Dopo mesi di speculazioni, squalifiche, arresti, infortuni, chiacchiere più o meno assortite e fantasy draft, la NFL è pronta finalmente a ricominciare davvero. Riprenderà proprio da dove aveva finito, da quel Broncos-Panthers che a Febbraio aveva assegnato il titolo. Tanto è cambiato per i campioni in carica e tanto è cambiato per la NFL, che nel frattempo ha perso alcuni dei suoi interpreti già illustri come Charles Woodson, Calvin Johnson e Marshawn Lynch.
Ma la NFL non è una lega che si piange addosso, quindi ecco una lunga panoramica sulla stagione 2016.
Chi vincerà la NFC North?
Francesco Cugusi
Quando pensiamo alla NFC North non possiamo fare a meno di pensare ad una popolazione che ha dedicato la vita della città intera al football, quella di Green Bay, e che soprattutto negli ultimi anni è stata ampiamente ripagata per soddisfazioni ottenute.
Ci sarebbe però un insidia concreta che si cela dietro al loro presunto dominio annunciato, i Minnesota Vikings che in cabina di regia hanno il mio quarterback preferito tra i giovani, Teddy “B-good” Bridgewater, e che, se non fosse stato per la sventurata prova del loro kicker contro Seattle negli ultimi playoff, si sarebbero ulteriormente legittimati come nuova potenza nella NFC.
Il problema, però, è che prima della quarta gara di pre-season, proprio Bridgewater si è infortunato in allenamento. Un infortunio al ginocchio così cruento che alcuni compagni hanno iniziato ad avere il voltastomaco. Si è capito subito che molto probabilmente non vedremo il gioiellino dei “Vikes” in campo quest’anno.
Con Chicago eterna incompiuta (e senza due pedine cardine come Martellus Bennett e Matt Forte), e Detroit che vuole ripartire da zero con l’ex Patriots Bob Quinn, i Vikings avrebbero avuto più di una chance per spodestare Green Bay che però, allo stato attuale delle cose, sembra non avere rivali per il titolo divisionale.
Manuel Tracia
Concordo: i Green Bay Packers sono ancora la squadra più quadrata. Il ritorno dall’infortunio di Jordy Nelson e l’arrivo di un talentuoso, ma discontinuo, tight end come Jared Cook dovrebbero fornire le giuste armi ad Aaron Rodgers che l’anno scorso dopo un buon inizio si è normalizzato in un contesto tecnico insufficiente. Per l’attacco incombe sempre l’incognita del peso forma di Eddy Lacy ma la difesa sembra in grado di supportare Rodgers e compagni tranquillamente fino alla post season.
Dispiace invece parecchio per Bridgwater. Con lui i Minnesota Vikings erano veramente vicini a diventare the next big thing nella NFC. L’anno scorso sono andati meritatamente ad un kick dall’eliminare una squadra, magari appannata ma competitiva, come i Seahawks. E proprio questi “Vikes”, al completo, mi ricordavano da vicino i Seahawks del 2014. Sembrano crederci anche nel Minnesota, tanto che per sostituire il loro starting quarterback hanno speso un 1° e un 4° giro per Sam Bradford. Mossa che mi intriga molto. Certo, entrare in una offense a otto giorni da week 1 non è il massimo, ma considerando la forte difesa e il fattore Adrian Peterson, Bradford potrebbe limitarsi ad essere un game manager di successo.
Sono meno pessimista per quanto riguarda i Bears, che dopo anni difficili potrebbero raggiungere lidi finalmente migliori. Le partenze di Bennett e Forte dovrebbero essere almeno in parte colmate dal ritorno di Kevin White da affiancare ad Alshon Jeffrey. Mentre non sono da sottovalutare le aggiunte sul lato difensivo della palla che il front office ha operato per far tornare la difesa dei Bears temibile. Trevathan non sarà forse insostituibile per i campioni ma resta un “heck of a player” e Leonard Floyd è un rookie di grande talento che può dare un contributo immediato alla causa.
