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Francesco Lisanti
Guida all'Inter 2023/24
17 ago 2023
17 ago 2023
È l'anno del giudizio per il ciclo di Simone Inzaghi.
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Francesco Lisanti
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IMAGO / AFLOSPORT
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Piazzamento lo scorso campionato: 3º posto Chi in più: Yann Sommer, Emil Audero, Raffaele Di Gennaro, Yann Bisseck, Juan Cuadrado, Carlos Augusto, Davide Frattesi, Marcus Thuram. Chi in meno: André Onana, Samir Handanovic, Alex Cordaz, Danilo D’Ambrosio, Milan Skriniar, Raoul Bellanova, Roberto Gagliardini, Marcelo Brozovic, Edin Dzeko, Romelu Lukaku, Robin Gosens. Una statistica interessante dalla scorsa stagione: L'Inter è sembrata difendere molto bene posizionalmente, quando era in controllo della partita (ha chiuso il campionato con la terza miglior difesa per xG concessi, 36.5 secondo Statsbomb), mentre il discorso cambia molto se prendiamo in considerazione le situazioni in cui gli avversari l'hanno sorpresa in transizione. La scorsa stagione, in Serie A, solo Salernitana e Spezia hanno subito più tiri su contropiede della squadra di Inzaghi (di media 1.34 a partita).Formazione tipo: 3-5-2; Sommer; Darmian, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Martínez, Thuram.Simone Inzaghi potrebbe diventare uno degli allenatori più longevi nella storia recente dell’Inter. Negli ultimi cinquant’anni hanno completato tre stagioni consecutive sulla panchina dell’Inter solo Eugenio Bersellini, Giovanni Trapattoni e Roberto Mancini. Tutti e tre se ne sono andati dopo aver aggiunto almeno un campionato italiano in bacheca.Inzaghi rimane una delle poche certezze all’interno dell’Inter, che al termine del mercato potrebbe aver presentato una decina di innesti, un’anomalia tra i cinque principali campionati europei. Alla vigilia della finale di Champions League, Marotta ha esaltato il suo lavoro: «Il merito principale è dell'allenatore, che nonostante le critiche e le pressioni, che io per primo gli ho riservato, è riuscito a tirar fuori una stagione straordinaria».È difficile esprimere un giudizio netto sull’ultima stagione dell’Inter. A inizio anno c’erano dieci giocatori in prestito o in scadenza di contratto (di questi, sono rimasti solo Darmian e De Vrij). Una finale di Champions League, palcoscenico raggiunto soltanto sei volte nella storia, mancava da 13 anni. In campionato, però, l’Inter ha perso 12 partite, da Massimo Moratti in poi era capitato solo una manciata di volte, e tutte le volte erano state disastrose e deprimenti come l’annata di Simoni, Lucescu, Castellini e Hodgson, quella di Gasperini, Ranieri e Stramaccioni o quella di De Boer, Pioli e Vecchi.Stagioni per certi versi simili tra di loro, che iniziavano male e finivano peggio, e che si arrotolavano intorno all’inefficace ricerca di soluzioni, di scossoni, di cambi in panchina, di esperimenti sul mercato. Nulla di tutto questo ha coinvolto Simone Inzaghi, rimasto al suo posto col suo 3-5-2, i suoi tic, il suo tono amareggiato sempre simile nelle vittorie e nelle sconfitte, senza però restare immune a «critiche e pressioni», come accennava Marotta.

Dove eravamo rimasti.

