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Emanuele Atturo
Guida al Bologna 2023/24
24 ago 2023
24 ago 2023
Molte incertezze sul mercato, ma la certezza di ripartire da Thiago Motta.
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Emanuele Atturo
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Foto di IMAGO / AFLOSPORT
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Piazzamento lo scorso campionato:Chi in più: Sam Beukema, Dan Ndoye, Oussama El Azzouzi, Giovanni Fabbian, Jesper Karlsson.Chi in meno: Denso Kasius, Jerdy Schouten, Gary Medel, Roberto Soriano, Nicola Sansone, Marko Arnautovic.Una statistica interessante della scorsa stagione: Solo il Milan ha provato più azioni di pressing e gegenpressing del Bologna nello scorso campionato.Formazione tipo: 4-3-3; Skorupski; Posch, Beukema, Lucumi, Lykogiannis; Dominguez, Ferguson, Aebischer; Ndoye, Zirkzee, Karlsson. Certe stagioni passano con la velocità con cui appassisce un fiore d’orchidea. Lasciano i loro boccioli a terra e cercano di trascorrere senza lasciare traccia nella nostra memoria. Stagioni che si susseguono veloci, così uguali che a distinguerle si fa fatica, se non per qualche buona annata di un giocatore, o per una vittoria o una sconfitta che non ci hanno fatto dormire la notte. Poi ci sono stagioni che cambiano la vita di una squadra in profondità e quando ci si riguarda indietro non ci si riconosce. Come è possibile che sia passato solo un anno da questa guida al Bologna? Sinisa Mihajilovic sedeva ancora sulla panchina rossoblù; la squadra aveva assunto Sartori come direttore sportivo ma la sua mano sul mercato sembrava essere stata leggera. La lista dei giocatori in entrata sembra il catalogo di Iperborea, una sfilata di nomi nord-europei; nessuno di loro pareva in grado di lasciare un’impronta significativa su una squadra ingabbiata nell’anonimato del centro classifica. Nel frattempo il Bologna aveva ceduto i suoi migliori giovani senza nemmeno darsi il tempo di goderseli (Theate, Svanberg).È passato solo un anno ma è cambiato tutto. La quantità e la vastità di cose successe al Bologna rende difficile anche fare un riassunto, ma vale la pena provarci. Il ciclo di Sinisa Mihajlovic sembrava avviato alla conclusione ma il tecnico era stato comunque confermato. Il suo Bologna aveva assunto una forma ormai remissiva. Dopo alcune stagioni tatticamente oltranziste, con pressing spesso squilibrati e fragilità difensive, il Bologna aveva abbassato il baricentro e asciugato il suo gioco offensivo attorno al carisma e al peso gravitazionale di Marko Arnautovic. Nelle prime 5 partite dello scorso campionato aveva segnato 5 gol, vincendo il premio di giocatore del mese, ma il Bologna non era riuscito a vincere nemmeno una partita. Sinisa Mihajlovic a quel punto, dopo quasi 5 stagioni, è stato esonerato. La scelta si è portata dietro tutta una serie di discorsi tossici e in malafede: con che cuore Saputo esonerava un allenatore malato? Una discussione pietistica che mal si abbinava col carattere battagliero di Mihajlovic. Roberto De Zerbi aveva in qualche modo suggerito che fosse immorale accettare l’incarico, ad allenare il Bologna ci sarebbe andato anche a piedi - ha detto - ma solo se il serbo si fosse dimesso dall’incarico (poco dopo De Zerbi si è sistemato al Brighton). Chi avrebbe accettato una panchina su cui è stata gettata una tale maledizione morale?Thiago Motta, che ha sempre avuto una certa carica eversiva nel nostro calcio - che è l’eversione dell’incompreso, dalla dieci in Nazionale al comico 2-7-2 - ha accettato l’incarico. Lo ha fatto dopo il fallimento della trattativa non solo con De Zerbi ma anche con Claudio Ranieri. Motta aveva fatto bene allo Spezia, dimostrandosi più pratico di quanto la sua immagine da mangiapreti aveva suggerito. Il gioco però non era stato scintillante quanto quello di Vincenzo Italiano. Per qualche motivo, pareva esserci qualcosa di poco entusiasmante in Thiago Motta. Ci ha messo qualche partita a trasmettere le sue idee al Bologna. Un solo punto nelle prime quattro partite e una generale idea di confusione. La squadra provava a palleggiare, ma era innocua; provava a pressare, ma andando spesso a vuoto. Pian piano, però, la forma dei rossoblù è cambiata. Sono arrivate tre vittorie consecutive, frutto del chip d’aggiornamento che il nuovo tecnico ha installato sulla squadra. Il Bologna ha alzato il proprio baricentro, guadagnato coraggio e una struttura più definita in possesso. Anche nei momenti migliori con Mihajlovic, i rossoblù erano una squadra molto diretta, che puntava su transizioni brevi e lunghe. Con Motta la squadra si è concessa qualche passaggio in più per arrivare in porta. Come scritto da Dario Saltari in questo pezzo, il Bologna comincia ad assumere una forma riconoscibile. Una squadra non così radicale, come forse qualcuno tende sempre ad aspettarsi quando c’è un allenatore giovane che usa i principi del gioco di posizione. Una squadra invece flessibile, pragmatica nel senso più nobile del termine, ovvero una squadra che sa risolvere i problemi che le partite le pongono dinanzi. E di farlo con le risorse che i suoi giocatori le mettono a disposizione. Attraversando anche le devastanti notizie della morte di Mihajilovic, che di certo non possono essere passate senza lasciar tracce nel gruppo, il Bologna si è piazzato alla fine al nono posto, sfiorando per qualche giornata il sogno europeo. A un certo punto della stagione Arnautovic si è infortunato, e anche Zirkzee ha avuto problemi fisici che lo hanno reso spesso indisponibile. La difesa, poi, era estremamente fragile, 13 gol subiti nelle prime 8 giornate. Se Mihajlovic provava a difendere la sua difesa avvicinandola alla propria porta, Motta l’ha allontanata. Il Bologna è diventata una delle squadre più efficaci in pressing in Serie A, anche contro squadre di alto livello nell’uscita bassa come l’Inter.