Più transitoria la stagione per i Lions che devono capire come si vive senza Megatron (ci proveranno con la coppia Golden Tate – Marvin Jones) e devono assolutamente provare a tornare ai livelli difensivi di due anni fa per avere qualche possibilità in questa division.
Purtroppo l’infortunio accorso a Bridgewater ci ha negato di vedere cose come questa la prossima stagione.
Chi vincerà la NFC East?
Francesco
Nel momento in cui scriviamo c’è un asterisco grosso come una casa nella casella dei Dallas Cowboys; con Tony Romo, il quarterback titolare, fuori 6/10 settimane per infortunio, e il rookie Dak Prescott (molto promettente) che deve ancora assaggiare le partite che contano. Insomma, non possiamo fare troppo affidamento su quello che almeno tempo fa era considerato the American Team.
La strada sembra essere spianata per i Redskins, che lo scorso anno si sono dimostrati solidi, con un progetto serio alla base, e che possono sfruttare il fatto che Philadelphia sia un cantiere aperto, così come i Giants di New York, che devono ripartire senza il coach di sempre, Tom Coughlin.
Jay Gruden, coach dei Redskins, deve assolutamente sfruttare questo momento non brillante della division per assicurarsi il primo posto. Potrà prendersi un vantaggio immediato vincendo almeno 2 delle prime 3 gare di regular season, dove affronterà Pittsburgh, Dallas e Giants.
Manuel
Non sono così sicuro che i Redskins riusciranno a bissare così facilmente, sia perché è dal 2004 che nessuno vince questa division due volte di fila, sia perché vedo Cowboys e Giants abbastanza attrezzate per puntare al titolo. Kirk Cousins deve confermarsi ad alti livelli e la perdita di Alfred Morris lascia un grosso punto interrogativo sul gioco di corsa, con un Matt Jones che lo scorso è stato disastroso (dati alla mano ai livelli di Trent Richardson per capirci). Se non fosse stato per la presa di Josh Norman, tagliato dai vice-campioni in carica in primavera, la off-season poteva dirsi estremamente negativa.
A Dallas non servirà molto per agganciare il treno playoff. Basterebbe che Prescott riuscisse a fare meglio della coppia Weeden-Cassell. Per fare strada dopo servirebbe tutta un’altra difesa, ma questo è un altro discorso: li vedo ancora favoriti.
Per quanto riguarda i Giants, sono tra quelli che pensava che Coughlin nelle ultime due stagioni fosse più un peso che un valore aggiunto. Per questo sono curioso di vedere cosa riuscirà a fare McAdoo, su cui nutro buone speranze. La faraonica free agency, con le aggiunte del difensive line Olivier Vernon e del cornerback Janoris Jenkins, dovrebbero poi fare il resto. Gli Eagles, come hai detto, sono in piena fase di “normalizzazione” dopo l’uragano Chip Kelly e credo più che puntare alla division debbano cercare di ritrovare il bandolo della matassa, soprattutto ora che Bradford è out of town. Interessante però il ritorno in NFL dell’ex HC dei Lions Jim Schwartz e della potente linea capitanata da Fletcher Cox.
E pensare che Weeden è stato un 1° giro…
Chi vincerà la NFC West?
Francesco
Questa è una delle division che ritengo più interessanti, soprattutto per quello che sta provocando a livello mediatico il ritorno a Los Angeles dei Rams, a cui però non basterà probabilmente il QB rookie fatto in casa Jared Goff. I colossi Cardinals e Seahawks sembrano inavvicinabili.
I Cardinals sono al terzo anno da considerarsi “do or die”, con l’eterno Palmer e una difesa ottima ma che ha visto, soprattutto nella secondaria, qualche defezione di troppo nel mercato della free agency.
