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Emanuele Mongiardo
Guida al Sassuolo 2023/24
11 ago 2023
11 ago 2023
Dionisi ha bisogno di aggiustare la difesa per tornare a stupire.
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Emanuele Mongiardo
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IMAGO / AFLOSPORT
(foto) IMAGO / AFLOSPORT
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Piazzamento lo scorso campionato: 13o

Chi in più: Luca Lipani, Matias Vina, Daniel Boloca, Samuele Mulattieri, Cristian Volpato, Filippo Missori, Alessio Cragno, Mattia Viti, Jacopo Pellegrini, Janis Antiste.

Chi in meno: Nadir Zortea, Davide Frattesi, Abdou Harroui, Riccardo Marchizza, Mert Muldur, Filippo D’Andrea, Rogerio.

Una statistica interessante dalla scorsa stagione: Nello scorso campionato di Serie A il Sassuolo è stato la squadra peggiore nel saldo tra xG subiti e gol effettivamente concessi: -14,4, numeri ben peggiori della penultima in graduatoria, la Samp, che sappiamo aver vissuto una stagione davvero particolare. Si potrebbe pensare che il Sassuolo sia stato sfortunato e che col tempo i suoi numeri potranno migliorare, con i dati reali che si avvicineranno a quelli attesi. Tuttavia, le cifre sono indicative della fragilità del Sassuolo e di quanto sia facile impensierirlo, anche per le caratteristiche individuali dei suoi difensori, davvero poco incisivi senza palla. Se non bastasse, i neroverdi sono stati anche penultimi per PPDA (14,15), nonostante non fosse di certo una delle squadre più reattive del campionato. Si spiegano così i 61 gol subiti dalla quinta peggior difesa dello scorso campionato.

Formazione tipo: 4-2-3-1,Consigli; Vina, Viti, Erlic, Toljan; Maxime Lopez, Matheus Henrique; Laurienté, Bajrami, Berardi; Pinamonti

Quella appena passata è stata una stagione contraddittoria per il Sassuolo, basti dire che all’ultima giornata del girone d’andata, dopo il pareggio per 1-1 col Monza, la squadra si ritrovava al diciassettesimo posto, ai margini della zona retrocessione. Tra fine gennaio e aprile, però, sono ritornati i risultati, anche con vittorie brillanti come quella a San Siro contro il Milan per 2-5 o quella in casa della Roma per 3-4.

Alla fine il Sassuolo ha ritrovato le sue certezze nei soliti Berardi e Frattesi e negli spunti di Armand Laurienté, una delle più liete novità dell’ultimo campionato. Lo scorso anno è stato, forse, quello dello scollamento definitivo dall’era De Zerbi. I neroverdi erano diventati una squadra più diretta. Rimaneva la cura della prima costruzione, ma per il resto dipendevano molto di più dalla vena di Laurienté sulla sinistra e, soprattutto, dall’intesa tra Berardi e Frattesi sulla destra. I due rappresentavano un mix di alto livello tra qualità nel palleggio, protezione palla e movimenti verticali, col pallone e senza. Come sopperire a un binomio del genere sarà uno dei più grandi interrogativi sulla stagione del Sassuolo, che è iniziata in maniera strana.

A fine luglio, al termine dell’amichevole in Trentino persa per 3-2 contro lo Spezia, Alessio Dionisi ha alzato i toni al microfono. Sassuolo è un ambiente tranquillo in cui lavorare, sia per gli allenatori che per i giocatori. La squadra si è guadagnata il suo status nella classe media della Serie A, ma proprio l’assenza di pressione e, quindi, di tensione, sembra aver dettato lo sfogo del tecnico: «Sono stufo dei giocatori a metà. O stai dentro o stai fuori. Chi è dentro deve dare tanto». E poi ancora, in relazione all’atteggiamento dei suoi: «La squadra non deve essere arrabbiata ma deve essere consapevole che così non va bene. Perché poi arriveranno delle scelte e qualcuno non le accetterà. E arriveranno difficoltà e qualcuno non vorrà rimboccarsi le maniche».

Il limbo in cui si trova il Sassuolo, lontano dalla zona calda, ma non ancora vicino a lottare per l’Europa, avrà stancato Dionisi? O, semplicemente, sarà il fatto di dover partire, per sua stessa ammissione, da un gradino più basso rispetto all’anno scorso? Il Sassuolo è stato sulla bocca di chiunque, nelle scorse settimane, per merito del suo DS. La cessione di Frattesi ha tenuto banco su tutti i media e in quei giorni Carnevali era dappertutto, come un politico in piena campagna elettorale. Alla fine il centrocampista ha scelto l’Inter ed ha lasciato Dionisi con una serie di questioni da risolvere.

