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Guida ufficiosa al centesimo Giro d’Italia
05 mag 2017
05 mag 2017
Tutto quello che c’è da sapere per arrivare prontissimi al via.
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Dopo la tragica morte di Michele Scarponi la centesima edizione del Giro d’Italia sarà circondata da un’atmosfera strana. Quella che doveva essere un’edizione celebrativa dovrà inevitabilmente fare i conti con un enorme lutto in seno al suo movimento. Va detto però che il ciclismo è purtroppo abituato a notizie tragiche - qui bisognerebbe davvero fermarsi e approfondire la questione - e continuerà la sua corsa senza fermarsi.

Cominciamo con le informazioni di base. La centesima edizione del Giro d’Italia misura 3572 km, con 21 tappe da disputare dal 5 al 28 maggio; la partenza sarà in Sardegna, ad Alghero, mentre l’arrivo è previsto a Milano, con una cronometro individuale di 28 km. Nel mezzo cinque tappe di alta montagna, otto di media montagna, e sei in pianura. I favoriti principali per la vittoria finale sono Nairo Quintana e Vincenzo Nibali, il primo ha dichiarato di voler conquistare nello stesso anno sia Giro d’Italia che Tour de France, mentre l’italiano vuole battere il record di tre vittorie nel giro casalingo.

È probabile che siano loro due a contendersi la centesima edizione del Giro. Ad insediarli saranno in molti: Steven Kruijswijk torna al Giro dopo aver sfiorato la vittoria lo scorso anno, fermato unicamente dalla caduta sulla discesa del Colle dell’Agnello; Tom Dumoulin dopo la Vuelta del 2015 non è più sembrato in grado di poter tornare a vincere un grande giro. E poi tanti altri: Thibaut Pinot, Ilnur Zakarin, Geraint Thomas, Mikel Landa, Bob Jungels, Bauke Mollema, Adam Yates. Ognuno di loro proverà a ribaltare la situazione, provando a fermare Nibali e Quintana. Purtroppo non ci sarà Fabio Aru, costretto a rinunciare dopo un infortunio in allenamento.

Abbiamo preparato una piccola guida per accompagnarvi in questi ventuno giorni di corsa, un mese intero da passare ogni pomeriggio davanti alla televisione a volume alto.

Vi piace il percorso di questa edizione? Quali sono le tappe più importanti, quelle in cui si deciderà la corsa?

Umberto Preite Martinez

No, non mi piace molto il percorso. Intendiamoci, è un Giro molto “televisivo”, con tanti arrivi in salita e tappe molto nervose.

Il problema però è che spesso questi arrivi in salita sono inutili e brutti, e la tappa di Oropa è l’esempio perfetto: tappa inutile e brutta, di quelle che ti aspetteresti alla Vuelta. Non perché la salita che porta al santuario di Oropa sia facile, ma perché è messa lì senza un vero motivo, senza una logica, sola in mezzo a tappe morbide e dopo 130 km di nulla.

La tappa regina sarà senza dubbio la numero 16, con arrivo a Bormio, dove il gruppo dovrà affrontare in serie il Mortirolo e lo Stelvio. Due salite che da sole basterebbero a rendere un percorso impossibile anche solo da pensare, ma che se abbinate all’Umbrailpass (13,450 chilometri con circa il 9% di pendenza media) saranno un vero e proprio calvario per chiunque avrà la sfortuna di doverli affrontare.

Alla fine verrò come al solito smentito dai fatti e sarà un Giro ancora una volta meraviglioso.

Marco Armillei

Ho da un po’ la convinzione che nel ciclismo il giudizio di un percorso sia limitante, può sembrare banale ma “a fare la corsa sono i corridori”. Ne è esempio l’ultimo campionato del mondo, che a detta di molti si svolgeva su un percorso definito addirittura “indegno” ma che la tattica del Belgio e dell’Italia ha reso spettacolare.

