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Guida ai Mondiali di basket 2019
30 ago 2019
30 ago 2019
Rivoluzioni, rinunce, qualificazioni e spettacolo: tutto quello che c’è da sapere per arrivare pronti alla caccia al trono degli Stati Uniti.
(articolo)
18 min
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Dopo un lungo avvicinamento in cui si è parlato più degli assenti che dei presenti, domani è il D-Day per il primo Mondiale di basket a 32 squadre. Con Angola-Serbia come partita inaugurale a Foshan - casa anche dell’Italia di Meo Sacchetti - prenderà il via la lunga corsa al trono degli Stati Uniti, che puntano a diventare la prima nazionale della storia a conquistare l’oro iridato per tre Mondiali consecutivi.

Per i dodici guidati per la prima volta da Gregg Popovich, però, ripetere il successo trionfale di cinque anni fa in Spagna non sarà impresa agevole. Le tante rinunce delle superstar NBA, unite alla voglia di rivalsa di alcune nazionali europee, rendono questo Mondiale come la competizione internazionale più aperta ed equilibrata dal 1992 a oggi. Nell’inquadrare un torneo che seguiremo dal vivo in Cina serve quindi rispondere ad alcune domande, per avvicinarci al meglio al torneo che catalizzerà l’attenzione degli appassionati di basket mondiali per le prossime due settimane abbondanti.

Gli Stati Uniti sono veramente favoriti?

La risposta d’istinto è ovviamente sì, ma le insidie non mancheranno. In primo luogo per un tabellone non propriamente clemente, che nella seconda fase a gironi dovrebbe proporre un anticipo di possibile sfida per le medaglie contro la Grecia di Giannis Antetokounmpo e poi un quarto di finale affatto facile contro una tra Francia, Australia e Lituania.

Team USA arriva all’appuntamento con la storia, con la possibilità di conquistare il primo three-peat iridato di sempre, con un roster profondamente rinnovato rispetto agli ultimi appuntamenti internazionali. Rispetto alla squadra vincitrice nel 2014 c’è solo un “confermato” (Mason Plumlee) e lo stesso si può dire dei dodici medaglia d’oro a Rio 2016 (Harrison Barnes): per tanti giocatori, quindi, aleggia anche l’incognita dell’ambientamento con il basket - e le regole - FIBA.

https://twitter.com/FIBAWC/status/1166694285355302913

A siglare il secondo oro consecutivo per gli USA fu questa prestazione di Kyrie Irving in finale contro la Serbia.

Il primo Team USA di Gregg Popovich non difetta però di talento, anche se dei dodici che scenderanno in campo domenica per la prima volta contro la Repubblica Ceca soltanto Kemba Walker e Khris Middleton sono stati All-NBA o All Star nell’ultima stagione. Proprio il neo-giocatore di Boston sembra essere il leader designato della squadra, e l’esperienza internazionale per l’ex Hornets servirà anche da preludio alla prossima stagione NBA, vista la presenza di altri tre membri dei Celtics: Jayson Tatum, Jaylen Brown e Marcus Smart.

Occhi puntati anche su Donovan Mitchell, che in questa squadra potrebbe ricoprire il ruolo che cinque anni fa fu di Stephen Curry, quello del grande giovane realizzatore in rampa di lancio verso un radioso futuro NBA. Sarà intrigante vedere come Mitchell si assocerà, sui due lati del campo, a giocatori molto diversi dal Ricky Rubio avuto come compagno di squadra nelle prime due stagioni con la maglia dei Utah Jazz.

Ci si aspetta molto anche da Myles Turner, che in un ipotetico gioco delle coppie potrebbe essere il Kenneth Faried del Mondiale 2019: nelle amichevoli di preparazione Popovich ha mostrato di voler puntare subito su di lui, e le caratteristiche del lungo dei Pacers sembrano sposarsi assai bene con il basket FIBA. Per Turner questo Mondiale sarà anche un importante banco di prova in chiave NBA: i match-up quasi sicuri contro Antetokounmpo e possibili contro Gobert o Bogut o Valanciunas con la pressione di una sfida a eliminazione diretta saranno indicativi dei progressi del giocatore.

https://twitter.com/FIBA/status/1167138244242395138

Sarà per Jayson Tatum il Mondiale della consacrazione come lo fu per Kyrie in Spagna?