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A metà aprile, e quindi quattro mesi fa anche se sembra passata un’epoca, i giornali accennavano alla possibilità di un esonero imminente, con la squadra affidata a un traghettatore come Chivu, Cambiasso o Zenga. Ad oggi Inzaghi ha ancora un contratto in scadenza tra dieci mesi, ma negli ultimi giorni le trattative per il rinnovo sembrano essersi sbloccate verso la proroga di un ulteriore anno.Intorno a questa stagione piena di volti nuovi e di incertezze aleggia un’atmosfera da all or nothing: Inzaghi può raggiungere finalmente la seconda stella e scrivere il suo nome in grassetto nella storia dell’Inter, o vedere il suo breve ciclo naufragare prima del previsto.Le premesse sono ambigue. Nell’ultimo campionato, l’Inter ha pagato soprattutto due lunghi periodi neri in cui sembrava non funzionare niente, il primo tra settembre e ottobre e il secondo tra marzo e aprile, dove l’attacco creava tanto e non concretizzava mai, gli avversari pescavano gol rocamboleschi (Baldanzi a San Siro, il tiro-cross di Candreva), oppure da lanci lunghi alle spalle della difesa (come a Bologna e a La Spezia), o spesso gol da calcio d’angolo (come in casa contro Monza e Fiorentina).Pur dando l’impressione di non cambiare mai nulla, ogni volta Inzaghi ha avuto la lucidità di tentare qualche aggiustamento, magari peccando di reattività. Ha sostituito Handanovic con Onana, migliorando l’uscita del pallone. Ha sopperito all’assenza di Brozovic inventandosi in quella posizione Calhanoglu, che ha reso l’Inter più aggressiva. Ha dovuto rinunciare presto a Skriniar, un fattore negativo per tutta la stagione, e ha messo al suo posto Darmian, che all’esordio stagionale era il titolare sulla fascia destra. Ha dato fiducia a Dimarco, ad Acerbi, a Dzeko, che a inizio anno non si aspettavano un minutaggio da titolari. La terza Inter di Inzaghi ripartirà questa ossatura e da princìpi tattici in continuità con quelli osservati fino ad oggi.

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Dieci secondi di Calhanoglu che sfila il pallone agli avversari.

Il mercato è stato segnato da diverse trattative interrotte, la più clamorosa sicuramente quella di Samardzic: dieci giorni dopo l’annuncio ufficioso sui canali del calciomercato e l’arrivo a Milano per le visite mediche, è arrivata la rinuncia dell’Inter per mancato accordo sulle commissioni. La squadra esprime un senso di incompletezza ma gli acquisti presentati fino ad oggi hanno centrato l’obiettivo principale della dirigenza: abbassare il costo a bilancio della rosa, parallelamente al monte ingaggi, senza impoverire troppo il ventaglio di soluzioni a disposizione.È difficile comprendere come mai l’Inter stia facendo fatica a chiudere la campagna acquisti con gli ultimi colpi. Secondo una stima pubblicata su Twitter da Salvatore Impusino, la proiezione del costo della rosa nel prossimo bilancio (anche considerando per acquistati Samardzic a 20 milioni, un attaccante da 30 milioni e un difensore di riserva), è inferiore del 15% rispetto al bilancio 2022/2023. Anche la spesa di 10 milioni per Marko Arnautovic è un grosso risparmio sulle apparenti possibilità di spesa dell'Inter, che pensava di spenderne di più per Lukaku.Le scelte fatte fino ad ora hanno permesso di: abbassare l’età media della sesta squadra più anziana nei cinque principali campionati europei con Bisseck (22), Frattesi (23) e Thuram (26), Carlos Augusto (24); alzare il tasso tecnico della peggiore squadra in Serie A per dribbling tentati e riusciti con Thuram e Cuadrado; aggiungere un centrocampista che tentasse almeno una conclusione in area di rigore ogni 90 minuti (il primo era Mkhitaryan con 0.7, Frattesi ne ha tentate 1.6 nel Sassuolo). L’acquisto di Samardzic avrebbe consolidato tutti e tre questi obiettivi. È stato quindi un mercato di occasioni, che ha provato a colmare le principali lacune della squadra, pur lasciando aperte diverse domande.La prima gira intorno al cambio tra i pali. Nel corso dell’ultima stagione, Inzaghi ha sviluppato soluzioni non banali nella prima costruzione per togliere riferimenti al pressing avversario, portando a volte il centrale di difesa sulla linea di centrocampo e i due esterni sulla linea degli attaccanti, con le mezzali larghe a formare una sorta di 2-4-4. Questa struttura, inevitabilmente fragile in caso di palla persa come emerso in qualche occasione, poggiava però sulla grande capacità di chiamare a sé e di distribuire il pallone di Onana.

Acerbi va vicino Brozovic per allontanare Haaland dall’area di rigore, e Onana può mirare verso Dimarco e Dumfries con tanto campo davanti

Sommer l’anno scorso in campionato ha registrato una precisione più alta di Onana, sia nei passaggi lunghi (44.9% contro 44.7%) sia nei passaggi totali (83.1% contro 79.2%). Può darsi non dimostrerà la stessa propensione al rischio da vero playmaker del camerunense, ma ha una naturalezza nel calciare il pallone con entrambi i piedi, specialmente nel gioco lungo, che tornerà da subito utile.In difesa servirà trovare un altro centrale aggressivo e abile nelle letture, come Azpilicueta, corteggiato a inizio mercato. Nel precampionato abbiamo visto spesso l’Inter portare 7-8 uomini nella metà campo offensiva sulla costruzione avversaria, un obiettivo sostenibile solo attraverso un grande dispendio mentale e fisico dei braccetti nell’accorciare sempre le distanze in avanti. Questo approccio difensivo, che in ogni caso Inzaghi adotterà in modo flessibile provando a leggere i momenti della partita, rende l’Inter vulnerabile se i movimenti non avvengono in perfetta coordinazione e gli avversari si trovano liberi di lanciare lungo a palla scoperta.