Il gol decisivo di Riccardo Orsolini, proprio nella partita contro l'Inter.

Poche squadre in Italia erano più aggressive del Bologna. Terza per aggressioni, quarta col PPDA più basso: quindi tra le squadre che concedono meno calma agli avversari che impostano. Prima nella metrica che misura le riconquiste del pallone entro i cinque secondi dalla sua perdita. Seconda in Serie A per azioni di pressing, seconda anche per quelli di gegenpressing. Il Bologna ha adottato un pressing uomo su uomo nella metà campo avversario con trigger molto ambiziosi. La squadra non si limita - come tante altre in Serie A - a utilizzare il pressing come arma distruttiva del gioco avversario. Per il Bologna il pressing è un’arma offensiva, questo significa che vuole conquistare palloni pericolosi, vicini alla porta, preferibilmente in zona centrale, in un imbuto che costruisce sulla trequarti avversaria come la tela del ragno in attesa che una preda cada in trappola. L’efficacia di questo piano sta anche nel dinamismo estremo del Bologna, forse la migliore qualità della squadra di Motta. Se con Mihajlovic i nuovi acquisti di Sartori avevano visto poco il campo, con Motta la squadra ha preso un’identità quasi completamente diversa da quella della stagione prima. I giocatori più importanti sono diventati Stefan Posch, con le sue poderose uscite in pressing sull’uomo, Lewis Ferguson, centrocampista dal dinamismo quasi malato, e Riccardo Orsolini, emarginato nella vecchia gestione e diventato il finalizzatore della squadra. La sua bulimia al tiro è diventata un vantaggio per una squadra che non dispone di troppa qualità offensiva. In più ha cominciato a ricevere palloni più pericolosi, più vicini alla porta, ed è venuta fuori una capacità di attaccare le linee avversarie senza palla sottovalutata.Pian piano, a fari spenti, anche Nikola Moro ha cominciato ad assumere sempre più importanza, aggiungendo una qualità e un’intuizione nell’ultimo passaggio che nessuno nella rosa rossoblù possiede.Insomma: il Bologna è una squadra che sa difendersi col pallone e attaccare senza. È una semplificazione estrema, chiaramente, ma che ci serve per dire quanta ambizione esiste nei principi di gioco di Thiago Motta. In un campionato di squadre reattive, che giocano sull’errore avversario, il Bologna ambisce al controllo più o meno totale.Naturalmente questo comporta dei rischi. I numeri difensivi del Bologna sono simili a quelli di altre squadre dal pressing ambizioso che scoprono molto campo dietro di sé, Udinese e Atalanta, e molti punti sono sfuggiti quanto la condizione psico-fisica non era tirata al massimo. In questi casi il Bologna è diventata una squadra vulnerabile. Se la squadra perde un pochino di forza e dinamismo, difende peggio e attacca peggio. Col pallone l’imprevedibilità del Bologna si basa sulla rapidità della circolazione della palla, e sulla flessibilità e gli scambi di posizione. Quando il possesso diventa più opaco il Bologna paga il fatto che sulla trequarti ci sono pochi giocatori risolutivi. Per la prima volta da qualche anno, il Bologna ha affrontato il mercato estivo col lusso di non dover fare molto. Con Sartori, però, il player trading è una pratica consolidata, e la rosa è comunque cambiata. Il primo problema da risolvere era quello di Marko Arnautovic. L’austriaco sembrava avere un rapporto ambiguo con Motta, e in assenza di temi particolarmente scomodi le sue assenze hanno tenuto banco nelle conferenze stampa. In fondo il Bologna andava bene e a cercare il pelo nell’uovo c’era il fatto che il suo miglior giocatore, il suo leader, ha cominciato a giocare peggio dall'arrivo del nuovo allenatore. Anche questo, però, è eccessivo da dire. Diciamo che, complici soprattutto i suoi problemi fisici, Arnautovic è diventato sempre meno vitale per il Bologna. Affidandosi a nuovi principi e idee, i rossoblù si sono svincolati dalla dipendenza del suo miglior giocatore. Arrivata l’estate, allora, ci si è chiesti se forse non valeva la pena lasciarlo andare. Arnautovic ha uno stipendio pesante, e in campo la sua tendenza da divora-palloni non si sposa sempre bene con la nuova forma leggera del Bologna. Dietro di lui Joshua Zirkzee ha dato segnali ambigui ma anche promettenti: l’idea di affrontare una stagione con lui punta centrale titolare è tanto rischiosa quanto stuzzicante. È un giocatore strano, alto e dinoccolato, che usa poco e male il suo fisico. Un giocatore che ama giocare a pochi tocchi per associarsi con i compagni, e con una presenza ondivaga nella partita. Il gol segnato al Cesena in Coppa Italia mostra la creatività che lo rende un giocatore di culto del nostro campionato.

