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Redazione
Guida ufficiosa alla Coppa d'Asia
15 gen 2015
15 gen 2015
Daniele V. Morrone con Emanuele Marlia e Andrea Bracco analizzano le reginette del ballo e le semplici comparse. A che punto è lo sviluppo del calcio asiatico?
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Quanto sia difficile il processo di crescita di un movimento calcistico lo sta capendo sulla propria pelle il continente asiatico. Dopo una crescita costante negli ultimi venti anni le nazionali di punta sono tutte uscite ridimensionate dal Mondiale in Brasile: nessuna asiatica ha superato i gironi - uno scoglio che ormai sembrava superabile dopo l’edizione del 2010 - e alcune lacune mostrate sono sembrate strutturali. Il morale in Asia non era così dimesso da decenni, perché in fondo a tutti piacciono le storie vincenti, le parabole solo ascendenti e le fasi di assestamento sono viste come passi indietro.

 

La sedicesima edizione della Coppa d'Asia è cominciata lo scorso 9 gennaio e si sta tenendo in Australia, ma per via del dislivello tecnico tra le varie Nazionali entrerà nel vivo solo una volta superata la fase a gironi.

 

Daniele V. Morrone, Emanuele Marlia e Andrea Bracco hanno analizzato le partecipanti, suddividendole in “favorite”, “possibili outsider” e “squadre del cuore”, nel senso di quelle che seguiranno con maggiore attenzione. Nella quarta parte hanno discusso delle partite giocate fin qui.

 





 
 


La mia impressione è che la Coppa d’Asia 2015 venga vista (con eccezione naturalmente dei padroni di casa dell'Australia) come una competizione di passaggio verso i Mondiali del 2018 in Russia. Chi, come Giappone o Corea del Sud, ha cambiato CT dopo il Mondiale non ha avuto il tempo di intervenire sulle lacune riscontrate al Mondiale; e per chi, come Corea del Nord o Cina, sogna il ritorno sotto i riflettori avere una competizione a tre anni e mezzo dal Mondiale in Russia serve più che altro per dare esperienza a nazionali zeppe di U23. Nonostante le tante storie interessanti tra le nazionali minori e il ridimensionamento delle Nazionali di punta, il divario tra le squadre rimane ampio, con una rosa molto ristretta di favorite per il titolo.

 

Due soli nomi per quanto mi riguarda:

e Giappone. Le finaliste dell'edizione 2011. I padroni di casa ospitano per la prima volta la coppa dopo il trasferimento dalla federazione oceanica. L’idea di non voler più essere una balena che nuota in uno stagno ha portato l’Australia ha confrontarsi con realtà più adeguate al suo livello e questa è l’occasione buona per arrivare davanti a tutti. Con un campionato in grado finalmente di portare materiale alla Nazionale, il CT Postecoglou ha lasciato solo Tim Cahill come elemento insostituibile della generazione d’oro che quasi eliminò l’Italia nei Mondiali 2006.
Cahill, che è uno dei pochi giocatori al mondo ad aver avanzato la propria posizione invece di arretrarla andando avanti con l’età, è il punto di partenza della squadra e la sua definizione stessa. In una squadra che varia tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3 l’unica costante sono i cross sul secondo palo per la testa dell’attaccante dall’improbabile numero 4. Dietro a Cahill la spina dorsale è formata dal miglior portiere d’Asia Ryan (che ha solo 22 anni e un ottimo gioco con i piedi), dal centrale Spiranovic e dal centrocampista difensivo e capitano Jedinak. Gli esterni sono veloci e quando la squadra vuole può anche giocare un calcio propositivo e non limitato ai lanci per Cahill. Giocando in casa non dovrebbero essere un problema i limiti difensivi, mentre potrebbe uscire fuori l’incapacità di sfruttare tutto il campo contro squadre chiuse.