Il vero valore aggiunto di questa edizione di Team USA è però il coaching staff. Se Mike Krzyzewski ha sempre avuto assistenti di livello sin dal suo primo ciclo tredici anni fa, stavolta il livello è aumentato: la coppia formata da Gregg Popovich e Steve Kerr, che si ritrovano dopo gli anni agli Spurs dove il secondo era ancora giocatore, integrata da un’istituzione del basket NCAA come Jay Wright e un coach in rampa di lancio NBA come Lloyd Pierce, ben depongono a favore dell’idea che questa edizione di Team USA sia destinata a migliorare progressivamente con l’avanzare del torneo, quando oltre alla pressione del risultato crescerà anche la difficoltà delle partite.


Chi può insidiare il trono degli USA?

In un mondiale considerato più aperto del solito, sono in tante a sperare di inserirsi nella lotta per la medaglia d’oro. Il primo nome che viene in mente è senza dubbio quella della Serbia, la squadra più imponente dal punto di vista fisico del Mondiale. Nonostante le rinunce, cause problemi fisici, a giocatori di primo piano come Teodosic, Nedovic, Kalinic e Milosavljevic, Sasha Djordjevic andrà molto vicino a poter contare sulla migliore squadra possibile.

Nikola Jokic e Bogdan Bogdanovic saranno le punte di diamante di un roster profondissimo, dove ai margini delle rotazioni ci sarà un giocatore del livello di Nikola Milutinov, e che all’apparenza non presenta grandi punti deboli. Versatile in attacco, rocciosa in difesa, la Serbia potrebbe forse peccare di troppa confidenza nei suoi mezzi, oltre a un potenziale offensivo che potrebbe dipendere eccessivamente dal talento del duo dei Sacramento Kings formato da Bogdanovic e Nemanja Bjelica.

https://twitter.com/FIBA/status/1167153946839998464

La Serbia viene da tre argenti consecutivi: Mondiali, Olimpiadi e Europei. La fame di vittoria è tanta.

Tra le grandi favorite va inserita, senza ombra di dubbio, la squadra che potrà vantare tra le sue fila il migliore giocatore del Mondiale. Giannis Antetokounmpo, assente dalla nazionale greca dal pre-olimpico di Torino 2016, si presenta in Cina da MVP in carica e in possesso di uno status di stella planetaria. Sarebbe un errore, però, pensare che la Grecia che vedremo a partire da domenica sia soltanto la stella dei Milwaukee Bucks.

Se da un lato il nucleo Panathinaikos-Olympiacos, formato sia da giocatori esperti a questo livello come Calathes (reduce da un’ottima Eurolega) Printezis e Papanikolau, che da emergenti: un nome è quello di Georgios Papagiannis, rivitalizzato dopo una stagione in Green con Rick Pitino. Ma il vero uomo barometro delle ambizioni greche sarà Kostas Sloukas: la guardia del Fenerbahce si è infortunata in preparazione contro l’Italia, e dal suo pieno recupero passano molte delle chances di podio (o qualcosa di più) della nazionale ellenica.

https://twitter.com/FIBAWC/status/1166324799695728641

Oggi Papagiannis è solo un parente del giocatore timoroso visto, troppo giovane e acerbo, ai Sacramento Kings.

Desiderosa di ripetere o di migliorare il risultato di cinque anni fa, quando a Madrid arrivò la medaglia di bronzo, è la Francia. I Bleus possono vantare sia molta continuità, innanzitutto nella guida tecnica di Vincent Collet, al suo decimo anno sulla panchina francese. L’allenatore di Strasburgo avrà a sua disposizione una squadra molto vicina ad essere la migliore possibile, con quattro giocatori NBA (Gobert, Batum, Fournier e Ntilikina), grandi protagonisti dell’ultima Eurolega come Nando De Colo e Vincent Poirier, ma anche giocatori emergenti come Albicy, Labeyrie e Amath M’Baye, nell’ultima stagione alla Virtus Bologna e entrato nei dodici anche grazie all’infortunio dell’ala dell’Efes Adrien Moerman.

