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Angelo Andrea Pisani
Guida al Parma 2018/19
18 ago 2018
18 ago 2018
La presentazione della stagione dei crociati, che cercheranno di salvarsi dopo una tripla promozione vertiginosa.
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Angelo Andrea Pisani
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Piazzamento nello scorso campionato: neopromossa

 

Chi in più: Luigi Sepe (Napoli), Alessandro Bastoni (Inter), Bruno Alves (Glasgow Rangers), Federico Dimarco (Inter), Massimo Gobbi (Chievo), Leo Stulac (Venezia), Luca Rigoni (Genoa), Alberto Grassi (Napoli), Cristian Galano (Bari), Jonathan Biabiany (Inter), Roberto Inglese (Chievo), Gervinho (Hebei China Fortune).


 

Chi in meno: Alessandro Lucarelli (ritirato), Pasquale Mazzocchi (Perugia), Manuel Scavone (Lecce), Roberto Insigne (Napoli), Marco Frediani (Ternana).


 

Una statistica interessante: Lo scorso anno il Parma ha segnato 12 gol coi difensori, più di ogni altra squadra in Serie B


 


Di Marco si gioca con Gobbi il posto come terzino sinistro; davanti Biabiany e Di Gaudio nelle rotazioni degli esterni offensivi.


 


Negli ultimi anni le doppie promozioni non sono state infrequenti, ma mai nessuno era riuscito a farne tre consecutive. Il record del Parma assume ancora più valore considerando il contesto italiano, dove anche le squadre più blasonate – una volta scivolate nei campionati inferiori – fanno grande fatica a risalire. L’ascesa dei “ducali” è stata lunga ma inesorabile, una tensione alla rinascita che ha lasciato dietro di sé record, divorzi e polemiche.

 

Nel giorno della promozione in Serie A l’unico superstite del “primo Parma”, quello della Serie D, era Alessandro Lucarelli, ora passato dietro la scrivania, farà il club manager. In mezzo ci sono state tre diverse società (dal “calcio biologico” di Nevio Scala all’attuale proprietà cinese, passando per i sette soci), tre allenatori (Apolloni, Morrone, D’Aversa), e quasi un centinaio di giocatori.

 

La svolta è arrivata con Roberto D’Aversa. Il tecnico è arrivato in squadra nel dicembre del 2016, con la squadra all’ottavo posto. A fine stagione la squadra ha chiuso seconda in classifica, vincendo (non senza polemiche) i playoff di categoria. Polemiche che hanno caratterizzato anche la coda dell’ultima promozione, quella in Serie A.

 

Una stagione, la scorsa, partita in sordina: i parmigiani hanno iniziato l’annata perdendo tre delle prime cinque gare, ma a dicembre – grazie a una serie di 6 vittorie in 8 gare – la squadra di D’Aversa ha sfiorato addirittura la testa della classifica, assestandosi poi al terzo posto. A gennaio il Parma ha spinto forte sul mercato: ha aggiunto Gazzola, Vacca e Ciciretti ad una squadra che in estate aveva già accolto giocatori di livello come Dezi, Di Gaudio, Ceravolo e Insigne. Il 4-3-3 di D’Aversa raggiunge una sua completezza, mostrandosi una squadra aggressiva, verticale e piena di risorse.

 

Nelle ultime 15 il Parma ha vinto 11 partite, raccogliendo 34 punti (solo l’Empoli ha fatto meglio). Nell’ultima giornata la vittoria sullo Spezia ha regalato il secondo posto, a pari merito col Frosinone (punito dagli scontri diretti). I festeggiamenti per la Serie A sono però subito stati macchiati dalle accuse di tentato illecito sportivo. La procura si concentra su un messaggio in particolare, inviato da Calaiò a De Col: «Ehi pippein non rompere il cazzein».

