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Michele Serra
Guida al Divisional Round di NFL
18 gen 2024
18 gen 2024
Per arrivare preparati al piatto forte della stagione di football.
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Michele Serra
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IMAGO / ZUMA Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Wire
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Dopo 17 partite di stagione regolare e un primo weekend (o "super weekend", com'è chiamato dalla NFL a seguito della riforma dei playoff) di Wild Card, eccoci arrivati al piatto principale della stagione NFL: il Divisional Round. Non a tutti, però, è stato concesso di prenotare un posto al tavolo delle migliori 8 squadre, nonostante gli ottimi risultati in stagione regolare (sì, parliamo dei Cowboys seconda testa di serie e distrutti dai giovani Packers). Poco importa, chi è arrivato fino a qui merita di continuare a giocarsi la possibilità di regalarsi un viaggio a Las Vegas la seconda domenica di febbraio. Vediamo dunque chi sono le contendenti rimaste in gioco, sfida per sfida.Texans @ Ravens Partiamo dalla testa di serie numero 1 della AFC, quella che ha potuto riposare nello scorso weekend. Parliamo dei Baltimore Ravens del candidato MVP Lamar Jackson. Checché se ne dica, LJ è un ottimo passatore, seppur frenato nel corso degli anni dalla presenza di un coordinatore offensivo (Greg Roman) estremamente limitante, ma anche dall’assenza di un ricevitore davvero esplosivo. Nell’arco di una off-season, entrambe le caselle sono state spuntate con l’arrivo di Todd Monken da Georgia e Zay Flowers via draft. Monken aveva già avuto successo con l’attacco dei Tampa Bay Buccaneers alcune stagioni fa, ma anche a livello collegiale con Georgia. L’Air Raid, lo stile di gioco predicato da Monken, è volto ad aprire il campo il più possibile tramite l’utilizzo di 3 o più ricevitori e a liberarsi in fretta del pallone. Da una stagione all’altra, i Ravens sono rimasti un’eccellente squadra di corsa, nonostante gli infortuni nel reparto running back, ma si sono rifatti il look. Nel 2022, la squadra si era disposta nel 37% dei propri possessi offensivi in 22 personnel, uno schieramento dichiaratamente da corsa con due running back e due tight end, e solo nel’11% dei casi in 11 personnel, cioè con 3 ricevitori in campo contemporaneamente. Da un anno all’altro, il mondo si è capovolto: quest’anno Baltimore ha schierato 3 ricevitori nello stesso momento nel 46% dei propri snap offensivi, mentre solo nel 3% scarso il 22 personnel. Anche le statistiche relative all’efficienza sono indicative: sesti in EPA (Expected Points Added, che quantifica il valore di ogni singola azione in base all’impatto che ha sulle probabilità di una squadra di segnare), e quarti in success rate (che misura l’efficacia di ogni singola azione tenendo conto del down da giocare e della distanza per chiuderlo): l’anno scorso chiusero al 19esimo e 13esimo posto rispettivamente.La notizia degli scorsi giorni è il possibile ritorno di Mark Andrews, tight end 3 volte Pro Bowler, fuori per infortunio da week 11 ma ora “riattivabile” per i playoff. Un eventuale ritorno di Andrews, verosimilmente il miglior ricevitore in casa Ravens, fornisce alla squadra un bel dilemma: dare spazio alla propria stella, magari aumentando i set con due tight end, o a chi, in sua assenza, ha fornito ottime prove? Il giocatore in questione è Isaiah Likely, giovane tight end che, una volta ricevuti i galloni del titolare, ha messo assieme 21 ricezioni per 322 yard e 5 TD. Likely è un tight end moderno che coniuga fisicità e atletismo. Non il tipo di giocatore che i Texans amano affrontare, essendo Houston ultima per ricezioni (107) e 28esima in yard (1024) concesse ai tight end avversari. La squadra di John Harbaugh, inoltre, utilizza i running back in maniera piuttosto interessante, inserendoli in schemi tipici dell’Air Raid come mesh, ma anche muovendoli da un lato all’altro della formazione e facendoli correre tracce come wheel (che partono parallele alla linea di scrimmage per poi puntare verso il fondo del campo).