In questo giro la quarta e la nona tappa potrebbero essere le due frazioni più decisive di molti tapponi alpini. Nella quarta frazione si arriverà in cima all’Etna (dove nel 2011 ci fu il primo vero scontro fra il compianto Scarponi e Contador), salita non particolarmente difficile ma che potrebbe tagliare fuori quei pretendenti alle posizioni di vertice che si presenteranno non al meglio alle prima tappe. Da non sottovalutare è poi il fatto che si correrà all’indomani di un giorno di riposo (fattore che può creare problemi ad alcuni corridori). La nona tappa è invece quella che porterà il gruppo da Montenero di Bisacca fino ai 1665 m del Blockhaus. La frazione sarà breve (149 km) e non presenterà altre difficoltà altimetriche, ma l’ascesa finale di 13 km vedrà i corridori impegnati su una pendenza costantemente superiore al 9% e con punte del 14% per oltre 10 km, per poi addolcirsi leggermente nel finale. Il rischio è che questa tappa possa essere sottovalutata rispetto alle frazioni che si svilupperanno sulle Alpi, e uno scossone alla classifica in terra abruzzese non mi sorprenderebbe affatto.

Chi vincerà più tappe per velocisti?

Umberto

Andando ad analizzare il percorso si trovano solo sei tappe che finiranno sicuramente in volata, più altre due o tre che, nonostante il percorso un po’ movimentato, presentano un finale abbastanza tranquillo. Le occasioni per le ruote veloci sono molto esigue e ci sarà grande battaglia. Nonostante la presenza di tanti giovani interessanti (su tutti Fernando Gaviria e Caleb Ewan) il nome che convince di più rimane sempre André Greipel. “Il Gorilla” quest’anno ha vinto solo una tappa alla Parigi-Nizza ma è sembrato pronto per l’appuntamento più importante. Un altro nome interessante è quello di Sacha Modolo, che sta andando molto forte ed è in crescendo di condizione dopo le vittorie al Giro di Croazia. Sarà interessante vedere anche come si comporterà il campione italiano Giacomo Nizzolo, ma temo che nelle volate di gruppo sia inferiore agli sprinter fin qui citati. Visto che l’ultima tappa pianeggiante sarà la tredicesima, penso che a vincere più sprint sarà Greipel, ma la maglia Ciclamino andrà a Sacha Modolo, per il semplice fatto che sarà uno dei pochissimi velocisti ad arrivare fino in fondo.

Marco

Credo, e soprattutto mi auguro, che il ciclismo sia pronto a dare il benvenuto a quel fenomeno che risponde al nome di Fernando Gaviria. Il colombiano si è fatto conoscere nel 2016 con un Sanremo che lo ha visto arrivare con il gruppo dei migliori fino alla volata finale, poi non disputata per colpa di una caduta. Sarà alla prima partecipazione a una corsa di tre settimane e questo potrebbe essere un problema in ottica maglia rossa e recupero, ma mi aspetto di vederlo a braccia alzate in più di un’occasione nelle prime due settimane di corsa. I numeri non gli mancano (la Parigi-Tours 2016 è stata un vero capolavoro), vedremo se ora sarà pronto al salto di qualità definitivo.

Vincenzo Nibali riuscirà a vincere il suo terzo Giro d’Italia?

Umberto

Pochi mesi fa avrei detto di sì senza esitazioni, perché nonostante l’età che avanza, il cambio di squadra e la concorrenza agguerrita, era difficile immaginare un contendente credibile per il siciliano. Nel frattempo però, per sua sfortuna Nairo Quintana ha annunciato la sua partecipazione al Giro d’Italia. Certo, tre settimane sono lunghe e l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ma a bocce ferme il colombiano della Movistar è di gran lunga superiore al Nibali attuale. La vera domanda è quindi se Nibali riuscirà ad approfittare di un eventuale momento di debolezza di Quintana e se quest’ultimo deciderà sul serio di venire al Giro d’Italia per vincerlo, senza pensare al Tour de France.

Andrea Minciaroni

Bernard Hinault fu l’ultimo corridore della storia a vincere tre Giri d’Italia, con le vittorie del 1980, 1982 e 1985. Sono passati trentadue anni, e nessuno è riuscito più a ripetere un’impresa simile. L’unico che ci è riuscito è stato Alberto Contador, ma con la squalifica del 2011 non possiamo – quantomeno sulla carta – considerarlo in questa statistica. Sono i numeri che parlano chiaro: vincere tre Giri d’Italia è qualcosa che riesce a pochi corridori nella storia. Per Vincenzo Nibali sarà dura vincere un altro Giro, e non sono solo i numeri a dirlo ma, come dice bene Umberto, è il valore degli avversari che rappresenta il vero ostacolo. Nairo Quintana ad oggi è superiore al siciliano, ed è il favorito assoluto per la vittoria finale, ma è anche vero che fare pronostici in una corsa a tappe di un mese è sempre un azzardo. Diciamo che per valori tecnici Quintana è superiore, ma quanto a personalità pochi corridori al mondo riescono ad eguagliare Nibali.

