Domani il Giro d’Italia ripartirà dall’Ungheria. Poi tornerà in Italia, più precisamente in Sicilia, per poi risalire tutta la penisola fino all’Arena di Verona. L’ultima volta che si arrivò lì i due autori di questa Guida erano insieme, ma ciò che è più importante è che la città di Verona era invasa da tifosi dell’Ecuador venuti da ogni parte del mondo per acclamare il loro beniamino, Richard Carapaz. In particolare, si erano concentrati nella parte alta dell’Arena creando una vistosa chiazza gialla che si estendeva lungo tutto l’anello superiore, urlando, cantando, sventolando bandiere con la gioia di chi ha vinto finalmente qualcosa di importante e non si cura di ciò che può pensare chi ti vede lì, sulle gradinate di un’antica costruzione romana, vestito come un’aquila o un tacchino o un condor delle Ande. Presi dalla voglia di condividere quella gioia con quegli sconosciuti vestiti di giallo, avevamo provato a scavalcare la catenella che teneva noi della stampa separati dal resto dei tifosi ma fummo fermati da un fin troppo paziente addetto alla sicurezza.
Alla fine tutto quello che mi è rimasto è questa foto.
In ogni caso, insieme all’arrivo a Verona, a tre anni di distanza da quel momento, quest’anno tornerà a dare l’assalto alla Maglia Rosa anche Richard Carapaz, vestendo questa volta la maglia della Ineos Grenadiers, che ha vinto tre delle ultime quattro edizioni (Froome 2018, Geoghegan Hart 2020, Bernal 2021). Insieme a lui tornerà anche Tom Dumoulin, che proprio in quel Giro d’Italia del 2019 vinto da Carapaz iniziò il suo lungo calvario prima fisico e poi psicologico.
Dopo due anni di pandemia è tornata anche la partenza dall’estero, estremo tentativo del Giro d’Italia di trovare una propria cassa di risonanza internazionale oltre che nuove risorse per tenere il passo con gli altri grandi giri. Certo, nel farlo, il Giro continua a scendere a compromessi facendo scelte controverse e discutibili. Anche se l’Ungheria fa parte dell’Unione Europea, è giusto che una delle principali competizioni di questo sport si svolga in un Paese autoritario e repressivo? I dilemmi etici continueranno ad agitare i seguaci di uno sport che è finanziato anche da alcune delle peggiori dittature del mondo. Inevitabilmente parlare del Giro d’Italia 2022 non può prescindere da questo tipo di riflessioni.
Domani, però, comincia la corsa vera e propria, ed è quindi arrivato il momento di cercare di capire come andrà. Eccovi dieci domande che cercano di sviscerare tutti i principali temi di questa ultima edizione del Giro d’Italia.