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Jacopo Azzolini
Guida al Frosinone 2023/24
09 ago 2023
09 ago 2023
La squadra di Di Francesco può sperare nella permanenza in Serie A?
(di)
Jacopo Azzolini
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IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
(foto) IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
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Piazzamento lo scorso campionato: Neopromossa

Chi in più: Abodu Harroui, Riccardo Marchizza, Simone Romagnoli, Marvin Cuni, Marco Brescianini, Giorgi Kvernadze.

Chi in meno: Daniel Boloca, Samuele Mulattieri, Marcus Rohden, Matteo Cotali, Roberto Insigne, Luca Sampirisi, Gianluca Frabotta.

Formazione tipo: 4-3-3; Turati; Oyono, Monterisi, Romagnoli, Marchizza; Brescianini, Mazzitelli, Harroui; Baez, Cuni, Caso.

Una statistica interessante della scorsa stagione: Nonostante il miglior attacco, il capocannoniere della squadra (Mulattieri) ha realizzato “appena” 12 gol, arrivando soltanto quinto nella classifica cannonieri. Il Frosinone andava in gol con tanti giocatori diversi, il che è una lama a doppio taglio.

In pochi si sarebbero aspettati la promozione in Serie A del Frosinone, soprattutto una promozione ottenuta con questa prepotenza. I ciociari sono stati quasi incessantemente in testa alla classifica, mai mollata dalla decima giornata, in una Serie B costellata come non mai dalla presenza di nobili decadute in cerca di ribalta (Parma, Bari, Cagliari, Palermo e Venezia su tutte), squadre che ai nastri di partenza avevano i favori del pronostico. Lo stesso Fabio Grosso, l’allenatore, è stato una sorpresa. Fin qui la carriera dell’ex campione del mondo era stata caratterizzata da tanti bassi e pochi alti, con esperienze deludenti sia a Bari che a Brescia.

In questo contesto impegnativo, il Frosinone è riuscito a dominare il campionato lavorando diversamente dalle altre big del campionato. Se storicamente chi vuole salire in Serie A cerca di affidarsi all’usato sicuro, il DS Guido Angelozzi ha compiuto un mirabile lavoro di scouting, scovando dalle leghe inferiori - o dalla bassa Serie B - giovani promesse che hanno poi fatto la differenza. Daniel Boloca, per esempio, è stato individuato nel novembre 2020 dalla Serie D, mentre Caso e Mulattieri nel 2021-2022 giocavano al Cosenza e al Crotone, squadre invischiate nella lotta per non retrocedere. Si veniva inoltre da un’estate di partenze pesanti (Federico Gatti su tutti), senza colpi in entrata che avessero stuzzicato più di tanto la fantasia dei tifosi. Fabio Grosso, subentrato nel marzo 2021, è invece riuscito nell’impresa di plasmare una squadra formidabile per la categoria (miglior attacco e miglior difesa), centrando la terza promozione in Serie A della storia del club.

Il Frosinone di Grosso è stata una squadra piacevole da vedere, con una duttilità e varietà di soluzioni che le hanno consentito di stravincere la competizione. I gialloblu giocavano con un 4-3-3 molto diretto essere, sfruttando la tecnica e la velocità del tridente Caso-Mulattieri-Insigne, il piatto forte della squadra. Contro rivali ambiziosi che tenevano un baricentro alto, il Frosinone riusciva ad arrivare in porta con pochi passaggi, dimostrando un’incisività in transizione difficile da contenere.

Cross intercettato, si cerca subito il tridente e si va in porta in pochi secondi, con Caso che centra il palo.

L’efficacia nelle ripartenze non basta però per spiegare un dominio come quello che abbiamo visto. Il Frosinone sapeva adattarsi sia agli avversari che lasciavano spazio, sia a quelli invece più rinunciatari, contro i quali i gialloblu hanno mostrato una fase di possesso rapida e imprevedibile, caratterizzata da tanto movimento senza palla. Nel 4-3-3 di Grosso, la squadra rifiniva soprattutto sulle corsie esterne, con le tipiche combinazioni tra terzino, mezzala ed esterno che erano il principale modo con cui il Frosinone generava situazioni pericolose, grazie a buone rotazioni.

Caso e Insigne - esterni a piede invertito con rispettivamente 9 e 8 gol - erano i profili creativi che davano imprevedibilità, coloro a cui la squadra si aggrappava per costruire occasioni. Il Frosinone si affidava molto alla loro sensibilità tecnica e alla loro capacità di svariare su tutto il fronte offensivo. Il merito maggiore di Grosso è stato quello di non abbandonarli a loro stessi, ma anzi di creare un contesto in grado di aiutarli costantemente, con terzini e mezzali in supporto. La palla girava rapidamente da un lato all’altro, Caso e Insigne ricevevano quindi in situazioni dinamiche per puntare l’avversario in uno contro uno.

