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Guida all'Inter 15/16
20 ago 2015
20 ago 2015
8 domande a due tifosi interisti e a un osservatore esterno per inquadrare la nuova stagione dei nerazzurri. Quali ambizioni è giusto avere?
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È una domanda a cui fatico a rispondere. Un po' perché non si è ancora capito che Inter abbia in testa Mancini e un po' perché la risposta è appesa a troppe variabili. Ne cito solo alcune: Jovetic è integro? Le pressioni galvanizzeranno o sgretoleranno Kondogbia? Che garanzie darà una difesa tutta nuova? Quanto ci vorrà per costruire un gruppo dopo questa ennesima rivoluzione di mercato?

 

Inoltre c'è da chiedersi cosa faranno le avversarie dirette dell'Inter per il terzo posto: ambizione minima e, secondo me, anche massima che l'Inter deve e può avere. E cioè una squadra—il Milan—che è ancora un cantiere aperto ma, tra la fame di Mihajilovic e qualche ulteriore innesto decisivo, potrebbe assestarsi un gradino sopra il nostro potenziale; un'altra—il Napoli—di cui secondo me si sta troppo sottovalutando la qualità del mercato; infine una—la Lazio—che parte come sempre senza troppi riflettori addosso ma vanta già un'ossatura, un gruppo e un gioco notevoli. Qualità che al momento l'Inter deve costruire completamente da zero.

 

Come ho già scritto commentando il mercato, dopo una serie di mani interlocutorie quest'anno la dirigenza ha provato l'all-in. Il fatto è che l'ha provato proprio nell'anno in cui i giocatori seduti al nostro tavolo paiono avere a loro volta ottime carte in mano, o comunque migliori delle stagioni passate (Milan in testa ovviamente).

 



Una decina di squadre in tutto il continente può iniziare la stagione certa di un posto in Champions League pressoché garantito, è una cerchia talmente elitaria che non possiamo avere noi pretese di entrarci dopo quattro stagioni fallimentari consecutive. Quindi mi auguro di centrare una delle prime cinque posizioni, a patto di rimanere competitivi fino all’ultima gara di campionato e contro tutte le squadre.

 

La prospettiva più gradita in realtà sarebbe vedere uno straccio di

, un’ossatura, come la definisce perfettamente Cesare. In realtà anche quest’anno abbiamo venduto qualunque giocatore di talento avessimo per comprarne altri, senza riuscire a vendere tutti quelli serviva vendere né riuscire a comprare tutti quelli che serviva comprare. Quindi siamo ancora lontanissimi dal considerarci all’interno di una programmazione, figurarsi dall’intravedere una prospettiva.

 



Il commento di due tifosi nerazzurri mi conferma la sensazione che intorno all’Inter ci sia un pessimismo eccessivo e poco giustificato. L’Inter, se si esclude la Lazio, è l’unica tra le dirette concorrenti (conto all’interno di queste anche Napoli, Milan e Fiorentina) a non aver cambiato allenatore in estate. È un vantaggio non da poco, se parliamo di consolidamento delle idee di gioco e del rapporto tra allenatore e giocatori. Mancini, nei sette mesi della scorsa stagione, ha fatto molto bene a mio modo di vedere. Da quando si è insediato l’Inter ha provato a giocare da Grande Squadra™, cercando di imporre sempre il proprio gioco all’avversario attraverso il controllo del pallone e l’intensità fisica. I risultati sono stati altalenanti, è vero, ma la qualità generale dei giocatori era quella che era.

 

La rosa è stata però notevolmente migliorata dal mercato, soprattutto nei reparti dove ne aveva bisogno. A oggi, guardando solo i nomi dei giocatori, secondo me l’Inter è dietro solo a Juve, Roma e Napoli. Realisticamente, quindi, l’Inter ha tutte le carte in regola per arrivare in uno dei due posti che garantiscono l’accesso all’Europa League. La deviazione da questa traiettoria, in positivo o in negativo, produrrà rispettivamente sorpresa o delusione.

 

https://www.youtube.com/watch?v=UNCNnsrqasU

1 a 0 Jovetic…



 



 



Domanda secca, risposta secca: no.

 



Neanche potenziandola con un pacchetto di

su Ultimate Team. Tra l’altro non stiamo uscendo benissimo dal mercato, a differenza di Juventus e Roma.