Punto quindi sulla consistenza di coach Carroll e dei suoi Seahawks, che proprio grazie al nucleo di giovani alla base del team da qualche stagione, primo su tutti Russell Wilson, possono permettersi di giocarsela sempre. Hanno già dimostrato di avere una offense completa anche senza Marshawn Lynch, e nonostante sia convinto che il bye week alla quinta giornata alla lunga presenti il conto, apriranno la stagione con una serie di 5 gare tutt’altro che proibitive: Dolphins, Rams, 49ers, Jets e Falcons in casa al ritorno dalla sosta. Se tutto dovesse andare come previsto, dovrebbero arrivare allo scontro di week 7 coi Cardinals col record immacolato.
Manuel
I Seahwaks lo scorso anno in regular season sono stati troppo brutti per essere veri. Certo, Lynch non si sostituisce dall’oggi al domani (ma se resta sano attenzione alla sorpresa Thomas Rawls) e la offensive line non ha fatto passi in avanti rispetto a quella ballerina di 12 mesi fa. Eppure li vedo favoriti, anche perché il gruppo mi pare avere ancora fame.
Ai Cardinals è sempre mancato un quarto per fare il dollaro ma credo che questo possa essere l’anno giusto. Se è vero che non ci sono stati upgrade significativi, oltre a Chandler Jones, l’esperienza della bella cavalcata ai playoff dell’anno scorso può essere oro. Sarà una bella lotta a due.
Sarà difficile non innamorarsi di questi Rams che tornano a casa ma, storytelling a parte, ci aspetta la solita mediocre stagione Fisheriana. Jared Goff non ha risolto nel breve periodo il problema dietro al centro e la difesa ha perso due pezzi solidi come Jenkins e McLeod – anche se questo Donald è talmente forte da poter fare reparto da solo.
Nella baia, infine, per me l’unico motivo di interesse sarà il signore in visiera sulla sideline.
Come si fa a non darli per favoriti ogni anno?
Chi vincerà la NFC South?
Francesco
Questa Division sembra già nelle mani di Cam Newton e dei suoi Carolina Panthers. Dopo essere stati annientati dalla difesa dei Broncos allo scorso Super Bowl, hanno tutto per poterci tornare. Nessuno infatti tra Falcons, Saints e Buccaneers pare abbastanza competitivo da pensare ragionevolmente di dare fastidio ai Panthers.
New Orleans finché avrà Drew Brees in cabina di regia potrà sempre compiere imprese, ma il roster ha troppe falle e la difesa non mi convince.
C’è però una di queste tre squadre che stuzzica il mio interesse. I Falcons hanno un attacco che può mietere vittime su qualsiasi campo, e una difesa legittimata dalla guida dell’head coach Dan Quinn (ex coordinatore della fenomenale legion of boom di Seattle), che si è regalato un paio di tasselli niente male all’ultimo draft: Keanu Neal (safety – Florida) e Deion Jones (linebacker – LSU). Sarà interessante vederli nel sistema difensivo di Atlanta.
Detto questo però, siamo ancora un pochino lontani dalla quadratura del cerchio. I Falcons, come secondi in division, possono tranquillamente ambire ai Playoff.
Manuel
Se non bastasse, Cam Newton ha ritrovato un ricevitore da 1000 yard come Kelvin Benjamin e la difesa, anche se orfana di Josh Norman, dovrebbe assicurare il primo posto nella division.
I Falcons per me lo scorso anno si sono sciolti un po’ troppo facilmente dopo un ottimo inizio e credo che questa mancanza di solidità sia ancora irrisolta. L’attacco può vantare l’aggiunta di un onestissimo secondo WR come Mohamed Sanu, dopo che Roddy White non era riuscito a dare un contributo solido nel 2015, e il trio Ryan-Jones-Freeman regalerà soddisfazioni. Continuo a vedere poca qualità e profondità negli 11 difensivi per pensare che possano giocarsela con i Panthers lungo tutta la stagione.
