Ricomincia la Champions League e come ogni anno i temi sono tanti. Il possibile record del Real Madrid; la prova a cui è atteso il PSG; le 5 inglesi e le 3 italiane. Nelle nostre 20 domande cercheremo di parlare di tutto, o quasi. Buona lettura!
- Quale girone seguirete con più interesse?
Emiliano Battazzi
Per uscire dal sentiero dei gironi più prestigiosi, a me piace molto il gruppo G, potenzialmente il più equilibrato di tutti, senza stelle ma senza materassi, e con squadre che sembrano completarsi. Il Porto di Sergio Conceição è la nuova speranza per risollevare i dragoni e interrompere il dominio del Benfica, e per ora in campionato ha raccolto 5 vittorie su 5. Conceição viene da una splendida e quasi miracolosa stagione al Nantes, dopo aver fatto un po’ di tutto (DS al Paok, vice-allenatore a Liegi), e quindi la prova europea sarà importante per capire davvero la sua capacità di allenare a livello élite.
Il Besiktas ha condotto una campagna acquisti pazza quasi come i video degli annunci sui social, ma comunque con un fine evidente: aggiungere esperienza internazionale e personalità, con Pepe-Medel potenziale coppia di centrali difensivi da far tremare le caviglie avversarie. Davanti è arrivato lo squalo Negredo, che per questo livello di intensità è perfetto, e la squadra ha comunque l’ottima base della scorsa stagione, conclusa con la vittoria del campionato (uno su tutti: Özyakup). Poi ci sono Monaco e RB Lipsia, che nelle loro sfide si affronteranno direttamente con due flipper a centrocampo: sono le migliori per qualità di gioco, ma i monegaschi hanno perso molto quest’estate, mentre i tedeschi non hanno esperienza internazionale, che in Champions è un fattore importante (ma non insormontabile, e il Lipsia dell’anno scorso potrebbe anche vincere il girone). Da questo gruppo potrebbe non uscire fuori neppure una partita noiosa.
Marco D’Ottavi
Io invece non saprei dove mettere le mani nel girone G, ma a parte quello mi sembrano tutti più o meno ben stratificati per quanto riguarda i valori e le possibilità di passaggio del turno. Forse il girone che lascia più possibilità aperte è l’H, dove tra Borussia Dortmund e Tottenham è difficile dire chi possa essere favorita nella corsa al secondo posto alle spalle del Real. È un girone interessante anche dal punto di vista tattico: ci sono 3 squadre che giocano un calcio molto specifico e anche piacevole da guardare, e che daranno vita a sfide combattute.
Il Real ovviamente rimane favorito ed è interessante seguirlo semplicemente perché ha alcuni dei migliori giocatori al mondo ma probabilmente sarà costretto da subito a mettere le marce alte per non rischiare nulla. Il Borussia Dortmund mostra qualche ombra, Reus è di nuovo infortunato al momento, ma è una squadra piena di talento e Bosz all’Ajax ha dimostrato di saper affrontare le competizioni europee con lo spirito giusto. Il Tottenham deve riscattarsi dopo la brutta figura dello scorso anno, dimostrare che può competere su più fronti perché sarebbe assurdo il contrario. Le loro chance di passare il turno dipendono da come giocheranno a Wembley. Insomma non molte squadre hanno tre giocatori offensivi come Kane, Dele Alli ed Eriksen…
Emanuele Atturo
I gruppi G e H sono davvero belli: un misto di equilibrio competitivo, talento, novità, hipsteria. A me però piace molto anche il gruppo E. Dentro ci sono due redivive europee come il Maribor e lo Spartak Mosca.
Il Maribor gioca con un 4-4-2 abbastanza scolastico ma con qualche elemento interessante, in particolare Zahovic, figlio d’arte di Zlatko, con un buon senso della porta. Gli sloveni poi hanno la maglia viola e gialla, il miglior accostamento di colori possibile. Bello anche ritrovare lo Spartak Mosca, la squadra fondata da un sindacato operaio e che nel suo nome si richiama a Spartaco, lo schiavo romano che aveva capeggiato una rivolta contro i potenti.