 



No. Se dovessi dividere il campionato in fasce legate esclusivamente alla qualità della rosa, Juventus e Roma starebbero in prima fascia insieme al Napoli. L’Inter ricadrebbe invece in seconda fascia insieme a Lazio e Milan (e forse Fiorentina).

 



 



 



La mia speranza è Kondogbia. Se non cederà al peso delle pressioni è il giocatore di personalità e peso specifico in mediana che può risanare il centrocampo. Andando più sul sicuro, data l'età e la carriera: Miranda. Se arrivasse, conoscendone l'impegno, la serietà e la continuità di rendimento medio: Perisic. Jovetic: totale incognita, secondo me, e non solo per questioni fisiche, ma anche di collocazione tattica, specie se appunto arrivasse un nuovo esterno offensivo.

 



Nell’equazione Kondogbia-Jovetic / Kovacic-Shaqiri non necessariamente si alza il livello della squadra, del resto le somme dei cartellini (che dipendono da diversi fattori, ma una qualche indicazione la offrono) sostanzialmente si equivalgono. Questo per dire che non abbiamo acquisito più qualità di gioco, più pericolosità offensiva, più talento puro, ma confido che i nuovi arrivi contageranno il resto della squadra col loro modo di giocare a calcio.

 

L’agonismo di Kondogbia non ce l’aveva nessun altro in rosa, e forse ce l’hanno pochi altri in Europa. Con Miranda in difesa acquistiamo quella solidità mentale che dovrebbe allontanarci il più possibile dalle nevrosi dell’anno passato. Non sono sicuro la squadra sia cresciuta in valore assoluto, ma ho grande fiducia che, pur rimanendo sullo stesso livello di gioco, sapremo interpretarlo molto meglio.

 



Sarò poco originale, ma dico Kondogbia. Il francese è esattamente quello che mancava all’Inter l’anno scorso e cioè un giocatore in mezzo al campo dalle grandi qualità fisiche e con una buona capacità di gestione della palla, in grado di stabilizzare la squadra nei momenti di maggiore difficoltà agonistica e psicologica. Per lo stesso motivo, ma in un reparto differente, anche Murillo potrebbe avere un grosso impatto sul gioco dell’Inter.

 

https://www.youtube.com/watch?v=ITFV6SdQkwI

 



 



Un centrocampo che, Medel a parte, era incapace di leggere gli avversari e lasciava una difesa già non proprio eccelsa in balia di tutto quel che passava da quelle parti. Un centrocampo che, Medel incluso, era incapace di fare da cinghia di trasmissione tra difesa e attacco in modo razionale e si affidava solo agli estri momentanei di qualche singolo (a volte Kovacic, a volte Guarín). Da cui o per cui: l'assenza di un giocatore chiaramente deputato a fare il regista, di due piedi pensanti e capaci di gestire il ritmo partita. La mancata maturazione difensiva di Juan Jesus. L'incompiutezza più caratteriale che tecnica di Ranocchia. La lunga convalescenza, fisica e psicologica, di Palacio e l'assenza di alternative al suo impiego. La convinzione, quando è stato preso in prestito, che Podolski potesse fare di più del nulla che ha fatto. La sopravvalutazione iniziale dell'impatto di Shaqiri e da lì le eccessive aspettative che secondo me ne hanno condizionato la resa.

 



Avevo avuto occasione di parlarne

, e da lì in poi non è che le cose siano migliorate molto. La dimensione difensiva della squadra aveva del paranormale: situazioni di marcatura triplicata che gli avversari, sia che fossero Empoli, Celtic o Juventus, riuscivano a eludere facilmente, arrivando in porta in due tocchi; marcature sui calci piazzati che si interrompevano come in seguito a un’improvvisa perdita di coscienza collettiva; palloni persi a causa di errori su appoggi elementari e campo aperto per gli attaccanti, e altro ancora.

 

A una confusione organizzativa e a una scarsa coordinazione tra reparti si sono aggiunte le prestazioni evidentemente sottotono dei singoli. Shaqiri non si è capito dove metterlo (perché non ala?), salvo scegliere di lasciarlo in panchina. Kovacic è sembrato per assurdo rendere meglio nel 5-3-2 di Mazzarri, con più campo davanti a sé. Sulle condizioni di Juan Jesus, Ranocchia e Vidic (bruciato in velocità da Matri) un velo di mistero. Medel rimane un genio dell’uno contro uno difensivo, per capacità di leggere e sfruttare le debolezze dell’avversario, ma a una squadra che non sa che fare col pallone può portare un contributo limitato.

