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Marco D'Ottavi
Guida alla Danimarca
11 giu 2021
11 giu 2021
Intorno a Eriksen c'è più del solito.
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Marco D'Ottavi
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Illustrazione di Andrea Chronopoulos
(foto) Illustrazione di Andrea Chronopoulos
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Nelle tre partite di qualificazione al Mondiale, la Danimarca ha vinto per tre volte segnando 14 gol e subendone 0. Certo gli avversari erano Israele, Austria e Moldavia, ma rimane un’iniezione di fiducia notevole per una squadra a cui sembra mancare un po’ di convinzione per provare a rivaleggiare contro avversarie più forti. La doppia sconfitta contro il Belgio in Nations League - avversario che ritroverà nel girone B - è la dimostrazione della differenza di livello e di approccio tra loro e le migliori Nazionale al mondo: «Quando giochiamo con le squadre migliori, dobbiamo davvero alzare il nostro gioco» ha detto l’allenatore Kasper Hjulmand dopo la partita. Anche nelle qualificazioni all’Europeo si è fatta rubare il primo posto dalla Svizzera per un pareggio subito negli ultimi minuti dell’ultima partita contro l’Irlanda. Come gioca?Hjulmand sarebbe dovuto entrare in carica al posto di Hareide dopo l’Europeo, probabilmente per lanciare un nuovo ciclo con i diversi giovani interessanti che la Danimarca sta mettendo in mostra. Lo slittamento di un anno ha fatto subentrare l’ex allenatore del Nordsjaelland con la competizione ancora da giocare e poco tempo per fare la rivoluzione. Tuttavia dal cambio di allenatore il gioco della Danimarca è diventato più propositivo e offensivo, ribaltando l’idea di squadra compatta e grigia che aleggiava sopra la sua testa. Ha inserito gradualmente in rosa alcuni dei giovani più interessanti, tra cui Damsgaard e Skov Olsen che abbiamo imparato a conoscere in Serie A, ma anche portando un sistema di gioco più fluido, capace di adattarsi agli avversari. Il 4-3-3 di base è tale quasi solo su carta: in fase di possesso un terzino può salire, mentre l’altro stringersi per costruire a tre (come fa l’Italia) oppure ad abbassarsi tra i difensori è uno dei due centrocampisti, in una salida lavolpiana. Anche in attacco i giocatori si muovono molto, con almeno uno dei due esterni che parte largo ma entra dentro il campo (spesso Braithwaite, formalmente il numero 9 del Barcellona). Le fortune della squadra si poggiano comunque su una spina dorsale centrale di giocatori più esperti, a partire dalla porta dove Kasper Schmeichel prosegue con successo la dinastia familiare. Davanti a lui Kjaer, che sta vivendo una seconda giovinezza, e Christiansen formano una coppia di centrali affidabile, protetta con marziale applicazione da Höjbjerg, uno dei migliori centrocampisti difensivi della Premier, e Delaney. Poco più avanti inizia il regno di Christian Eriksen. Anche nei momenti più bui, tra il finale con il Tottenham e la prima parte dell’esperienza all’Inter, Eriksen è stato il faro della squadra (3 gol e 4 assist nelle qualificazioni) e il giocatore da cui passano le speranze della Danimarca di fare un grande torneo.

Quanti giocatori in questo Europeo possono mettere quel pallone lì?

In attacco Hjulmand ha ruotato molto gli interpreti, senza trovare particolari certezze. Braithwaite, Poulsen, Skov, Dolberg e Wind (e volendo anche Damsgaard e Skov Olsen), sono tutti giocatori funzionali, ma non offrono garanzie da un punto di vista realizzativo, quello che serve disperatamente in un torneo breve. La speranza è che qualcuno dei molti giocatori offensivi presenti in rosa trovi il mese della vita o che la capacità di Eriksen di pescare un ago in un pagliaio aiuti gli attaccanti. Chi va tenuto d’occhio?Per quanto il finale della stagione ne ha riscattato l’esperienza all’Inter, Eriksen vorrà usare l’Europeo per ricordare a tutti che fino a un paio di anni fa era considerato uno dei trequartisti migliori al mondo (anche in vista del mercato eventualmente). Se invece vi piacciono i centrocampisti che sono all'esatto opposto dello spettro del gioco del calcio, Höjbjerg è il nome che fa per voi. Dopo essere passato per le mani di Mourinho al Tottenham il centrocampista danese sembra diventato uno di quei giocatori che può spezzare una roccia con le mani, se solo è l'allenatore a chiederglielo. Se invece siete nostalgici dell'Atalanta, sulla sinistra ci saranno le sgroppate di Maehle sulla fascia sinistra a farvi compagnia.Ha punti deboli?La grande centralità di Eriksen è quasi un obbligo, anche perché è il modo in cui il calciatore rende meglio, ma l’assenza di alternative rendono le prestazioni della Danimarca troppo dipendenti dal suo numero 10. Obiettivamente ci sono pochissime fonti di gioco alternative e l’unico altro modo che la Danimarca ha per creare pericolo sono gli spunti di Skov Olsen, che però è giovanissimo e poco costante, e il piede di Skov, che però una volta uscito dal campionato olandese è diventato di fatto un terzino e che probabilmente non partirà neanche titolare. Se Eriksen dovesse avere un calo nella forma o anche solo un piccolo intoppo, per la Danimarca provare a fare un gioco più ambizioso sarebbe praticamente impossibile e dovrebbe rifugiarsi in un calcio speculativo e fatto di ripartenze.Dove può arrivare?La Danimarca non supera il primo turno agli Europei dal 2004 e l’accesso agli ottavi è l’obiettivo minimo. Si gioca con la Russia il secondo posto nel girone, una sfida in cui sembra favorita, che gli permetterebbe di avere agli ottavi l’eventuale seconda del girone dell’Italia. Forse usciranno squadre più comode, ma Turchia o Svizzera sarebbero alla sua portata (sull'Italia siamo scaramantici). I quarti insomma non sono impensabili, quello che succede dopo dipenderà da molti fattori.

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