 

http://youtu.be/c1Emol3m-mk?t=12s



 

Il

è uscito con le ossa rotte dal Mondiale e in Aguirre ha trovato un CT che ha ancora bisogno di tempo a disposizione, anche solo per capire il materiale di cui dispone. La rosa però rimane la migliore d’Asia. Rispetto al Giappone cerebrale di Zac la versione di Aguirre vuole essere più pragmatica, abbracciare un classico 4-3-3 con meno scambi di posizione per evitare che Honda e Kagawa si invadano lo spazio a vicenda. Nei pochi mesi a disposizione Aguirre ha apportato molto poco in termini di nomi nuovi spendibili per il Mondiale in Russia, con i soli Yoshinori Muto e Gaku Shibasaki (entrambi di 22 anni) che sicuramente rimarranno a lungo in nazionale. La riluttanza a dare spazio ad altri giovani per apportare un minimo di cambio di ciclo è data principalmente dalla necessità per Aguirre di vincere la competizione. Il pubblico giapponese sarà pure disincantato, ma un secondo fallimento consecutivo non sarebbe accettato. I problemi strutturali in difesa non sono stati affrontati, ma la rosa è tale da permettere la vittoria della coppa.

 
 


Nonostante l’imprevedibilità della Asian Cup, vedo come favorite per la corsa al titolo l’Australia, il Giappone e l’Iran. Sicuramente l’

di Postecoglou è tra le favorite del torneo grazie alla possibilità di schierare giovani talenti pronti a mostrare le loro qualità, come il portiere Mathew Ryan del Brugge, Tommy Oar dell’Ultrecht, coadiuvati da vecchie glorie come Tim Cahill e Mark Bresciano. Ovviamente per passare il girone, doveva chiudere in fretta le pratiche

e

per potersi giocare il primo posto con la

, che sta attraversando un momento calcistico negativo non solo per via di un ricambio generazionale, ma anche di una forte indecisione a livello federale. Basta citare la difficoltà incontrate nella scelta del tecnico che sostituisse Hong Myung-Bo, dimessosi dopo il Mondiale in Brasile.

 

Anche il

del neo CT Aguirre parte come favorito del torneo, e da campione in carica. La Nazionale del Sol Levante arriva alla Coppa d’Asia dopo un anno difficile, che ha visto i Samurai Blu disputare un pessimo Mondiale in Brasile sotto la guida di Zaccheroni, e successivamente l'esplosione dell’ “Aguirre-Gate”, ovvero la presunta presenza del nome del tecnico messicano tra gli indagati di una eventuale combine nella Liga durante la stagione 2010/11. Nonostante la mancata convocazione di Takashi Usami del Gamba Osaka (su cui non concordo), l’organico nipponico rimane di primissimo livello per la kermesse asiatica. La squadra giapponese è un'ottima amalgama di giocatori “europei” (Honda, Yoshida) e giocatori di J.league (su tutti i due talenti del Tokyo FC Morishige e Yoshinori Muto, il colosso del Sagan Tosu Toyoda, il duttile centrocampista Gaku Shibasaki degli Antlers e il suo compagno di squadra Naomichi Ueda degli Antlers, giovane talento da tenere sotto osservazione.)
Con tranquillità e concentrazione Honda ed i suoi possono superare un abbordabile girone e raggiungere la riconferma come campioni, riscattandosi dalle ultime brutte prestazioni. Quello che manca a questa squadra è il gioco piacevole ed elegante che contraddistingueva la squadra di Zaccheroni, finora non pervenuto durante le amichevoli disputate sotto la guida di Aguirre.

 

https://www.youtube.com/watch?v=4mYlmvYicpo



 

Oltre alle due squadre sopra citate si deve aggiungere l’

. Organico importante per il portoghese Queiroz, reduce dalla partecipazione al mondiale in Brasile (la squadra si è classificata ultima nel suo girone dopo aver mostrato un catenaccio d’altri tempi). Tutto gira attorno a “Gucci”, calciatore del Charlton Athletic, punta rapida e dotata di un pregevole piede sinistro. A centrocampo Queiroz schiera il capitano Nekounam, ritornato all’Osasuna dopo l’esperienza in Kuwait e fulcro del gioco difensivo del portoghese. Da segnalare anche l’esperto centrocampista Teymourian del Tractor Sazi e Dejagah dell’ Al Arabi.

