3496 chilometri totali per 21 tappe, da Monreale a Milano. È questo, in sintesi, il Giro d’Italia 2020, l’edizione numero 103 della Corsa Rosa che partirà sabato 3 ottobre con una cronometro di 15 chilometri da Monreale a Palermo. Per la prima volta si correrà a ottobre, per i motivi che probabilmente tutti voi già conoscete. A causa della pandemia tutto si è fermato per mesi, anche lo sport, e quindi ovviamente anche il ciclismo. Dopo la Parigi-Nizza di inizio marzo non si è più corso fino ai primi di agosto. Circa 5 mesi di pausa forzata, senza poter uscire ad allenarsi, senza poter correre alla ricerca della condizione migliore.
In questo contesto è già una vittoria che la stagione sia ripartita, anche se con un calendario per forza di cose modificato, compresso in questi ultimi mesi dell’anno che ci rimangono prima dell’inverno. E così la Milano-Sanremo, la classica di primavera, è slittata all’8 di Agosto. Il Lombardia, la classica delle foglie morte, è stata anticipata a ferragosto. Il Tour è partito con un mese e mezzo di ritardo e il Giro d’Italia ha dovuto abbandonare il mese di maggio per trasferirsi a ottobre. Abbiamo già avuto modo di vedere in questi primi due mesi di gare che il lungo stop ha agito in modo diverso sui vari ciclisti. C’è chi ha accusato problemi alla schiena, chi ha subito dei crolli improvvisi, chi non ha ancora ritrovato la brillantezza giusta per tornare ad essere davvero competitivo.
Per la prima volta il Giro d’Italia arriva dopo il Tour de France, che ci ha regalato la rocambolesca vittoria di Tadej Pogacar, 22 anni compiuti il giorno dopo l’arrivo a Parigi. Per il secondo anno consecutivo la Grande Boucle è andata a un ciclista giovanissimo, alla prima vittoria in un grande giro, segno che le nuove leve sono ormai pronte a prendersi la scena. Vedremo se questo trend si ripeterà anche in Italia.
Non ci sarà quello che sarebbe stato sicuramente l’osservato speciale di questa edizione, cioè Remco Evenepoel, che ha concluso la sua stagione giù da un ponte al Lombardia con una frattura al bacino. Ci saranno però altri nomi da seguire, oltre ovviamente a salite storiche da affrontare, in un percorso che per tre settimane, coronavirus e meteo permettendo, speriamo possa farci vivere momenti di grande ciclismo.