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Fabio Barcellona
Guida alla Juventus 2021/22
21 ago 2021
21 ago 2021
È ancora la squadra di Massimiliano Allegri?
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Fabio Barcellona
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Manuel Locatelli, Kaio Jorge, Mattia Perin, Daniele Rugani, Mattia De Sciglio, Luca Pellegrini.

 



Gianluigi Buffon, Merih Demiral, Gianluca Frabotta.

 



La Juventus di Andrea Pirlo è stata la migliore squadra difensiva del campionato secondo vari indici. I bianconeri hanno subito meno xG di tutti su azione (0.83 per match), sono stati i migliori nel concedere tiri di bassa qualità agli avversari (0.097 xG per tiro subito) e sono riusciti ad avere il più basso rapporto tra gol e tiri concessi (7%).

 

 







Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina della Juventus a due anni di distanza dalla conferenza stampa congiunta con Andrea Agnelli in cui si ufficializzava un divorzio che, già allora, non pareva convincere appieno nessuno. La scelta di Sarri - forse davvero un ripiego dopo avere seguito, non si sa bene se con concrete possibilità di realizzazione, il sogno Guardiola – aveva comunque sancito la volontà della Juventus di seguire un progetto tattico diverso da quello visto con Allegri. L'avventura con Sarri però è finita dopo appena una stagione, tra incomprensioni caratteriali e tattiche, con uno scudetto vinto e una brutta eliminazione agli ottavi di Champions League contro il Lione.

 

 

La panchina è poi passata ad Andrea Pirlo, inizialmente scelto per l'Under 23. Il suo progetto si è alla fine rivelato ambizioso, ma spesso confuso e di certo deludente dal punto di vista dei risultati. La vittoria della Coppa Italia non ha potuto cancellare una bruciante eliminazione in Champions League e un quarto posto acciuffato all’ultima giornata.

 

Dopo un allenatore mai troppo amato e uno troppo inesperto, la Juventus ha quindi scelto di tornare da Massimiliano Allegri, sacrificando Fabio Paratici che, assieme a Pirlo, ha pagato per la deludente stagione dei bianconeri. Il ritorno al passato assume un significato ancora più profondo perché banalmente vuol dire tornare indietro a un progetto accantonato due stagioni fa per qualcosa di molto diverso.

 

 



Ma come sta nascendo questa “nuova” Juventus di Allegri? Dal mercato è arrivato, dopo una lunga trattativa col Sassuolo, Manuel Locatelli, a rinforzare il reparto che in effetti sembrava avere maggiori necessità di un rinforzo, vista anche l’assenza di Arthur, alle prese con i postumi di un’operazione alla gamba. In difesa Merih Demiral è stato ceduto all'Atalanta e sarà sostituito, a meno di novità negli ultimi giorni di mercato, dal ritorno dal deludente doppio prestito al Rennes e al Cagliari, di Daniele Rugani. Sulla fascia sinistra Frabotta è passato al Verona e il suo posto in rosa sarà preso da Luca Pellegrini. I rientri di Perin e De Sciglio completano il reparto che ha perso Gigi Buffon, passato al Parma. In attacco è arrivato dal Santos il giovane centravanti brasiliano Kaio Jorge.

 

Come è ampiamente noto, Massimiliano Allegri ama disegnare l'abito tattico della sua squadra adattandolo il più possibile alle caratteristiche tecnico-tattiche dei suoi calciatori. L'attenzione è tutta sulla connessione fra i giocatori. È quindi probabile che la Juventus che vedremo nella prima parte della stagione non sarà la sua versione definitiva, che invece arriverà dopo un processo di ricerca da parte dell’allenatore della migliore disposizione in campo e della più efficace natura tattica.

