come l’espressione eccezionale di fenomeni che giocano in squadre fenomenali, ma per Guirassy, qual è la spiegazione, anzi piuttosto, la giustificazione?La fiducia di Guirassy Se andiamo a indagare le medie realizzative di Guirassy in passato, un passato abbastanza lungo visto che ha 27 anni e una decina di stagioni più o meno complicate tra i professionisti, è facile individuare un pattern: dieci gol nel 2015/16 tra Lille e Auxerre a 20 anni, nove con il Colonia nel 2017/18 a 22, tredici nell’Amiens nel 2019/20 a 24, tredici nel 2020/21 con il Rennes a 25, dodici sempre con il Rennes nel 2021/22 a 26, quattordici la scorsa stagione con lo Stoccarda. Guirassy sembra far parte del grande calderone dei centravanti medi (che è diverso da mediocri), quelli che segnano con discreta regolarità - vivendo periodi di forma più o meno buoni - senza però mai avvicinarsi al fatidico muro dei 20 gol a stagione. Da giovane, addirittura, era considerato una grande promessa del calcio francese. Aveva esordito tra i professionisti con lo Stade Lavallois a neanche 17 anni e aveva giocato - e segnato - con regolarità con l’Under 17 e l’Under 19 francese, dove la competizione è tremenda. Appena maggiorenne aveva segnato 8 gol in League 2. Se non ha rispettato quelle aspettative, Guirassy ha messo comunque in mostra doti tecniche e atletiche notevoli. Vedendo alcuni suoi gol è facile rimanere impressionati (guardate ad esempio questa tripletta segnata quando era al Rennes) eppure i suoi limiti - tecnici, atletici o mentali - erano sembrati troppo grandi per farlo entrare nell’élite del ruolo.

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In questa occasione da una delle prime partite della scorsa stagione, ma ne avrei potute scegliere diverse altre, Guirassy sembra poco convinto che possa, anzi debba, fare gol. Finisce allora per calciare in maniera sufficiente un pallone che non era impossibile mettere in rete. Di certo non sceglie la miglior soluzione possibile.

Cosa è cambiato allora in questi ultimi tre mesi? Come è possibile che questo centravanti famoso per un errore pacchiano abbia iniziato a mettere su numeri migliori di quelli del miglior Lewandowski? La sua spiegazione è che, semplicemente, ha iniziato a segnare: «Fin da quando ero piccolo ero forte in più o meno tutto, oggi questo talento si traduce in grandi gol. Sono sempre stato forte con il mancino, anche se è il mio piede debole, sono bravo anche di testa. Quello che mi mancava era fare gol. Adesso faccio gol». Per il suo allenatore Sebastian Hoeness (nipote di Uli) quello che è cambiato è la fiducia di Guirassy nelle proprie potenzialità: «Ha sviluppato una grande fiducia in se stesso», ha detto, «adesso è capace di segnare gol in situazioni molto difficili e in maniera diversa, con il destro, con il sinistro o di testa». A vederli questi benedetti 14 gol è difficile non dare ragione a Hoeness. Sono tutti gol eccezionali a modo loro, gol mai banali o facili. C’è quello segnato calciando di prima, in corsa, forte e sotto la traversa; quello con un diagonale millimetrico che bacia il palo prima di entrare, quello dopo aver sterzato per evitare la scivolata del difensore, quello di piatto al volo dopo un movimento a mezzaluna per ingannare l’avversario o ancora quello con il sombrero e il pallonetto di testa che sembra uno scherzo. I due più indicativi, forse, sono i due segnati contro il Darmstadt. Nel primo Guirassy riceve spalle alla porta fuori dall’area di rigore, col primo controllo si libera dell’avversario alle spalle e poi, dopo un altro tocco, spara il pallone - è il caso di dirlo - all’incrocio dei pali. Nel secondo invece scatta sul filo del fuorigioco e supera il portiere con un delicato pallonetto. Sono due gol che coprono tutto lo spettro del centravanti perfetto - potenza prima, precisione poi - e che raccontano abbastanza bene lo stato di onnipotenza che sta vivendo.