I Saints avranno anche preoccupanti buchi tra difesa e offensive line ma le armi a disposizione di Drew Brees quest’anno mi fanno venire l’acquolina in bocca. Ai vari Cooks, Snead, CJ Spiller si sono aggiunti due nomi come Michael Thomas (da The Ohio State) e Coby Fleener dai Colts, pronti a fare sfaceli innestati da Brees.
I Bucs sembrano l’eterna incompiuta. Sempre tanto talento da entrambi i lati del campo (basti pensare a Jameis Winston, Mike Evans, Vincent Jackson, Doug Martin, Sefarian-Jenkins in attacco e Gerald McCoy, Lavonte David e il neo arrivato Brent Grimes in difesa) ma mai nessun allenatore che abbia trovato la quadratura del cerchio. E di tutte le scelte che potevano fare per sostituire Lovie Smith al timone, per me hanno fatto quella più sbagliata in assoluto, promuovendo l’OC Dirk Koetter.
Cam Newton ritrova un pezzo da 90 per provare a tornare al Super Bowl.
Chi vincerà la AFC North?
Francesco
In AFC esistono molte rivalità ma poche sono accese, muscolari, feroci, come lo sono le sfide tra Steelers e Ravens. Negli ultimi anni hanno sempre avuto roster competitivi e nelle loro sfide ci si è giocati sempre, oltre l’onore o il rispetto, anche le sorti del“girone”. Cleveland ha detto poco o nulla negli ultimi anni e Cincinnati recita il ruolo di mina vagante, con una difesa di livello assoluto ma un attacco che tende a gelarsi nei momenti chiave. La stagione che comincia non è facile da pronosticare.
Lo scorso anno Baltimore è stata falcidiata da una serie di infortuni che sembrava infinita, ma rimane una delle squadre che lavora meglio coi giovani e programma al meglio le operazioni per ogni partita. In più ha elementi nel roster, come Suggs, Mosley, Jernigan e Dumervil, che ti obbligano a fare sempre i conti con la loro difesa.
Pittsburgh, se riesce a presentare una difesa altrettanto capace di tamponare gli avversari, può chiudere in bellezza la stagione regolare. Su quello che è da sempre stato un difetto gli Steelers hanno lavorato al draft, usando le prime due scelte a disposizione per prendere due cornerback: Artie Burns (Miami) e Sean Davis (Maryland).
Gioco i miei famosi 2 cents sulla fame di Big Ben Roethlisberger di dire ancora la sua in una AFC vedova di Peyton Manning. Roethlisberger rivaleggia con Tom Brady come quarterback migliore di conference, con in più dalla sua armi di valore assoluto come Le’Veon Bell e Antonio Brown.
Manuel
Sarà una lotta a due tra Bengals e Steelers. Vado anche io con gli “acciaieri” perché, anche con una difesa che mi convince sempre pochissimo e la squalifica di Martavis Bryant, hanno l’attacco più esplosivo di tutta la NFL (Big Ben, Antonio Brown, Le’Veon Bell). A questo aggiungiamo che proprio Bell che ha tanto da farsi perdonare per le tre giornate di squalifica.
I Bengals hanno invece vissuto una off-season dalle due facce. Se da una parte possono ritenersi felici per aver confermato gran parte del blocco della secondaria che aveva fatto bene lo scorso anno (con Adam Jones e George Iloka), dall’altra hanno perso molti giocatori di talento sia in difesa, con Reggie Nelson e Leon Hall, che in attacco, con Marvin Jones e Mohamed Sanu. Troppo per non vederli una tacca sotto la versione 2015.
I Ravens non partono con i favori del pronostico e, anche al netto del rientro di vari giocatori e di buone scelte in off-season (Ronnie Stanley dal draft e Eric Weddle dai Chargers su tutti), non vedo abbastanza solidità per vincere una division equilibrata come questa.