 

Per alcune settimane questa frase ridicola rimbalza negli uffici della procura federale, mettendo a rischio la carriera del giocatore e la promozione della sua squadra. Il Tfn commina due anni di squalifica per Calaiò, e cinque punti di penalizzazione al Parma (da scontare in Serie A). Una sentenza ora ridotta a sei mesi per il giocatore, senza sanzioni per la società.

 


Come prevedibile, il mercato del Parma è stato molto vivace. Inizialmente i gialloblù si sono concentrati su alcune conferme: nelle prime settimane di mercato gli emiliani hanno completato i riscatti di Ceravolo, Gagliolo e Dezi, convincendo il Napoli a lasciare in prestito Ciciretti. Un passaggio ingarbugliato: lo scorso gennaio il giocatore era arrivato al Parma in prestito oneroso (250 mila euro) per gli ultimi sei mesi di contratto; dopo l’ufficialità del suo passaggio al Napoli, con cui aveva già firmato, il giocatore è tornato in prestito.

 

In generale, il mercato del Parma si è articolato tra giovani in prestito, giocatori di categoria e scommesse a basso costo. In attesa di conoscere l’effettiva squalifica di Calaiò – al momento scesa a sei mesi – la squadra ha cercato a lungo un centravanti. Sono stati fatti i nomi di Balotelli, Cassano, Destro e Lapadula. Nomi smentiti dalla società, o rivelatisi troppo complicati. Il diesse gialloblù, Faggiano, è sempre stato molto cauto: «Sappiamo che non è semplice fare mercato, per una neopromossa, ma Parma ha sempre il suo fascino. Lavoreremo molto sui prestiti».


 

E così è stato. Il Parma ha raggiunto accordi con Napoli e Udinese per le conferme di Ciciretti e Sierralta, e ha accolto in prestito anche Sepe, Dimarco, Grassi e Bastoni, che aiuteranno a svecchiare un po’ la squadra. Stessa formula anche per Roberto Inglese, il vero colpo dell’estate parmigiana. L’ex Chievo non ha lo charme dei nomi fatti a inizio mercato, ma è un acquisto molto intelligente. L’attaccante ha grandi qualità nel gioco aereo e spalle alla porta, doti che lo rendono utilissimo per il 4-3-3 impostato da D’Aversa.


 

Oltre alle qualità tecniche, i gialloblu si garantiscono un buon numero di realizzazioni: negli ultimi due anni Inglese è andato sempre in doppia cifra, nonostante una squadra senza particolare vocazione offensiva. Lo scorso anno Inglese ha segnato 12 reti, più di un quinto dei gol della sua squadra, tentando il tiro “solo” 2.2 volte a partita: meno di attaccanti come Pavoletti (2.6) e Belotti (2.7), segnando di più.


 

Probabilmente, l’attaccante non sarà l’unico acquisto: al momento i parmigiani stanno lavorando per il prestito di Karamoh e il clamoroso ritorno in Italia di Gervinho. L’attaccante ivoriano ha grande fascino, ma è un enorme punto interrogativo: nei tre anni in Cina ha giocato appena 29 partite, e non è ancora chiaro il suo stato di forma. Se sta bene, l’ex Roma potrebbe rappresentare un giocatore perfetto per il gioco verticale e reattivo del Parma. Ma è un grosso “se”.


 


Al primo anno Gervinho ha giocato solo 18 partite, ma ha creato abbastanza materiale per 9 minuti di video.


 

In attesa del colpo ad effetto, gli emiliani sono riusciti a chiudere per due ritorni eccellenti: Gobbi, in gialloblu dal 2010 al 2015, e Biabiany, che in Emilia ha vissuto gli anni migliori della sua carriera. A loro si aggiungono Bruno Alves (liberato dai Rangers) e Luca Rigoni (ex Genoa). Giocatori di qualità ed esperienza, reduci da stagioni un po’ deludenti.