La spinta dei laterali bassi era incessante, così come gli interni, che aiutavano la squadra in ogni situazione: sia nello sviluppo del gioco che negli inserimenti. Da citare la straordinaria stagione di Rohden, i cui inserimenti senza palla sono stati determinanti nell’aggressione dell’area e nell’attaccare lo spazio alle spalle del terzino avversario. Il Frosinone crossava tanto ma lo faceva in modo pericoloso, situazioni che esaltavano le qualità di Mulattieri nel gioco aereo.

Contro la Ternana, Rohden attacca bene lo spazio alle spalle del terzino sinistro (attirato da Insigne) e confeziona l’assist per il gol di Mulattieri.

In una competizione dove di solito manca coraggio nel pressing, il Frosinone - con la retroguardia guidata Lucioni e Ravanelli al centro della difesa - si è distinto per una fase di non possesso efficace, in grado di recuperare spesso palla in avanti grazie a una buona riaggressione e a una linea difensiva coraggiosa. Aspetti tattici che hanno aiutato il tridente offensivo ad avere questo rendimento importante.

La Serie A, però, è com'è noto un'altra cosa. Dopo l’addio di Grosso, la società ha scelto di scommettere su Eusebio di Francesco, alla costante ricerca di rilancio dopo le ultime pessime esperienze. Il tecnico abruzzese sembra consapevole delle difficoltà che lo aspetteranno, «La salvezza sarà la nostra Champions» ha detto con grande onestà nella conferenza stampa di presentazione. Le squadre che salgono dalla B alla A solitamente hanno due modi per reggere il salto di categoria. O insistere sull’ossatura della promozione puntellando la rosa di innesti funzionali, oppure scegliere di riempire la squadra con giocatori d’esperienza, magari presi con soluzioni economiche low cost. Finora, il Frosinone non ha né voluto né potuto seguire nessuna di queste due strade. Sono infatti andati via molti dei pilastri della promozione: Insigne è andato a Palermo, Mulattieri e Boloca sono stati acquistati dal Sassuolo, Rohden è andato in Turchia mentre Sampirisi ha scelto di rientrare a Monza. E al loro posto sono arrivati pochi calciatori con esperienza in Serie A.

La società sta temporeggiando molto in sede di mercato, l’intenzione sembra quella di sfruttare le occasioni nelle ultime settimane, evitando quindi investimenti contrari alla sostenibilità economica tanto cara a Maurizio Stirpe. Guido Angelozzi è solito concludere operazioni di mercato negli ultimi giorni: l’anno scorso, nell’ultima settimana, arrivarono Sampirisi, Insigne, Mazzitelli, Ravanelli e Frabotta, alcuni di questi determinanti per la futura promozione. Il presidente del Frosinone, a conferma di questa tendenza, ha dichiarato: «Speriamo di avere un organico definitivo al 70/80 per cento e di completarlo entro fine mercato, per vedere il vero Frosinone a metà settembre». Finora sono arrivate solo scommesse che, insieme alle cessioni, rendono per adesso quella del Frosinone la rosa meno costosa della Serie A (appena 24 milioni, secondo le valutazioni fatte da Transfermarkt, cioè meno della metà della penultima in classifica, il Cagliari a quota 49).

Di Francesco eredita il 4-3-3, suo modulo preferito da sempre (e non è da escludere che la scelta della società di ingaggiarlo dipenda anche da questo), ma con un’ossatura quasi smantellata. Al centro dell’attacco, non sarà semplice sostituire Mulattieri: vedremo se Di Francesco punterà su Gennaro Borrelli o su Marvin Cuni, centravanti scovato dalla terze serie tedesca che in queste prime amichevoli ha stupito l’allenatore per la sua intensità nel pressing. In mezzo al campo sono arrivati Brescianini e Harroui, che verosimilmente dovrebbero giocare ai lati dell’inamovibile Mazzitelli davanti alla difesa. Dietro, la società ha acquistato Marchizza come terzino sinistro, Simone Romagnoli (centrale) ed è atteso l’arrivo di Lusuardi dal Brasile, centrale classe 2004. Da segnalare anche l’innesto di Kvernadze, ala 2003 georgiana.

In una rosa ben lungi dall’essere completa, Di Francesco in queste prime amichevoli - sempre giocate con il 4-3-3 - ha comunque mostrato l’intenzione di impostare una squadra propositiva. Contro la Salernitana, per esempio, abbiamo visto l’allenatore chiedere molto a Turati nella costruzione da dietro, per consentire ai giocatori creativi di ricevere palloni puliti. L’intera squadra ha cercato combinazioni interessanti ed elaborate nella costruzione da dietro, con buone uscite palla al piede. «All'inizio Turati cercava la palla lunga in partenza e la fisicità degli avversari prevaleva. Poi abbiamo messo in campo tanto di quanto fatto negli allenamenti. La difesa alta e il desiderio di pressare alti deve essere la nostra mentalità anche in campionato», ha detto Di Francesco dopo quell'amichevole.

