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Guida alla Turchia
09 giu 2021
09 giu 2021
Come gioca la prima avversaria dell'Italia nel girone.
(articolo)
8 min
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Dopo l’incredibile terzo posto ai Mondiali nippo-coreani del 2002 e la semifinale persa al novantesimo minuto contro la Germania agli Europei in Austria e Svizzera del 2008, la Turchia era giunta alla fase finale di un torneo internazionale solamente agli Europei 2016, chiusi in maniera abbastanza anonima dopo il girone eliminatorio. I fasti dei primi anni 2000, quando il Galatasaray aveva addirittura vinto la Coppa UEFA e la Supercoppa Europea, sembravano davvero lontani per il calcio turco. Per provare a invertire la rotta, prima dell’inizio delle qualificazioni agli Europei è stato quindi chiamato sulla panchina della Nazionale turca Şenol Güneş, l’allenatore della storica Coppa del Mondo del 2002.

L’avversario principalenel girone per la qualificazione a Euro 2020 era l’Islanda, ma le partite decisive sono state quelle con la Francia. Mentre gli islandesi perdevano entrambi i match contro i transalpini, la squadra guidata da Şenol Güneş sterilizzava la sconfitta per 2-1 a Rejkiavik vincendo la partita casalinga contro la Francia e pareggiando 1-1 a Saint Denis a due giornate dalla fine del girone, ottenendo così un vantaggio incolmabile per gli scandinavi.

A causa dello slittamento di un anno della fase finale degli Europei, l’ultima partita di qualificazione è ormai distante quasi due anni. In questo periodo la Nazionale turca ha avuto un andamento altalenante. In Nations League è addirittura retrocessa dalla Lega B alla Lega C, giungendo all’ultimo posto di un girone equilibratissimo comprendente Ungheria, Russia e Serbia, che avrebbe addirittura consegnato il primo posto alla squadra di Güneş con la vittoria dell’ultima partita contro l’Ungheria, persa invece per 2-0 e che ha condannato i turchi alla retrocessione. Al risultato negativo in Nations League fa però da contraltare l’ottimo inizio delle qualificazioni ai mondiali qatarioti. La Turchia ha battuto per 4-2 in casa i Paesi Bassi e per 3-0 in trasferta la Norvegia di Haaland, per poi rallentare con un inaspettato pareggio casalingo per 3-3 contro la Lettonia.

Come gioca?

Şenol Güneş ha disegnato una squadra particolarmente attenta e compatta che difende con un baricentro ad altezza medio bassa e preferisce attaccare in ripartenza manovrata. In difesa l’allenatore turco ha sempre utilizzato una linea di 4 uomini anche se, nella recente amichevole di preparazione agli Europei contro l’Azerbaigian ha, per la prima volta, schierato un reparto arretrato composto da 5 uomini. La scelta di utilizzare un approccio piuttosto prudente ai match ha pagato parecchi dividendi. Nelle dieci partite di qualificazione agli Europei la Turchia ha subito solamente 3 gol – 2 dall’Islanda e 1 dalla Francia – grazie anche all’ottima qualità dei difensori a disposizione di Güneş. Nel ruolo di centrale l’allenatore può scegliere tra Kabak del Liverpool, Ayhan del Sassuolo - autore di due reti in due partite alla Francia - Söyüncü del Leicester e Demiral della Juventus con gli ultimi due che paiano favoriti per una maglia da titolare. A destra la lotta è tra i terzini Müldür del Sassuolo e Zeki Çelik del Lille, mentre a sinistra si contendono il posto il ventenne Ridvan Yilmaz del Besiktas e Meras del Le Havre.

Più avanti la Turchia ha mostrato grande fluidità di schieramento e posizioni, transitando nello stesso match da disposizioni assimilabili al 4-3-3 a quelle più simili a un 4-2-3-1. La possibilità di variare in corso lo schieramento è assicurata dalla versatilità di due giocatori fondamentali di Güneş: Hakan Çalhanoğlu e Yusuf Yazici, fresco campione di Francia con il Lille. Partendo da esterno di un sistema 4-2-3-1 Çalhanoğlu può entrare dentro il campo a giocare in posizione di mezzala sinistra o può rimanere largo mentre il trequartista Yazici si abbassa sul centro sinistra disegnando una sorta di 4-3-3. Un altro giocatore importante nel sistema di Güneş è l’interno del Fenerbache Ozan Tufan che ama inserirsi nella zona di centro-destra, lasciando al compagno di reparto Okay Yokoşlu il compito di rimanere a presidio preventivo della zona mediana. Çalhanoğlu, Yazici e Tufan costituiscono il fulcro creativo del gioco della Turchia, con il giocatore del Lille che gode di grande libertà di movimento e seguendo il suo istinto può abbassarsi a cucire il gioco o attaccare gli spazi creati dall’unica punta, Burak Yilmaz, compagno di squadra di Yazici al Lille e uno dei maggiori artefici dello scudetto strappato al PSG. Come nella sua squadra di club il gioco di Yilmaz non si limita alla finalizzazione, ma è completato da corse profonde e ricezioni spalle alla porta fondamentali per fare risalire la squadra partendo da baricentro medio-basso scelto da Güneş. Il gol del vantaggio segnato alla Norvegia mostra bene le trame offensive preferite dalla Turchia, che ama utilizzare Yilmaz per muovere le difese avversarie favorendo gli inserimenti in particolare di Yazici, che gioca sugli spazi creati dal centravanti, di Çalhanoğlu e di Tufan.