La difesa dei Texans è stata indubbiamente decisiva nella vittoria contro Cleveland della settimana scorsa, e durante l’anno ha messo in mostra giovani di livello, come la coppia Will Anderson (rookie)-Jonathan Greenard, reduce dalla miglior stagione in carriera con 12.5 sack: lo scontro con i due tackle dei Ravens Ronnie Stanley (a sinistra) e Morgan Moses (a destra) dirà molto sull’impatto che il front seven di Houston (46 sack in stagione, nella metà alta della Lega) potrà avere in partita. Occhio alla salute di Stanley, che ha dovuto battagliare per tutta la stagione con un problema al ginocchio. La difesa contro le corse dei Texans, dove spicca Christian Harris, giocatore al secondo anno, sarà testata contro uno dei migliori attacchi palla a terra della Lega. Da un anno all’altro, però, anche la squadra di DeMeco Ryans è migliorata esponenzialmente; un anno fa concedeva 2894 yard su corsa, sesto dato peggiore nella storia della NFL: nel 2023 la cifra è scesa a 1643, sesto miglior dato del campionato. Se parliamo di duelli individuali, invece, quello tra Zay Flowers (non al meglio fisicamente, però) e Derek Stingley Jr. è indubbiamente il più stimolante. Due rookie che hanno contribuito a elevare il successo del proprio reparto già dal loro primo anno tra i professionisti. Prima delle Wild Card, il nipote di Darryl Stingley, ex ricevitore dei Patriots, agiva quasi esclusivamente sul lato sinistro del campo (610 snap contro i soli 4 sul lato opposto). Contro i Browns si è diviso equamente su entrambi i lati, e contro i Ravens dovrà verosimilmente seguire il suo giovane avversario. Dal canto suo, Flowers è il giocatore perfetto per il sistema dei Ravens; per quanto velocissimo, l’ex Boston College viene frequentemente impiegato sul medio-corto (56 delle sue 77 ricezioni sono arrivate non oltre le 9 yard dalla linea di scrimmage) per sfruttare la sua capacità di battere il diretto marcatore allo snap e dare al proprio QB una lettura semplice e rapida (pur essendo anche molto pericoloso con il pallone in mano).I Texans, invece, mettono in campo un attacco che sta a quello dell’anno scorso come la notte sta al giorno. Anche qui il merito è di due persone in particolare: l’offensive coordinator Bobby Slowik e, ovviamente, il rookie QB CJ Stroud.Partendo da quest’ultimo, cosa non si è già detto? L’ex giocatore di Ohio State sembra avere le stigmate del predestinato: dopo aver battuto più di un record di Lega (tra cui quello per il maggior numero di yard su passaggio in singola gara, 470) e di franchigia, Stroud ha aggiunto al suo giovane CV il record per maggior numero di passaggi da TD in una partita di playoff per un rookie (3), per giunta messi a segno nel solo primo tempo. Il QB dei Texans ha dimostrato di essere in grado fin da subito di saper fare qualunque tipo di passaggio e di non aver paura dei momenti clou. Stroud gioca con grande anticipazione (sa, cioè, far partire il pallone ancora prima che il ricevitore completi la traccia, anticipando le difese) e ha un braccio davvero potente. Le sue 9 yard di media per passaggio tentato rappresentano il secondo miglior dato in stagione dietro le 10.6 di Will Levis, che ha comunque giocato 6 partite in meno; è anche il terzo giocatore della storia a concludere una singola stagione al primo posto in passing yards a partita (273.9) e in interception % (1%) dopo Tom Brady (2007) e Joe Montana (1989). Il talento di Stroud ha trovato un terreno fertile negli schemi di Bobby Slowik, discepolo, neanche a dirlo, di Kyle Shanahan, con cui ha lavorato per 4 stagioni a San Francisco. A differenza di quello dei Niners, però, Houston non ha un chiaro ricevitore alla Deebo Samuel in grado di