 

I difetti erano individuali, ma soprattutto organici, speriamo che aver risolto i primi (almeno nelle idee di Mancini) aiuti via via, attraverso la fiducia, a sciogliere i secondi.

 



A livello collettivo direi la gestione della concentrazione nell’arco dei novanta minuti. L’anno scorso l’Inter ha perso una miriade di punti per strada a causa di errori individuali (l’Inter è arrivata terza dietro a Parma e Genoa nella classifica degli errori difensivi che hanno causato gol: oltre al tanto vituperato Ranocchia ricordo anche Vidic, Handanovic e Juan Jesus) e di squadra (ad esempio la perdita delle marcature sui calci piazzati). A livello tattico, invece, l’Inter ha avuto grossi limiti nella gestione delle transizioni. La squadra non riusciva a sostenere la fase offensiva senza perdere le distanze tra i reparti e finiva inevitabilmente per lasciare degli spazi enormi che venivano puntualmente sfruttati dalle squadre avversarie.

 

La somma delle due cose ha fatto sì che l’Inter facesse una fatica incredibile per mantenere il controllo sulle partite che giocava (nonostante sviluppasse un buon gioco) anche contro avversari totalmente disinteressati all’esito finale dell’incontro (lo so che fa male, ma non posso non ricordare Inter-Juve 1-2).

 

https://www.youtube.com/watch?v=iU5IbDVItIs

Felipe Anderson in contropiede contro l’Inter: un massacro.



 



 



Tutti quelli che ho elencato nel primo punto, acuiti dal fatto che l'assoluta necessità del terzo posto metterà addosso a tutti una pressione indiavolata. In particolare mi preoccupa la difficoltà di creare coesione, sia a livello di gioco sia di spogliatoio, tra tante facce nuove. Inoltre non sono sicuro che l'11 in mano a Mancini sia abbastanza forte tecnicamente e mentalmente per sostenere la filosofia di un allenatore che vuole una squadra capace di imporre il proprio gioco e la propria personalità contro qualunque avversario.

 

Mi sembra si stia correndo un rischio di sopravvalutazione di un organico che è molto lontano da quello dell'Inter post-Calciopoli di Mancini e che richiede, secondo me, un po' più di duttilità nell'approccio alle partite. Dulcis in fundo: per quanto in altri ruoli il giocatore mi piaccia molto, non ritengo Jovetic il più adatto a fare l'esterno in un attacco a tre, che però è quello su cui sembra puntare Mancini e intorno a cui sta venendo costruita la squadra. Nell'ottica dell'arrivo di un'altra ala, personalmente avrei preferito un giocatore più in ruolo come Salah. Purtroppo la dirigenza della Fiorentina è quello che è, e le cose sono andate come sappiamo.

 



Come l’anno scorso, e come drammaticamente sottolineato dalle amichevoli precampionato (sei partite su undici senza segnare!), non riusciamo ancora a sviluppare un possesso a partire dalla difesa senza regalare il pallone al terzo passaggio. Oltretutto abbiamo perso ulteriore qualità a centrocampo, mentre in difesa paradossalmente Ranocchia e Juan Jesus dimostravano più spirito di iniziativa rispetto a Murillo e Miranda, quindi ogni idea di costruzione rimane congelata.

 

Altrettanto difficile sarà riuscire a essere pericolosi sfruttando un recupero alto del pallone, soprattutto se giocheremo col trequartista peccando in ampiezza, soprattutto se il trequartista sarà Hernanes. Finché Jovetic non sarà in condizione, o quantomeno in totale confidenza, rimarremo puntualmente congelati nella nostra carenza di idee, e a Icardi sarà richiesto di muoversi il doppio rispetto a quanto già non faccia, inficiandone eventualmente la lucidità sotto porta, e per fortuna non ha ancora mai smesso di sorprendere.