 

Le scommesse più interessanti arrivano dalla serie B: Galano e Stulac. L’ex Bari va a rinforzare un reparto già nutritissimo, e che probabilmente andrà sfoltito (al momento il Parma ha in organico 12 attaccanti), ma può ritagliarsi un suo spazio. Chi non avrà problemi è Leo Stulac: regista tecnico e dinamico, tra i più positivi dell’estate gialloblu; il centrocampo partirà da lui.


 


Nel suo anno e mezzo in Emilia D’Aversa ha impiegato più di 50 giocatori, ma ha mantenuto principi di gioco abbastanza definiti. Il modulo di riferimento è il 4-3-3, un assetto che permette ai parmigiani di sfruttare in particolar modo le due catene laterali. Il Parma è quella che si direbbe una squadra moderna: solida difensivamente, verticale e spiccatamente fisica.

 

Nella scorsa stagione la difesa emiliana si poggiava su centrali come Di Cesare, Lucarelli e Sierralta, tutti sopra il metro e ottanta; stesso discorso per i terzini Gazzola, Gagliolo e Iacoponi. In mediana il tecnico ha impiegato spesso un regista, Scozzarella, affiancandolo però a giocatori forti fisicamente (Barillà, Scavone) o di grande dinamismo (Dezi, Vacca). In attacco, ai lati di Ceravolo o Calaiò, giocavano esterni come Di Gaudio, Baraye, Ciciretti, Siligardi e Insigne, interpreti perfetti per un calcio verticale.

 

Il Parma di D’Aversa gioca un calcio abbastanza immediato. Lo sviluppo dell’azione si basa sulle catene laterali, che la squadra utilizza per alzare rapidamente possesso e baricentro. Per questo motivo le due mezzali si allargano spesso sulla fascia, permettendo ai due esterni di restare alti sul campo.

 



La costruzione del Parma sulle catene esterne.


 

Lo svuotamento del centro toglie punti di riferimento agli avversari, aprendo campo ai movimenti a venire incontro di attaccanti ed esterni. La grande varietà offensiva è uno strumento utilissimo, che costringe gli avversari a prendere scelte difficili. Il Parma ha molte soluzioni: può cercare la verticale veloce sulla fascia, la seconda palla sulla sponda del centravanti o il taglio centrale degli esterni, senza mai perdere pericolosità.

 

Se la squadra avversaria abbassa il baricentro, i gialloblù applicano un possesso più ragionato, cercando di occupare tutto il campo in ampiezza. I terzini si alzano sull’esterno per aiutare a creare superiorità numerica, le mezzali si alzano al fianco della punta per aumentare le opzioni in area di rigore. In queste situazioni torna utile la forza fisica del Parma: Scavone e Barillà hanno segnato 7 gol in due, a cui si aggiungono le tante reti da calcio piazzato. Non a caso lo scorso anno sono arrivati 12 gol dai difensori, un record.

 




 

Il Parma si è fatto notare per la grande solidità difensiva – ha subito solo 37 gol, meno di ogni altra squadra in cadetteria – ma è stata la varietà delle sue soluzioni offensive a darle la marcia in più. La squadra di D’Aversa sa attaccare in verticale, ma anche posizionalmente; difende bassa e compatta, ma nelle fasi di transizione non rinuncia a innescare meccanismi di gegenpressing, riuscendo spesso a trasformare il recupero alto in gol.

 

Merito anche delle qualità del reparto avanzato, che erano un lusso per la Serie B. D’Aversa si è rivelato un ottimo gestore, capace di alternare al momento giusto i tanti giocatori offensivi.

 

In Serie A le prospettive saranno molto diverse, anche perché il gap tecnico sarà spesso dalla parte degli avversari. D’Aversa dovrà confidare nel definitivo salto di qualità di Di Gaudio, Ciciretti e Galano: tre giocatori dalle qualità innegabili, ma dall’impatto ancora incerto in massima serie. Lo stesso vale per i più giovani, da Sepe a Dezi. Anche per questo motivo il Parma ha cercato di cautelarsi con giocatori di esperienza, pure se in là con gli anni.