attirare su di sé le attenzioni delle difese liberando spazio per gli altri (per quanto Nico Collins è emerso come un’ottima opzione da WR 1) e nemmeno giocatori così abili e creativi palla in mano: la dimostrazione sta nel divario tra le yard guadagnate da Stroud dopo la ricezione (1762, dodicesimo). Così come la squadra di Shanahan, anche la versione 2.0 di Slowik punta sul movimento pre-snap e sulle combo di tracce per mettere le difese in situazioni scomode e costringere i difensori a fare delle scelte.Sarà interessante vedere che tipo di atteggiamento adotterà Baltimore, che in una delle ultime gare di stagione regolare ha limitato l’attacco di San Fran disponendosi spesso e volentieri a zona, con i linebacker piuttosto profondi per sconsigliare Purdy dal tentare passaggi lunghi.Il back seven dei Ravens è dinamico e reattivo, ma sarà messo a dura prova da un attacco che spesso fa vedere le cose non come sono in realtà. Attenzione all’attacco su corsa dei Texans, con Devin Singletary che da week 9 è il terzo corridore della Lega per yard guadagnate: Michael Pierce e Justin Madubuike sono due defensive tackle di ottimo livello, e anche decisamente sottovalutati, con il secondo che è un atleta ampiamente sopra le media del ruolo. Se vogliamo trovare un punto debole alla difesa di Baltimore (che ha chiuso la stagione al primo posto per sack, 60, e palle recuperate, 31) è la mobilità nel reparto defensive end: contro Miami e San Francisco hanno concesso tante yard ai corridori avversari su corse esterne, quelle che in NFL si dovrebbero evitare.Chiefs @ BillsLa due giorni migliore dell’anno si chiude con il vero main event, il terzo atto della rivalità più spettacolare nella storia recente della postseason. Patrick Mahomes contro Josh Allen ai playoff è Godzilla contro King Kong, la sfida titanica tra due fenomeni della posizione di quarterback che giusto un paio d’anni fa ci ha regalato una delle migliori partite di playoff della storia.

Il gran finale di un instant classic.

Arrivati al settimo faccia a faccia in carriera, i due pesi supermassimi della lega hanno già incrociato i guantoni nel corso della regular season, durante una partita che ha avuto un peso notevole nel cammino delle due squadre. Se i Chiefs avessero vinto (leggi, se Kadarius Toney non si fosse posizionato un metro offside nell’azione decisiva della partita) avrebbero quasi certamente giocato in casa la partita di questo turno. Invece si giocherà a Buffalo, con Mahomes che affronterà per la prima volta in carriera una partita di playoff AFC fuori dalle mura amiche di Arrowhead. La gita fuori porta nel freddo nord dello stato di New York è lo scotto da pagare per una stagione sottotono, la meno entusiasmante dell’era Mahomes per quanto riguarda la produzione offensiva e il record di vittorie. Per Buffalo, invece, la partita casalinga rappresenta il giusto premio per una rimonta spettacolare e quasi impronosticabile. Sembra passata un’eternità, ma non più di sei settimane fa questa era la situazione in casa Bills: traballante record di 6-6, offensive coordinator licenziato, capo allenatore nella bufera per aver elogiato i terroristi dell’11 settembre come esempio di un team coeso e organizzato. Ad un passo dallo psicodramma, però, Buffalo ha trovato il modo di risollevarsi e guadagnarsi titolo divisionale e annesso posto ai playoff. Sbarazzatisi rispettivamente di Dolphins e Steelers, Chiefs e Bills si preparano all’ennesima resa dei conti. Ad essere sinceri, le due squadre hanno perso un po’ di smalto rispetto ad un passato recente in cui entrambe rappresentavano la crème de la crème della AFC.I Chiefs, ad esempio, soffrono di una desolante carenza di