 

Ma guardando alle amichevoli, e facendo tesoro delle precedenti esperienze di Allegri, è possibile ipotizzare che la Juventus si schiererà con un 4-3-3 in fase offensiva, virando al 4-4-2 quando dovrà difendersi. Questo per adattarsi alle caratteristiche di Cristiano Ronaldo, che vuole un riferimento centrale – Dybala o Morata - che gli permetta di partire dall’amata zona di centro-sinistra per poi svariare a piacimento lungo il fronte d'attacco. La mezzala sinistra – idealmente Rabiot - avrà quindi il compito di equilibrare lo schieramento in funzione dei movimenti di CR7. Dovrà garantire ampiezza quando Ronaldo si muoverà verso il centro e occupare la profondità quando invece il portoghese verrà incontro a toccare il pallone a ridosso del centrocampo. In fase difensiva dovrà poi scivolare in posizione di esterno sinistro per disegnare il 4-4-2 che consente al fuoriclasse portoghese di evitare ogni ripiegamento difensivo sulla fascia sinistra.

 

Sulla base di questo schieramento, la squadra di Allegri non forzerà, se non occasionalmente, il pressing offensivo, preferendo abbassarsi in fase di non possesso e serrare le linee con l'obiettivo di difendere il centro del campo e togliere profondità e spazi tra le linee agli attacchi avversari. In fase offensiva probabilmente la Juventus proverà a raggiungere velocemente i propri riferimenti offensivi, passando per le vie esterne contro le difese più chiuse e compatte.

 

 

Quindi niente di troppo originale, come del resto è lecito attendersi da un allenatore che ha sempre amato ripartire da pochi punti fermi per poi affinare il disegno complessivo con l'avanzare della conoscenza profonda della rosa.

 


Il 4-4-2 in fase di non possesso della Juventus nell’amichevole contro l’Atalanta.


 

Tuttavia anche questa versione iniziale e probabilmente prudente della Juventus non è esente da dubbi e interrogativi. La difesa bassa e di posizione richiede, per essere efficace, un'interpretazione piuttosto attiva, capace di mettere pressione ai portatori di palla e di "coprire" il pallone, evitando così di avere avversari con troppo tempo e spazio a disposizione nelle vicinanze della propria area di rigore. Negli ultimi anni, pur cercando di difendere in posizione più avanzata, preferendo un approccio più aggressivo nella ricerca della riconquista del possesso, la Juventus, nelle occasioni in cui ha scelto o è stata costretta a difendere bassa, ha sempre mostrato, in genere, un approccio troppo passivo e grosse difficoltà a coprire la palla mettendo pressione ai portatori di palla avversari.

 

Difendendo bassa, la Juventus ha preso gol in ogni amichevole precampionato, subendo ben tre reti dal Barcellona in occasione del trofeo Gamper, mostrando gli stessi difetti in difesa posizionale delle passate stagioni, a testimonianza di come anche una scelta apparentemente semplice come quella di difendere con un 4-4-2 basso orientato al controllo degli spazi, richieda in ogni caso un abbondante lavoro di perfezionamento e alcune riflessioni sulla sua validità strategica.

 

Se infatti abbassare di qualche metro l'altezza media di recupero del pallone potrebbe non essere affatto una cattiva idea per generare attacchi in spazi ampi, più adatti a una squadra che può schierare formidabili giocatori in campo aperto come Kulusevski, Chiesa, Morata e lo stesso Rabiot, non si può ignorare come la maggior parte dei centrocampisti - Bentancur, Rabiot, Mc Kennie, Arthur, lo stesso Locatelli e, più dietro, De Ligt - sembrano preferire brevi difese in avanti a lunghe fasi di trincea, dove l'attenzione, la pazienza e la concentrazione sono ingredienti fondamentali per il successo della fase di non possesso. Inoltre Dybala e Ronaldo - i giocatori di maggiore carisma e peso offensivo – sono probabilmente anche i meno adatti a un calcio che vuole attaccare partendo da lontano e, specie il portoghese e la sua idiosincrasia per ogni compito in fase di non possesso palla, il motivo profondo delle difficoltà mostrate in questi anni nel costruire un sistema di pressing che coinvolgesse tutti i giocatori e che quindi potesse essere costantemente efficiente.