Frattesi era una delle individualità più determinanti del Sassuolo e la sua partenza deve aver convinto il tecnico a virare in pianta stabile sul 4-2-3-1: non c’è più una mezzala con le caratteristiche dell’ex romanista, e allora, col materiale a disposizione, Dionisi ha scelto di focalizzarsi ancora di più sul controllo del pallone. Visti anche gli acciacchi di Thorsvedt e del neo acquisto Boloca, nelle amichevoli il doble pivote è stato composto da Matheus Henrique e Maxime Lopez. Due centrocampisti simili, sia per statura che per caratteristiche, specialisti del gioco corto e sotto pressione. Nel calcio di oggi è difficile trovare coppie di mediani simili, visti i ritmi alti e la necessità di scivolare sempre più velocemente da un lato all’altro del campo. D’altro canto, i due sono una sicurezza in fase di possesso e sembrano essere già da ora gli architravi del gioco dei neroverdi. «Per certi aspetti Matheus e Maxime sono due giocatori che ti permettono di giocare tanto, al tempo stesso non ti permettono grandi verticalizzazioni o cambi di campo repentini e questo lo dobbiamo prevenire finalizzando di più, forzando qualche giocata in avanti, imbucando di più, altrimenti rischiamo di perdere palla e di non riuscire a difendere con i centrocampisti», ha detto di loro Dionisi. Anche Boloca, fresco vincitore della Serie B col Frosinone, ha caratteristiche simili.

Con scelte del genere, quindi, il Sassuolo dovrebbe dare ancora più importanza alla fase di costruzione. Contro il Wolfsburg si sono viste belle combinazioni, in particolare negli sviluppi che coinvolgevano il terzino, il mediano del lato, l’ala e, a seconda della situazione, anche la punta o il trequartista che scivolavano per partecipare alla catena. È sembrato già a suo agio, in questo senso, anche Matias Vina, tornato in Italia dopo l’opaca esperienza alla Roma e pronto a prendersi il posto da titolare come terzino sinistro.

Nelle amichevoli, però, la sorpresa più lieta è stato Bajrami, forse il giocatore che più potrebbe beneficiare della cessione di Frattesi. L’albanese è arrivato in Emilia lo scorso gennaio, ma ha giocato poco da titolare e spesso è stato schierato sull’esterno. Quest’anno, col 4-2-3-1, il posto da trequartista centrale sembra indiscutibilmente il suo. Contro il Wolfsburg, Bajrami non solo ha segnato il gol del pareggio, ma è stato anche il più propositivo dei suoi, una vera spina nel fianco per i tedeschi. L’ex Empoli era bravo a trovare lo spazio tra le linee oppure sui fianchi dei centrocampisti avversari, anche abbassandosi, così da poter ricevere, girarsi e puntare la porta. Con un centrocampo portato al gioco ragionato come Lopez-Matheus Henrique, dovrà essere lui a dettargli il passaggio e dare un’accelerata alla manovra del Sassuolo.

Nell’ultimo terzo di campo, poi, ci dovranno pensare Berardi e Laurienté a fare la differenza. Il calabrese sembrava destinato alla Lazio, ma ancora una volta rimarrà in neroverde. Laurienté, invece, è chiamato ad affermarsi in maniera definitiva. In una squadra incline al palleggio, i suoi dribbling e le sue conduzioni dovranno dare una scossa di verticalità alla manovra.

Interessante, poi, ragionare su chi sarà il centravanti di questa stagione. Il 2022/23 di Pinamonti non ha rispettato le attese. L’ex Inter è un giocatore con parecchi limiti, soprattutto nella partecipazione al gioco, fondamentale per una squadra come il Sassuolo. Dionisi, però, gli ha dato fiducia e lo ha sempre schierato dall’inizio nelle amichevoli. Al momento, il titolare in attacco è lui.

Samuele Mulattieri, però, è un nome davvero interessante per il reparto offensivo. Arrivato dall’Inter nell’affare Frattesi, il classe 2000 ha vinto il campionato di Serie B col Frosinone. Non ha grandi nuumeri (12 gol in 29 presenze lo scorso anno), ma, al contrario di Pinamonti, offre un gran contributo alla manovra. Mulattieri è sobrio e abbastanza preciso negli appoggi e usa bene il fisico. È una punta spigolosa, a cui piace stressare i difensori con il corpo a corpo e gli attacchi alla profondità. In una squadra che ha perso la sua principale minaccia senza palla – Frattesi, appunto – chissà che non possa essere lui ad attaccare lo spazio e ad allungare le difese, anche per dare più metri in cui costruire a trequartisti e mediani.

Insomma, le prospettive col pallone sono interessanti. Il grave problema del Sassuolo, come anticipato, resta però la fase difensiva. Rispetto all’anno scorso, Dionisi nelle amichevoli ha fatto difendere i suoi con un 4-4-2 in cui si sono visti momenti di pressing alto. Quando la squadra aggrediva subito gli avversari, uno tra Maxime Lopez e Matheus Henrique si alzava sul centrocampista avversario che si proponeva. Sia lo Spezia che, soprattutto, il Wolfsburg, però, hanno saputo trovare lo spazio alle spalle del mediano che si alzava in pressing: attuare un’aggressione di questo tipo con due soli centrocampisti può essere rischioso, un po’ perché non rimane nessuno alle loro spalle, un po’ perché il Sassuolo non ha nessuno in grado di recuperare all’indietro.