 

In questo momento il Parma si presenta come una squadra che ha aggiunto al suo organico freschezza ed esperienza, ma che dovrà costruire le sue certezze in corso d’opera. L’arrivo di Inglese alza di un paio di spanne le prospettive dei parmigiani, ma resta tutto da vedere. La prossima stagione si preannuncia complicata, ma il Parma sembra avere gli strumenti per resistere all’impatto con la massima serie.


 


Lo scorso anno il Parma ha basato la sua stagione su una fase difensiva solida e attenta, capace di concedere pochissimo. Nonostante ciò, la difesa ha mostrato una certa fragilità nelle situazioni più dinamiche, quando la retroguardia restava troppo bloccata dietro, o veniva presa in velocità. Per questo motivo saranno fondamentali Gobbi e Bruno Alves: i due (36 e 37 anni) sono chiamati a dare equilibrio alla squadra, accompagnando l’inserimento in squadra dei più giovani.

 


Nell’epoca aurea del marketing sportivo, le partite a calcetto tra gli amici sono diventate vere e proprie sfide di stile, alla ricerca della scelta più raffinata o iconica. Ma cos’è la moda, se non provocazione? Per questo motivo la maglietta da comprare è quella di Calaiò, colui che – con un paio di messaggini – stava per cassare la tripla promozione del Parma, rovinando le sue grandissime annate in gialloblù (32 gol e 12 assist in due stagioni). L’attenuazione della squalifica regala all’ “Arciere” una nuova possibilità in Serie A, e a voi una maglia che certamente non passerà inosservata.

 


Nella scorsa stagione il Parma si è fatto notare per una nutrita schiera di esterni offensivi, che assaltavano l’area di rigore a suon di contropiedi e tagli verso il centro. Anche quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta: dal totem Gervinho al redivivo Biabiany, passando per le scommesse Di Gaudio, Galano e Ciciretti. Tanti giocatori, forse troppi.


 

Proprio per questo motivo la scelta migliore potrebbe qualche metro più indietro, dove c’è un regista tecnico e talentuoso al suo esordio in Serie A: Leo Stulac. Lo sloveno non è ancora una sicurezza, ma può diventare una sorpresa. Dopo aver fatto faville con Pordenone e Venezia, Stulac ci proverà anche in massima categoria, dove promette tanti 6.5 e qualche staffilata di destro sotto all’incrocio. Perché non provarci?


 


I fantasisti del Parma si confermano ad alti livelli anche in Serie A, dimostrandosi interpreti perfetti di un calcio verticale ed aggressivo. Bruno Alves trova una seconda giovinezza, guidando una difesa solida e arcigna; Inglese segna diversi gol pesanti, che permettono agli emiliani di chiudere il girone di andata a 20 punti. A febbraio Calaiò torna in campo e segna in rovesciata sotto la curva, inaugurando la sua nuova esultanza (le due mani unite a coppa simulano la digitazione di un messaggio; si scomoda il paragone con Robbie Fowler). Salvezza tranquilla.


 


Il ritorno in Serie A si rivela più ostico del previsto. La difesa non è abbastanza rodata, l’attacco stenta a ingranare, i risultati non arrivano. Bruno Alves non riesce a mantenere buoni livelli, Gervinho è quello goffo e difettoso visto in Cina. A fine novembre sbaglia un tap-in in allungo sul secondo palo, e nel rialzarsi da terra perde la fascetta: un trauma che ne accompagna il trasferimento in Qatar. A gennaio arriva Delneri, che imposta un 4-4-2 bloccatissimo. Sulle fasce giocano Gobbi e Biabiany: tutti gli altri esterni offensivi ammuffiscono in panchina. Gli unici squilli arrivano dalla coppia d’attacco, formata da Inglese e Cassano (richiamato come mossa disperata dal tecnico frulano). Nonostante qualche sussulto, la squadra termina la stagione al penultimo posto in classifica.


 

 

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