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Guida ufficiosa ai playoff di College Football
30 dic 2016
30 dic 2016
Cosa dobbiamo aspettarci da Alabama, Clemson, Ohio State e Washington.
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Foto di Kevin C. Cox / Getty Images
(foto) Foto di Kevin C. Cox / Getty Images
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La stagione Collegiale FBS è partita il lontano 27 Agosto 2016, in Australia, precisamente all’ANZ Stadium di Sydney, con la sfida tra Hawaii e California ed è finita con il classico Army - Navy, partita dalla immensa tradizione. Tra queste due partite sono passate 15 settimane, 126 giorni e 838 partite. Ma sarà solo tra la notte del 31 dicembre e quella del primo gennaio che inizieranno davvero i playoff del College Football per l’assegnazione del titolo nazionale. Chi si giocherà il trofeo di fine anno? Le quattro pretendenti in ordine sono: Alabama, Clemson, Ohio State e Washington. La, sempre discussa, selezione dei team è decisa da un comitato di dodici persone, capitanato da Kirby Hocutt, in cui è presente pure un volto noto come Condoleeza Rice. Questo comitato si raduna dalla metà della Regular Season ogni martedì e rende noto il ranking delle migliori 25 squadre che andrà poi a impattare la selezione finale. I criteri di valutazione di un team sono diversi. I più importanti sono: la difficoltà del calendario, gli scontri diretti, la difficoltà della conference, il record di un team. Il ranking finale andrà a decidere chi saranno le quattro che andranno a giocarsi le semifinali oltre agli altri Bowl del cosiddetto New Year Six, ovvero i Bowl game più importanti dopo le due semifinali. Questo sistema, in atto dal 2014, è andato a sostituire il BCS, dove la decisione spettava a dei computer, programmati secondo determinati algoritmi, che rilasciavano il ranking che andavano a determinare le due finaliste. Selezione che, ovviamente, non poteva non arrivare senza qualche discussione per aver lasciato fuori Penn State in favore di Ohio State e Washington. Questa diatriba è nata per il fatto che i Nittany Lions sono stati incoronati campioni della BIG Ten, titolo arrivato in un match molto appassionante contro Wisconsin, e siano rimasti fuori, finendo la stagione in quinta posizione nel ranking, in favore dei Buckeyes, che hanno invece perso lo scontro diretto e hanno finito la stagione in conference dietro Penn State. L’altra diatriba è stata l’inclusione di Washington: più di qualcuno voleva vedere gli Huskies fuori in favore della squadra di James Franklin per un calendario più difficile e per aver battuto in stagione la numero tre del ranking. Ma tirando le somme la scelta è stata azzeccata, Ohio State e Washington hanno finito la stagione con una sola sconfitta, in partite dal punteggio ravvicinato e che possono essere considerate “quality loss” (sconfitte di qualità che non urtano lo stock di un team vista l’alta qualità dell’altro team), mentre Penn State ha finito con due brutte sconfitte, la prima prendendo una colossale imbarcata da Michigan mentre la seconda contro la modesta Pittsburgh. Da qui la decisione della commissione di estrometterli dai Playoff. College Football Playoff semifinal the Chick-fil-A Peach BowlNo. 4 Washington vs. No. 1 Alabama31 Dicembre ore 21.00 al Georgia Dome di Atlanta Il Peach Bowl nasce nel 1968, come un Bowl “At-Large” ovvero aperto a tutti i team di qualsiasi conference e solo dal 1993 si è trasformato in uno showdown tra squadre della South Eastern Conference (SEC) e della Atlantic Coast Conference (ACC). È il nono Bowl più vecchio della storia del college football ed è sempre stato uno dei New Year Six Bowl, ovvero i sei bowl più importanti giocati il giorno di capodanno, e dal 2014 fa parte del nuovo sistema Playoff. La domanda che si pongono tutti è: chi può fermare Alabama? La squadra di Nick Saban è imbattuta da 25 partite, l’ultima sconfitta risale al lontano 19 Settembre 2015 contro Ole Miss; da lì in poi non si è più fermata, andando a vincere i Playoff l’anno scorso contro Clemson in una splendida partita. E anche quest’anno i Tide sono parsi una spanna sopra chiunque, vincendo e convincendo contro chiunque e solo andati in difficoltà solo contro Ole Miss ed LSU (ma alla fine sono comunque riusciti a vincere). Il punto di forza di questa squadra è la difesa, a detta di molti il reparto più forte che Saban abbia mai costruito e qualcuno la paragona già al leggendario team di Miami del 2001. La star della difesa è Jonathan Allen, defensive end/tackle distruttivo in grado di arrivare sul quarterback con facilità incredibile ed è proiettato ad essere una pick molto alta al prossimo Draft NFL.