La cessione per 10 milioni all'Inter è stata una soluzione ideale, per un giocatore in là con gli anni e vagamente fuori dal progetto. Non può essere un caso che certi talenti appassiti del Bologna la scorsa stagione sono sembrati più pimpanti e risolutivi senza Arnautovic, che ne pare tarpare i desideri tecnici e persino la forza vitale. Sia Orsolini che Barrow senza l’austriaco davanti hanno avuto più spazio, tecnico e mentale, per esprimersi: è stato come togliergli di dosso la polvere. In entrata Sartori ha continuato a lavorare esplorando la propria agenda di talenti alle periferie dell’impero. I colpi più importanti sono arrivati dall'AZ Alkmaar. Il difensore centrale Sam Beukema, preso per 9 milioni, è stato uno dei migliori della scorsa stagione di Eredivisie. Beukema ha 24 anni e gioca sul centro-destra della difesa; è aggressivo, forte fisicamente e soprattutto promette di aggiungere al Bologna ulteriore confidenza col pallone nella costruzione dal basso, che lo scorso anno non è stata particolarmente brillante, a voler trovare dei difetti. Quello del compagno di reparto di Lucumi era forse la lacuna principale della scorsa stagione, ed è stato colmato con intelligenza e tempestivamente. L'altro giocatore in arrivo dall'AZ è lo svedese Jesper Karlsson, che brilla ormai da un paio d'anni, tra Eredivisie e coppe europee. Un'ala sinistra dai piedi elettrici, molto estrosa e con gol nei piedi. Un giocatore che potrebbe diventare prezioso per la fisionomia del Bologna, se si ambientasse bene in Serie A.

