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Guida al Genoa 2017/18
29 ago 2017
29 ago 2017
Il Grifone è in vendita, e la squadra è meno ambiziosa del solito. Sarà un bene?
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L’indecifrabile situazione societaria


Intorno al Genoa c’è una nebulosa di notizie, talmente confusa e impenetrabile che l’unico modo per addentrarvici senza venire smentiti anche solo qualche ora dopo è affidarsi al principio di indeterminazione di Heisenberg. Il club, ufficialmente, è in vendita, ma questa non è di per sé una novità. D’altra parte, niente quando si parla del Genoa è veramente una novità, in un eterno ritorno di situazioni e personaggi che sembrano essere sempre familiari.


 

Sono anni che Enrico Preziosi dichiara di voler vendere la società - la prima notizia che ho trovato di una presunta trattativa per vendere il Genoa è

, ed è del marzo del 2014.

 

Quest’estate, però, le cose hanno improvvisamente iniziato ad assumere una consistenza reale. Il 10 luglio Preziosi ha dichiarato di aver venduto il Genoa alla Sri Group, società di consulenza di proprietà di Giulio Gallazzi: «Alla prossima intervista non sarò più il presidente del Genoa», dichiarò allora.


 

Oggi Enrico Preziosi, dopo diverse interviste e dichiarazioni, è ancora il presidente del Genoa e non possiamo escludere del tutto che lo sarà anche domani. La trattativa, a quanto pare, si è incagliata sull’interventismo del presidente in sede di mercato, che ha raffreddato gli entusiasmi dei compratori sulla sua reale volontà di vendere.


 

A fine luglio, quindi, il Genoa e la Sri Group hanno emesso un comunicato congiunto in cui si legge che: «Le parti hanno deciso, di comune accordo, di posticipare la possibile definizione dei documenti contrattuali solo successivamente alla chiusura del periodo di calcio mercato estivo, al fine di favorire la positiva conclusione della campagna acquisti/cessioni». Anche le ultime notizie sembrano andare verso la definitiva cessione del Genoa dopo la fine di agosto ma, in quella ruota perfetta che è la storia recente del “Grifone”, non sarebbe poi così clamoroso se alla fine Preziosi decidesse di rimanere in carica un’altra volta.


 

I nuovi arrivi


In un perfetto gioco di riflessi, anche nel calciomercato del Genoa, che ha completamente rivoluzionato la squadra come da tradizione, hanno dominato i temi del ritorno e della più totale indeterminatezza. Tra le punte di diamante della campagna acquisti del “Grifone” ci sono ben due giocatori che avevano già vestito il rossoblù in passato: Andrea Bertolacci, in prestito dal Milan, e Ricardo Centurion, per 5 milioni di euro dal San Paolo.


 

Se la vendita del club è stata la serie principale per i tifosi del Genoa, l’acquisto di Centurion è stato uno spin-off degno di Better Call Saul. Accostato a praticamente tutte le squadre delle città in cui è passato prima di arrivare a Genova per firmare il suo contratto, Centurion ha fatto saltare all’ultimo secondo il proprio passaggio al “Grifone” per tornare al Boca Juniors. Centurion, a inizio mercato, aveva dichiarato che se non fosse tornato al Boca si sarebbe ritirato (a 24 anni), ma alla fine è riuscito a far naufragare anche il ritorno in Argentina, forse per una rissa che ha indispettito la dirigenza xeneize.



 

È difficile capire perché il Genoa abbia puntato le sue poche fiches a disposizione su Centurion, che viene da un anno al Boca che non ha fugato tutti i dubbi sul suo talento (6 gol e un assist) dopo aver deluso anche al San Paolo. L’argentino è un’ala slanciata e elegante, che ama partire da sinistra col pallone per convergere al centro, magari pettinando il pallone con la suola. Non ha però grandi qualità fisiche: non è né esplosivo né veloce, ha il baricentro alto e le gambe lunghe nonostante sia bassino (174 cm). Centurion supera l’uomo principalmente associandosi con i compagni centralmente, dove sa ballare in spazi stretti col pallone, e esprime il suo talento principalmente nell’ultimo quarto di campo, dove sa attaccare bene la porta e trovare i compagni dietro la difesa avversaria.


 

Centurion è, sorprendentemente per la storia recente del Genoa, praticamente l’unico spazio lasciato all’esotismo dal mercato in entrata del “Grifone”, che si è composto principalmente di esuberi esperti da altre squadre di Serie A (Rossettini, Spolli, Zukanovic) e alcuni tra i giocatori più interessanti della stagione appena passata di Serie B (Galabinov, Omeonga, Migliore).


 

In un mercato così compassato e privo di rischi, le sorprese principali potrebbero arrivare soprattutto dai giocatori provenienti dalla B, un mercato a cui il Genoa sta facendo sempre più affidamento.