Lato Cleveland bocciato l’esperimento Mike Pettine si riparte da Hue Jackson, che sembra l’uomo giusto per dare una lustrata a questo attacco. Se poi RGIII e Josh Gordon mantengono le promesse di questa pre-season potremmo anche non avere la solita squadra materasso e questa divison si candiderebbe ancora una volta come una delle più belle e combattute.
Se solo riuscisse a giocare tutta una stagione intera
Chi vincerà la AFC East?
Francesco
Buffalo ha draftato due elementi sensazionali per la difesa. Con le prime due picks a disposizione hanno scelto Shaq Lawson e Reggie Ragland, con il solito obiettivo di fermare l’attacco di New England, che impedisce ormai da anni a Jets, Bills e Dolphins di ambire a qualcosa di più di un secondo posto. Peccato che Lawson (PUP list – potrà rientrare dalla week 6) e Reggie Ragland (probabilmente salterà la stagione) si sono infortunati in maniera significativa e non potranno aggiungere nulla ad una difesa ben allenata da Rex Ryan ma ancora opaca.
Anche i Jets si sono concentrati sulla difesa selezionando una coppia di outside linebackers nelle prime 3 pick, ma ci vorrà una stagione perfetta da parte dell’attacco per tenere il ritmo delle rivali. I Dolphins hanno lavorato in maniera intrigante, con la selezione del tackle Tunsil e la firma del veterano Arian Foster, ma rimane molto da fare anche per il capo allenatore Adam Gase che ha da troppo poco in mano le chiavi dei ‘Fins.
New England sembra ben messa, soprattutto in difesa. L’obbligo di giocare le prime quattro gare di stagione con la riserva di Tom Brady, cioè Jimmy Garoppolo, potrebbe causare una partenza a singhiozzo. Ma sembrano poter sopravvivere: potrebbero perdere la division solo suicidandosi.
Manuel
Sulla carta i Patriots hanno le mani sulla division, come ogni anno. Quindi passo a parlare direttamente dei Dolphins, che invece aspetto al varco. Adam Gase sembra l’uomo giusto per incanalare il talento dell’offense sui giusti binari dopo la gestione disastrosa di Joe Phiblin (che nel frattempo ha trovato rincalzo come OL coach dei Colts, auguri). Non vedo l’ora di vedere cosa riesce a combinare l’ex OC di Broncos e Bears con Ryan Tannehill che sembra abbastanza maturo per esplodere definitivamente. In off-season si sono mossi bene per cercare di tappare i buchi in uno dei reparti peggiori come l’offensive line draftando Laremy Tunsil (la steal dello scorso draft) e pescando il solido veterano Kraig Urbik in free agency. Se alla partenza di Olivier Vernon hanno risposto con la firma di Mario Williams, la difesa resta ancora abbastanza inconsistente e la partenza di Brent Grimes è stata ricucita in maniera dubbia dall’arrivo di Byron Maxwell da Philadelphia.
Se Fitzpatrick riesce a bissare la bella stagione del 2015 vedo i Jets di Bowles pronti per una meritata wildcard. Matt Forte non sarà nel fiore degli anni come Ivory, approdato nel frattempo ai Jaguars, ma aggiunge un’altra arma per il passing game e Darron Lee (da The Ohio State) e Jordan Jeknins (da Georgia) sono due bei giocattolini per l’ex DC dei Cards.
Purtroppo questa versione dei Bills somiglia sempre più all’ultima versione dei Jets. Tra le perdite dovute al cap, come Mario Williams, e, come indicavi tu, quelle per infortunio di Lawson e Ragland, Rex Ryan è costretto ad affidarsi a veterani dall’usato sicuro. Non certo quello che aveva in mente. Peccato perché in due anni questi Bills sono passati da una delle più eccitanti underdog all’ennesima versione piatta di Buffalo.
Questo è il nuovo tight end…di riserva dei New England Patriots.