Marco

Mi trovo in linea con il pensiero di Umberto e Andrea. Se da un lato lo sfortunatissimo forfait di Fabio Aru ha reso le cose per Nibali molto meno complicate, la presenza di Nairo Quintana relega il messinese, almeno sulla carta, a ruolo di principale sfidante e non più di favorito. Vi è inoltre da considerare il fatto che la nuova squadra di Nibali non è sicuramente all’altezza dell’Astana, squadra preparatissima che lo scorso anno ha inciso e non poco sul risultato finale del suo capitano. Oltre al livello dei singoli qualitativamente più inferiore, la Bahrein-Merida sarà al suo primo grande giro e non tutti i meccanismi potrebbero essere oliati al punto giusto.

L’obiettivo di Nairo Quintana è vincere sia il Giro d’Italia che il Tour de France nello stesso anno. Come gestirà le sue forze in queste settimane?

Andrea

Se Nairo Quintana, in accordo con la sua squadra, ha deciso di provare a fare la doppietta Tour + Giro, è impensabile immaginare che corra con il freno tirato o che sia impegnato a fare calcoli su come dosare le proprie energie. Anzi, considerando il peso dei suoi rivali, dovrà dare il massimo in ogni occasione, stando attendo a non correre rischi eccessivi e a non cadere nelle trappole degli avversari. Solo se riuscirà ad accumulare un vantaggio considerevole fin dall’inizio (cosa che comunque ritengo improbabile) potrà limitarsi a gestire le forze per arrivare più fresco al Tour de France. In una recente intervista, il colombiano ha dichiarato di sentirsi pronto per un’impresa simile: «Ho sempre detto che correre entrambe sarebbe stata una grande sfida. Non abbiamo mai provato un tale azzardo prima d’ora, ma ci sentiamo sulla strada giusta per il successo, mi sono allenato al meglio per entrambe. Sono fiducioso, visto che ho già sfiorato la vittoria in due grandi giri nello stesso anno [nel 2016, 1° alla Vuelta e 3° al Tour, nda]. Credo che il mio corpo si sia adattato meglio a resistere allo sforzo e sono maturato rispetto allo scorso anno. Sono concentrato sia sul Giro che sul Tour e rimango tranquillo perché in allenamento tutto è andato come previsto». È dal 1998 che nessuno riesce in questa impresa (quell’anno ci riuscì Marco Pantani).

Marco

L’obiettivo di Nairo Quintana è sicuramente molto ambizioso, ma non sarà facile vincere a distanza di pochi mesi la maglia rosa e la maglia gialla. L’ultimo a tentare tale impresa fu Contador nel 2015, e dopo essere apparso molto fiducioso, dichiarò che era praticamente impossibile primeggiare in Francia dopo aver corso, per vincere, un Giro d’Italia. Il 2016 di Nairo Quintana lo ha visto trionfare in Spagna dopo un Tour de France non brillante. Il lasso di tempo che intercorre fra le due corse è esattamente quello che c’è fra i due obiettivi del colombiano quest’anno, ed è per questo motivo forse che quest’ultimo è apparso molto possibilista su una possibile doppietta. Quintana è apparso anche molto consapevole del fatto di doversi presentare al massimo al Giro d’Italia. Nel ciclismo moderno vincere una gara a tappe di tre settimane senza una condizione fisica ottimale è pura utopia, per cui ritengo che potremmo vedere un Quintana “frenato” solo nelle ultimissime tappe, se avrà dalla sua un vantaggio rassicurante. Fino ad allora Nairo correrà al massimo delle sue capacità, anche perché il livello dei suoi rivali è tutt’altro che basso.

L’anno scorso, senza quella rocambolesca caduta sul Colle dell’Agnello, probabilmente Kruijswijk avrebbe vinto il Giro d’Italia. Come lo vedete quest’anno?