Troppo facile un parallelismo metaforico fra questo aneddoto e il fatto che l’equilibrio del girone sembra già segnato. La qualificazione del Siviglia e del Liverpool sembra poco in discussione, ma la loro sfida contribuisce a rendere estremamente interessante il gruppo. Il Siviglia, con Sampaoli che ha abbandonato la nave, ha puntato su un altro allenatore ambizioso come Berizzo. Forse è un po’ sottovalutato ma può fare bene. La squadra è tra le più entusiasmanti da seguire in questa Champions e sembra già a buon punto con l’assimilazione dei concetti del suo allenatore: intensità, verticalità e riconquista alta del pallone. Nelle prime partite dell’anno, dal centrocampo in su, N’Zonzi ha dato equilibrio e una squadra stipata di giocatori tecnici e offensivi. Krohn Dehli, Sarabia, Ganso, Banega, Vazquez devono ragionare, dare la pausa e rifinire; sugli esterni Correa, Nolito, Jesus Navas danno verticalità all’attacco, con l’ex City che taglia di più verso la porta e Navas che rimane sull’esterno. Ben Yedder è un ottimo centravanti di raccordo e ha la reattività per sfruttare bene le tante palle che i centrocampisti gli serviranno.
La doppia sfida contro il Liverpool sarà tra le più gustose di questi gironi, un manifesto dell’equilibrio sottile e precario fra intensità e controllo.
Daniele Manusia
Ok, forse lo abbiamo omesso perché potrebbe rivelarsi un girone tritacarne per la squadra italiana che ne fa parte, ma anche il girone C con Atletico Madrid, Chelsea e Roma, potrebbe regalare belle sorprese. Anzitutto grande intensità tra Conte e Simeone, con entrambe le squadre che devono scoprire – più che dimostrare – il loro reale potenziale stagionale e due giochi che per certi versi si completano (Conte ama avere la palla, Simeone ne fa volentieri a meno; Conte attacca in verticale moltiplicando le linee, Simeone costruisce blocchi compatti che scivolano in orizzontale) e la Roma magari non godrà dei favori del pronostico ma ha tutte le caratteristiche per fare da outsider e togliersi qualche soddisfazione. Poi c’è il Qarabag che ha la storia più unica di tutta questa Champions League.
- Quante possibilità date al Real Madrid di vincere la terza Champions League consecutiva?
Emanuele Atturo
È diventato sempre più paradossale parlare di questo Real Madrid. Zidane ha messo insieme una squadra che ha l’aria della macchina spietata per i doppi confronti di Champions: il dominio tecnico e il carisma debordante – oltre che la tranquillità mentale di giocare ormai senza pressioni – rappresentano la migliore ricetta per questa competizione. Il Real Madrid è già ora leggendario, non riesco a immaginare quanto si ingrosserebbe il valore del suo ricordo dopo una terza coppa consecutiva. Fa impressione se pensiamo che tutto questo è iniziato con una finale di Champions contro l’Atletico, raggiunta in modo fortunoso e dove tutti vedevano i “merengues” sfavoriti. Consideriamoci fortunati di vivere questo presente.
Emiliano Battazzi
Il Real Madrid parte favorito per una strana convergenza temporale: si è rafforzato nella scorsa stagione mentre gli altri declinavano, trovando una chiara espressione estetica al suo dominio, trasformando i migliori giocatori in una jazz band un po’ pazza che ogni tanto scherza ma quando attacca non ce n’è per nessuno. Per coltivare questo dominio ed estenderlo nel futuro, negli ultimi anni ha comprato alcuni tra i migliori giovani a livello internazionale.
La prospettiva inquietante è che non si capisce, adesso, chi potrebbe mai eliminare il Real Madrid, perché non esiste in Europa una squadra con quelle caratteristiche tecniche, quella sicurezza, quella comunione d’intenti con il suo allenatore e quell’incredibile dominio del pallone. La terza di fila sarebbe incredibile, ovviamente un evento mai successo nella moderna Champions, ma che nella Coppa dei Campioni risale a più di 40 anni fa con il Bayern Monaco. Ma non è ai tedeschi che Florentino Perez sta guardando: vincere per tre anni di fila significherebbe rincorrere l’epopea del Real di Alfredo Di Stefano e di Bernabeu, il presidente che probabilmente Florentino punta a superare.
