Daniele V Morrone (@danvmor):
Come prima cosa parliamo velocemente del centrocampo? Già dopo aver visto un paio di partite in America e la prima di campionato mi sembrato chiaro che la vendita di Cristante per una squadra che vuole giocare come sembra voler fare Inzaghi sia stato un errore. Il ragazzo poteva essere lanciato come regista davanti alla difesa chiedendogli di iniziare il gioco allargando il pallone per le due ali nel momento di lanciare la ripartenza e soprattutto di gestire la pressione in caso di pressing alto degli avversari. Adesso fino al ritorno di Montolivo non c’è nessuno in grado di gestire la palla in quella zona del campo. Inzaghi poi chiede ai due interni di lanciarsi in avanti appena recuperata palla vicino alla propria area cercando un gioco estremamente verticale. Mi sembra un’idea di calcio per cui la squadra può andare ad una sola velocità. Va bene se sei il Borussia Dortmund, altrimenti mi lascia perplesso. Evito di entrare nella retorica del credere nei giovani, parlo proprio di un giocatore che gioca in un ruolo altamente scoperto per la squadra. Adesso il Milan può giocare solo con il piano A. Non sto dicendo che non vada bene il centrocampo attuale (De Jong, Muntari e Poli) anzi per come vuole giocare sembra ben assortito con De Jong che rimane davanti alla difesa e Poli e Muntari che aiutano in fase di recupero e corrono appena recuperata palla (questo modulo potrebbe essere la salvezza per la carriera di Poli, che per ora rimane deludente rispetto a quanto gli esordi con la Samp sembravano indicare). Solo che questa combinazione sembra l’unica in canna per la squadra se si vuole sviluppare il nuovo sistema di Inzaghi. Che mi dici da Milanista che sicuramente conosce meglio di me Cristante?
Tim Small (@yestimsmall):
Daniele, ciao. Allora, come prima cosa, da milanista, ovviamente mi dispiace vedere Cristante con la maglia del Benfica. Non che l’abbia mai visto con la maglia del Benfica, perché non gioca mai. Però: se tu mi avessi chiesto, sia l’anno scorso, o l’anno prima, se era il caso di comprare il bravo, veloce, intelligente, dotato, potenzialmente fortissimo Bryan al fantacalcio, ti avrei detto “Ma che sei scemo? Cosa li spendi a fare quei fantamilioni? Compra uno che gioca”. Non per fare l’avvocato del Diavolo (ha!) o l’aziendalista, anzi, e ci tengo a sottolineare che mi lamento dell’età media del Milan dai tempi dell’acquisto del nostro attuale allenatore, ma io, alla fine, Cristante l’ho visto giocare una sola partita da titolare, nella quale ha segnato, sì, e ha fatto intravedere sprazzi di ottima visione e di tempi giusti, sì, ma solo quello, e poi l’ho visto per due partite in cui è entrato per pochi minuti. Come accennavo prima, poi, da quando è al Benfica, non è che abbia giocato milioni di minuti, anzi: è lì da inizio stagione e ha giocato 70 minuti in totale. Questo per dire che, alla fine, sei milioni di euro netti sono un grandissimo e pienissimo sacco di soldi per un ragazzino che ha giocato 3 volte in Serie A, soprattutto per una società che ne ha spesi meno per prendersi Bonaventura e che, comunque, non ha una lira e gira l’Europa d’estate facendosi ospitare in America come un vecchio nobile decaduto che fa l’elemosina ai russi petrolieri miliardari (e sì, sto parlando dei prestiti di Torres e Van Ginkel). Ti ricordi la battuta di Galliani quando Cairo si lamentava del suo braccino corto nell’infinita trattativa per Cerci?
Daniele V Morrone:
No, dimmela.
Tim Small:
Galliani rispose a Cairo: “Non è tanto che ho il braccino corto, è che di questi tempi non ho proprio il braccio”. Il che dovrebbe farci fermare un attimo, respirare lentamente, e farci considerare con calma quasi zen di cosa stiamo parlando quando parliamo di “campagna acquisti del Milan”.
Ma a monte di questo discorso, io non amo fare i conti in tasca alle società calcistiche. Non c’è nulla che trovo più ridicolo nel tifo moderno che sentire due tifosi prendersi in giro a vicenda in base a quanto hanno speso i miliardari proprietari delle squadre per le quali tifano per comprare giocatori rivelatosi poi dei relativamente cattivi investimenti. Qualcuno me lo spiega cosa me ne dovrebbe fregare quanto la Juventus ha pagato Giovinco o Morata o Tevez? Sono per caso azionista della Juventus? No. Quindi, che mi frega se la Juventus ha preso Pogba a gratis o a 5 milioni o a 50 milioni? Il prezzo del cartellino cambia il fatto che Pogba è più forte di Muntari? No. L’unica verità che mi compete è questa: il Milan gioca con Poli a centrocampo, la Juventus gioca con Pogba.