Andrea

Anche se lo scorso anno Kruijswijk ha disputato un ottimo Giro d’Italia, mostrando una condizione strabiliante, quest’anno sarà dura ripetersi. All’olandese le motivazioni non mancano e quest’anno cercherà sicuramente il riscatto dopo aver perso un Giro d’Italia per colpa di una caduta, dopo essere stato rimontato dagli avversari nell’ultima frazione di montagna, scivolando da leader indiscusso a quarto nella classifica generale. Per l’olandese, però, purtroppo c’è un ma: il Giro di quest’anno sarà più duro. Non tanto per il percorso in sé – quello dello scorso anno non fu una passeggiata – quanto per gli avversari. Quest’anno, oltre al solito Nibali, ci sarà anche Nairo Quintana e, con tutto il rispetto che nutro per Chaves, non è minimamente paragonabile al capitano della Movistar. Certo, se Kruijswijk riuscirà a tenere bene le ruote degli avversari potrebbe essere la sorpresa di questo Giro, ma per adesso lo vedo ancora dietro nelle gerarchie rispetto a Nibali e Quintana. Ai nastri di partenza lo vedo lottare più che altro per il podio, insieme agli altri outsider Zakarin, Dumoulin, Pinot e Landa.

La caduta dello scorso anno.

Tom Dumoulin è considerato il quarto favorito nelle quote dei bookmakers. Lo vedete così in alto?

Umberto

Sicuramente rispetto all’anno scorso, quando venne al Giro solo per preparare le Olimpiadi, il piglio con cui Dumoulin affronterà questa edizione sarà del tutto differente e non è da escludere un risultato sorprendente. Dalla sua parte ha il vantaggio delle due cronometro, non troppo lunghe ma che sommate sfiorano i 70 chilometri. Dumoulin potrebbe guadagnare a cronometro 4” al chilometro rispetto a Quintana e ciò significherebbe partire già con un vantaggio virtuale di circa 4’30”. Il problema sarà però difendere questo vantaggio in salita e qui la possibile tenuta dell’olandese è davvero un mistero, soprattutto visto che dopo la Vuelta 2015 non ha mai riprovato a fare classifica in un Grande Giro. Per riassumere la mia risposta: sì, perché è un corridore solido e testardo, con doti fisiche impressionanti. E perché ho sempre avuto un debole, del tutto ingiustificato, per i ciclisti olandesi.

Marco

Considero Tom Dumoulin tanto forte a cronometro quanto sopravvalutato nelle gare a tappe. Il suo unico risultato degno di nota è il sesto posto alla Vuelta di Spagna 2015; risultato che, ad una attenta analisi, parla di un corridore senza le caratteristiche per trionfare in un grande giro. Di fatto l’olandese fu favorito da un percorso decisamente adatto alle sua caratteristiche e nell’unica vera tappa di montagna (che presentava molte salite in successione) piombò in una pesante crisi. Le montagne italiane sono molto ripide e il Giro 2017, come la tradizione impone, presenterà più di una tappa con salite molto dure. Ritengo che per Tom Dumoulin l’obiettivo più concreto possano essere le vittorie di tappa nelle due prove a cronometro. Lo vedo nettamente tagliato fuori dalla corsa alla maglia rosa o al podio.

Andrea

Sì, se per “così in alto” si intende la quarta posizione della classifica generale. Diverso è il discorso su una sua possibile vittoria finale. Anche se il percorso prevede due cronometro che giocano a suo favore, l’olandese non è ancora in grado di tenere il passo degli avversari nelle frazioni di alta montagna. Anche io ho un debole per Tom Dumoulin, e non è dovuto alla sua chioma e al famoso shampoo che utilizza durante le reclame, ma a come riesce sulla bicicletta ad esprimere, con apparente semplicità, una bellezza estetica senza eguali, soprattutto durante le cronometro. Nonostante questo, come dicono gli altri, non lo vedo in grado di poter competere per la maglia rosa.

Cosa cambia con l’infortunio di Fabio Aru? Sarà un Giro meno spettacolare?

