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Alfredo Giacobbe
Guida all'Udinese 2017/18
25 ago 2017
25 ago 2017
Al secondo anno con Del Neri alla guida, l'Udinese parte di nuovo a fari spenti.
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Alfredo Giacobbe
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Riad Bajic, Giuseppe Pezzella, Bram Nuytinck, Svante Ingelsson, Albano Bizarri, Aly Mallé, Valon Behrami, Francisco Sierralta, Kevin Lasagna.

 

Bruno Fernandes, Gabriel Silva, Guilherme, Felipe, Emmanuel Badu, Davide Faraoni, Thomas Heurtaux, Assane Gnoukouri, Sven Kums, Duvan Zapata.

 



Qualcosa è cambiato nel modo di fare calcio in Friuli. Lo si nota anche dalla comunicazione che la società dei Pozzo ha adottato per la campagna abbonamenti 2017/18: il claim “Daremo l’anima - Siamo l’Udinese, i primi bianconeri d’Italia” è quanto di più assertivo abbiamo mai visto negli ultimi anni.

 

Un cambiamento che ha trovato continuità anche nel modo di fare mercato: l’Udinese negli ultimissimi anni ci aveva abituato a mercati estivi farraginosi e abulici, soprattutto per i tanti movimenti nella triangolazione con le consorelle Granada e Watford. Già la scorsa estate i Pozzo ha dato il via libera alla cessione della loro succursale spagnola. Il Watford invece, dopo aver guadagnato la conferma in Premier League per il terzo anno consecutivo, sembra voler guadagnare una propria identità tattica, che comporta anche una propria autonomia in fatto di mercato. Anche l’Udinese, quindi, prova a consolidare una sua identità tattica e ha iniziato dalla conferma di Luigi Del Neri, l’allenatore che aveva rilevato Giuseppe Iachini all’alba della scorsa stagione.

 

A Udine quest’estate sono partiti solo giocatori che non erano più funzionali ed erano finiti ai margini del progetto tecnico. Nessun sacrificio è stato necessario, anzi il saldo tra entrate e uscite è in questo momento negativo per circa 4 milioni di euro. Nella lista dei partenti, fa sensazione leggere il nome di Emmanuel Badu: il ghanese ha salutato il Friuli dopo una militanza di sette anni, è passato lo scorso anno dallo status di una pedina fondamentale a quello di esubero, perché è stato penalizzato prima da un infortunio e poi dall’esplosione di Fofana. Il difensore Felipe, altro epurato del mercato estivo, avrebbe vantato una militanza in maglia bianconera anche più lunga, se non fosse stata interrotta da diversi periodi in prestito. Quest’anno è stato ceduto a titolo definitivo alla SPAL.

 

A proposito di centrali, Heurtaux è andato in prestito al Verona conscio di avere poche speranze di titolarità con Del Neri, che forse non ritiene il francese adatto a giocare come centrale in una linea a 4. L’Udinese ha fatto cassa con la cessione dei brasiliani Gabriel Silva e Guilherme, che non saranno poi così rimpianti; mentre l’introito maggiore l’Udinese ha finito per ottenerlo dalla cessione di Bruno Fernandes alla Sampdoria, che ha girato il calciatore a sua volta allo Sporting Lisbona.

 

In qualche caso si è fatto a meno di calciatori centrali per il progetto, ma per i quali era richiesto un sacrificio troppo oneroso per le casse friulane: è il caso di Duvan Zapata, per il quale il Napoli quest'anno, alla fine del biennio di prestito, ha avanzato una richiesta di 25 milioni di euro per la cessione definitiva del cartellino.

 

Ad ogni uscita è corrisposto un ingresso, e alcuni dei giocatori inseriti quest’estate  hanno già guadagnato il posto da titolare. È il caso di Giuseppe Pezzella, Bram Nuytinck e Kevin Lasagna. Pezzella è un terzino sinistro di un metro e ottantasette, per il quale è stato fatto un investimento importante di 4,5 milioni di euro per strapparlo al Palermo. Il diciannovenne, con un bagaglio di 19 presenze in Serie A, ha ampi margini di miglioramento ma sembra essersi già calato nei compiti che gli sono richiesti da Del Neri. Nuytinck è un mastodontico centrale olandese che ha lasciato l’Anderlecht dopo cinque anni. Sebbene i difensori stranieri soffrano per l’ambientamento in Serie A più di giocatori in altri ruoli, Nuytinck è sembrato avere i fondamentali difensivi per poter figurare bene da subito. Infine a Kevin Lasagna, 36 presenze e 5 gol nella Serie A 2015/16, l’onere di guidare l’attacco a tre punte dell’Udinese.