playmaking attorno al talento di Mahomes. La scommessa vincente della scorsa stagione (Travis Kelce y cuatro más nel passing game) quest’anno ha smesso di pagare. Kelce è sembrato appannato e fisicamente in declino, i “quattro in più” non hanno saputo garantire un livello di produzione accettabile, come dimostrano i 31 passaggi droppati in stagione. Aggiungiamoci una O-Line non irreprensibile ed ecco che, per la prima volta da quando hanno scelto Mahomes, i Chiefs sono una squadra a trazione difensiva, trainata da una difesa mai così efficace negli ultimi sette anni. Per quanto riguarda Buffalo, invece, nel 2023 l’attacco è riuscito finalmente ad affrontare l’annoso problema del gioco di corse, in passato troppo leggero e poco incisivo. In generale, la offence sta funzionando a dovere e appare più minacciosa di quella di KC, ma al contrario degli avversari i Bills non possono fare completo affidamento sulla propria difesa. La lista dei difensori indisponibili o in dubbio per la partita di domenica è interminabile e rischia di minare le certezze necessarie per affrontare un quarterback del calibro di Mahomes. Particolarmente pesanti sarebbero le assenze del linebacker Terrell Bernard e del nickel Taron Johnson, giocatori imprescindibili per reagire alle motion dei Chiefs e pattugliare la zona centrale del campo. Proprio lì potrebbero andare a colpire i Chiefs con le corse del demoniaco Isiah Pacheco e le ricezioni di Travis Kelce e Rashee Rice. Occhi puntati sul rookie di KC, che negli ultimi due mesi viaggia a medie da superstar e arriva da una partita scintillante contro Miami.

Il matchup determinante potrebbe essere quello che, sull’altro lato del campo, vedrà affrontarsi i due reparti più in forma. Stefon Diggs, che non supera le 100 yard ricevute da week 6, è chiamato a salire di livello ma dovrà vedersela con un L’Jarius Sneed formato All-Pro. Il giocatore più incisivo tra i playmaker di Buffalo potrebbe essere il runningback James Cook, le cui ricezioni nella sfida di regular season sono state una spina nel fianco della difesa di KC. Per quanto la difesa dei Chiefs sia stata esaltante quest’anno, se Allen è in una di quelle giornate nemmeno i diabolici gameplan di Steve Spagnuolo riusciranno ad annullarne l’impatto. Per KC sarà fondamentale capitalizzare sulle eventuali giocate da turnover che Allen ha concesso agli avversari nel 2023. Packers @ 49ers Una grande classica della NFL si ripropone, seppur contro le attese. I San Francisco 49ers arrivano da favoriti nella Conference (e non solo), mentre i Packers sono al primo anno di una nuova era, quella di Jordan Love al posto che fu di Aaron Rodgers. Se la NFL fosse un gioco di ruolo, si potrebbe dire che la difesa dei Niners sia il boss finale, quello da sconfiggere per forza per poter concludere il gioco. Questa è un po’ la sensazione attorno ai Green Bay Packers che, superati i favoriti Dallas Cowboys alle Wild Card, si trovano contro quella che per molti è la squadra più attrezzata per la vittoria finale. La squadra di Shanahan sembrava aver imbarcato acqua in maniera preoccupante a metà stagione; dopo 5 vittorie di fila per iniziare l’anno, erano arrivate 3 sconfitte consecutive prima della settimana di riposo. Da quel momento, la squadra californiana ha ripreso un’andatura da crociera, perdendo solo 2 partite (di cui una ininfluente ai fini della classifica) su 9 disputate. Nella seconda parte di stagione, l’attacco ha chiuso al primo posto in classifica in EPA per play, tornando a dare segnali di onnipotenza sportiva. Assieme ai Dolphins - che con McDaniel hanno rubato loro più di una pagina del playbook - San Francisco non ha eguali quando si tratta di usare movimenti