Quando un attaccante è così in fiducia spesso si dice in senso figurato che “ogni tiro in porta è un gol”, ma per Guirassy è quasi vero, visto che i suoi 14 gol sono arrivati da 18 tiri in porta. Togliendo il calcio di rigore, parliamo di 13 gol da 6.4 npxG, che è come moltiplicare i pani e i pesci. È abbastanza esplicativo come internet abbia reagito alle prestazioni di Guirassy: in questo video, ad esempio, sono raccolti con il titolo This is What 99 Finishing Looks Like in Real Life!, qui viene definito Mr Composure, a sottolineare la naturalezza con cui sta tramutando i palloni che gli arrivano in gol. Gli aggettivi usati spaziano tra mostro, bestia, sta facendo a pezzi la Bundesliga, tutti in un misto tra stupore e eccitazione. Quanto potrà durare?Guirassy non è il primo centravanti a vivere un momento di grazia del genere, eppure otto partite così eccezionali di seguito sono tante (forse dovremmo dire sette, visto che in una, contro il Colonia, non ha segnato). Inoltre, il fatto che lo stia facendo con lo Stoccarda, una squadra che l’anno scorso si è salvata dalla retrocessione solo agli spareggi e che oggi è seconda in classifica, rende le sue prestazioni ancora più speciali. La domanda che si fanno tutti però è quanto potrà durare. Ovviamente è una domanda retorica: pensare che possa continuare a segnare un gol ogni 49 minuti è pura fantasia, ma come potrebbe assestarsi questa nuova consapevolezza realizzativa? Dobbiamo aspettarci una stagione da oltre 30 gol o Guirassy rimarrà impantanato nella sua impossibilità di arrivare a 20, per quanto impossibile da credere in questo momento? Gli indicatori statistici a riguardo sono difficili da interpretare: i suoi 0.18 xG per tiro - una misura che indica la qualità delle occasioni - sono un buon numero, ma ad esempio ci sono sei giocatori che fanno meglio di lui solo in Bundesliga. Anche per quanto riguarda gli 0.74 xG prodotti ogni 90’ (secondo dietro a Boniface) possiamo parlare di un risultato notevole, ma non così incredibile da giustificare tutti questi gol. Un calo, anche grande, è quindi inevitabile, ma si può ragionevolmente credere che, a 27 anni, Guirassy abbia trovato quel non-so-che che rende alcuni centravanti come fatti d'argento. Lo si vede anche dagli altri numeri, quelli che ci dicono come i miglioramenti di Guirassy non si limitano alla finalizzazione, ma comprendono anche tutto il resto. Rispetto alla scorsa stagione, e in media alla sua carriera, in questo inizio di stagione il centravanti dello Stoccarda è stato un rifinitore decisamente migliore (0.23 xA da 0.03), tira di più (4.06 per 90 minuti a 2.56), tocca più palloni in area di rigore (quasi il doppio), vince più duelli aerei, fa più dribbling, recupera più palloni (tutti dati Statsbomb)

Il confronto tra questa e la stagione precedente.

Sono numeri che raccontano meglio quella fiducia di cui parla Hoeness, ma anche i miglioramenti dello Stoccarda come squadra, passata nel giro di pochi mesi dall’ultimo al secondo posto in Bundesliga. Se Guirassy ha evidenti meriti in questa crescita, a cambiare le carte in tavola è stato proprio l’arrivo di Hoeness lo scorso aprile. Con lui in panchina il centravanti ha segnato 5 gol nelle ultime 8 giornate (ne aveva segnati 6 nelle precedenti 26), trascinando la squadra di forza fino agli spareggi salvezza contro l’Amburgo. Nella doppia sfida per rimanere in Bundesliga poi, Guirassy aveva segnato all’andata, in una partita in cui aveva prima sbagliato un gol facile e poi un rigore, per poi servire un bell’assist d’esterno in quella di ritorno. Cosa c’è di meglio per un centravanti che segnare tanto nel momento più delicato, quello a un passo dal baratro? Con quei gol nel finale della scorsa stagione Guirassy ha finalmente ribaltato il concetto di Chancentod, uno che spreca le occasioni, per diventare invece l’uomo decisivo. Se c’è qualcosa che può cambiare la fiducia di un calciatore, è sicuramente questa. Da quei giorni, per fare un esempio piccolo ma forse significativo, la sua pagina Instagram ha ripreso vita, dopo anni di uso a singhiozzo, per raccontare i suoi successi, quelli col Colonia e le sue convocazioni con la Guinea, Nazionale che ha scelto di rappresentare più o meno un anno fa (e magari anche questo potrebbe aver avuto un ruolo).

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Guirassy ha detto di sentirsi «a casa» a Stoccarda e che in estate ha rifiutato delle offerte di trasferimento perché sente di «essere in famiglia». Solo frasi di circostanza?

In quei giorni di maggio, il primo - l’unico? - ad accorgersi dell’evoluzione di Guirassy era stato Lothar Matthäus. A un giornalista che gli aveva chiesto chi avrebbe preso al Bayern Monaco per occupare il ruolo di centravanti titolare aveva risposto: «Prenderei Guirassy [...] Per l’ennesima volta mi ha stupito contro l’Eintracht: è bravo con il pallone tra i piedi, è veloce e fisicamente forte. Ha tutto ciò di cui ha bisogno centravanti top: è forte quanto Kolo Muani ma costa molto meno. Perché il Bayern non dovrebbe provare a prendere Guirassy? Kane è già troppo vecchio; Osimhen sarebbe davvero troppo costoso, così come Kolo Muani, il cui valore è aumentato anche troppo dopo la Coppa del Mondo». Per quanto continui a suonare incredibile, è quello che in molti si stanno chiedendo oggi. Il Bayern Monaco avrebbe dovuto spendere la decina di milioni necessaria a portarsi a casa Guirassy invece dei 100 per Kane? È una domanda che è ancora un po’ un azzardo, ma già che sia possibile pronunciarla spiega quanto sia cambiata la vita a Guirassy in otto partite.

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