Karlsson prenderà il posto di Barrow, che non è ancora stato ceduto ma è praticamente fuori dal progetto. «Vada altrove a dimostrare le sue potenzialità», ha detto Motta. Su di lui c'è l'interesse del Torino. Cambiaso a sinistra non era certo insostituibile, ma Lykogiannis da solo non può bastare. Sartori sta provando a prendere uno tra Riccardo Calafiori e Victor Kristensen. La più grave perdita è stata invece quella di Jerdy Schouten a centrocampo, venduto al PSV per 15 milioni. Un giocatore che ha attirato una critica ambivalente a Bologna, tra chi lo riteneva un fenomeno e chi lo odiava. Il suo contributo alla squadra era poco appariscente ma prezioso; un mediano dalle splendide letture difensive come se ne trovano pochi in giro. Schouten era un giocatore d’equilibrio e nessuno in rosa ha le sue caratteristiche. Nelle prime due uscite ufficiali hanno giocato Dominguez, Aebischer e Ferguson, con un triangolo molto mobile, dando segnali contrastanti. Contro il Milan Dominguez è sembrato a disagio in quella posizione, sia col pallone che nelle letture difensive. La sua permanenza non è ancora certa, visto che il suo contratto scade tra un anno e se arrivasse un'offerta forse il Bologna lo lascerebbe andare.L’alternativa in quel ruolo, per ora, è anche Oussama El Azzouzi, che potrebbe stupire per concretezza, ma che ha piedi bruttini. Giovanni Fabbian, invece, per le spiccate attitudini offensive dovrebbe giocare mezzala, con qualche gol nei piedi (e nella testa) più di Aebischer. Qualcosa, comunque, manca, e i nomi che girano sono tanti. Mentre scrivo il più concreto sembra quello di Remo Freuler, mezzala-mediano dal solido passato in Serie A, piuttosto completo tecnicamente e tatticamente.

Lo so che volete sapere come gioca El Azzouzi, quindi ecco un video dedicato alle sue prestazioni nella Coppa d’Africa U-23 vinta col Marocco. Un bel picchiatore.

In attacco è arrivato anche lo svizzero Dan Ndoye. Viene da un’ottima stagione col Basilea, è abbastanza provato nel calcio europeo. Quando a 19 anni si era trasferito al Nizza era considerato molto promettente; solo che poi ha sempre segnato poco per un esterno offensivo, così ha dovuto far ritorno in Svizzera. È un esterno veloce, fisico nei duelli corpo a corpo e con una bella resistenza. Può essere impiegato sia a sinistra che a destra. Alla prima di campionato si è fatto un gran mazzo, risultando a volte impreciso col pallone e poco penetrante (2 dribbling riusciti su 8 tentati). È comunque un giocatore ordinato che sembra piacere a Thiago Motta. Col Milan ha mandato al tiro tre volte i compagni.Il Bologna continua ad avere forse poca qualità negli ultimi metri, e per questo Sartori sta continuando a cercare esterni con dribbling, assist e gol. Fino a dieci giorni fa sembrava vicino l'arrivo dello statunitense Cade Cowell, mentre ora si parla del meno esotico Nicolò Cambiaghi e dell'esterno brasiliano del RB Bragantino Sorriso. Per la punta centrale, invece, ancora si muove poco. Contro il Milan il Bologna ha perso in maniera netta nella sostanza ma non nella forma. La partita è stata fatta bene, e persa per la maggiore qualità del Milan. Nel quarto d'ora centrale del primo tempo la squadra di Pioli ha dato la spallata decisiva. Il Bologna però ha confermato la sua vocazione al dominio del gioco. A un quarto d'ora dalla fine, dopo il periodo più brillante dei rossoblù (passato senza segnare) il Milan ha ripreso il comando del pallone. È bastato un minuto di non possesso per far imbestialire Thiago Motta, che a bordo campo si lamentava «Hanno sempre loro la palla». Il Bologna in realtà con quasi il 54% del possesso palla ed è stata anche pericolosa. La fluidità negli scambi di posizione e il pressing alto hanno funzionato. Contro squadre di quel livello, però, è una strategia rischiosa andare così aggressivi uomo su uomo. Nel primo tempo il Milan è riuscito a manipolare bene il pressing del Bologna, riuscendo a creare sempre superiorità numerica nelle zone centrali del campo. Quando nel secondo tempo il Bologna è passato a un centrocampo a 3, con riferimenti più chiari in marcatura, la squadra si è sistemata. [gallery columns="6" ids="94340,94339,94338,94337,94336"]

Il miglior momento del Bologna ha portato anche alla sua migliore occasione. La squadra pressa uomo su uomo lasciando Calabria libero e accettando una situazione potenzialmente rischiosa dietro. Maignan è forzato al lancio lungo e sugli sviluppi della riconquista c'è un bel movimento a venire incontro di Zirkzee che libera lo spazio per Aebischer, poi chiuso alla grande da Reijnders.