 


Del Neri sembra avere già le idee molto chiare su come schierare la sua squadra e lo ha dimostrato nei primi due impegni ufficiali - vittoria in coppa Italia contro il Frosinone e sconfitta in campionato contro il Chievo - nei quali ha scelto di mandare in campo lo stesso undici, a meno dello squalificato Danilo nella seconda partita. L’Udinese si sistema con un 4-3-3 nel quale la prima impostazione è affidata ai quattro uomini della prima linea e al mediano Hallfredsson. Data l’assenza di un vero e proprio regista, in questa fase l’Udinese cerca di portare palla sull’esterno il prima possibile, con Hallfredsson che gioca a muro con i difensori centrali per liberare una linea verso il terzino. Se la pressione avversaria è efficace al punto di disturbare la prima costruzione, l’Udinese opera una rotazione per passare al 4-2-3-1: Fofana si abbassa sulla linea di Hallfredsson, e al contempo Thereau si accentra alle spalle della punta e Jankto si alza e si allarga a sinistra.

 

I terzini, ricevuto il pallone, cercano di servire l’ala corrispondente con un lancio lungo-linea. In questo modo l’Udinese cerca di dare la palla ai suoi uomini migliori: Thereau si posiziona nell’half-space di sinistra, provocando un movimento nello schieramento avversario, disordinato anche dalla successiva sovrapposizione di uno tra Jankto e Pezzella; De Paul si allarga per provare a battere il diretto avversario nell’uno contro uno.

 

https://youtu.be/Lkxxm3fTQy0?t=108

 

La tipica progressione in fascia dell’Udinese prevede il lancio lungo-linea del terzino verso l’ala. La superiorità numerica si concretizza se l'ala riesce a battere il diretto avversario o se un compagno accorcia in zona palla (di solito Thereau, che ha licenza di svariare su tutto il fronte d'attacco.


 

La tattica dell’Udinese è coerente nelle mosse, ma per certi versi fallace nell’applicazione. Il lato sinistro è più fluido e creativo: Thereau si abbassa per la ricezione, Pezzella da ampiezza, i tagli esterno-interno della mezzala d’inserimento Jankto alle spalle del francese sono sempre difficili da seguire. Prevedere i movimenti di Thereau, che sembra muoversi più sull’istinto piuttosto che su pattern predeterminati, è piuttosto complicato e sia Jankto che Lasagna devono compensare i movimenti del compagno. Inoltre Pezzella è energico e resistente nelle sue discese sulla fascia, ma piuttosto grezzo nella tecnica in velocità.
A destra Wague, in attesa del recupero dall’infortunio di Widmer, interpreta il ruolo di terzino bloccato e Fofana quello della mezzala di possesso. Il compito di creare gioco sulla trequarti è tutto a carico di De Paul, che spesso si intestardisce nel dribbling e finisce per perdere palla.

 

Questo scenario viene ulteriormente complicato dalle caratteristiche della prima punta scelta da Del Neri in questo avvio di stagione. Kevin Lasagna è un giocatore con una buona tecnica, ma che sembra preferire la ricezione del pallone tra i piedi per poi puntare successivamente gli avversari. Quando Lasagna si muove incontro alla palla, la difesa avversaria sale e, compattandosi con la seconda linea, controlla gli spazi fuori dall’area di rigore. La circolazione di palla dell’Udinese diventa così orizzontale e perimetrale, spesso l’unica soluzione per uscire dall’impasse è il tiro da fuori, che ha sempre scarse probabilità di successo.

 

I tagli di Jankto in area sono preziosi in questo scenario, perché sono difficili da seguire per gli avversari; ma sono anche complicati da servire per uno come De Paul, che quando rientra nel campo si trova il pallone sul suo piede debole. Spesso lo scarico verso Fofana, forse l’unico giocatore capace di vedere e servire un compagno in area dalla trequarti, fa perdere all’azione un tempo di gioco.