Come spesso abbiamo visto, l’Inter va con le mezzali a prendere i terzini avversari. Quindi deve salire Darmian a coprire l’uomo di Barella. Gli esterni si aggiungono alla fase di pressing in un secondo momento.

L’unico nuovo arrivo dietro è Bisseck, che ha fatto un po’ fatica a coprire il campo alle sue spalle, facendosi sorprendere da una deliziosa palla morbida di Talisca e dal taglio di Ghareeb contro l’Al Nassr. Con la palla però ha già fatto vedere cose interessanti, propiziando uno dei primi gol contro il Lugano. Bisseck potrà da subito contribuire positivamente a risolvere un altro aspetto critico per l’Inter, la difesa dei calci piazzati, dove nonostante Inzaghi adotti una marcatura mista prudente con un solo attaccante fuori dall’area di rigore, l’Inter si trova spesso a perdere i duelli decisivi.L’altro aspetto su cui lavorare è la resistenza al pressing, come ha fatto vedere il confronto con il Red Bull Salisburgo. Il mercato ha privato l’Inter di Onana e Brozovic, cioè delle sue principali fonti di gioco, cruciali per mettere in difficoltà il Manchester City. Per questo una mezzala di tecnica e controllo come Mkhitaryan sembra ancora favorita, nonostante le ottime prestazioni di Frattesi (1 gol e 2 assist nella tournée giapponese).

Qui l’Inter è disposta male, con la difesa piatta. Calhanoglu si abbassa nonostante ci fosse già superiorità numerica e serve una palla pigra verso Mkhitaryan. Il Salisburgo recupera e va a procurarsi un calcio di rigore.

Mai come quest’anno, in ogni caso, Inzaghi avrà la possibilità di cambiare forma e funzioni al centrocampo modificando gli interpreti, ad esempio allargando sulle fasce l’area di controllo della manovra. Il pre-campionato ci ha mostrato che, a 35 anni appena compiuti, Juan Cuadrado è ancora in grado di fare la differenza. L’esterno colombiano, scegliendo quando alzare e abbassare i ritmi della manovra, ha rappresentato una valvola di sfogo indispensabile per un’Inter altrimenti troppo diretta e troppo frenetica. Dal 2019 ad oggi, Cuadrado ha sempre giocato almeno 40 partite stagionali: se dovesse conservare questo livello di affidabilità, finirà per rivelarsi il miglior acquisto estivo, anche per valorizzare la presenza di un incursore dinamico come Frattesi. Anche l'arrivo di Carlos Augusto, che arriva per sostituire Gosens, segna la volontà di avere un giocatore con un miglior controllo sul pallone. Il brasiliano sarà la riserva di Dimarco, ma può giocare anche come terzo di sinistra in difesa. La rimonta in amichevole contro il PSG, ispirata proprio da Cuadrado e Frattesi, è stata possibile anche grazie agli ingressi dalla panchina di Sensi e di Asllani, due giocatori che potrebbero ritagliarsi uno spazio inaspettato. Sarà una stagione cruciale per il regista albanese, che dovrà dimostrarsi meno impulsivo nelle scelte, prendendosi meno rischi con il pallone e diventando più efficiente, lavorando sugli istinti a verticalizzare subito o a tirare dalla distanza (anche se proprio da una sua meravigliosa verticalizzazione improvvisa è nato il gol vittoria di Sensi nell’acquitrino di Salisburgo). Sensi, poi, in quest’estate piena di paradossi, è stato a furor di popolo l’MVP del precampionato interista. Con le difficoltà a puntellare la rosa con il mercato, a due settimane dalla chiusura delle trattative potrebbe ancora essere un protagonista della stagione dell’Inter.

Decisivo per le vittorie contro PSG, Red Bull Salisburgo e Egnatia, tutte maturate in rimonta dopo il suo ingresso nel secondo tempo, Sensi si era presentato al primo appuntamento stagionale così.