 

Tuttavia i nodi da sciogliere per Allegri non sono certo limitati alla fase difensiva: a cascata coinvolgono, in un legame indissolubile, ogni fase di gioco fino all’attacco. Il potenziale offensivo della Juventus ha oggettivamente pochi rivali in Italia e non troppi anche in Europa: Cristiano Ronaldo, Dybala, Chiesa, Kulusevski, Morata, Cuadrado, in attesa di valutare il possibile contributo di Kaio Jorge, costituiscono un reparto di livello assoluto, ma la compatibilità è difficile da trovare. Se da una parte la possibilità di schierare sulla trequarti contemporaneamente Kulusevski, Dybala e Chiesa (o anche Cuadrado) è invitante, dall’altra l’esigenza di avere in campo un centrocampista in grado di compensare la presenza di Ronaldo rende di difficile realizzazione l’idea di avere tutti i giocatori più tecnici in campo insieme.

 

Allegri poi ha spesso mostrato uno scarso interesse nella ricerca di un gioco più interno, fatto di palleggio nello stretto e ricerca dei giocatori delle linee, preferendo affidarsi alla ricerca di spazi sulle fasce. In questo senso il tridente costituito da Cuadrado, Morata e Ronaldo rischia di essere una soluzione frequente che esclude in partenza il talento di Dybala, Chiesa e Kulusevski. La posizione dell'argentino nel 4-3-3 che vira senza palla al 4-4-2, non può che essere quella di centravanti, che Dybala può occupare bene secondo le proprie caratteristiche, ma che si porta dietro il problema, già ampiamente visto nelle passate stagione, di riempire appropriatamente l'area di rigore.

 

 

I nodi su come sfruttare adeguatamente il tanto talento offensivo a disposizione non sono certo gli unici. In mezzo al campo l'acquisto di Locatelli aggiunge un giocatore giovane e di qualità alla Juventus, ma non è ancora ben chiaro i compiti che verranno assegnati all’ex Sassuolo. In assenza di Arthur è molto probabile che in un centrocampo a 3 Locatelli possa occupare la posizione davanti alla difesa, dove finora nelle amichevoli precampionato Allegri ha provato Aaron Ramsey e che le voci di mercato assegnerebbero, se possibile, al ritorno di Miralem Pjanic. Al di là della posizione, è da valutare l’adattamento di Locatelli in un sistema di gioco profondamente diverso da quello in cui è esploso a Sassuolo. Il gioco corto e paziente in costruzione e la ricerca continua delle imbucate tra le linee a cui Locatelli è stato abituato con De Zerbi dovranno adattarsi a una ricerca più diretta della verticalizzazione e a una distribuzione del pallone maggiormente orientata alla ricerca degli esterni.

 

Per il ruolo di mezzala sinistra il casting è aperto: prima dell’infortunio Rabiot è stato il più usato, ma anche Weston McKennie può giocare lì e nel precampionato Allegri ha più volte provato Federico Bernardeschi, che può attaccare bene la fascia in fase d'attacco e ritrovarsi nel suo ruolo naturale di esterno in fase di non possesso.

 

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L’importanza dei movimenti della mezzala sinistra nel 4-3-3 con CR7 in campo nell’amichevole contro l’Atalanta. Dybala viene incontro al pallone, tirandosi dietro il suo marcatore Demiral e aprendo uno spazio centrale. CR7 rimane largo e tocca alla mezzala sinistra Bernardeschi attaccare lo spazio creato e ricevere il passaggio profondo di Bentancur


 

 

Più in generale la vera sfida di Allegri sarà quella di riuscire a sfruttare al massimo il talento offensivo a disposizione, trovando la soluzione più efficace per fare convivere al meglio i suoi giocatori offensivi. Non sarebbe affatto sorprendente, sia per la ricchezza della rosa che per la stessa filosofia del tecnico bianconero, vedere la Juventus variare di partita in partita e all’interno della stessa la disposizione e l’atteggiamento dei propri giocatori in campo.