 
 


Indicare le favorite di un torneo non è mai facile. Nella Coppa d'Asia che vedremo quest'anno a mio parere i padroni di casa dell'

partiranno in leggero vantaggio rispetto alla concorrenza, con Giappone e Corea del Sud un gradino indietro, al netto delle sempre presenti (ed inevitabili) sorprese che possono verificarsi durante il torneo. I “Socceroos” hanno una squadra esperta e ben amalgamata grazie al nuovo corso targato Ange Postecoglou; il tecnico che, come già detto da Daniele ed Emanuele, è entrato in carica prima del Mondiale brasiliano e ha prima valorizzato molti prodotti locali mixandoli ai soliti "europei", e poi puntato forte, ancora una volta, sul ruolo importante di Cahill. L'asso australiano partirà come "falso nueve" con il capitano Jedinak a guidare la mediana e il giovane (ma talentuoso) portiere Ryan a dirigere la retroguardia.

 

Subito dopo, come è stato detto, vengono

e

. A livello di rosa non hanno nulla da invidiare all'Australia, ma entrambe vivono un momento non felice dal punto di vista tecnico; se la gestione Aguirre sta facendo storcere il naso al pubblico nipponico, anche a Seul e dintorni non sono soddisfatti delle prove dei Taeguk Warriors allenati da Stielike. La Coppa d'Asia sarà il banco di prova decisivo per entrambi.

 
 





 
 


A mio avviso le altre due reduci del Mondiale Iran e Corea del Sud partono come possibili outsider più che come vere e proprie favorite. Come le due favorite hanno debolezze, ma anche meno talento a disposizione. L'

è uscito a testa alta contro l'Argentina di Messi in Brasile, ma non può pretendere di impostare una partita di sola difesa posizionale e contropiede contro squadre che non hanno interesse a creare. Ben diversa potrebbe essere la storia contro le due favorite, dove una partita di transizioni offensive potrebbe creare tanti problemi a squadre propositive ma fragili dietro come Australia e Giappone.

 

La

è in una fase delicatissima della propria storia recente. La squadra partita per il Brasile era chiaramente ad inizio ciclo avendo in rosa tanti reduci dall'under 23 di Londra 2012, ma la brutta figura rimediata ha ingigantito i problemi di finalizzazione, la poca freddezza ed elasticità mentale di chi scende in campo e la fragilità nella difesa posizionale. Un vero disastro. La squadra è ripartita dalla stella Ki a centrocampo e da Lee e Son sugli esterni. Rimane cronica l'assenza di una punta e di un portiere affidabile e tutto sembra girare intorno alla forma davanti alla porta di Son quando taglia verso il centro. La rosa rimane in grado di arrivare alle semifinali, ma le domande senza risposta rimangono troppe per poter parlare con sicurezza di qualcosa di più.

 

Ultima tra le outsider mi sento di mettere l'

. Una nazionale dall'incredibile fragilità mentale in grado di spararsi sui piedi con una frequenza quasi voluta, che rimane però una squadra in grande crescita e la favorita tra gli hipster del calcio asiatico (un po' quello che era la Bosnia prima del Mondiale). L’Uzbekistan poggia su un equilibrio in cui l'ottimo lavoro a livello giovanile va ad inserirsi in una squadra che gioca ormai a memoria, e dove i centrocampisti Djeparov e Ahmedov sono senza dubbio tra i migliori della competizione. Se non fosse che sono sicuro in un loro suicidio in caso di semifinale li inserirei tra le favorite. Basterebbe un piccolo step mentale…

 
 


Una da tenere d'occhio è senza dubbio l'

, che già in Brasile aveva mostrato un carattere incredibile resistendo anche agli assalti argentini, sfiorando più volte la vittoria. Per capire dove Ghoochannejad e compagni possano arrivare bisognerà attendere la seconda fase, nella quale le forze in campo faranno davvero la differenza. Con "Gucci", Nekounam, Dejagah, Teymourian più il giovane (classe 1995) Azmoun, nulla è precluso.

 

http://youtu.be/JitpOO6kMq8?t=9s



 

Il secondo nome che mi sento di fare è l'

, del quale mi ha sorpreso l'organizzazione a livello tattico; la squadra allenata da Qosimov mette in campo una sensibile impronta sovietica, sperando nei gol di Djeparov e nelle invenzioni di Igor Sergeev, ventunenne passato alle cronache per le sue prestazioni al Mondiale Under 20.