La Francia è un interessante mix tra giovani e esperti (ottava per età media più giovane), inseriti in un roster molto fisico (con ben otto giocatori su dodici oltre i due metri). L’incognita maggiore, però, è probabilmente data dal tabellone complicato, che dopo l’insidia Germania (che eliminò la Francia all’Europeo 2017) proporrebbe nella seconda fase le due qualificate del “gruppo della morte” tra Lituania, Australia e Canada. E, come se non bastasse, ai quarti di finale il probabile incrocio contro Grecia o Stati Uniti.

https://twitter.com/FRABasketball/status/1166427943867842560

Longeva è anche l’esperienza sulla panchina della Spagna di Sergio Scariolo, che arriva in Cina fresco di titolo NBA conquistato come assistente allenatore sulla panchina dei Toronto Raptors. Rispetto al recente passato, però, quella iberica è una nazionale che scenderà in campo profondamente rinnovata: ai volti noti di Ricky Rubio, Marc Gasol, Rudy Fernandez e Sergio Llull, infatti, si affiancheranno quelli di giocatori decisamente meno esperti a questi livelli come ad esempio Quino Colom, grande protagonista delle qualificazioni ai Mondiali.

Anche per la Spagna, infatti, saranno tanti gli assenti della vecchia guardia (Pau Gasol, Rodriguez, Mirotic, Ibaka e Abrines) e il principale alleato della squadra di Scariolo potrebbe essere il tabellone: la Roja si giocherà, da favorita, con l’Italia un posto nei quarti di finale dove potrebbe incappare in un abbinamento favorevole, pertanto l’obiettivo Tokyo 2020 è decisamente realistico nonostante sia probabilmente la Spagna meno talentuosa degli ultimi anni.

https://twitter.com/FIBAWC/status/1167005845667889152

Per la prima volta in carriera, Marc Gasol sarà riferimento unico e indiscusso con la maglia della nazionale maggiore.

Nel novero delle favorite per una medaglia, soprattutto per tradizione, va annoverata anche la Lituania, insieme alla Grecia la nazionale schiacciasassi delle qualificazioni europee (unica sconfitta lo scorso novembre contro l’Italia a Brescia). Qui le assenze sono meno pesanti che per altre squadre, visto anche il recupero in extremis di Jonas Maciulis, ed è abbastanza verosimile affermare che in Cina vedremo il primo grande torneo da protagonista di Domantas Sabonis.

Il figlio di Arvydas è l’unico under-25 del roster di Adomaitis, e dal suo impatto passano tante delle possibilità dei baltici di fare strada nel torneo: al fianco dell’ala dei Pacers ci saranno tanti punti fermi della Lituania degli ultimi anni (Kalnietis, Grigonis, Kuzminskas, Valanciunas completeranno il quintetto base), con l’imperativo però di non potere sbagliare nemmeno una partita, a partire dal debutto contro il Senegal di domenica a Dongguan.

https://twitter.com/FIBAWC/status/1167146407414980608

Già oggi il figlio d’arte è uno dei nomi più interessanti per il quintetto ideale del torneo.




Quali squadre potranno sorprendere?

Dietro le principali favorite per un posto sul podio, poi, sono in tante le squadre pronte a stupire, sia per incroci favorevoli di tabellone che per condizioni di forma o di talento particolarmente interessanti e intriganti. Tutte squadre che dovrebbero accedere senza troppi patemi al torneo Pre-olimpico del prossimo giugno e che in Cina non obbligatoriamente avranno la pressione del risultato a tutti i costi.