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Anche con un blocco un po’ più basso, poi, la squadra è stata poco convincente. Il Sassuolo magari scivola bene, con le distanze giuste, ma i suoi interpreti difficilmente riescono a contestare il pallone quando si avvicinano all’uomo. Lopez ed Henrique, non sono troppo efficienti nello scivolare da un lato all’altro e, sopratutto, per il Wolsfburg non era difficile far filtrare il pallone dalle loro parti. In difesa, il neo acquisto Viti, già allenato da Dionisi ad Empoli, sa come muoversi in sincronia con i compagni, ma anche lui sembra poco capace, a livello individuale, di limitare gli avversari.

Contro il Wolfsburg, sia centrocampisti che difensori hanno avuto gravi difficoltà contro due giocatori fisici come Wind e Pejcinovic. Quanto riuscirà la difesa collettiva a mascherare lacune simili, considerando che il Sassuolo non sembra una squadra in grado di pressare con continuità per grossa parte degli incontri?

Molto potrebbe dipendere, poi, dalla scelta del portiere. L’acquisto di Cragno sembra mettere per la prima volta in discussione Consigli, che però è partito titolare contro Spezia e Wolfsburg (Cragno ha giocato contro il Parma). Si tratta di due portieri diversi e sappiamo quanto Consigli sia importante nel gioco coi piedi. Se però Cragno tornasse ai fasti di Cagliari, potrebbe migliorare il disastroso dato dei gol subiti a fronte degli xG concessi, visto che comunque Consigli sembra aver scollinato il meglio della propria carriera. Anche in questa stagione le ambizioni del Sassuolo passano da quanto migliorerà la difesa.

Miglior scenario possibile

Il Sassuolo sorprende sin dall’inizio, vince in casa all’esordio contro l’Atalanta e pareggia a Napoli alla seconda giornata. Viti ed Erlic si dimostrano una coppia affiatata, con Toljan e Vina che diventano sempre più affidabili. Laurienté è il miglior dribblatore del campionato con 5,3 dribbling riusciti ogni 90’. A gennaio Carnevali, a reti unificate, afferma che chiunque avrebbe fatto carte false per il francese se avesse giocato in un campionato più glamour e che a lui piacerebbe giocare in una squadra che possa schierarlo ala sinistra. Il Sassuolo lotta fino all’ultimo per la Conference League e riesce a raggiungerla con un pareggio all’Olimpico contro la Lazio all’ultima giornata.

Peggior scenario possibile

Maxime Lopez e Matheus Henrique sono costretti a scivolare come dei disperati da un lato all’altro e a correre all’indietro. Le imbarcate iniziano già dalle prime partite contro Atalanta e Napoli. Laurienté viene ceduto al Luton Town durante il mercato invernale. Dionisi è insofferente e a fine gennaio viene esonerato. Al suo posto subentra Francesco Magnanelli, alla prima esperienza da allenatore, che salva la baracca e traghetta la squadra ad un mesto quattordicesimo posto.

Giocatore chiave

Il Sassuolo ha grandi qualità nel palleggio e sa sviluppare trame fitte anche sotto pressione. Tuttavia, escluso Laurienté, non ha nessuno in grado di cambiare passo. In un sistema del genere, è necessario avere qualcuno che renda davvero minacciosa la qualità nel tocco dei compagni. Senza gli strappi del francese, i neroverdi sarebbero molto più facili da controllare. Una sua grande stagione potrebbe dare tutt’altro senso al 2023/24 del Sassuolo.

Giocatore da comprare al Fantacalcio

Ricorderemo Mimmo Berardi come una leggenda del Sassuolo o come una leggenda del Fantacalcio? Inutile lavorare troppo di fantasia con il Sassuolo, il giocatore da prendere rimane ancora lui. Anche lo scorso anno, in una stagione altalenante per la sua squadra, l’ala calabrese ha sfiorato la doppia doppia con dodici gol e sette assist. Berardi alla fine alla Lazio non ci è andato e in una grande squadra, probabilmente, non lo vedremo mai: non ci avrà rivelato tutto il suo potenziale, ma restando al Sassuolo ha scelto di diventare una certezza di ogni Fantacalcio. Il rigorista sarà ancora lui e in isolamento esistono pochi giocatori più produttivi in Serie A. Per il suo stile, fatto di protezioni e pause, il fatto di avvicinarsi ai trent’anni non sembra poter incidere più di tanto. Ancora una volta Mimmo Berardi è un investimento sicuro.

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