La squadra ha costruito abbastanza per segnare almeno un gol, ma se non ha concretizzato è stato anche per carenze abbastanza strutturali. Zirkzee ha fatto una partita deliziosa di raccordo, sponde e appoggi davvero d'alta scuola. Non segna molto, però. Ndoye ha giocato molto largo sulla fascia e il pericolo maggiore è sembrato Ferguson. Con l'ingresso di Orsolini, più caotico e più incline a calpestare zone centrali, il Bologna è sembrato più pericoloso - anche se a Motta non è piaciuto il suo atteggiamento individualistico. La sua situazione pare in bilico: ha un contratto in scadenza e per ora rifiuta i rinnovi; stessa situazione di Nico Dominguez. In attacco l'arrivo Karlsson aggiungerà qualità nella produzione offensiva, ma come detto manca forse ancora una punta centrale. A un certo punto della sfida col Milan è entrato persino Sydney van Hooijdonk (in uscita). È sempre difficile dire cosa aspettarsi dalla stagione di squadre di mezza classifica come il Bologna. Figuriamoci in un momento in cui la rosa è un cantiere. È soprattutto difficile rispondere a questa domanda: quale sarebbe una stagione soddisfacente per il Bologna? L’impressione è che lo scorso anno si sia raggiunto un po’ il limite delle possibilità della squadra, proprio alle porte di una qualificazione europea. Ambire a qualificarsi, quest’anno, non è impossibile: c’è del tempo di lavoro in più con Thiago Motta e qualche acquisto interessante. La squadra ha margini di crescita, soprattutto sei i nuovi acquisti riusciranno a integrarsi bene, e magari se le situazioni di Orsolini e Nico Dominguez riusciranno a essersi risolte. In un campionato ancora più confusionario del solito, il Bologna potrebbe fare una stagione sorprendente. C'è bisogno di dare un'impressione di movimento a questo progetto di Saputo, per ora fermo a una stabilità che è nobile e frustrante allo stesso tempo.Miglior scenario possibile Davanti gli attaccanti trovano la giusta convergenza ai piedi. Zirkzee arriva alla quota di 13 gol e 10 assist e Guardiola lo definisce "Il più bel regalo che l'Olanda ha dato al calcio dai tempi di Marco van Basten" e aggiunge "è come se Beethoven giocasse a calcio". Karlsson e Fabbian portano i restanti gol. Freuler si reinventa in un ruolo più basso e difensivo con grande efficacia. Il Bologna riesce a qualificarsi per la prossima Conference League. Peggior scenario possibile Il mercato lento e confuso non aiuta Thiago Motta e dopo 5 giornate la squadra ha raccolto la miseria di un punto (contro il Cagliari casa, pareggio di Pavoletti di testa al 90'). Gli xG dicono che il Bologna avrebbe potuto vincere in tutte le partite e nella curva Bulgarelli spunta lo striscione polemico "Campioni d'Italia degli xG". Il Bologna produce ma segna poco, e Karlsson non migliora la situazione. Nervosa, la squadra perde equilibrio e subisce diversi gol in transizione, con Skorupski meno affidabile del solito. Dopo l'inizio difficile Thiago Motta recupera la situazione ma chiude comunque a un triste tredicesimo posto. Per lui non si parla più di panchine importanti. Giocatore da prendere al Fantacalcio: Jesper Karlsson Al Bologna mancano giocatori che fanno gol, in teora. Dovesse restare, Orsolini ha già dimostrato di portare la sua quota reti anche nelle annate meno positive. Il Bologna però sta puntando un gran numero di esterni offensivi quindi il suo minutaggio potrebbe ridursi. Karlsson è un rischio, ma gli 11 milioni che ha pagato il club fanno pensare che il Bologna ci punterà molto. Ha un bel tiro: correte questo rischio insieme ai rossoblù. Fabbian in Serie B ha segnato tanto e con Zirkzee che gli apre gli spazi potrebbe diventare una bella presa. Giocatore di cui avere la maglia: Nikola MoroUn giocatore tecnicamente delizioso ma ancora leggermente fuori dai radar. È questo il momento per tributargli il vostro cuore.

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