L’azione parte dal centrale Söyüncü che gioca un filtrante rasoterra diretto verso il centravanti Yilmaz che viene incontro tirandosi dietro la linea difensiva della Norvegia. Çalhanoğlu si muove sottopunta a ricevere la giocata di sponta di Yilmaz mentre Yacizi attacca lo spazio liberato dal centravanti. Çalhanoğlu serve Yacizi che dalla sinistra gioca un cross rasoterra arretrato per l’inserimento dalla zona di centro destra di Ozan Tufan che mette in rete.

A completare la squadra c’è in genere Kenan Karaman del Fortuna Dusseldorf capace di giocare sulla fascia destra, o, in alternativa in coppia con Burak Yilmaz e Yazici largo sulla destra anche se talvolta a Karaman è preferito l’ex Roma Cengiz Ünder. In genere la Turchia ama attaccare in maniera piuttosto diretta, sfruttando i movimenti di Yilmaz e le combinazioni dei sui giocatori offensivi più tecnici o, ancora meglio, preferisce giocare transizioni offensive manovrate, che costituiscono probabilmente la migliore arma in mano a Güneş.

Chi va tenuto d'occhio?

In questo quadro tattico il giocatore chiave è Burak Yilmaz, più per i suoi movimenti e il suo supporto con e senza il pallone alle trame offensive della squadra, che per il suo possibile contributo realizzativo. Le fortune offensive della Turchia si basano sul talento un po’ anarchico e demodé di Yazici, sull’energia e le conclusioni a rete di Çalhanoğlu e sull’intelligenza tattica e il senso degli spazi di Tofun. Ma, i movimenti dell’intera fase offensiva sono modulati su quelli di Yilmaz, che può fungere da perno creando spazio dietro sé, può allungare la linea difensiva avversaria e, aprendosi, liberare zone che i compagni possono attaccare. Se Burak Yilmaz riuscirà, a quasi trentasei anni, a mantenere il suo livello di gioco e di impegno atletico pari a quello avuto in Ligue 1, per la Turchia sarà di certo più semplice sfruttare al meglio il suo talento nella trequarti campo.

Escludendo i giocatori più conosciuti della rosa, sarà interessante dare un’occhiata anche ai due centrocampisti della squadra, Ozan Tufan e Okay Yokoşlu. Il primo è un centrocampista box to box e di buona tecnica, fondamentale con la sua energia e i suoi inserimenti per l’efficacia della fase offensiva della squadra. Okan Yokoşlu è invece il vero equilibratore della squadra. Yokoşlu ha giocato la seconda parte della stagione in Premier League al West Bromwich Albion, in prestito dal Celta Vigo. È un centrocampista molto alto (191 cm) e non molto veloce. Il senso della posizione e l’abilità nella lettura delle situazioni di gioco sono le doti che gli permettono di brillare in fase di non possesso. In impostazione il suo passato da trequartista gli consente una distribuzione del pallone che, sebbene orientata principalmente ad ordinare la squadra, non è certo banale.

Ha dei punti deboli?

La centralità di Yilmaz nella costruzione del gioco offensivo della squadra potrebbe rivelarsi un fattore di debolezza per la Turchia. Quando gli spazi creati dal centravanti del Lille si comprimono perché la nazionale turca è costretta dal match ad alzare il baricentro e ad affrontare difese schierate, gli uomini di Güneş mostrano qualche difficoltà a riempire efficacemente l’area e a disordinare le linee difensive avversarie, rifugiandosi spesso, complici anche le ottime capacità balistiche di molti suoi giocatori – Çalhanoğlu in testa – nel tiro dalla distanza. Le maggiori difficoltà mostrate in fase offensiva contro difese basse tendono ad allungare e a far perdere ordine alla squadra, con conseguenze negative sulla transizione difensiva.

Dove può arrivare?

All'esordio contro l'Italia potrà impostare tatticamente la sua partita preferita e sperare di portare via un risultato positivo. Giocherà quindi le rimanenti due partite del girone a Baku, in Azerbaigian, in un contesto ambientale più favorevole. Nel girone A la favorita d’obbligo è l’Italia e dietro gli azzurri Svizzera, Galles e Turchia hanno tutte concrete possibilità di giungere al secondo posto che garantirebbe un ottavo non impossibile contro la seconda del girone B che vede in lizza Belgio, Russia, Finlandia e Danimarca. Dovesse spingersi ai quarti, le vittorie contro Francia e Paesi Bassi negli ultimi due anni e le delusioni in Nations League, mostrano che forse la Turchia preferisce giocare contro squadre sulla carta più forti, che permettono a Güneş di impostare tatticamente una partita più consona alle caratteristiche dei suoi uomini, e potrebbe quindi rivelarsi avversario ostico per qualsiasi avversario.

La Nazionale turca è una formazione molto compatta e dal discreto talento offensivo. Sarà difficile batterla, ma al contempo dovrà essere capace di aumentare la qualità del proprio gioco quando le esigenze della partita richiederanno agli uomini di Güneş di attaccare difesa schierate e poco propense a lasciare spazi agli attacchi di Yilmaz e compagni.

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