Andrea

Per Fabio Aru partecipare a questa edizione del Giro d’Italia poteva essere l’occasione giusta per capire definitivamente che tipo di corridore è, una sorta di momento chiave per inquadrare meglio il suo livello. Dopo il secondo posto al Giro del 2015, e la vittoria nello stesso anno alla Vuelta, non è riuscito a ripetersi lo scorso anno al Tour de France, chiudendo al tredicesimo posto della classifica generale. Vederlo quest’anno al Giro duellare con corridori di primo livello come Vincenzo Nibali e Nairo Quintana, non solo avrebbe restituito al pubblico uno spettacolo unico, ma avrebbe consentito di decifrare meglio le sue reali capacità e potenzialità future. Conquistare la maglia rosa con dei rivali simili poteva essere l’occasione per fare un salto di livello definitivo. Quindi sì, il Giro d’Italia sarà meno spettacolare, soprattutto perché perde uno dei suoi protagonisti principali. Se poi consideriamo il fatto che stiamo parlando dell’edizione numero cento, con la partenza programmata proprio in Sardegna, le motivazioni per disputare un’ottima corsa non sarebbero di certo mancate.

Umberto

Questo Giro d’Italia sarebbe stato effettivamente un perfetto banco di prova per Fabio Aru, la prova del nove della sua carriera dopo i successi iniziali e il fallimento al Tour de France dell’anno scorso. Certo, è ancora piuttosto giovane per essere uno specialista delle corse a tappe e si è già portato a casa una Vuelta, ma se raffrontiamo il suo percorso di crescita con quello di altri ciclisti della sua generazione il trend per lui non è stato certo positivo. Per lui sarebbe stata anche un’ottima occasione visto il percorso molto favorevole, con diverse tappe “unipuerto” che ben si adattano alle sue caratteristiche. Ma chi davvero rimpiangerà l’assenza di Fabio Aru sarà proprio il suo ex compagno Nibali, sulle cui spalle grava ora interamente il ruolo di principale avversario di Nairo Quintana. E il fatto di non avere un possibile alleato potrebbe rivelarsi un problema non da poco per il siciliano.

L’ultimo corridore francese a vincere il Giro d’Italia fu Laurent Fignon nel 1989. Thibaut Pinot ha qualche possibilità di interrompere il digiuno?

Umberto

Pensando alle possibilità di Thibaut Pinot non mi viene in mente niente che possa supportare un’eventuale tesi favorevole. Ci sarebbero invece mille motivi da scrivere sul perché Thibaut Pinot non vincerà il Giro d’Italia di quest’anno: non ha la squadra, non ha le gambe, non ha l’esperienza, non ha la resistenza, non ha il fondo. In poche parole, ha le stesse probabilità di vincere il Giro d’Italia che ho io, con l’unica differenza che se per qualche strano evento dovessero ritirarsi tutti i suoi avversari lui avrebbe effettivamente la possibilità di arrivare a Milano in maglia Rosa. Possibilità che io, dal mio divano, non potrei sfruttare.

Andrea

Anche secondo me Pinot ha pochissime probabilità di vincere il Giro d’Italia, quasi nulle per dire la verità. Anche se è migliorato molto a cronometro non è ancora in grado di tenere le ruote degli avversari in salita. Se poi, come dice Umberto, consideriamo il fatto che non ha una squadra di livello al suo fianco, vederlo in maglia rosa a Milano è veramente un miraggio. Meglio così, perché ho un debole per Fignon e spero che il suo record resista nel tempo.

Quali sono le ambizioni del team Sky? Chi è il vero capitano, Geraint Thomas o Mikel Landa?

Umberto

L’impressione è che la Sky voglia far classifica con Geraint Thomas, forse ritenuto più affidabile del basco anche alla luce dei risultati ottenuti fin qui in questa stagione. Fra i due però, quello che in teoria avrebbe maggiori possibilità di vittoria finale dovrebbe essere Mikel Landa, per vari motivi. Innanzi tutto, è difficile pensare che il Landa visto al Giro 2015 possa essere solo una meteora, anche se da allora non ha mai più avuto la continuità di rendimento necessaria per vincere una grande corsa a tappe. Ma se parliamo di continuità nelle tre settimane, allora con Geraint Thomas siamo messi anche peggio. Il britannico non ha mai dimostrato di avere la tenuta fisica per essere una valida alternativa a Chris Froome in casa Sky. Da gregario negli anni scorsi al Tour de France si è spesso sciolto come neve al sole nel corso delle tre settimane e anche quest’anno arriva al Giro d’Italia con più dubbi che certezze. L’ultimo motivo è una semplice considerazione sul percorso, molto duro, forse troppo per un Thomas abituato alle più dolci pendenze d’Oltralpe. In tutto questo, occhio a Diego Rosa che da quest’anno è passato al Team Sky dopo anni di onesto gregariato, e che ancora non ha ben capito cosa vuole diventare.