Ogni valutazione sull’attacco dipenderà dalle evoluzioni del mercato. Esattamente come due anni fa, quando Dzeko e Correa furono ufficializzati soltanto nelle ultime due settimane di agosto, l’Inter comincia il campionato senza che Lautaro possa permettersi un raffreddore. Può darsi che Inzaghi si sia chiesto se proprio l’unicità tattica dell’Inter, unica squadra tra le prime otto d’Europa a giocare con il doppio centravanti, rappresenti poi la sua condanna in fase di mercato. Forse Marotta ce lo stava lasciando leggere tra le righe un anno fa quando disse: «È molto più difficile sostituire un attaccante che non un difensore, perché i primi sono pochissimi e hanno cifre spaventose».Gli attaccanti dell’Inter devono sacrificarsi molto in fase di non possesso, anche nella propria metà campo, e forse anche per questo mancano di lucidità al momento della finalizzazione. Nel precampionato, Lautaro ha segnato molti gol ma ha commesso un errore grottesco contro l’Al Nassr; Thuram ha fatto bene il lavoro di raccordo ma non ha mai trovato la rete, neanche nel 10-0 alla Pergolettese; Correa si è confermato un attaccante lunatico, ha sprecato tanto e ha segnato con due colpi di testa acrobatici. Si è sentita la mancanza di un attaccante a cui appoggiarsi per superare la pressione avversaria e guadagnare metri e così si può spiegare la mossa dell'Inter di aggiungere Arnautovic, un centravanti con queste caratteristiche.Le ultime mosse di mercato saranno quindi decisive per delineare le ambizioni dell’Inter quest’anno. La dirigenza negli ultimi mesi ha preso molte decisioni forti ed è riuscita a centrare gli obiettivi principali: abbassare il costo della rosa e abbassare l’età media. Ora manca l’ultimo sforzo per completare l’organico. Forse quest’estate rappresenta in provetta gli ultimi due anni dell’Inter, in cui le cose sono andate bene, anche molto meglio rispetto alle previsioni più catastrofiche, ma è mancato sempre qualcosa.Miglior scenario possibileL’Al-Shabab FC, unica vincitrice del campionato saudita col bilancio acquisti-cessioni ancora in positivo, mette insieme i 18 milioni necessari a portare Correa in Arabia, in squadra con Éver Banega. Nell’ebbrezza dei festeggiamenti, Marotta e Ausilio acquistano anche Balogun, l’attaccante di profondità che mancava. Inzaghi si ritrova per la prima volta un attacco competitivo per le tre competizioni e guida la squadra verso la seconda stella. Lautaro vince il titolo di capocannoniere con 25 reti, due di queste segnate al Milan nel derby di ritorno del 21 aprile che sancisce il definitivo +6 a cinque giornate dalla fine.Peggior scenario possibileMarotta e Ausilio si dimenticano di dover rimpiazzare anche Skriniar, Inzaghi è costretto a far giocare 30 partite a De Vrij, che non entra mai in condizione. L’Inter non riesce a uscire con il pallone dalla difesa e prende gol ridicoli con le critiche che si abbattono ingiustamente su Sommer. Un altro sorteggio sfortunato in Champions League (Bayern, Salisburgo, Newcastle) sfocia in una retrocessione nel calvario dell’Europa League, dove l’Inter dissipa energie preziose per il campionato. Il ciclo di Inzaghi si conclude con un amaro quinto posto.Giocatore chiaveOsimhen giocherà la Coppa d’Africa, Immobile e Giroud sono in fase calante, Juventus e Roma non sanno ancora con certezza chi giocherà titolare davanti, l’Inter ha Lautaro Martínez. L’argentino è chiamato a prendersi il campionato, con la fascia da capitano al braccio e con uno star power, cementato dal Mondiale vinto, che pochi altri giocatori di Serie A possono vantare. Finora è stato capace di gol e di errori sotto porta clamorosi nella stessa misura: questo è l’anno del giudizio.Giocatore da prendere al FantacalcioDimarco è stato il quinto giocatore dell’Inter per tiri in porta nella passata stagione, un dato molto invitante per un difensore. Ha perso i ruoli Dc e Ds nel Mantra, ma come esterno di un 3-4-3 (modulo che ci sentiamo di consigliare quest’anno), specialmente con il modificatore, rimane una primissima scelta. Solo se fate il Mantra, obbligatorio puntare su Calhanoglu, l’unica M nel listone che batte i calci piazzati, forse la migliore M della storia del fantacalcio a tirare le bombe da fuori area.

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