pre-snap per confondere le difese avversarie e spostarle da un lato, prima di colpire sull’altro.Può un giocatore come Deebo Samuel passare totalmente inosservato, per giunta a una manciata di yard dal touchdown? Il suo movimento da un lato all’altro della formazione, totalmente casuale e disinteressato, viene completamente ignorato dalla difesa, impegnata a difendere sulla (finta di) corsa a zona dei Niners.Pur essendo una squadra così efficiente e pericolosa sui passaggi, lo schieramento più usato (nel 47% degli snap offensivi) è il 21 personnel, con due running back e un tight end. San Francisco non ha un ricevitore di ruolo fisicamente dominante, ma la coppia Samuel (che viene frequentemente schierato nel backfield come running back o semplicemente come specchietto per le allodole) - Aiyuk è uno spauracchio sufficiente.Qui i Niners si dispongono in 11 personnel (3 WR), ma con una formazione piuttosto condensata, cioè con i giocatori di movimento vicini alla linea di scrimmage. Il movimento di Aiyuk sul lato forte, quello dove c’è il tight end, tiene in allerta la difesa degli Eagles, che si sposta di conseguenza. Allo snap, però, Samuel riceve il pallone con un end around e, con l’aiuto dei blocchi di Kittle, entra agilmente in endzone.Sulla carta, il matchup con la difesa dei Packers sembra senza storia. Il reparto guidato da Joe Barry è stato ampiamente sotto la media di Lega per tutta la stagione: 25esimo in EPA fino a week 8, per poi salire al 20esimo posto da week 9 in avanti: un miglioramento non certo da titoloni sui giornali e arrivato principalmente grazie al miglior lavoro fatto contro le corse. La squadra rimane tuttavia deficitaria contro le ricezioni dei running back: 27esima in DVOA - statistica che misura l’efficienza in base a down da giocare e distanza dalla chiusura dello stesso. Durante l’anno, la difesa dei Packers ha giocato prevalentemente a zona, ma contro Dallas ha alternato zona e uomo con ottimi risultati; il reparto è stato il peggiore per QBR concesso ai passatori avversari nella zona centrale del campo, ma contro Dallas è riuscito a evitare di farsi battere in quell’area, come la mappa dei passaggi di Prescott dimostra:

I Packers hanno accettato di concedere passaggi corti nella zona “di sotto” e nella flat, impiegando anche 7 difensori in coverage. Contrariamente a quanto visto in regular season (29.3% di frequenza), gli ospiti non hanno blitzato più di tanto, costringendo Dak a trovare da sé la soluzione, spesso invano. Di contro, la d-line non è riuscita a creare molta pass rush, chiudendo con 4 sack (di cui due arrivati su Prescott in scramble, e dunque non nella tasca alla ricerca di un uomo da servire). A ogni modo, il piano è riuscito, visto che l’ex Mississippi State ha impiegato 2.85 secondi per liberarsi del pallone, terzo dato più alto nelle gare delle Wild Card: in regular season ci aveva impiegato 2.71 secondi. L’attacco dei Niners, con il trio Samuel-Aiyuk-Kittle e Christian McCaffrey recentemente incluso nella prima squadra All Pro rappresenta una sfida ancora più ardua per una difesa che ha dato buone risposte contro un grande attacco come quello di Dallas ma che è stata mediocre durante tutto l’anno.Che dire di Jordan Love? La prova contro Dallas lo ha ufficialmente messo sui radar del mondo NFL, ma il suo rendimento era alto già da settimane. Se l’attacco dei 49ers è stato il più efficiente nella seconda parte di stagione, quello dei Packers è stato il secondo, e i meriti se li spartiscono Jordan Love ma anche una linea offensiva efficace anche senza grandi nomi. Al netto delle mancanze difensive individuali dei Cowboys, soprattutto nella secondaria, quello che ha aiutato Love