Piazzamento dello scorso campionato: Neopromossa
Chi in più: Wladimiro Falcone (Sampdoria), Federico Brancolini (Fiorentina), Federico Baschirotto (Ascoli), Gianluca Frabotta (Juventus), Kristoffer Askildsen (Sampdoria), Daniel Samek (Slavia Praga), Kristijan Bistrović (CSKA Mosca), Joel Voelkerling Persson (Roma), Assan Ceesay (Zurigo), Lorenzo Colombo (Milan), Federico Di Francesco (SPAL), Lameck Banda (Petah Tivka).
Chi in meno: Gabriel (Coritiba), Massimo Coda (Genoa), Mario Gargiulo (Modena), Fabio Lucioni (Frosinone), Zan Majer (Reggina), Antonio Barreca (Monaco), Alessandro Plizzari (Pescara), Paolo Faragò (Cagliari), Lorenco Simic (Ascoli)
Una statistica interessante della scorsa stagione: In Serie B il Lecce è stata la squadra che ha prodotto più xG in campionato (63.8), concedendone meno di tutti (35.7).
Mai come lo scorso anno la lotta per la promozione in Serie A è stata vivace e combattuta, con tante squadre in lotta e nessuna in grado di ammazzare il campionato: si sono scambiati i primi posti della classifica Cremonese, Pisa, Monza, Brescia e infine il Lecce, che per molto tempo era sembrato un passo indietro alle dirette avversarie. La squadra di Baroni ha avuto un percorso accidentato, è arrivata in zona promozione solo a dicembre e ha avuto diversi passaggi a vuoto, ma nel momento chiave della stagione la squadra è venuta fuori alla grande. Nel finale di stagione i giallorossi hanno vinto otto delle ultime dieci partite, conquistando il primo posto e cancellando la delusione del campionato precedente, quando la promozione era sfumata proprio nelle battute finali.
La vittoria del Lecce è arrivata anche e soprattutto per la qualità del suo progetto tecnico, che ha aiutato a superare i momenti più complicati. Nel corso della stagione Marco Baroni è riuscito a creare un contesto tattico di qualità, capace di mettere a loro agio i giocatori più talentuosi. La scorsa stagione il Lecce è stata la squadra che puntava al controllo della gara tramite il possesso, usato come arma per scoprire spazi alle spalle degli avversari, ma anche per mantenere l’equilibrio. Nel primo terzo di campo i giallorossi non rinunciavano quasi mai alla costruzione dal basso, per attirare la pressione e da lì andare in verticale: Coda veniva accorciava spesso in zona di rifinitura, per ricevere e fare gioco di sponda per esterni o mezzali, ma nella maggior parte dei casi l’uscita palla passava per i terzini, per sfruttare gli spazi che si aprivano spostando il possesso da una fascia all’altra.
Sulle catene laterali il Lecce non faceva soltanto avanzare la palla, ma creava i presupposti per andare in porta. Una delle soluzioni più utilizzate era ovviamente la rifinitura laterale, per sfruttare lo strapotere di Coda in area di rigore (il Lecce è stata la seconda squadra in B per numero di cross, 19.85 ogni 90’), ma i giallorossi potevano anche innescare i movimenti dentro al campo di Strefezza, a destra, e gli isolamenti di Di Mariano o Listkowski a sinistra. Tuttavia era quando poteva attaccare a campo aperto che il Lecce faceva vedere le cose migliori, grazie agli strappi di Strefezza e alle qualità nel gioco in verticale di Hjulmand, che la scorsa stagione ha avuto una media di 6.7 passaggi progressivi ogni 90’.
Strefezza e Hjulmand saranno i punti fermi del Lecce anche il prossimo anno, mercato permettendo, segnando il punto di contatto di una squadra che per il resto cambierà molto. Questa estate il Lecce ha fatto una piccola rivoluzione: oltre a Gabriel, Lucioni e Coda, i tre giocatori di maggior esperienza della squadra, i giallorossi hanno lasciato andare anche Barreca, Majer e Gargiulo, titolari o comunque molto presenti nelle rotazioni. Per alcuni il Lecce conta di avere già i sostituti in casa, confidando nella crescita di giocatori come Gonzale, Helgason e Listkowski, oltre alla capacità da rabdomante di Corvino sul mercato.