Ma il resto della squadra non è da meno: Tim Williams è un outside linebacker incredibile, Rueben Foster è l’anima in mezzo alla difesa, Ryan Anderson è uno dei linebacker più completi del panorama, Marlon Humprey è un cornerback che da quando ha messo piede a Tuscaloosa si è rivelato subito un pezzo pregiato, e infine Minkah Fitzpratick è già oggi uno dei migliori defensive back della nazione, nonostante sia solo un Sophomore. I Tide sono talmente forti che possono permettersi di avere sempre le spalle coperte, se non funziona la pass rush, hanno una secondaria in grado di fare la giocata, se la secondaria è scoperta, hanno un front seven in grado di non far lanciare il quarterback. Merito è sicuramente di Saban che ogni anno riesce a garantire recruit di altissimo livello e anche di contornarsi di Coordinator di primissimo ordine come Pruitt e Lane Kiffin. Appunto, Lane Kiffin. Il prossimo head coach di Florida Atlantic quest’anno ha fatto un lavoro egregio dovendo ripartire con un nuovo quarterback, senza l’Heisman Trophy Derrick Henry e dovendo rimpiazzare tre quinti di linea, tra cui Ryan Kelly, scelto al primo giro dai Colts allo scorso draft. Kiffin è riuscito a trovare in Jalen Hurts la soluzione sotto al centro, un freshman che ha giocato sin da subito ad altissimi livelli, su cui ha costruito un sistema offensivo molto brillante, non basandosi solamente sul running game di Harris, Jacobs e Scarbough ma andando a creare anche un gioco aereo notevole grazie a Stewart, Ridley ed il tight end O.J. Howard (anche lui ormai in orbita NFL). Alabama per adesso pare davvero invincibile e darli per favoriti è un obbligo sia per questa partita che per il National Championship. Washington Huskies Gli Huskies però non partono battuti. La squadra di Chris Petersen è stata la sorpresa di quest’anno: non molti infatti se li sarebbero aspettati su questo palcoscenico a fine anno, ma durante tutta la stagione hanno mostrato di essere un team vero. Petersen, arrivato da Boise State nel 2014 dopo un paio di stagioni di transizione, quest’anno si è preso il palcoscenico nazionale. Destino strano il suo, l’anno in cui arrivò agli Huskies sembrava potesse finire alla più importante USC che però alla fine optò per Sarkisian, head coach a quel tempo proprio di Washington. Col senno di poi c’è da dire che l’affare lo ha fatto Petersen. Nel College Football si dice che la mano di un head coach si vede dalla terza stagione ed è stato proprio così a Washington. Petersen ha costruito un team completo, un attacco in grado di sganciare 50 punti a partita ed una difesa che potrebbe tenere gli avversari a 3 punti ogni week. L’ago della bilancia sarà Jake Browning, il quarterback Sophomore degli Huskies che quest’anno ha mostrato di essere molto in difficoltà nelle partite più importanti contro le difese più ostiche come USC e Colorado, dove non ha concluso il 50% dei lanci ed è stato in generale molto deludente. Il running game invece è stato solido e funzionale con Myles Gaskin e Lavon Coleman, che sono in grado di sfiancare le difese corsa dopo corsa, grazie anche ad una offensive line di livello, forse una delle più sottovalutate dell’intero panorama. Sarà il ricevitore John Ross Go-to-Guy sul gioco aereo, giocatore da 6 piedi ma dotato di una esplosività incredibile ed in grado di big play straordinari.