Se mi chiedessero: “Tim, avresti obiezioni se il Milan spendesse 700 milioni di euro per comprare Diego Costa, David Silva, Kevin Strootman, Thiago Silva e Bastian Schweinsteiger? Non lo troveresti osceno?” La mia risposta sarebbe, no, non me ne frega niente, dammi quei giocatori. Se mi dicessero che il Milan li ha presi tutti gratis, beh, certo, sarei felice anche in quel caso. Ma non sarei più felice in una versione delle cose che nell’altra. Perché, in ambo i casi, vedrei Diego Costa, David Silva, Kevin Strootman, Thiago Silva e Bastian Schweinsteiger in campo con la maglia rossonera ogni weekend.
Tornando a noi, quindi, se il Milan ha venduto Cristante, avrà avuto le sue ragioni, ragioni che possono essere economiche, sì, ma magari anche tecniche, perché immagino che, quando s’è rotto Montolivo, qualcuno avrà fatto una telefonata a Inzaghi per chiedergli se aveva intenzione di puntare su Cristante. Evidentemente, è emerso che Inzaghi non lo riteneva incedibile. O almeno, non abbastanza incedibile da far rifiutare un assegno da sei milioni di euro. Ripeto: sei milioni di euro, in un mondo in cui il Milan deve trattare per un mese per far scendere di 150 mila euro il prezzo di Rami, sono un sacco di soldi. Poi, è un peccato, è un gran peccato, sì, perché come tutti i giovani di potenziale ci piace vivere di potenzialità, di forse, di chissà un giorno, di futuro, e non di presente, di realtà, di abbiamo una squadra che fa abbastanza pena e quindi speriamo che magari tra cinque anni saremo potenzialmente capaci di sfracellare l’Inter nel derby del 2020. Nel frattempo, penso che dovremo goderci questo centrocampo poco fosforoso e molto muscoloso. Non che sia un male, anzi. Questo Milan che gioca come una provinciale allenata da una versione simpatica di Zeman mi sta divertendo molto. Piuttosto, vorrei chiederti: secondo te, con che modulo finirà per giocare questo Milan? Hanno rotto tutti per mesi con il 4-3-3 e con Cerci e quanto servivano gli esterni, e per le prime due partite eravano tutti felicissimi di questo nuovo gioco assurdo e spregiudicato, e di questo Honda ritrovato. Dopo due partite sofferte, invece, Inzaghi sta già rivalutando il 4-3-1-2, però. Lo usa spesso a partita in corso. Che ne pensi?
https://www.youtube.com/watch?v=waFLaUw1TpU
Il “rimpiazzo” di Fernando Torres.
Daniele V Morrone:
Milan-Juve ha dimostrato che questo Milan ha un evidente problema di gestione della palla sia in fase d’impostazione che in fase di gestione della pressione. Capisco quindi la voglia di pensare un modulo diverso che porti più giocatori a centrocampo in modo da sopperire alle mancanze tecniche con il numero di opzioni a disposizione di chi ha la palla. Il passaggio dal 4-3-3 con il falso centravanti, al 4-3-1-2 è molto breve dato che il 4-3-3 pone Menez al centro chiedendogli però di arretrare a giocare il pallone e mantenere il possesso per più di tre passaggi così da organizzare un attacco più ragionato di un lancio di Muntari. Con Torres magari più in forma e la necessità di Menez in campo, il passo dal 4-3-3 con il falso centravanti al 4-3-1-2 si potrebbe compiere senza troppi problemi ed è quello che ha fatto il Barcellona in estate per accomodare Messi e Luis Suarez. Come giocatore, ovviamente, Menez non è neanche paragonabile a Messi, ma allo stato attuale delle cose il suo peso nel gioco del Milan è paragonabile a quello dell’argentino con il Barça. Con Menez trequartista e due punte a farne le spese sarebbe sicuramente Honda. Il Giapponese è stato utilizzato sulla fascia destra fino adesso, ma anche nelle Isole Fiji sanno che si tratta di un numero 10. I gol segnati in questo inizio stagione stanno coprendo le difficoltà nell’influenzare il gioco della propria squadra. Faccio fatica a capire la riluttanza di Inzaghi nel mettere in campo il suo numero 10 nel ruolo in cui possa rendere al meglio, affidandogli invece solo due tre compiti schierandolo sulla fascia e soprattutto visto che con Menez è l’unico in grado di gestire un pallone in modo ragionato. Un 4-3-1-2 con Honda dietro Menez e Torres mi sembra la soluzione migliore per mantenere la rapidità nelle transizioni avendo però una miglior gestione del possesso e della pressione avversaria. Ovviamente in ballo ci sono anche El Shaarawy e Bonaventura. Il primo potrebbe giocarsi il posto con una delle due punte, mentre il secondo sarebbe interessante vederlo a centrocampo. Sono ossessionato dallo scardinare questo centrocampo tutto muscoli di Inzaghi e sono dell’idea che Bonaventura potrebbe essere l’unica soluzione immediata in attesa di Montolivo. La partita a centrocampo contro il Cagliari spero non sia solo una parentesi. Per evitare di fossilizzarci sul centrocampo c’è da dire che sia con il 4-3-3 che con il 4-3-1-2 importante è il ruolo degli esterni bassi. Abate a destra sta rendendo benissimo quando può arrivare sul fondo e sta trovando come mai in carriera precisione nei cross. De Sciglio a sinistra, invece, sta andando molto male per quanto mi riguarda. Insicuro e dall’errore facile, è in piena involuzione. Me le spendi due parole su questo ragazzo? È accettata anche la difesa a spada tratta giocandoti il jolly “però è un bravo ragazzo”.