ad aprire in due il reparto allenato da Dan Quinn è stato l’eccellente lavoro della o-line. Il motivo principale per cui un credibilissimo candidato al premio di Difensore dell’Anno come Micah Parsons è stato tenuto al guinzaglio ha un nome, Zach Tom. Il right tackle dei Packers ha duellato direttamente con Parsons 9 volte, non concedendogli neanche una pressione. Tom ha mantenuto questo rendimento per tutta la stagione, finendo l’anno con il miglior pressure rate (5.5%) per un right tackle. In tutto questo, Love ha tentato solo 7 passaggi sotto pressione, completandone 5 per 152 yard. Anche qui, nulla che non si sia già visto in regular season: da week 9 in avanti, Love ha tenuto un irreale percentuale di completi quando aggredito dalle difese avversarie (cosa peraltro avvenuta solo 18 volte, 21esimo dato tra i QB): 76.9%, miglior dato di Lega. Alcuni passaggi con il difensore in faccia sono ‘rodgersiani’, e non è lesa maestà. Saper mettere certi palloni nelle mani dei ricevitori con il difensore che ti arriva contro a tutta velocità costringendoti a lanciare con una meccanica imperfetta e, soprattutto, con i piedi non sistemati, è qualcosa che non si insegna.Dall’altra parte, una difesa, quella dei californiani, che non ha mai avuto così tanta profondità nel front four con gli arrivi di Chase Young, via trade da Washington, e di Sebastian Joseph-Day, uno degli epurati dei Chargers. Il defensive coordinator Steve Wilks è sempre stato particolarmente aggressivo nel game plan, ma con questa difesa ha deciso di non discostarsi troppo dai predecessori, continuando a fare dei Niners una delle squadre che utilizzano i blitz con meno frequenza (18%, terzo dato più basso in stagione): ha senso, vista l’enorme quantità di talento individuale presente nella d-line. A maggior ragione contro una linea offensiva così in forma e con un QB che si è dimostrato così a proprio agio nel fronteggiare la pressione avversaria, aspettiamoci blitz simulati con i linebacker, che fingono di attaccare la linea prima dello snap per poi scalare in coverage, cosa che la squadra di Shanahan fa da anni; ma anche il Nascar Package - un fronte difensivo fatto esclusivamente di defensive end, in modo da creare accoppiamenti favorevoli contro le guardie, notoriamente più lente dei tackle - e di BOSS front: acronimo di Big on Same Side, si tratta di uno schieramento in cui 3 uomini di linea vengono schierati sullo stesso lato per creare un sovrannumero naturale contro la linea offensiva. Bucs @ LionsParagonata a Packers vs 49ers, la sfida tra Detroit Lions e Tampa Bay Buccaneers è decisamente più povera di tradizione e argenteria, ma resta quella più ricca della salsa gravy di ogni storia americana, la redenzione. Di redenti in campo e sugli spalti del Ford Field ce ne saranno parecchi, a partire dall’intera franchigia dei Detroit Lions: allergici al successo e cronici dissipatori di talenti generazionali, negli ultimi anni i Lions sono finalmente usciti dalle sabbie mobili della mediocrità. Giusto per capirci, prima di domenica scorsa i Lions non vincevano una partita di Playoff da prima che il loro attuale stadio venisse eretto e il loro quarterback titolare venisse al mondo. Proprio il ventinovenne Jared Goff incarna alla perfezione lo spirito di rinascita di Detroit: scaricato dai Rams tre anni fa, Goff ha saputo vendicarsi battendo proprio la sua ex squadra in un 24-23 mozzafiato che ha sancito il passaggio dei Lions al turno divisionale. A fine partita coach Dan Campbell gli ha dedicato la game ball con queste parole «Hey, you’re plenty good enough for Detroit», vai più che bene per Detroit.

Difficile trovare una squadra dalle vibes migliori di Detroit.