 

In fase di non possesso, il 4-3-3 dell’Udinese ripiega in un 4-1-4-1 con l’arretramento degli esterni d’attacco. L’Udinese predilige l’occupazione degli spazi ad un recupero alto del pallone e risulta cruciale l’intuito di Hallfredsson nel tagliare le linee di passaggio per intercettare il pallone. Riconquistata la palla, le transizioni positive dell’Udinese sono tremendamente efficaci grazie all’eccellente conduzione di palla che hanno sia Jankto che Fofana.

 

Del Neri chiede ai suoi di restare compatti sia in orizzontale che in verticale, a protezione del centro del campo. In realtà, una qualsiasi squadra con un buon palleggio verticale ci mette pochissimo ad allargare le maglie dell’Udinese, soprattutto a causa di una linea di difesa estremamente lenta nel seguire i movimenti in avanti del centrocampo. E con spazi che si allargano, il solo Hallfredsson non può fare un filtro efficace contro le ricezioni tra le linee ai suoi lati.

 



Hallfredsson è costretto all'uscita laterale sul portatore di palla, Cacciatore, lasciato libero da Thereau. La pressione del mediano islandese è però blanda, Cacciatore ha tempo per servire Birsa sul quale è in ritardo Fofana.


 

Wague, Danilo, Nuytinck e Pezzella superano tutti il metro e ottantacinque d’altezza, un pacchetto difensivo così strutturato non dovrebbe correre pericoli con la palla per aria (salvo poi lasciare libero un uomo sul primo palo in occasione di un corner, come accaduto dopo 15 minuti contro il Chievo). In sé per sé i quattro non costituiscono il peggior reparto della Serie A: Nuytinck e Danilo hanno mostrato una buona intesa, con il secondo capace di portare palla in avanti più del primo. Nuytinck è un gigante, lento negli spostamenti ma che riesce a posizionarsi bene sul corpo e ad intervenire sull’attaccante che lo punta in campo aperto, scegliendo il tempo d’uscita sulla palla senza commettere fallo. Il problema dell’Udinese in questo momento è che non riesce a strutturare una fase difensiva di squadra.

 


Thereau manterrà forma fisica e ispirazione per gran parte del campionato. L’Udinese allora potrà girare attorno al suo miglior talento, mostrando un calcio reattivo e brillante. Jankto salirà in doppia cifra di gol, guadagnandosi l’etichetta di nuovo Nedved. L’Udinese concluderà il campionato nella parte sinistra della classifica.

 


Nonostante le poche insidie presentate dal calendario in avvio, l’Udinese si dimostrerà sterile in attacco e raccoglierà ben pochi punti. Ai primi d’ottobre, constatata la deprimente situazione di classifica, i Pozzo esonereranno Del Neri, costringendolo alla stessa onta subita dal suo predecessore sostituendolo con Walter Mazzarri.

 


Riad Bajić è un centravanti bosniaco di 23 anni e 189 centimetri d’altezza. È un atipico del suo ruolo, nel senso che non è il classico centravanti boa, è più un regista offensivo a cui piace dialogare col resto della squadra tenendo le spalle alla porta. Nelle gerarchie di Del Neri parte alle spalle di Lasagna, ma sicuramente verrà utilizzato a partita in corso. Se dovesse riuscire a imporsi, potrebbe regalare all’Udinese una fisicità in attacco che adesso manca. Nella Süper Lig turca, Bajić ha segnato 22 reti in 64 presenze, con una media notevole di 0,49 gol ogni 90 minuti disputati.

 


Jakub Jankto è una forza della natura ed è stata una delle sorprese dello scorso campionato, soprattutto per chi non lo aveva visto giocare ad Ascoli nel suo anno di prestito. Il suo bottino alla fine della stagione da rookie in Serie A è stato di 5 gol e 4 assist. Un centrocampista imprescindibile per il vostro fantacalcio, soprattutto se dovesse salire ancora di livello.
Una valida alternativa a Jankto è l’altra mezzala, Seko Fofana. Meno potenza del compagno, ma piedi più educati.

 

 

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