 

Andrej Galabinov è un attaccante bulgaro che arriva in Serie A molto tardi (ha 28 anni) dopo una grande stagione a Novara (13 gol e 10 assist la scorsa stagione). Galabinov è un buon mix tra le qualità richieste a un attaccante moderno e gli espedienti che l’esperienza sviluppa nei centravanti delle serie minori. È meno mobile senza palla di Lapadula, a cui teoricamente dovrebbe fare da riserva, ma ha una grandissima fisicità, che sa usare bene per difendere il pallone sia a terra che nei duelli aerei (una specialità della casa sono le sponde e le torri in area). Inoltre è più tecnico dell’attaccante italiano ed ha una gran tiro dalla distanza, che può diventare un’arma temibile su palla inattiva (3 gol su punizione l’anno scorso).


 

Lapadula parte davanti nelle gerarchie ovviamente, e garantisce i movimenti senza palla e il lavoro in fase di pressing che il Genoa ha perso con Simeone, ma Galabinov ha una consistenza fisica maggiore spalle alla porta e nel gioco aereo. Il duello per la maglia da titolare potrebbe essere meno scontato di quanto non sembri.


 

Stephane Omeonga, invece, è un giocatore maggiormente di prospettiva (classe ’96), forse l’unico arrivato da questo mercato estivo su cui Preziosi può sperare di fare un qualche tipo di plusvalenza (sempre che Centurion non esploda davvero). Omeonga è una mezzala che sa coprire grandi spazi, molto esplosivo sui primi passi, e con piede molto preciso nel gioco lungo. Anche in questo caso, non è da escludere che il giovane belga rubi il posto durante la stagione al più alto in grado (uno tra Bertolacci e Miguel Veloso), soprattutto se riuscirà a migliorare le sue scelte col pallone, che attualmente appaiono troppo spesso forzate quando deve andare in verticale.


 

Vivo per miracolo


Un atteggiamento di così basso profilo nel mercato estivo - che include ovviamente anche la cessione dell’ultimo pezzo pregiato rimasto, Giovanni Simeone, alla Fiorentina - è un’assoluta novità per il Genoa, che ci aveva abituato a puntare grandi scommesse in estate per poi riscuotere le vincite a gennaio. Il “Grifone”, dopo aver visto l’abisso della retrocessione l’anno scorso, sembra aver adottato un atteggiamento più conservativo e molto meno rischioso, come un automobilista che va a 60 chilometri orari in autostrada dopo essere sopravvissuto miracolosamente ad un incidente mortale.


 

Lo stesso Juric, sia nelle amichevoli estive che nelle prime giornate di campionato, sembra essere diventato molto meno rigido sui suoi principi, dopo che l’anno scorso non era riuscito ad assorbire il colpo mortale del mercato di gennaio del Genoa.


 

Il tecnico croato ha parzialmente abbandonato le marcature a uomo rigide di stampo gasperiniano, che aveva adottato sia al Crotone e che l’anno scorso al Genoa, ottenendo ottimi risultati (non bisogna dimenticare che il Genoa con quel sistema di gioco è una delle poche squadre che l’anno scorso ha messo seriamente in difficoltà la Juventus in Serie A), per adottare un orientamento a zona più prudente e ortodosso, che a volte porta il “Grifone” a disporsi con un inusuale 4-2-3-1.


 

Le marcature a uomo a tutto campo sono rimaste come l’ombra di un quadro sul muro solamente per la linea difensiva, che continua a prendere l’uomo come riferimento e ad essere molto spregiudicata nell’uscire sugli avversari tra le linee. Anche la grande aggressività del gioco di Juric sul possesso avversario, che portava il Genoa ad avere un baricentro molto alto, è adottato adesso con più prudenza, con il “Grifone” che spesso tende ad essere molto più basso e attendista, facendo anche affidamento alle palle lunghe per risalire il campo (una risorsa che con Galabinov ha molto senso, un po’ meno con Lapadula).


 



Il 4-2-3-1 contro l’Hoffenheim in amichevole.


 

Questo cambio di paradigma viene forse dalla necessità di adattarsi ad una batteria di centrali particolarmente lenta, visto la macchinosità di Rossettini, Gentiletti, Spolli e Zukanovic nel coprire la profondità.


 

Nel precampionato, però, Juric ha dimostrato di non voler buttare del tutto il lavoro fatto l’anno scorso. Sembra più che altro che il tecnico croato stia lavorando per rendere la sua squadra gradualmente più flessibile e capace di adattarsi all’avversario (o ai cambi improvvisi di giocatori) di quanto non fosse l’anno scorso.


