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Marco De Santis
Guida ai monte ingaggi della Serie A 2018-19
06 set 2018
06 set 2018
Quanto e come spendono le squadre italiane per gli stipendi dei propri calciatori.
(di)
Marco De Santis
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Analizzando il monte ingaggi delle 20 società di Serie A si possono estrapolare diverse informazioni interessanti, non solo in merito a “chi spende di più” ma anche alle politiche dei diversi club rispetto a questa importante voce di bilancio. Come ormai consuetudine verifichiamo questi dati alla luce delle rose 2018/19, non prima di aver ricordato un concetto importante.

 

E cioè che nessuna squadra ha l’obbligo di rendere pubblici gli stipendi dei singoli calciatori. Nei bilanci si trova spesso un valore aggregato che indica il “costo del personale tesserato”, del quale le retribuzioni lorde dei giocatori della prima squadra costituiscono una parte importante, ma non esclusiva: all’interno della definizione

sono compresi anche i membri dello staff tecnico (l’allenatore e i suoi collaboratori).

 

Inoltre, al valore finale di questa voce di bilancio si arriva aggiungendo altri costi non sempre di poco conto, come i premi ai giocatori (i famosi “bonus”), i compensi ai giocatori dati in prestito (il cui stipendio, salvo casi specifici, non è integralmente pagato dalle squadre per le quali giocano nella stagione di riferimento), gli incentivi all’esodo elargiti ai giocatori ceduti (in pratica, le cosiddette “buonuscite”) e altre variabili di minore importanza che però contribuiscono ad alzare il totale di qualche milione, soprattutto per le grandi squadre.

 

Per questo motivo, i dati che analizzeremo non sono esattamente identici a quelli che si trovano nei bilanci dei club.

 



Per avere una cifra il più possibile realistica in relazione a ciò che le squadre spendono in ingaggi dei calciatori, abbiamo sommato gli stipendi dei giocatori riportati nell’edizione del 4 settembre de

ipotizzando per semplicità che gli stipendi lordi siano esattamente il doppio di quelli netti, anche se in realtà la cifra lorda è leggermente inferiore. Per motivi di chiarezza, quando ci riferiamo nell’articolo agli ingaggi dei singoli giocatori parliamo sempre di cifre nette, mentre i costi aggregati e totali sono al lordo delle tasse.

 

Va detto anche che, rispetto alle somme finali proposte dalla

, emerge

qualche discrepanza fra i nostri risultati e quelli da loro pubblicati, pur partendo dagli stessi dati iniziali, ma che si tratta di discrepanze di entità quasi irrilevante.

 

Qui sotto il confronto tra i risultati di quest’anno e del precedente:

 



 

L’aumento degli introiti da diritti tv, provenienti sia dall’Italia, a seguito del nuovo contratto sottoscritto con Sky e DAZN, sia dall’estero, grazie anche all’approdo di Cristiano Ronaldo in Serie A, ha arricchito di qualche milione le tasche di tutte le squadre. Non è quindi una sorpresa che quasi tutte abbiano aumentato il proprio monte ingaggi rispetto a dodici mesi fa, tanto che il totale degli ingaggi per le venti squadre è di 1,126 miliardi di euro: non solo superiore ai 950 milioni di un anno fa, ma anche agli 1,1 miliardi della stagione 2011-12, quando si era raggiunta la cifra aggregata più elevata per gli ingaggi nell’ultimo decennio.

 

Gli stipendi, però, non sono l’unica voce di spesa di un club di Serie A, per questo non per tutte le squadre a maggiori ricavi attesi corrisponde un aumento del monte ingaggi.

 



Sia nella graduatoria dei club che pagano la cifra maggiore in stipendi ai giocatori, sia nel differenziale fra il monte ingaggi di quest’anno e quello dell’anno scorso, in cima c’è ovviamente la Juventus, che ha superato nettamente quota 200 milioni, aumentando di 55 milioni la spesa per questa voce di bilancio. Di questi, 47 derivano dalla singola sostituzione di Higuaín - stipendio da 7,5 milioni - con Cristiano Ronaldo - stipendio da 31 milioni: più del triplo del secondo giocatore più pagato della Serie A, che ironia della sorte è proprio Higuaín, che andrà a guadagnare al Milan 9,5 milioni.