Tim Small:
Però è un bravo ragazzo. Jolly usato.
Daniele V Morrone:
Maledetto mi sono tirato la zappa sui piedi da solo. E io che volevo solo essere gentile. Comunque durante il campionato abbiamo analizzato il Milan in tre partite (Lazio, Juve e Fiorentina) nella rubrica Fondamentali. Direi quindi che per approfondire l’aspetto tattico del Milan di Inzaghi lasciamo ai più curiosi la possibilità di rileggersi i pezzi dedicati. Voglio solo aggiungere che la forma ondivaga di Menez (caratteristica intrinseca del giocatore) e l’incapacità di Torres ed El Shaarawy (dobbiamo iniziare a preoccuparci?) di incidere nelle partite stanno portando un po’ troppo il peso della conclusione su Honda. Da suo estimatore non vorrei che il giapponese venisse impiegato solo come finalizzatore della giocata. Non se lo merita, anche se gli regala le prime pagine dei giornali. Parlami invece della dirigenza. Da esterno sono sempre affascinato dal rapporto che i tifosi del Milan hanno con Barbara Berlusconi e le sue magliette scollate (si può scrivere?).
Tim Small:
No, non penso che sia corretto scriverne, penso sia un po’ sessista parlare delle tette di B.B. e non, per dire, delle chiappe di Inzaghi. Quindi tralascerei. Piuttosto, mi preoccuperei del fatto che, piuttosto che dare la società in mano al miglior manager sportivo in circolazione, o anche a un nome estratto da una lista dei 10 top manager sportivi al mondo, il vecchio Silvio abbia deciso di dare il Milan a sua figlia. Che magari si rivelerà un genio del marketing, sia chiaro. Ma non penso che, come dire, si sia “meritata” il suo attuale ruolo. E questo lo direi anche se suddetto erede del patrimonio Berlusconi fosse di sesso maschile. Ricordiamoci che, alla fine, la monarchia è crollata come sistema proprio perché i migliori manager non sono quasi mai i figli di altri grandi manager. Quindi, diciamo che continuo ad aver paura. Dato che tu guardi le partite di calcio meglio di me, però, mi dici se ho ragione o torto a pensare che i tre migliori giocatori del Milan, quest’anno, sono Alex, Keisuke Honda e Giacomo Bonaventura?
PS. Sì, dobbiamo preoccuparci di El Shaarawy.
Daniele V Morrone:
Accetto il complimento che ti scagiona dalla questione De Sciglio e ti dico che togliendo dall’equazione l’El Shaarawy platonico che non vediamo in campo ormai da anni (questa è una gravissima perdita per il calcio italiano) e considerando quello reale che vediamo la domenica in campo, allora i tre giocatori più forti della rosa sono Alex, Honda e Menez, in rigoroso ordine alfabetico. Non necessariamente i più importanti, dato che, visto il ruolo, De Jong ha un valore superiore per Inzaghi rispetto ad un “sostituibile” Alex. Di Honda forse si è capito che sono di parte, quindi non aggiungo altro. Menez è calato rispetto ad inizio stagione, non è affidabile, ma se in giornata in questa Serie A è in grado di fare la differenza. Bonaventura è decisamente più costante, ma per intenderci è un giocatore i cui picchi non raggiungono quelli del francese (se escludiamo quando il buon Jack decide di segnare con un tiro/cross da trenta metri come contro il Cagliari).
https://www.youtube.com/watch?v=BM5OLj0ig7k
Escludendo questa.
Tutto questo senza parlare di Mastour. Ricordo che me ne parlasti entusiasta quest’estate. Lo aspetti con ansia in prima squadra?
Tim Small:
Come ti dicevo, non abbiamo molta scelta, noi milanisti. Viviamo di futuro. Di speranza. E il futuro è la speranza che un ragazzino italo-marocchino del ’98 diventi un vero campione.
Speriamo.