 

Lo schieramento con due interni e quattro giocatori offensivi è una suggestione che però si scontra con la necessità di equilibrare a sinistra la presenza di Ronaldo, ma che non può certo essere trascurata. Come non può essere messa da parte neanche una soluzione con tre difensori in fase di possesso o, addirittura, una difesa a tre stabile nelle due fasi di gioco. Dopo due anni di assenza dalla panchina e dopo essere diventato l’alfiere degli allenatori pragmatici nella speciosa sfida contro gli allenatori “giochisti”, Massimiliano Allegri dovrà dimostrare di non avere perso il tocco che gli ha consentito nelle passate esperienze in bianconero di trovare la giusta miscela per fare giocare al meglio i giocatori a disposizione.

 

Una bella sfida da giocare e da osservare.

 



I compromessi tattici e gli aggiustamenti a cui ogni allenatore bianconero è stato costretto per la presenza Cristiano Ronaldo sono sempre stati piuttosto pesanti e hanno in parte compromesso la possibilità di schierare una squadra più armonica e coerente. Chiaramente il prezzo da pagare era ampiamente compensato dalle qualità del portoghese. Se alla soglia dei 37 anni, apparentemente non troppo entusiasta di rimanere a Torino, Cristiano Ronaldo riuscirà nuovamente con le sue prestazioni a rendere convenienti i sacrifici tattici imposti alla squadra, la fase d'attacco della Juventus potrà associare al talento diffuso dei suoi giocatori offensivi, il più vorace finalizzatore della storia del calcio. Se invece l'età e il malanimo offuscheranno il rendimento di CR7 il prezzo da pagare della sua presenza potrebbe essere troppo alto sia in termini tattici che di crescita degli altri attaccanti in rosa.

 



Allegri ci mette poco a trovare il giusto equilibrio della sua squadra e la Juve, pur senza entusiasmare, macina punti. Progressivamente anche la qualità delle prestazioni aumenta e l’allenatore trova la maniera di coinvolgere tutti i giocatori offensivi nelle sue rotazioni. Ronaldo segna e accetta senza troppo lamentarsi qualche sostituzione e qualche turno di riposo. Kulusevski, dopo un inizio complicato, viene impiegato come mezzala nel 3-5-2 che Allegri usa nelle partite più semplici con Cuadrado e Chiesa esterni e CR7 e Dybala di punta. Alternando modulo e interpretazioni la Juventus domina in Italia. In Europa, complice anche qualche sorteggio favorevole, giunge in semifinale di Champions League, dove viene eliminata ai rigori dal PSG al termine di due partite eccezionali in difesa e ripartenza. La restaurazione di Allegri può dirsi compiuta.

 



La Juventus parte lentamente. La difesa bassa di Allegri non è impermeabile, Locatelli non trova le misure ai compiti assegnatigli, Ronaldo segna poco e mostra sempre più frequentemente segni di insofferenza. La questione del ruolo di Dybala e Kulusevski rimane aperta per tutta la stagione senza trovare una soluzione soddisfacente. Falcidiata anche dagli infortuni, la Juventus rimane attaccata alla lotta scudetto più per l'assenza di un vero padrone del campionato che per meriti propri. Lo sprint di primavera consegna infine uno storico scudetto all'Atalanta e la Juve finisce al quarto posto dietro l'Inter e il Napoli. In Europa, dopo uno stentato girone eliminatorio, la Juve viene surclassata agli ottavi dal Bayern Monaco di Nagelsmann. È la fine dell'era Andrea Agnelli.

 



Federico Chiesa può garantire un ottimo bottino combinato di gol e assist. La filosofia di gioco di Allegri potrebbe rendere ancora più decisivo in rifinitura Juan Cuadrado. Ma, uscendo dai facili pronostici e dai soliti nomi, si potrebbe scommettere su una delle possibili mezzali della Juventus, cui Allegri probabilmente chiederà inserimenti e gol. Tra tutti perché non scegliere Rabiot? Meno prolifico di McKennie, può forse garantire un maggior numero di presenze. Già l'anno scorso aveva segnato 4 reti e le sue caratteriali tecnico-atletiche possono suggerire un'ulteriore evoluzione come mezzala d'inserimento, un profilo tattico particolarmente caro a Massimiliano Allegri.

 

 

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