 

Alcuni rinnovi e adeguamenti - fra i quali spicca Pjanic, passato da un ingaggio di 4,5 a 6,5 milioni - e l’approdo dei nuovi acquisti completa il quadro, con i bianconeri che presentano ben 12 giocatori con uno stipendio non inferiore ai 4 milioni di euro rispetto ai 6 dell’anno scorso. Per avere un termine di confronto: solo altri 8 giocatori in tutto il resto della Serie A guadagnano almeno 4 milioni - Insigne e Mertens del Napoli, Dzeko della Roma, Icardi, Nainggolan e Perisic dell’Inter, Higuaín e Donnarumma del Milan.

 



Come l’anno scorso, al secondo posto troviamo il Milan, che ha accresciuto ulteriormente il suo monte ingaggi, in parte per stipendi più elevati garantiti ai nuovi acquisti rispetto ai giocatori ceduti, ma in parte non irrilevante in seguito ai rinnovi di Romagnoli da 2 a 3,5 milioni, Suso da 1 a 3, Calabria da 0,6 a 1,1 e Cutrone da 0,18 a 1,1.

 

Questo aggravio nei conti rossoneri è stato concesso dalla UEFA in attesa dell’“agreement” che la nuova dirigenza dovrebbe stipulare a breve per rientrare nei vincoli del Fair Play Finanziario, con il Milan che spera di rientrare dall’aumento dei costi tramite il riscatto di Locatelli da parte del Sassuolo a fine stagione e magari anche quelli, al momento non certi, di Gustavo Gómez e André Silva.

 

Oltre a Juventus e Milan, altre due squadre sfondano il muro dei 100 milioni: l’Inter e la Roma. L’Inter sfrutta gli introiti certi della prossima Champions League, non presenti a bilancio nella scorsa stagione, per investirne buona parte sull’aumento del monte ingaggi, spesso ridotto negli ultimi anni vissuti sotto i vincoli del Fair Play Finanziario. Nelle fila dei nerazzurri salgono da 3 a 9 i calciatori con uno stipendio di almeno 3 milioni netti, considerando i nuovi acquisti e i rinnovi di Handanovic e Candreva.

 



Foto di Mario Carlini / Iguana Press / Getty Images.



 

La Roma, pur avendo ceduto 2 dei 3 giocatori che guadagnavano di più - Nainggolan, che percepiva 4,2 milioni, e Strootman, che ne riscuoteva 3,2 - ha accresciuto di 7 milioni il monte ingaggi soprattutto a causa dei rinnovi del quintetto Florenzi, Perotti, Manolas, Fazio e Pellegrini, che in tutto hanno portato un aggravio di 8,8 milioni sul totale.

 



Si avvicina a quota 100 anche il Napoli, anche in questo caso più per via degli aumenti di stipendio ai giocatori sotto contratto più che per gli ingaggi dei nuovi acquisti. A 10,4 milioni corrisponde infatti l’aumento dei costi sul monte ingaggi totale dovuti ai rinnovi con adeguamento di stipendio di Insigne, Mertens, Koulibaly, Ghoulam e Allan.

 

Nel resto della Serie A non si notano variazioni clamorose, con la Lazio che si mantiene in sostanziale equilibrio aumentando le sue spese di 6 milioni e la Fiorentina che da un lato ha alzato lo stipendio alle sue due stelle, Chiesa e Simeone, ma dall’altra ha lasciato partire gli altri quattro più pagati dell’inizio della scorsa stagione, ovvero Babacar, Badelj, Carlos Sánchez e Saponara.

 

Desta qualche perplessità la situazione del Bologna, che al momento non trova riscontri tra i risultati sul campo e l’aumento generalizzato degli ingaggi: l’anno scorso Destro era il solo giocatore a guadagnare più di 1 milione mentre quest’anno è affiancato da Dzemaili e Santander; inoltre ci sono 11 giocatori al di sopra della soglia di 800 mila euro l’anno, mentre dodici mesi fa l’undicesimo in graduatoria guadagnava 600 mila euro.