Ma è il reparto difensivo ad essere la parte migliore del team. Partiamo dai due elementi più forti della squadra, Sidney Jones e Budda Baker. Il primo è un cornerback che sa placcare duro, ha buone ball skills e soprattutto non si stacca facilmente dal ricevitore. Baker è una free safety che a Washington ha mostrato capacità di lettura notevoli, con un fiuto speciale per la palla. Da segnalare pure il freshman Taylor Rapp, defensive back dal grande talento con già 4 intercetti a referto. Nel front seven le assenze di Mathis e Vitor, i due linebacker titolari, si faranno sentire ma questa difesa è in grado di schierare comunque elementi di spicco come Wooching e Vita Vea, i due migliori pass rusher del team in grado di arrivare al quarterback molto facilmente, e si spera per Washington, colmare le assenze in mezzo al campo. La chiave sarà sicuramente la sfida tra il front-seven di Alabama e la offensive line di Washington. Se il front-seven dei Tide vivrà nel backfield degli Huskies, difficilmente Browning potrà mettere in ritmo il suo attacco e potrebbe offrire una prestazione incolore. Saranno fondamentali anche Gaskin e Coleman, che probabilmente cercheranno di aggirare la difesa di Saban e evitare di affrontarla frontalmente con molte corse off tackle, tanti toss esterni e lanci veloci verso i runningback. Alabama invece dovrà mantenere fede sul suo modo di giocare, cercare il dominio difensivo e offensivamente sfiancare col running game per poi esplodere sul gioco di passaggi. Non abbiamo metri di paragone per mettere le due squadre sulla bilancia. L’unica squadra affrontata da entrambi i team durante la stagione è USC ma in periodi molto diversi dell’anno: i Trojans di inizio stagione erano totalmente un’altra squadra rispetto a quelli che ha poi affrontato il team di Petersen. Anche i precedenti puntano tutti verso Alabama. I due team hanno infatti quattro precedenti alle spalle, tutte vinte da Alabama: l’ultima nel 1986, la prima nel 1926. Washington, insomma, ha delle possibilità di battere la corazzata di Saban, ma bisogna essere onesti: sarebbe sorprendenti vederli il 9 gennaio in campo per la finale. College Football Playoff semifinal at the PlayStation Fiesta BowlNo. 3 Ohio State vs. No. 2 Clemson1 Gennaio ore 01.00 all’University of Phoenix Stadium, Glendale, Arizona Il Fiesta Bowl nasce nel lontano 1968 ed è sempre stato uno dei Bowl game più spettacolari. Basti pensare ad una delle più leggendarie partite di college football: il Fiesta Bowl del 2007 tra Oklahoma e Boise State.

Se non vi siete mai interessati di NCAAF ecco da dove cominciare.

Il Fiesta è entrato nei Bowl BCS dal 1996 ospitando ogni quattro anni il National Championship. Dal 1999 ospita il vincitore della BIG12 o Notre Dame contro la migliore squadra disponibile. Clemson cadde con Alabama proprio l’anno scorso in un match spettacolare e torna ai playoff non senza qualche difficoltà. Clemson Tigers Dabo Swinney, l’head coach, ha trasformato questo programma in uno dei top della nazione: 86-28 il record sotto la sua guida. Soprattutto ha reso i Tigers la squadra più spettacolare e divertente della NCAA grazie ad un impianto offensivo propenso all’ultra aggressività. La stagione non è però stata facile: i Tigers sono arrivati a questi playoff alternando vittorie schiaccianti a prestazioni sotto tono come contro Auburn e alla brutta sconfitta con Pittsburgh nel più classico dei Clemsoning. Di questa squadra DeShaun Watson è assolutamente la star. Quarterback, oggetto del desiderio delle squadre NFL al prossimo draft, che nelle ultime due stagioni è stato una macchina da touchdown: ben 86 su lancio e 23 su corsa nonostante la tendenza a qualche intercetto di troppo. Wayne Gallman è l’ariete delle corse dei Tigers e dovrà aprire la porta al gioco di passaggio grazie alle varie option. Il reparto ricevitori è tra i più elettrizzanti della nazione con Mike Williams primo target (viene da una grande stagione dopo il brutto infortunio al collo del 2014) ma ci sono altri elementi molto validi. Deon Cain è uno dei migliori ricevitori sul profondo della nazione, Hunter Renfrow (uscito dalla high school come quarterback) Artavis Scott e Jordan Leggett. La difesa dei Tigers nelle ultime due stagioni è stata una delle migliori della nazione, questo grazie al lavoro di Brent Venables, Defensive Coordinator fresco vincitore del premio assistente dell’anno. A sottolineare il bel lavoro in difesa basti ricordare che i Tigers allo scorso draft hanno contribuito addirittura con ben 6 titolari tra cui Shaq Lawson, Kevin Dodd, Mackensie Alexander e Jayron Kearse. Venables è stato bravissimo quest’anno ad inserire nuovi elementi e non abbassare il livello del reparto.

I paragoni per Watson già si sprecano.