 
 


Credo che le possibili outsider di questo torneo potranno essere l'

e la già nominata Uzbekistan. È l'ottava partecipazione per la squadra attualmente guidata dal CT Radhi Shenaishil, i “Leoni della Mesopotamia”. Una squadra giovane con alcune individualità interessanti in grado di alzare il valore dell’organico grazie all’esperienza ottenuta all’estero. Tra questi, senza dubbio, Ali Adnan, protagonista del Mondiale U20 del 2013, che attualmente gioca titolare in Turchia con il Rizespor. Difensore in grado di realizzare grandi progressioni offensive e possessore di un’indiscutibile abilità difensiva. L’attacco del 4-4-1-1 iracheno sarà affidato al capitano Younis Mahmoud, giocatore fondamentale per l’eventuale consacrazione della squadra di Shenaishil. A centrocampo il diciannovenne Humam Tariq dell’Al Dhafra potrebbe dimostrarsi la sorpresa di questo torneo, se gli verrà garantito il giusto spazio. Si giocherà il primo posto del girone D con il Giappone.

 

http://youtu.be/346K4nOG-sk?t=34s



 

L’

di Qosimov invece è inserito in un girone di ferro, ma se riuscirà a superarlo potrà candidarsi come mina vagante del torneo. Una squadra formata “in casa” con la maggior parte dei giocatori in rosa provenienti da società uzbeke e pochi calciatori “stranieri” che garantiscono un livello più competitivo. Tra i pali schiera il sicuro Nesterov, portiere del Lokomotiv Tashkent (squadra che offre alla nazionale parecchi giocatori), e bandiera della sua nazionale. Nesterov è forte nella reattività sui salvataggi e possiede una grande elasticità atletica. Tra i suoi difetti una scarsa propensione a trattenere il pallone.
Un altro giocatore interessante è il capitano Djeparov, che attualmente gioca in Corea del Sud al Seongnam, squadra vincitrice della Korean FA Cup del 2014. Trequartista dagli ottimi piedi e con una buona propensione al goal. Odil Ahmedov, di proprietà del FK Kronosdar è in grado di garantire geometrie di gioco a centrocampo ed anche movimenti in area pericolosi per le squadre avversarie. Da segnalare anche i due giovani Sergeev e Iskanderov, attaccante e centrocampista provenienti dal Pakhtakor.

 
 





 
 


Seguo il calcio giapponese da tempo e ormai sono affezionato alla nazionale nipponica. Devo però ammettere che Aguirre con le sue scelte - in termini di mancato sviluppo della forte identità lasciata da Zac e del parziale ricambio dei giocatori dopo le delusioni del Mondiale - mi ha lasciato un po’ freddo rispetto alla nazionale andata in Brasile sei mesi fa. La mia attenzione sarà rivolta particolarmente ai giovani Muto e Shibasaki per cercare di capire se possono realmente essere due pezzi su cui costruire la squadra che andrà in Russia tra tre anni e mezzo. Muto è l’ennesimo giocatore offensivo estremamente duttile e intelligente che il calcio giapponese sembra produrre in catena di montaggio. È esploso solo quest’anno, passando dal semi anonimato ad essere la stella del Tokyo ed Aguirre ne è chiaramente intrigato. Talmente intrigato da averlo portato a scapito del coetaneo Takeshi Usami, un giocatore con più esperienza e soprattutto autore di un grandissimo finale di stagione con il Gamba Osaka, laureatosi campione della J.League.

 

http://youtu.be/f3DfMI3-9wE?t=10s



 

Con la presenza di Endo in squadra è probabile giochi pochi minuti Shibasaki. Il centrocampista dei Kashima Antlers è dinamico e tecnico e riesce a rendersi utile non solo quando ha il pallone. La sua crescita è stata continua e Aguirre vede in lui il futuro del centrocampo nipponico. Un futuro che dovrebbe arrivare già dopo la Coppa D’Asia. Spero avanzi nelle gerarchie anche Hiroshi Kiyotake dell’Hannover, un centrocampista offensivo elegante, che spicca per la capacità di mantenere il pallone sempre a contatto con i piedi. Kiyotake è dotato anche di un buon tiro e di un’ottima visione di gioco che sfrutta benissimo nell’ultimo passaggio. Partito come riserva di lusso mi piacerebbe vederlo contemporaneamente in campo con le stelle Kagawa e Honda, in una squadra dal tasso tecnico inarrivabile per le avversarie del continente.