 



Foto di Giorgio Perottino / Getty Images.



 

Nella parte bassa della classifica ci sono Chievo, SPAL ed Empoli, le squadre che spendono meno per gli ingaggi, anche se la politica dei ferraresi si distingue presentando in rosa 2 giocatori che guadagnano almeno un milione: Petagna e Paloschi. Nel Chievo il tetto salariale è attualmente fermo a 600 mila euro e nell’Empoli a 700 mila. L’unica altra squadra a non avere stipendi “milionari” in lista è il Frosinone, dove Campbell è il più pagato con 800 mila euro di stipendio.

 



Ma si possono confrontare fra loro le squadre prendendo in considerazione anche la percentuale spesa nel monte ingaggi rispetto al fatturato. Da questo punto di vista, si nota che a parte Parma, SPAL e Frosinone - i cui dati sugli scorsi fatturati non rispecchiano gli incassi attuali e fornirebbero dati fuorvianti, e per questo sono escluse dall’analisi - quelle che spendono di più per il monte ingaggi sono la Lazio (65,8% del fatturato) e il Milan (62,5%). Al terzo posto si trova il Bologna (57,5%).

 

Fra le “grandi” troviamo poi, nell’ordine: la Roma (54,8%) e la Juventus (51,8%), nonostante l’impatto di Cristiano Ronaldo. Per i bianconeri va ancora una volta ricordato che qui si parla di stipendi fissi e quindi non vengono presi in considerazione le parti variabili degli accordi fra giocatori e società, che nel caso dei campioni d’Italia non sono irrilevanti. Poi ci sono il Napoli (46,1%), l’Inter (42,4%) e la Fiorentina (34,2%).

 

Oltre a quest’ultima, l’unica altra squadra che non supera il 40% è il Sassuolo, che si ferma al 38,2%. Rispetto a dodici mesi fa scende nettamente anche il dato della Sampdoria, che passa dall’elevato 62% del 2017/18 al 54,2% del 2018/19, con una riduzione da 8 a 5 dei calciatori con ingaggio superiore al milione.

 



Un ultimo confronto interessante è quello che riguarda il peso sul monte ingaggi degli undici giocatori più costosi, ritenuti per semplicità i “titolari”.

 

A guidare questa graduatoria a sorpresa non è la Juventus che, nonostante i 31 milioni dello stipendio di Cristiano Ronaldo a incidere in maniera importante, si piazza seconda (74%). Invece, a guidare quest’altra classifica c’è la rivale cittadina, il Torino. I granata sono gli unici oltre a Juventus, Napoli, Roma, Inter, Lazio e Milan ad avere 11 giocatori che guadagnano almeno un milione di euro, un dato che porta il peso percentuale dei titolari sul totale al 74,9%.

 



Foto di Valerio Pennicino / Getty Images.



 

Al terzo posto di questa classifica troviamo l’Atalanta con il 70,7%, forse è proprio questa discrepanza fra titolari e riserve che aveva provocato le dichiarazioni preoccupate di Gasperini prima della fine del mercato.

 

Fra le altre big percentuali abbastanza alte per Fiorentina (66,5%), Napoli (66,3% ma in calo rispetto al 68% della scorsa stagione, a confermare un’inversione di tendenza da parte della guida tecnica nel voler valorizzare anche le cosiddette riserve) e Inter (65,5%, in discesa anche i nerazzurri, conseguenza della rosa più ampia vista la partecipazione a tre competizioni).

 

La Roma rimane stabile attestandosi sul 63,2%, mentre le due “grandi” che presentano meno divario fra gli stipendi dei titolari e quelli delle riserve sono Milan (59,7%) e Lazio (55,5%), probabilmente interessate ad avere una rosa ampia per la partecipazione all’Europa League.

 

Chiude la graduatoria il Frosinone con 53,6%, dato inusuale per una squadra che lotta per non retrocedere e dalla quale ci si aspetterebbe quindi un investimento maggiore sulla formazione titolare, dato il budget per forza di cose limitato rispetto alla media degli altri club.

 
 

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