Una gradevole sorpresa di queste prime amichevoli consiste in Jaime Baez, arrivato in Ciociaria da gennaio e che nelle gare pre campionato ha fatto bene nel ruolo di ala destra, posizione in cui non è chiaro come la società voglia sostituire Roberto Insigne. L’uruguaiano non ha grandi qualità nella finalizzazione, ma attacca bene la profondità, va spesso al cross e ha una certa propensione a fornire l'ultimo passaggio (ne ha fatti parecchi in queste prime gare). Vedremo se la società sceglierà di puntare su di lui o se invece arriverà un altro attaccante esterno.

Insomma, Di Francesco non avrà un compito semplice, a maggior ragione se l’intenzione è quella di fare un calcio comunque ambizioso. Da un lato dovrà plasmare una squadra senza uno scheletro di partenza, visto che tanti pilastri sono andati via. Dall’altro, in maniera simile a quanto fatto dal suo predecessore nella serie cadetta, dovrà esaltare e valorizzare giovani acquistati a pochissimo e alla prima esperienza in Serie A. Senza altri innesti dal mercato, la prima salvezza in Serie A della storia del Frosinone sembra una vera e propria impresa.

Miglior scenario possibile

Le scommesse di Angelozzi funzionano. Cuni ha un ottimo impatto in Italia, Caso è incontenibile anche in Serie A e Kvernadze mostra colpi fuori dal comune. Il 4-3-3 del Frosinone è propositivo e verticale, cucito su misura per Di Francesco, che riesce a valorizzare i molti giovani della rosa. Sconfiggendo in casa la Salernitana a tre giornate dalla fine, i ciociari ottengono la prima permanenza in Serie A della propria storia.

Peggior scenario possibile

I desideri di Di Francesco di fare un calcio propositivo naufragano a causa del livello tecnico troppo basso della rosa. Nessuno tra i giovani emerge, mentre chi aveva fatto benissimo in Serie B - Caso su tutti - patisce il salto di categoria. Con appena dieci punti in classifica, la società esonera Di Francesco poco prima di Natale. Stirpe contatta Fabio Grosso, il quale non se la sente però di guidare una barca così malmessa. Con Giovanni Stroppa in panchina, la squadra chiude a 24 punti, uno in meno della stagione 2018-2019 (l’ultima in Serie A del Frosinone), e retrocede.

Giocatore chiave

Dopo aver trascinato il Frosinone in Serie B, Giuseppe Caso cercherà di fare il salto di qualità nella massima serie. L’ex Cosenza si è dimostrato fuori categoria nel campionato cadetto. Brevilineo e minuto di statura (è alto un metro e settanta), partendo largo a sinistra ha costantemente seminato il panico. Faceva la differenza sia nello stretto, dove era ben supportato da terzino e mezzala, sia in campo aperto grazie a una velocità degna di nota. Ha mostrato una varietà di soluzioni offensive difficile da leggere per gli avversari, visto che sapeva sia rientrare sull’interno quanto andare sul fondo con il piede debole.

Un esempio delle sue qualità in campo aperto.

In un Frosinone povero di talento e che ha scelto di puntare su scommesse semi sconosciute, il rendimento di Caso sarà determinante per le sorti della squadra di Eusebio Di Francesco. Inoltre, considerando l’atavica carenza del calcio italiano per quanto riguarda le ali creative, l’ex Cosenza può rivelarsi una delle nuove leve più interessanti della stagione.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Anthony Oyono è uno dei giocatori che rappresentano meglio lo scouting fatto dalla società nelle leghe inferiori: nel suo caso, addirittura da altri campionati. Nazionale gabonese, è arrivato dalla Serie C francese. Terzino di spinta (ha detto di ispirarsi a James e Hakimi), l’anno scorso si è contraddistinto per la sua duttilità, giocando sia a destra che a sinistra. Nelle catene laterali tipiche del 4-3-3 gialloblu ha dimostrato una certa incisività nell’andare sul fondo, accompagnata da un’ottima associatività con ala e interno. Complice il rientro di Sampirisi a Monza, oggi è Oyono il terzino titolare inamovibile della fascia destra, con Di Francesco che nel precampionato ha sempre puntato su di lui. A un prezzo contenuto, ci si può assicurare un giocatore quasi sempre in campo e che potenzialmente può fare qualche assist, visto che il Frosinone - in modo simile allo scorso anno - rifinirà soprattutto per vie esterne.

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