Sconsigliata la visione agli juventini.
Marco D’Ottavi
I bookmakers la danno favorita e se lo dicono loro bisogna pur prendere la cosa in considerazione. La squadra di Zidane ha dimostrato di poter alzare il proprio dominio sulla partita proprio nei momenti che contano, un atteggiamento che ti fa fare molta strada in Champions. Eppure è anche una competizione che si vince con la fortuna, fortuna che il Real ha avuto nelle due scorse edizioni, e che statisticamente non dovrebbe avere anche quest’anno. Ovviamente quando sei costretto ad appellarti alla dicotomia fortuna/sfortuna parlando di una squadra vuol dire che sì: è possibile vinca la Champions per la terza volta consecutiva, un’impresa la cui grandezza non saprei neanche giudicare.
- Ok, ma come si fa ad arginare il dominio tecnico di Kroos, Modric, Isco?
Emiliano Battazzi
Non si argina, semplicemente. Nella scorsa stagione chi è riuscito a contenerli ha puntato molto sulla chiusura delle linee: se non posso levargli il pallone, provo almeno a levargli lo spazio, soprattutto sulla trequarti. Solo che è difficile rimanere corti, aggressivi e intensi per 90 minuti, e quindi è un po’ come una grave calamità: magari contieni il centrocampo del Real per 70 minuti, ma poi devi capire quanti danni subirai nei restanti 20. Perché il Real di Zidane controlla la partita a volte solo per 15 minuti, a volte per 90: una delle sue maggiori qualità è di saper sempre ribaltare l’inerzia.
Marco D’Ottavi
Sono d’accordo con Emiliano, anche perché quest’anno possiamo aspettarci la definitiva esplosione di Asensio e sulla trequarti del Real sarà un massacro. Non lo so, forse può fermarli solo una cattiva gestione delle risorse da parte di Zidane, Modric e Kroos non sono più giovanissimi, oppure qualche granello di polvere negli ingranaggi al momento più importante. Dopotutto la Champions è veramente la competizione dei dettagli.
Intanto Isco sembra discretamente in forma.
Daniele Manusia
Eppure io credo che con una pressione alta e marcature orientate su Modric e Kroos si potrebbe provare a complicare la vita a Zidane, soprattutto nel fare uscire la palla dalla difesa. Certo serve molta intensità in 90’, ma Borussia e Tottenham sono due squadre che potrebbero provare a colmare il gap tecnico – evidente e incolmabile per quasi tutti – con l’atletismo e l’organizzazione. A me piacerebbe anche rivederli contro il Napoli ancora più maturo di quest’anno, perché ok il Real troverà sempre spazi e tempi per giocare al suo gioco ma il possesso della squadra di Sarri ha già dimostrato di poterli mettere in difficoltà e se il Napoli riuscisse a produrre più occasioni alzerebbe anche il proprio punteggio. In realtà sarà molto difficile, ma sarà anche bello scoprire chi potrà fermare questo Real.
- Chi vedete favorito tra il Borussia rivoluzionato e il Tottenham che rispetto allo scorso anno ha cambiato il meno possibile?
Fabio Barcellona
L’anno passato il Tottenham è stato davvero una delusione. Era inserito in un girone equilibrato ed è arrivato terzo alle spalle di Monaco e del mediocre Bayer Leverkusen della scorsa stagione, perdendo in casa con entrambe riuscendo a fare punti praticamente solo contro il CSKA Mosca.
In Europa League, poi, è stato immediatamente eliminato dal Gent. Gli “Spurs” sono apparsi come la rappresentazione del basso livello comparato del massimo campionato inglese rispetto ai tornei continentali: se la seconda/terza forza della Premier League, la squadra forse più evoluta tatticamente tra le inglesi, gioca un girone di qualificazione così mediocre, è evidente che qualcosa non funziona oltremanica. In controtendenza con le abitudini inglesi, il Tottenham ha variato poco la sua squadra: ha ceduto Walker al City e preso Davinson Sanchez dall’Ajax. La squadra, è quindi iper-rodata e ha accumulato, con le sconfitte, esperienza europea: passare il girone per Pochettino deve essere l’obiettivo minimo per affermarsi come allenatore di respiro internazionale. E tutto sommato penso possa farcela.