Sicuramente il segreto è stata una pass rush eccezionale, 47 sack stagionali, grazie ad un sistema di blitz difficilmente leggibili dagli attacchi. Chi da subito ha avuto un impatto incredibile è Dexter Lawrence, freshman recruit di primo livello in grado di dominare sia in pass rush che contro le corse. Carlos Watkins è un altro elemento determinante della defensive line, ma l’anima della difesa è Ben Boulware, non il più talentuoso dei giocatori ma un inside linebacker in grado di fare tutto e che ti fa innamorare per come gioca in campo, mostrando carisma e leadership innati. Tra i defensive back svetta sicuramente Cordrea Tankersley, cornerback che esce da un paio di stagioni eccezionali: nella la partita manifesto contro Virginia Tech nell’ACC Championship è stato incredibile, dimostrando di essere uno dei migliori della nazione. Clemson, probabilmente arrivata all’ultima chiamata per il gruppo storico, è sicuramente un team completo che ha mostrato di essere, anche nelle giornate storte, un team in grado di soffrire ma difficilmente battibile. The Ohio State Ohio State ha chiuso la scorsa stagione al Fiesta Bowl salutando un gruppo leggendario che conquistò 50 vittorie, 1 National Championship ed una sola sconfitta divisionale in quattro anni. Quest’anno Urban Meyer è ripartito con un team molto giovane mettendo a roster ben 44 freshman e nonostante questo ha conquistato vittorie importanti come con Oklahoma a Norman e soprattutto THE GAME, cioè Michigan – Ohio, un instant classic. Offensivamente hanno perso il fenomenale Zeke Elliott, Michael Thomas, Braxton Miller, Erick Decker ed i Buckeyes sono dovuti ripartire da JT Barrett dietro al centro, quarterback dual threat che si è ben comportato sin dall’anno da freshman ma che nella stagione del titolo subì un brutto infortunio all’ultima partita di Regular Season, lasciando il posto a Cardale Jones. Quest’anno ha giocato tra alti e bassi non dimostrandosi mai continuo. Attorno a lui però ci sono due playmaker che farebbero invidia a chiunque. Curtis Samuels è uno dei giocatori più spettacolari della nazione: running back o ricevitore per lui non fa differenza, ogni volta che ha la palla in mano accade qualcosa. Mike Weber è un running back freshman che quest’anno è stato il leader di rushing yard, corridore potente ma allo stesso tempo agile e soprattutto che difficilmente perde palla.

Merita una menzione anche Noah Brown, capace di catch assolutamente spettacolari.

Anche la difesa rispetto al 2015 ha perso pezzi importanti: Joey Bosa, Darron Lee, Eli Apple, Von Bell, Adolphus Washington e Joshua Perry (con i primi tre pick da top 20 allo scorso Draft). Per il compito di ricostruzione Urban Meyer si è affidato a Luke Fickell che è riuscito a ripartire da Raekwon McMillian e Gareon Conley, che hanno guidato il team con la loro esperienza; il primo è stato il riferimento in mezzo al campo, l’altro è stato il cornerback che ha spesso annullato il miglior ricevitore avversario. Chi ha dato però un impatto fondamentale alla difesa è Nick Bosa, il fratellino di Joey, che da true freshman si è mostrato al livello del fratello nonostante abbia giocato solo come riserva. Tyquan Lewis è stato sicuramente il migliore defensive lineman a mani basse della stagione dei Bucks, ha sempre vissuto nel backfield avversario facendo giocate sia contro le corse che in pass rush. Il migliore giocatore però è stato la free safety Malik Hooker: sei intercetti, tre TD ed una capacità di lettura incredibile che in pochi hanno mostrato al College. Ohio State è forse un team troppo inesperto ma può comunque contare su un Urban Meyer che c’è in palio il National Championship sale sempre di livello Sarà lui la vera arma in più dei Buckeyes. L’ultima sfida tra Clemson e Ohio State fu nel 2014, una partita spettacolare con continui cambi di vantaggio ed un ultimo quarto di intensità fuori dal comune deciso da Stephone Anthony, linebacker ora ai New Orleans Saints, che chiuse il match con un intercetto. La sfida che tutti vorranno vedere sarà quella tra due dei reparti più forti della nazione: i ricevitori di Clemson ed i defensive back dei Buckeyes. Le sorti della partita passeranno da qui. La forza di Williams, Scott, Cain, Renfrow è quella di essere armi complementari e Ohio State dovrà difendersi bene. I Buckeyes dalla loro hanno la stazza dei cornernback in grado di giocare in maniera molto fisica che però potrebbero soffrire i velocisti Cain e Scott. Ma la partita potrebbe decidersi anche per giocate estemporanee e il primo indiziato è Curtis Samuels, uno che potrebbe tirare fuori la giocata in grado di spezzare la partita in qualsiasi momento, sia in attacco che in situazione di special team. Ovviamente sarà Watson il giocatore sotto i riflettori: dovesse giocare come nel finale di stagione e limitare i turnover potrebbe dare una marcia in più ai suoi e staccare il biglietto per la seconda finale in due anni. In generale ci si aspetta un match molto equilibrato e quindi assolutamente da non perdere per gli amanti del College Football. Le due squadre uscenti si sfideranno per il titolo nazionale il 9 gennaio al Raymond James Stadium di Tampa Bay in Florida.

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