Vero artefice di questo miracolo, Campbell si è presentato ai tifosi promettendo una squadra che avrebbe «morso le rotule agli avversari» ed è stato di parola; ha preso la franchigia dai bassifondi, le ha restituito dignità, credibilità e infine competitività ai playoff. Meno appariscente ma forse persino più inaspettata è stata la redenzione dei Tampa Bay Buccaneers e del loro quarterback, Baker Mayfield. Come il suo avversario di domenica, Mayfield è un’ex prima scelta assoluta caduta in disgrazia. In estate ha firmato un contratto a cifre relativamente microscopiche per la posizione più infausta di tutte, quella di erede di Tom Brady come quarterback dei Bucs. Partito senza nemmeno la sicurezza del posto da titolare, Mayfield ha dimostrato una maturazione stupefacente, limato i difetti del suo gioco e cavalcato un’onda emotiva che lo ha portato fino a dominare una sfida playoff contro i Philadelphia Eagles.Bucs e Lions saranno quindi guidate da due quarterback reietti, a loro volta telecomandati da due giovani playcaller di eccellenti prospettive. Ben Johnson e Dave Canales, offensive coordinator rispettivamente di Lions e Bucs, sono gli ultimi esemplari della nidiata di giovani menti offensive che ha notevolmente svecchiato il modo di attaccare in NFL negli ultimi anni. Seppur in modo diverso (più muscolari e basati sul gioco di corse i Lions di Johnson, più indirizzati al gioco aereo i Bucs di Canales), i due attacchi condividono un’impronta creativa e capace di massimizzare il potenziale a disposizione.Quello di domenica sarà poi un rematch, perché le due squadre si sono già affrontate in week 6 dando vita ad una sfida bruttina ma più equilibrata di quanto dica il 20-6 in favore dei Lions. Contro Tampa abbiamo visto Detroit realizzare la sua miglior performance sui lanci (340 yard) e al contempo la peggiore nelle corse (solamente 40 yard). Un’anomalia statistica presto spiegata: per quanto i Bucs non abbiano più la miglior run defence della lega, pochi allenatori dedicano più risorse di Todd Bowles alla difesa delle corse avversarie. Anziché correre ripetutamente contro un muro, in week 6 Ben Johnson ha messo la palla in mano al proprio quarterback e Goff non lo ha tradito, disputando una delle sue migliori partite in honolulu blue. Anche se i Lions hanno nel frattempo recuperato l’elettrico runningback Jahmyr Gibbs, è probabile che la loro strategia rimanga incentrata sul passaggio, sia per attaccare la staticità della difesa di Bowles, sia per sfruttare il vantaggio di passo degli scattanti ricevitori di Detroit sui fisici ma poco agili cornerback di Tampa. Grande attesa anche per il secondo round tra il tight end Sam LaPorta e il linebacker Lavonte David, entrambi spettacolari nel primo scontro tra le due squadre.

Dal lato opposto del campo, in Week 6 abbiamo assistito ad una delle migliori partite dell’incostante difesa di Detroit, che ha saputo sia soffocare il gioco di corse dei Bucs sia tenere a bada il temibile passing game avversario. Se le misere 46 yard su corsa non sorprendono (i Bucs hanno corso male per tutta la stagione, mentre i Lions sono ottimi nella run defence), decisamente inaspettate sono state le difficoltà dei Bucs nel muovere il pallone nel passing game contro la sospetta secondaria di Detroit. Una chiave della partita sarà proprio il gioco aereo di Tampa, perché le difficoltà dei Lions nel difendere i wide receiver esterni potrebbero spalancare le porte per l’ennesimo monster game della carriera di Mike Evans, reduce dall’ennesima stagione da 1000 o più yard ricevute. Dopo una performance insolitamente mansueta in week 6, il numero 13 di Tampa è chiamato ad una grande partita, perché l’andamento del match sembra suggerire un grande volume di passaggi per Tampa e un numero elevato di terzi e lunghi. Immaginando una partita di questo tipo, diventa fondamentale la protezione di Mayfield, anche perché Baker tende a fare errori quando è messo sotto pressione. Al left tackle Tristan Wirfs e al resto della offensive line di

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