Il BVB, a differenza del Tottenham, come ogni anno ha cambiato molto e il nuovo tecnico Bosz deve trovare ancora le giuste misure per la sua squadra. Il suo lavoro oltretutto non è facilitato dal solito elevato numero di infortunati del Borussia. La prima partita si gioca proprio tra BVB e Tottenham a Dortmund e potrebbe già essere decisiva per stabilire la seconda forza del girone. A Bosz mancheranno molti giocatori, mentre il Tottenham è già pronto per la sfida; potrebbe essere quindi un’occasione per Pochettino per orientare da subiti i destini del girone.
Dario Saltari
Io non sarei così duro nei confronti del Tottenham, che l’anno scorso pagava un po’ di inesperienza a livello europeo (che, come ha già detto Emiliano, in Champions League conta molto) e anche la cosiddetta “maledizione di Wembley” (la passata stagione il Tottenham già giocava lì le partite europee). Quest’anno secondo me la musica sarà diversa e la squadra di Pochettino riuscirà almeno ad arrivare agli ottavi, con buona pace del nuovo Borussia Dortmund di Bosz, che mi sembra una squadra ancora troppo in costruzione per ottenere dei risultati subito. Il girone, comunque, sarà divertente ed equilibrato, perché il Real Madrid ai gironi concede sempre qualcosa a livello di intensità mentale, e non è escluso che lasci qualche punto sulla strada che porta al secondo posto.
Emanuele Atturo
Il discorso fra BVB e Tottenham si riassume a quello che ha detto Fabio: la rivoluzione obbligata del Borussia (che non aveva certo voglia di vendere Dembélé a quel punto del mercato) contro la continuità del Tottenham. Mi aspetto un’ottima Champions dalla squadra di Pochettino, sin da questo girone dove li vedo avanti rispetto ai tedeschi, e la prima partita in casa li avvantaggia non poco. Anche se le prestazioni del Tottenham dipendono tanto dalle condizioni fisiche con cui arriva. In forma gli “Spurs” sono una squadra abbastanza indigeribile per chiunque, ma fuori forma diventa una formazione più che normale, che non sembra saper amministrare i propri problemi.
- Ci sono ben 5 squadre di Premier League in corsa, è l’anno buono per una rinascita europea del calcio inglese?
Emiliano Battazzi
Le squadre inglesi presentano un ventaglio tattico così diverso che, in ogni caso, è un arricchimento per la Champions e una grande opportunità per loro. E un po’ come per la teoria finanziaria della diversificazione del portafoglio, secondo me almeno una può arrivare tra le prime 4. Il problema della rinascita è che la Premier consuma troppe energie ed è poco allenante rispetto alle difficoltà della Champions: che sono molto più tecniche, strategiche e riflessive. Però ci sono le 5 squadre con 5 tra i migliori allenatori al mondo, sono sicuro che riusciranno ad aiutare i propri giocatori.
A proposito di varietà: Chelsea – Tottenham.
Emanuele Atturo
Tutte le squadre inglesi presenti quest’anno hanno una stagione in più nel loro processo di maturazione e sembrano un po’ più avanti rispetto allo scorso anno. Forse nessuna riesce a raggiungere un livello d’eccellenza assoluto, ma in un anno in cui le solite contenders sembrano un pochino meno solide sulla carta (qui mi riferisco al Barcellona, alla Juventus, al Bayern Monaco) anch’io credo che una squadra inglese centrerà almeno la semifinale. Tutte queste squadre mi sembrano avere un’identità definita: il processo di rinnovamento tattico del campionato, iniziato lo scorso anno, secondo me ha bisogno di un po’ di tempo, e già quest’anno potremo osservarne i primi frutti.
Fabio Barcellona
Come ha detto Emanuele quest’anno le inglesi si presentano tutte ai nastri di partenza con il medesimo allenatore della passata stagione e tutte in una fase del loro progetto tattico piuttosto avanzata. Non vedo nessuna eccellenza tra le cinque, ma il livello dei calciatori e degli allenatori a disposizione dovrebbe comunque consentire alle squadre della Premier un cammino europeo migliore di quello delle ultime stagioni. Per la vittoria finale invece, la vedo ancora dura.