Marco

Credo che la duplice presenza di Landa e Thomas sia indicativa per capire la fiducia che il Team Sky ripone in loro. Si tratta di due ottimi corridori, ovviamente, ma fatta eccezione per il terzo posto al Giro 2015 di Landa, nessuno dei due ha saputo offrire altre prestazioni convincenti in gare di tre settimane. Mi aspetto che i due partiranno, sulla carta, con gli stessi gradi, e sarà poi la strada a decidere chi dovrà lavorare per chi. La logica impone di vedere Landa nel ruolo di capitano, ma ho la sensazione che Thomas potrebbe sorprendere, per via di un Giro che considero meno duro del solito e per la presenza delle due cronometro dove potrebbe guadagnare molto tempo rispetto ai suoi rivali. Altro fattore da non sottovalutare è l’assenza di Aru, corridore sempre pronto ad accendere la corsa. Verosimilmente le redini della stessa saranno tenute da Nibali e Quintana, corridori che spesso seguono una tattica attendista. Il tutto andrà quindi a vantaggio di un regolarista come Thomas. Credo che la Sky sia consapevole di non essere la favorita per la maglia rosa ma abbia comunque serie ambizioni di podio.

Lo scorso anno un totale outsider è stato molto vicino alla vittoria del giro. Chi potrebbe replicare quest’anno?

Umberto

Alle spalle del grande favorito e del suo principale sfidante, ci sono tantissimi prospetti interessanti da tenere d’occhio. Nel gruppo degli olandesi insieme a Kruijswijk e Dumoulin, troviamo Bauke Mollema che però dà meno garanzie dei suoi due connazionali, soprattutto per quanto riguarda la tenuta sulle tre settimane. Ma basta spostarsi di poco ed ecco che dal Lussemburgo tornerà in Italia uno di quei giovani talenti, magari privi di fascino, ma che promettono grande talento. Sto parlando di Bob Jungels, 24 anni lo scorso 22 settembre e una classe cristallina messa in mostra l’anno scorso proprio sulle strade del Giro d’Italia, dove indossò la Maglia Rosa per qualche giorno e chiuse al 6° posto in classifica generale. Quest’anno è cresciuto ancora, e lo si è visto in ottima forma nelle corse di inizio stagione. A cronometro va forte, in salita è un treno e sa anche essere spettacolare quando vuole. Il suo modo di pedalare, poi, è pura poesia.

Amador parte forte, Jungels un attimo dopo si riporta su di lui in quattro balletti e se lo trascina dietro fino al traguardo.

Marco

La compresenza di Aru, Nibali e Quintana sembrava aver monopolizzato le tre posizioni del podio di Milano. Con l’assenza di Aru, però, la lotta al terzo posto sarà molto più accesa. Oltre ai corridori citati da Umberto, vorrei portare l’attenzione anche su Zakarin e Van Garderen. Il russo, capitano della Katusha, non ha dalla sua precedenti di rilievo in un grande giro. Tuttavia solo una caduta gli ha impedito di ottenere un ottimo piazzamento nell’ultima edizione. La vittoria di tappa a Imola ottenuta nel 2015 parla inoltre di un corridore con una certa affinità con le strade italiane e da un punto di vista tattico, il percorso con molte tappe di media montagna sembra essere adatto ad un corridore che, come lui, ama correre all’attacco. Van Garderen sarà invece il capitano della Bmc. Sono certo che l’americano, ormai quasi ventinovenne, si aspettava una carriera con più luci e meno ombre. Di fatto, tolti due quinti posti al Tour de France ha saputo combinare poco altro. Sarà alla sua prima partecipazione al Giro, e pur avendo caratteristiche che lo collocano meglio nelle strade francesi, sono pronto a scommettere che la sua voglia di rivincita potrebbe essere un’ottima spinta verso un grande Giro d’Italia. Probabilmente correrà sulla difensiva nelle tappe più dure, ma potrebbe essere uno dei protagonisti su salite regolari e con pendenze “umane”, e soprattutto nelle due cronometro.

Pronostici secchi

Umberto

Quintana è il favorito ma si porta dietro la zavorra di dover vincere anche il Tour de France. Alla fine potrebbe spuntarla Nibali.

Marco

Quintana, che nei miei sogni poi farà suo anche il Tour de France.

Andrea

Anche per me stavolta sarà Quintana a vincere.

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