 



L’aspetto psicologico delle aspettative, già sottolineato da Cesare, potrebbe essere un grosso problema per l’Inter e per Mancini quest’anno. Se davvero l’obiettivo stagionale è il raggiungimento del terzo posto allora potremmo avere una sensazione generalizzata di disastro anche per un quinto posto che, a mio modo di vedere, sarebbe invece un piazzamento sostanzialmente in linea con la qualità della rosa.

 

Un altro aspetto che dovrebbe preoccupare i tifosi dell’Inter è il rapporto tra l’allenatore e la dirigenza per quanto riguarda la costruzione della squadra. A quanto pare, le cessioni di Shaqiri e Kovacic non erano gradite a Mancini. Tutti dicono che l’allenatore di Jesi voglia giocare con il 4-3-3, ma al momento nella rosa dell’Inter c’è solo un’ala: Biabiany. Jovetic non fa quel ruolo da anni ormai e l’arrivo di Perisic sembra più lontano che mai.

 

Lo stesso inserimento del montenegrino all’interno del 4-3-1-2 potrebbe essere problematico tatticamente, a meno che non lo si voglia far giocare accanto a Icardi, con possibilità di riuscita che sono tutte da vedere.

 



 



Il player trading non serve a nulla, ma prima di accumulare livore corrosivo proverò provo ad analizzarne gli aspetti positivi. Tecnicamente non abbiamo corso nessun rischio, abbiamo venduto un 21enne a una valutazione che possiamo tranquillamente definire quantomeno adeguata, se non generosa, per questa fase della sua carriera e per le qualità messe in mostra. Il rischio l’avremmo al più corso rifiutando un’offerta del genere.

 

Se da un lato riesco a immedesimarmi nella volontà di non correre rischi di una dirigenza cui viene chiesto di passare nel giro di due anni da 100 milioni di passivo al pareggio di bilancio, dall’altro rimpiangerò tantissimo Kovacic, perché i giocatori forti non si vendono, e Mateo era certamente il più forte in rosa dopo Icardi.

 

https://www.youtube.com/watch?v=lvfkyGCiiaU

Ed è già nostalgia.



 

È un disastro che un 21enne che sa fare tutto, dal recupero palla aggressivo alla combinazione in spazi stretti, dalla progressione 30 metri palla al piede alla verticalizzazione a testa alta, non diventi il simbolo della squadra, non venda milioni di magliette, non sia messo al di sopra del parere dell’allenatore in caso di incompatibilità.

 

Ne perdiamo anche in spinta emotiva: io non ho ancora sottoscritto l’abbonamento, ovviamente lo farò, ma con tutto l’affetto del mondo è difficile andare allo stadio per vedere Miranda e Kondogbia.

 



Sinceramente non so dare un giudizio preciso sulla cessione di Kovacic, perché in questi due anni e mezzo di esperienza italiana non sono mai riuscito ad arrivare a un giudizio definitivo sullo stesso giocatore. Il croato ha sicuramente mezzi tecnici fuori dal comune ed è anche vero che la situazione generale dell’Inter non lo ha aiutato a crescere. Il fatto però che in quasi tre anni di Serie A, con tre differenti allenatori, ancora nessuno sia riuscito a capire come farlo rendere al meglio secondo me non è un buon segno.

 

Al di là della reale coincidenza del valore del giocatore con il prezzo del suo cartellino, secondo me i tifosi dell’Inter faranno prima ad abituarsi a cessioni di questo tipo. Non ha senso parlare di strategie societarie e giocatori incedibili di fronte a una squadra nella situazione finanziaria dell’Inter. Senza stadio di proprietà, le plusvalenze saranno l’unico mezzo per mantenere l’Inter competitiva nel medio periodo.

 

Vista da questa prospettiva la cessione di Kovacic diventa molto più accettabile, soprattutto in relazione all’acquisto di Kondogbia, un giocatore che al momento presente è molto più utile per i piani di Mancini.

 



 



A livello di temperamento e attaccamento alla maglia il "mio" capitano sarebbe Guarín. Il problema ovviamente è che, per rendimento, Guarín non può essere un capitano, molto probabilmente non sarà nemmeno un titolare e forse addirittura se ne andrà. E allora? Allora la scelta più logica mi sembra di dare la fascia al più esperto dei nuovi arrivati—Miranda—visto che l'altro mio candidato tra i "vecchi", e cioè Palacio, non è o non dovrebbe essere un titolare fisso.