 
 


Personalmente propendo per il

, squadra per cui simpatizzo da parecchi anni, anche da prima che iniziassi la professione di agente. Seguo il calcio giapponese professionistico da circa cinque o sei anni, mentre prima guardavo le partite del Giappone solo durante le varie edizioni del Mondiale di Calcio. Devo tutto a Nakamura, anche se non a quello più famoso. Nel 2009 durante una discussione con alcuni amici si finì a parlare di Shunsuke Nakamura che conoscevo per il suo trascorso in Italia con la maglia della Reggina ed in Europa con la maglia del Celtic di Glasgow. Arrivato a casa cercai per curiosità video sulla sua attuale squadra d’appartenenza ma digitando Nakamura e campionato giapponese trovai un certo Kengo Nakamura, che inizialmente pensai fosse il fratello, vista una certa somiglianza nei lineamenti. In realtà questo Nakamura non aveva parentele con l’ex Reggina ed era un giocatore del Kawasaki Frontale. Dopo aver visto alcuni estratti delle sue partite di J.league, mi sono innamorato di lui e ho iniziato a seguire il campionato e la Nazionale giapponese.

 
 


Dal 2006 in poi seguo attentamente le gesta della Nazionale australiana. Già da allora si capiva come in

il calcio si stesse allargando a macchia d'olio. L'ottavo di finale perso sfortunatamente contro l'Italia certificò in realtà un'ascesa che ha portato gli “Aussies” a giocarsi da protagonisti due Coppa d'Asia e a presenziare ad altri due mondiali. In parallelo ho saputo apprezzare anche la crescita del campionato locale, la A-League, diventato un vero e proprio torneo in cui i prodotti locali vengono sistematicamente valorizzati e le società (anzi, le franchigie) sono obbligate ad essere economicamente sane se intendono parteciparvi. Un po' di tifo lo riserverò sicuramente alla

, nazione che più di ogni altra merita una soddisfazione dopo decenni passati a schivare le bombe. A loro modo, anche i palestinesi in Australia scriveranno un pezzo di storia.

 
 





 
 


Sono state poche le sorprese fino ad ora. La differenza tra le squadre di vertice e le altre è sembrata netta. L’

ha mostrato un gioco propositivo e interessante contro il modesto Oman per riscattarsi da una gara vinta, ma giocando in modo meno brillante all’esordio, forse con le gambe ancora rigide dalla tensione per l’importanza della competizione casalinga. Gli stadi non sono ancora pieni, ma quando gioca l’Australia c’è una grande atmosfera e la cosa peserà nelle partite ad eliminazione diretta. Come prevedibile è ancora a metà del guado una

che non sa bene cosa vuole fare da grande, il rischio di psicodramma nazionale in caso di sconfitta contro il Giappone in semifinale aleggia sul futuro della squadra. Il leader Ki sta comunque giocando come gli si chiede: ha fatto registrare il maggior numero di passaggi effettuati e completati tra tutti i giocatori della Coppa prendendosi responsabilità in fase di costruzione. Il giocatore in grado di poter far sognare la Corea del Sud però rimane Son e il suo talento dovrà uscire fuori già ai quarti soprattutto adesso che l’infortunio di Lee potrebbe tenere l’esterno fuori per qualche turno.

 

Niente di nuovo anche dagli outsider annunciati dell’

, che in pieno controllo della gara contro la Cina nel primo tempo finiscono per perdere gioco e partita. Hanno comunque ancora la possibilità di passare il turno e quando giocano il loro calcio sono chiaramente tra le squadre migliori del torneo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=tLU3lP7rHMc



 

Si sta dimostrando una squadra interessantissima la

di Perrin, che come detto ha portato una squadra giovane con l’idea di tornare finalmente ai Mondiali nel 2018. La Cina è fisicamente prestante, capace di giocare bene in velocità e palla a terra. Tatticamente molto duttile, potrebbe fare più strada del previsto e sicuramente ha dimostrato di avere finalmente una squadra all’altezza. Purtroppo non si può dire lo stesso della

che è già fuori dal torneo dopo la figuraccia contro l’Arabia Saudita dove ha perso 4-1 mostrando lacune difensive notevoli. La squadra è giovane e sicuramente crescerà da questa delusione, ma per adesso la differenza di livello con le rivali regionali di Corea del Sud, Cina e Giappone è ampia.