Questa estate il direttore giallorosso ha rimarcato più volte le difficoltà di competere con la forza economica delle altre squadre in Serie A, comprese le altre due neopromosse, e anche per questo sta provando a completare la rosa con un mix di scommesse e giocatori di rendimento a basso costo: Falcone in porta, Baschirotto e Frabotta in difesa, Askildsen e Bistrovic a centrocampo, Di Francesco, Colombo e Ceesay in attacco. Tutti in prestito, o a costo quasi zero. Nel corso dell’estate Corvino ha più volte ribadito l’importanza di creare «risorse tecniche» che un giorno diventino anche «economiche», e non deve sorprendere che questa estate gli acquisti più onerosi siano stati quelli del centrocampista classe 2004 Samek, preso a due milioni dallo Slavia Praga, e dell’attaccante classe 2003 Persson, preso a 800 mila euro dalla Roma.
L’incognita maggiore resta certamente l’attacco, dove la partenza di Coda (42 due gol nelle ultime due stagioni) ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Per sostituirlo Corvino ha deciso di puntare su due profili diversi e a loro modo complementari, Lorenzo Colombo e Assan Ceesay. I due attaccanti si giocheranno il posto al centro dell’attacco, e potrebbero essere un indizio per capire come cambierà il gioco del Lecce di quest’anno. Colombo è un giocatore per alcuni versi paragonabile a Coda, soprattutto nei movimenti a venire incontro, e idealmente andrebbe a ricoprire gli stessi compiti tattici. Lo si è visto in particolare nell’amichevole col Bochum, in cui Colombo si proponeva spesso in zona di rifinitura, sul lato destro, per ricevere i filtranti e scambiare corto con Strefezza. La connessione tra i due è parsa molto promettente, e in più occasioni i loro scambi sulla destra hanno liberato lo spazio per gli affondi di Listkowski sulla fascia opposta, una soluzione sperimentata già lo scorso anno.
In generale, l’amichevole col Bochum ha mostrato il Lecce nella versione più simile allo scorso anno: una squadra che costruiva dal basso per attirare la pressione e poi andare velocemente in verticale, sfruttando le conduzioni dei due terzini e i movimenti a venire incontro dei tre attaccanti. La presenza di Strefezza continua a essere molto influente per la manovra, e anche nelle prime amichevoli di quest’anno la tendenza è quella di sovraccaricare il lato destro, per appoggiarsi alle qualità dell’esterno, e sfruttare gli spazi aperti sul lato debole a sinistra.
Assan Ceesay ha giocato titolare nell’amichevole contro il Parma, una partita in cui Baroni ha mischiato un po’ le carte, inserendo tutti i nuovi acquisti in difesa e sperimentando un centrocampo inedito, con Asklidsen a fianco a due giocatori della Primavera, Berisha e Gònzalez. I tanti cambi hanno influenzato il rendimento della squadra – che ha avuto alcune difficoltà, soprattutto nella gestione dell’uscita palla – ma hanno dato l’opportunità per vedere un Lecce diverso, con un atteggiamento più reattivo e verticale del solito. Ceesay ha avuto qualche difficoltà nei movimenti a venire incontro, ma si è rivelato estremamente efficace nell’attacco della profondità: in una partita in cui il Lecce ha fatto molta fatica a gestire la palla, i movimenti dell’attaccante sono stati una valvola di sfogo preziosa. Un aspetto in cui ha brillato anche sul palcoscenico principale, alla prima giornata di campionato contro l'Inter. Un bel taglio verso sinistra, coronato da un diagonale mancino preciso.
Per molti versi, le amichevoli con Bochum e Parma rappresentano le due anime con cui il Lecce proverà ad affrontare l’impatto con la Serie A: una più propositiva, per le partite in cui il Lecce potrà avere il controllo della palla, e una più reattiva, nelle partite in cui saranno gli avversari a tenere il pallone - la versione che per forza di cose abbiamo visto anche contro l'Inter alla prima giornata. Baroni ha ribadito più volte l’intenzione di mantenere i principi dello scorso anno, ma è consapevole che la salvezza passerà anche e soprattutto dalla capacità di adattarsi: «Quando qualcosa funziona bisogna portarlo avanti, ma non credo nella staticità dei moduli. Specialmente quest’anno dobbiamo fare un calcio dinamico, di aggressione, di compattezza perché è questa categoria che te lo richiede».
Il punto in comune sarà l’atteggiamento senza palla, perché in queste prime uscite il Lecce ha sempre cercato di difendersi pressando alto, soprattutto nelle situazioni da palla ferma, orientandosi a uomo. Contro Bochum e Parma, che partivano con un 4+2 in costruzione (la linea difensiva era supportata da due mediani) l’attaccante e la mezzala lato palla prendevano i due centrali, con gli altri due centrocampisti che accorciavano sui mediani, mentre gli esterni prendevano i terzini avversari. Dietro i due terzini marcavano a uomo gli esterni, lasciando i centrali in situazione di due contro due. In fase di non possesso i giallorossi sembrano avere le idee chiare: contro altre squadre e contro altri moduli i compiti potrebbero cambiare, ma l’atteggiamento generale sarà lo stesso.
