Sabato prende il via la 104esima edizione del Giro d’Italia, che torna nel suo consueto formato primaverile dopo lo spostamento dello scorso anno dovuto alla pandemia. Forse non ci sono mai state due edizioni così ravvicinate e questo accentua il senso di appagamento nei confronti del percorso e dei nomi dei protagonisti. Non ci saranno infatti i tre dei maggiori interpreti delle grandi corse a tappe del panorama attuale, e cioè Pogacar, Roglic e Carapaz. Nonostante questo, non mancheranno le storie interessanti: ci sono dei giovani in cerca di spazio per emergere, altri che invece cercano la consacrazione definitiva, altri ancora che vogliono riscattarsi dopo un periodo non facile. Ci saranno anche delle vecchie volpi del ciclismo, scalatori capaci di farci divertire pur con tutti i loro limiti che ben conosciamo. Storie di uomini, insomma, che si sfidano lungo un percorso di 21 tappe, da Torino a Milano scendendo giù fino in Puglia e poi risalendo la Penisola fino alle Alpi.
Anche il percorso è meno deludente e monotono di quanto non sembri a un primo sguardo. È vero che non ci sono tanti tapponi di alta montagna, di quelli in cui si fanno distacchi pesanti dopo 6 o 7 ore passate in bicicletta su e giù per le salite storiche della Corsa Rosa. Però il terreno per fare la differenza c’è, così come le salite per compiere delle grandi azioni. E le tappe interessanti sono anche ben distribuite lungo le tre settimane, senza grandi falle.
Dopo un 2020 che per tutti noi è stato estremamente particolare, e che lo è stato anche per il ciclismo e per i ciclisti, costretti a reinventare una preparazione atletica all’improvviso, questo del 2021 sarà un Giro d’Italia che sa di rinascita. E se l’anno scorso i grandi vecchi hanno faticato enormemente ad adattarsi al nuovo calendario improvvisato favorendo l’exploit dei più giovani, più flessibili alla rivoluzione delle date, quest’anno le cose potrebbero mescolarsi ancora una volta.
È un Giro d’Italia senza un vero favorito annunciato, perché tutti i grandi nomi – chi per un motivo, chi per l’altro – non sembrano avere a priori tutte le carte in regola per poter vincere una grande corsa a tappe di tre settimane. Tutti, chi più chi meno, hanno un punto debole o una spada di Damocle che penzola pericolosamente sopra le loro teste e che potrebbe tagliare ogni loro speranza di vittoria da un momento all’altro. Insomma, questa edizione del Giro si trova perfettamente in mezzo tra la vecchia guardia e la nuova. E in questo chiaroscuro nessuno sa con certezza che cosa ci ritroveremo a scrivere fra un mese alla fine di queste 21 tappe. Nonostante ciò, a poche ore dal via, abbiamo comunque provato a fare un po’ di chiarezza, rispondendo a nove domande che speriamo esauriscano i temi principali che mette sul piatto questo Giro d’Italia. Nell’attesa che cominci non possiamo che augurarvi buona lettura e buon Giro.