 

È possibile anche che Juric stia provando ad installare lentamente uno di quei sistemi ibridi che in Serie A si sono visti prima alla Fiorentina di Sousa e poi alla Roma di Spalletti. Alla prima contro il Sassuolo, ad esempio, il Genoa variava tra il 3-4-2-1 e il 4-2-3-1 a seconda dei movimenti della “catena” di destra, per l’occasione formata da Biraschi e Lazovic, e di quelli ad accentrarsi di Pandev, che agisce praticamente da trequartista.


 

A inizio azione la difesa era a tre e si formava una specie di pentagono per facilitare l’impostazione, con i tre centrali (Gentiletti, Rossettini più Biraschi, cioè) e i due mediani (Veloso e Bertolacci).


 



Il “pentagono” in impostazione con Gentiletti, Biraschi e Rossettini.


 

A volte, però, quando il Genoa riusciva ad arrivare sulla trequarti, Biraschi si staccava per sovrapporsi a Lazovic, agendo da vero e proprio terzino di difesa a quattro.



L’idea di Juric, probabilmente, è quella di rodare questo sistema lentamente, fino a rendere la distinzione tra 3-4-2-1 e 4-2-3-1 indistinguibile, in modo che la squadra si adatti automaticamente all’avversario, alla situazione di gioco e al momento della partita. In questo processo va inserito anche il ritorno dalla squalifica di Izzo (dovrebbe tornare intorno a metà ottobre), che potrebbe essere uno dei migliori interpreti in Italia del doppio ruolo centrale di difesa a tre/terzino di difesa a quattro.


 

L’adozione del 4-2-3-1 in fase offensiva potrebbe anche aiutare il Genoa ad avere un peso maggiore in avanti in attesa di capire se Taarabt e Centurion possano davvero avere un ruolo in questa stagione. Senza di loro, infatti, il “Grifone” è praticamente privo di giocatori creativi sulla trequarti, e il 4-2-3-1 garantisce almeno un uomo in più con cui disordinare le linee difensive avversarie.


 

In ogni caso, Juric sembra aver reagito bene al suo primo, traumatico, anno in Serie A, con una consapevolezza dei limiti della propria squadra e di se stesso maggiore rispetto all’anno scorso. Per paradosso, l’essere partiti con un profilo basso e una squadra così ridimensionata già in estate potrebbe essere un bene per il Genoa, che dovrà subire meno shock durante il mercato invernale, e potrà aggrapparsi solo al suo gioco per sopravvivere un altro anno in Serie A.


 

Miglior scenario possibile


Juric riesce fin da subito a cucire il suo sistema di gioco fluido e il Genoa è un problema per qualsiasi avversario. A gennaio il “Grifone” è decimo ma la nuova società, subentrata dopo la cessione di Preziosi, decide per la prima volta dopo anni di rinforzare la squadra invece di smantellarla. Dal mercato arrivano Acerbi, Cengiz Ünder e André Silva, e il Genoa riesce a fare addirittura meglio. Il campionato finisce con un insperato ottavo posto, ottenuto all’ultima giornata.


 

Peggior scenario possibile


Il 15 settembre Preziosi fa saltare la trattativa con Gallazzi e i tifosi decidono per protesta di abbandonare il Ferraris fino a quando il presidente non se ne sarà andato. Quando gioca in casa il Genoa lo stadio è di fatto a porte chiuse e, dopo la prima crisi di risultati, Juric decide di adottare un 4-5-1 chiuso e reattivo. A gennaio Centurion torna al Boca, e Izzo, Laxalt e Lazovic vengono venduti. La stagione precipita: Juric viene esonerato, al suo posto viene chiamato Malesani. Ad aprile il Genoa rimane invischiato nella lotta retrocessione. A fine anno è terzultimo e retrocesso.


 

Giocatore da prendere al Fantacalcio


Se siete degli scommettitori compulsivi potete tentare il salto nel vuoto e prendere uno tra Taarabt e Centurion, consapevoli che nel caso in cui dovessero esplodere davvero potreste ritrovarveli ceduti tra nemmeno sei mesi. Lapadula, d’altro canto, potrebbe essere un obiettivo di molti e potrebbe quindi venire a costare troppo. Per un Fantacalcio più prudente ed economico consiglio quindi Lazovic, un giocatore dal rendimento più sicuro anche se potenzialmente minore. L’ala serba è sempre stato abbastanza prolifico (nella stagione 2014/15, alla Stella Rossa, realizzò 10 gol e 5 assist), e quest’anno avrà ancora più libertà d’attaccare. L’anno scorso si è portato a casa un bottino non indifferente per un giocatore prendibile a pochi fantamilioni (2 gol e 5 assist), quest’anno l’investimento potrebbe essere ancora più fruttuoso.


 

 

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