In un Lecce che alternerà partite più propositive a partite più reattive, il pressing alto sarà uno strumento di controllo nelle partite in cui cercherà di controllare la palla, e uno strumento offensivo quando saranno gli avversari a voler gestire il pallone.
In questo momento per il Lecce le maggiori incognite vengono dal calciomercato, perché l’inizio del campionato è vicino e la rosa non è ancora completa. Il problema più evidente è al centro della difesa, dove oltre a Dermaku e Tuia non ci sono difensori centrali di ruolo. Nel precampionato Baroni ha provato al centro Calabresi, che non ha fatto malissimo, ma il DS Trinchera ha detto che in realtà «non è una soluzione». Corvino ha espresso più volte la necessità di muoversi con accortezza, cercando occasioni: «La razza dei marcatori è in via di estinzione e quei pochi hanno costi elevati. […] Dovremo trovare opportunità con le nostre casse».
Il fallimento della trattativa per Maksimovic ha scombinato non poco i piani dei giallorossi, che in questi giorni sembrano in trattativa per Nastasić, vecchio pallino di Corvino in uscita dalla Fiorentina. In attesa degli arrivi un’altra soluzione di emergenza potrebbe essere quella di Baschirotto, che ha già giocato da centrale ai tempi della Viterbese. In questo momento, tuttavia, la preoccupazione maggiore è sul futuro di Strefezza, su cui c’è l’interesse di diverse squadre della Serie A. Corvino non ha chiuso alle possibilità di cessione, perché «le risorse del Lecce permettono di dichiarare nessuno incedibile», e l’unica speranza è che non arrivi un’offerta irrinunciabile da qui a fine agosto. Considerando ormai certa la partenza di Di Mariano, al Lecce servono almeno altri tre giocatori, due centrali difensivi e un esterno. L’impressione è che le prossime tre settimane saranno fondamentali per il prossimo campionato del Lecce, in entrata e in uscita.
Miglior scenario possibile
Il Lecce riesce a completare la rosa in tempo per l’inizio del campionato, evitando di cedere i suoi pezzi migliori. Dopo un inizio un po’ complicato i giallorossi iniziano a ingranare: Strefezza e Hjulmand si confermano agli stessi livelli anche in Serie A, Ceesay e Colombo danno un buon apporto in attacco, e i giovani inseriti in rosa funzionano bene. Nonostante qualche passaggio a vuoto il Lecce riesce a tenersi fuori dalla zona calda, conquistando la salvezza all’ultima giornata contro il Bologna.
Peggior scenario possibile
Il Lecce cede Strefezza a campionato già iniziato, decidendo di dare fiducia a Di Francesco come suo sostituto. L’arrivo di Tomovic a fine calciomercato non riesce a colmare i problemi di una difesa con pochissima esperienza in Serie A, e la squadra continua a trascinarsi dietro una certa fragilità per tutta la stagione. Davanti la squadra non gira e, nonostante Ceesay riesca a svoltare qualche gara, il suo apporto spalle alla porta non è sufficiente. Le speranze di salvezza si spengono già a fine aprile, e la squadra chiude al 19esimo posto.
Giocatore chiave
Per una squadra come il Lecce le prestazioni di Strefezza saranno fondamentali per assorbire l’impatto con la Serie A, dove sarà molto più difficile replicare lo stesso tipo di controllo tecnico sulle partite. In questo senso Strefezza è un profilo tecnico fondamentale, che può rappresentare entrambe le anime del Lecce di questa stagione, quella più reattiva e quella più propositiva. Dopo la partenza di Coda, Strefezza dovrà prendere in mano la fase offensiva dei giallorossi: se riuscirà a confermarsi sui livelli dello scorso anno le chance di salvezza saranno certamente migliori.
Giocatore di cui avere la maglia
Da ormai quattro anni il Lecce ha iniziato ad autoprodurre le proprie divise da gioco, col marchio M908. In un contesto sempre più sperimentale – almeno per i grandi marchi – le divise del Lecce sono quanto di più tradizionale sul mercato, nel tentativo di trovare eleganza nella semplicità. Semplicità ed eleganza sono anche le parole chiave per descrivere Morten Hjulmand, faro del centrocampo del Lecce e calciatore dallo stile impeccabile. Se volete una maglia del Lecce la sua 42 è un’ottima scelta. Se giocate con un laccetto per i capelli, poi, è l’unica scelta possibile.