 



Apprezzo l’eufemismo, ma “rimpiangere meno” è di per sé un’operazione dolorosa. Sono felice della premessa di Cesare, io stravedo per Fredy in tutte le sue forme, in tutti i suoi messaggi pieni di amore su Instagram, in tutti i suoi palloni persi e in tutte le rughe imbronciate sul viso quando esce dal campo coperto di fischi e riesce comunque ad applaudire.

 

Dopo questa dichiarazione d’amore non richiesta, mi rendo conto che non giocherà mai titolare. In realtà non si capisce chi siano i titolari, visto che Mancini ha cambiato formazione e modulo ogni partita e abbiamo provato a vendere un po’ tutti. Quindi stampiamoci un ‘4’ ben in vista sulla fascia e facciamola ruotare tra i giocatori, come ha proposto Favre, e che Zanetti sia con noi.

 



L’Inter acquisterebbe tantissimo swag se voltasse pagina definitivamente con il passato mettendo la fascia di capitano al braccio di Medel. Sarebbe la certificazione finale del cambiamento della Milano calcistica da città aristocratico-imperiale a città proletario-operaia e una degna risposta all’operazione Mihajlovic già compiuta al Milan.

 

https://www.youtube.com/watch?v=FsD7WaHiuSE

 

Ovviamente posso permettermi di gettare alle ortiche tutto il passato interista di capitani nobili (da Facchetti a Zanetti) perché parlo da non-tifoso e quindi non pago pegno emotivamente.

 



 



Sarà che considero la Juventus poco più di una noiosa e inevitabile circostanza della vita, tipo la fila in posta, sarà che ho iniziato a seguire il calcio negli anni dell'Inter tedesca e del Milan olandese, o semplicemente che sono di Milano, ma l'unico avversario storico che rispetto, e quindi "odio" sportivamente, è appunto il Milan. Ergo è il solo che mi interessa davvero battere e infatti il derby è l'unica partita che tuttora guardo con lo stesso nodo allo stomaco di quando ero ragazzino.

 

Succederà anche quest'anno, ne sono certo. Anzi quest'anno ci saranno alcune ragioni in più: la prima è che, nonostante tutti i gravi problemi extra-calcistici del personaggio, non nascondo che avrei voluto Mihaijlovic sulla panchina dell'Inter con intensità seconda solo a quella con cui vorrei vederci Simeone; la seconda è ovviamente legata alla vicenda Kondogbia; la terza al fatto che, beh, i cugini sembrano aver deciso di tornare a fare sul serio proprio quando lo abbiamo deciso anche noi, il che se da una parte chiaramente mi infastidisce dall'altra dovrebbe essere la garanzia di vedere un derby meno triste degli ultimi.

 



La remota eventualità di vincere entrambi i confronti e terminare al di sotto in classifica mi renderebbe comunque felice. Me ne sono accorto guardando il Trofeo TIM, ho raggiunto un livello di coinvolgimento tale da non riuscire ad articolare bene i messaggi che inviavo nel frattempo. Il Milan ha un buon allenatore, che invidio vagamente, e mi ha subito impressionato per il controllo del campo e delle distanze tra i reparti.

 

Quest’anno alla rivalità “storica” (che percepisco senza spiegarmi, essendo nato a un migliaio di chilometri da Milano, ma il tifo non si giustifica) si è aggiunta questa rivalità tecnica, che li rende diretti concorrenti per l’obiettivo terzo posto—oltre che, a mio parere, favoriti rispetto a noi—e non posso che vedere le prime due giornate come noiosi intermezzi al derby di settembre.

 



Con tutto lo sbigottimento (che potrebbe addirittura definirsi morale, almeno in ambito calcistico) con cui un tifoso di una squadra romana guarda ogni anno al derby di Milano. Anche quest’anno un elemento che si dichiarava storicamente milanista o interista è passato dall’altra parte della trincea nel silenzio generale dei tifosi traditi. Un avvenimento che a Roma sarebbe come minimo accompagnato da minacce di morte e da estese operazioni di cancellazione della memoria.

 

Comunque tiferò per una vittoria dell’Inter per 1-0 con autogol decisivo di Romagnoli, se ancora non si fosse capito il mio bigottismo in materia.

 
 

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