 
 


Dopo aver visto tutte le partite in programma fino ad oggi posso dire che

e Giappone sembrano avere una marcia in più. Tra le due mi è piaciuta di più la prima, che però ha incontrato due avversarie discretamente morbide; ciononostante ci si aspettava una risposta immediata dai ragazzi di Postecoglou che - puntualmente - è arrivata. Alcuni giocatori si sono messi particolarmente in mostra: su tutti il centrocampista Luongo (padre italiano, madre indonesiana) e Matt Leckie, esterno che personalmente apprezzo tantissimo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=fFUBHT8jY48



 

I Samurai Blu invece hanno una rosa fortissima, soprattutto da centrocampo in su. In tal senso il loro esordio, seppur con la Palestina, mi ha lasciato mezzo perplesso. Dopo un grande primo tempo (in cui hanno chiuso i giochi), i giapponesi nella ripresa hanno badato ad addormentare i ritmi, non approfittando della partita in ghiaccio per provare nuove soluzioni.

 

Bene la

, che però continua a non convincermi sul piano del gioco; bene a sprazzi l'

, squadra secondo me mostruosamente talentuosa ma anche pasticciona. La sconfitta con la

subita in rimonta manda gli uzbeki ad una sorta di spareggio contro l'Arabia Saudita, anch'essa squadra che ha alternato buoni momenti ad amnesie clamorose. Infine citerei, tra le protagoniste,

ed

: entrambe non dovrebbero avere problemi a centrare i quarti di finali. E, da lì in poi, può davvero succedere di tutto.

 
 


Nel gruppo A i padroni di casa dell’

si sono già guadagnati il previsto passaggio di turno con un’abbondante differenza reti, dovuta soprattutto alla superiorità sugli avversari incontrati finora. Sia l’Oman che il Kuwait non sono pronte per rendersi competitive in una competizione di questo livello. Ora dovrà giocarsi il primo posto con la

, anch’essa qualificata ma che non ha ancora mostrato gioco, imponendosi sempre di misura sulle avversarie. Da segnalare in questo gruppo le buone prestazioni di Massimo Luongo e della vecchia gloria Tim Cahill, entrambi giocatori dell’Australia.

 

Nel gruppo B si è già qualificata a sorpresa la

, imponendosi sia sull’

che sull’

. Sono state ottime le intuizioni da parte del tecnico francese della Cina, che in più occasioni ha avuto letture di gioco decisive. Gli uzbeki finora avevano mostrato il calcio più elegante tra le squadre del torneo grazie a giocatori di qualità come Djeparov, autore di un assist al bacio per Sergeev durante la partita contro la

, non ancora adatta a questi palcoscenici. Ora la squadra di Qosimov dovrà giocarsi il passaggio del turno proprio con i sauditi, che hanno mostrato le loro qualità solo nel secondo tempo della partita contro la Corea del Nord. Da segnalare in questo gruppo il saudita Al Sahlawi e il nord coreano Ryang. Nel gruppo C pare già deciso quali saranno le due squadre qualificate, visti i limiti tecnici del Qatar e del Bahrein, ovvero gli

e l’

. Se la squadra iraniana non ha ancora mostrato realmente le sue carte, gli UAE invece, hanno esibito fraseggi e schemi interessanti grazie ad Amhed Khalil e soprattutto ad Omar Abdularahman.

 

Nel gruppo D il

non ha tradito le aspettative contro la piccola Palestina, ma non ha convinto nel gioco. I precisi passaggi di Endo ed Inui o i cross di Kagawa si sono visti solo durante il primo tempo di gioco. Da segnalare un cresciuto Gotoku Sakai - che sta migliorando di anno in anno, grazie anche all’esperienza vissute nel campionato tedesco - e Shinji Kagawa, che sta tornando il giocatore che era ai tempi della prima esperienza a Dortmund. Più difficile è stata la gara dell’

che ha faticato non poco a sbarazzarsi della Giordania. Panchina a sorpresa per la stella Ali Adnan, neppure subentrato a partita in corso.

 
 




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