Front-runner in questo senso è l’Australia, che ha catturato l’attenzione di tutti dopo la vittoria in amichevole su Team USA. I Boomers sono stati tra i primi ad annunciare i dodici definitivi, e nonostante l’assenza di Ben Simmons potranno contare su una squadra dalla forte impronta NBA (cinque giocatori come la Serbia) e su un gruppo molto coeso e affiatato. In fase di preparazione è emersa la leadership di Patty Mills, ma più del talento della guardia degli Spurs potrebbero essere decisivi in positivo la continuità nel lavoro tecnico (Lemanis è al vertice della Nazionale dal 2013) e il lungo lavoro estivo, improntato su un roster che potrebbe essere più pronto di altri.

https://twitter.com/FIBAWC/status/1167044228716908544

Quale versione di Andrew Bogut vedremo in Cina?

Entrambe posizionate nel Gruppo B, Argentina e Nigeria hanno davanti a loro una duplice opportunità: un cammino davvero favorevole verso il possibile accesso ai quarti di finale e la possibilità concreta di conquistare l’accesso diretto ai prossimi Giochi Olimpici. Per entrambe, però, non sono mancate le insidie in fase di preparazione. L’albiceleste, che 15 anni dopo lo storico oro olimpico di Atene potrà ancora contare sull’eterno Luis Scola (al suo quinto Mondiale), ha tremato nella penultima amichevole per l’infortunio a Facundo Campazzo, protagonista annunciato della competizione.

Il play del Real Madrid è il leader tecnico di un roster che rispetto al recente passato può notare maggiormente i frutti del nuovo ciclo, con tanti giocatori protagonisti in Europa: in questo senso il nome più “caldo” è quello di Luca Vildoza, uno dei giocatori più migliorati dell’ultima stagione di Eurolega con il Baskonia. Roster profondo e decisamente interessante anche per la Nigeria: dai giocatori NBA Josh Okogie, Aminu, Metu e Udoh (oltre all’eterno Ike Diogu) a vecchie conoscenze del campionato italiano come Stan Okogie o Michael Eric, la squadra africana ha però fatto i conti nelle scorse settimane con importanti problemi economici che hanno rischiato di pregiudicarne la stessa partecipazione al torneo iridato.

Entrambe posizionate nel girone degli Stati Uniti, Turchia e Giappone appaiono come le maggiori indiziate a qualificarsi per la seconda fase a discapito della Repubblica Ceca, che potrebbe pagare più del previsto l’infortunio a Jan Vesely. Si tratta, però, di due squadre abbastanza diverse tra loro: i turchi sono nel mezzo di un processo generazionale che sta progressivamente sostituendo la vecchia guardia di Erden e Ilyasova. In Cina il passaportato sarà Scottie Wilbekin (e non Bobby Dixon) del Maccabi Tel Aviv, e le chiavi offensive della squadra saranno in mano sua e degli altri due punti di riferimento NBA: Cedi Osman e Furkan Korkmaz.

Per il Giappone, invece, il Mondiale 2019 è una tappa transitoria prima dell’Olimpiade casalinga del prossimo anno. Una vetrina, a cui la nazionale del Sol Levante si è qualificata con una qualificazione da Dr Jekyll e Mr Hyde: partiti con quattro sconfitte consecutive, tra cui una beffarda contro Taipei, i nipponici si sono riscattati con una serie di otto vittorie di fila per chiudere il biennio e centrare il ritorno a quei Mondiali che tra quattro anni il Giappone co-organizzerà con Filippine e Indonesia. In vetrina ci saranno soprattutto le stelle di Yuta Watanabe e Rui Hachimura, i due giocatori NBA della squadra (con la lottery pick dei Wizards che è apparsa molto in forma nella preparazione), senza dimenticare l’importante apporto sotto canestro del passaportato Nick Fazekas.

https://twitter.com/JAPANBASKETBALL/status/1165163321529495557

Per Hachimura il Mondiale è la prova generale al debutto in NBA.

Nello stesso girone, all’ombra stavolta della Grecia, anche due potenziali outsider del torneo come Brasile e Montenegro, anche se il tabellone non autorizza tanti sogni di gloria. Come nel caso precedente, però, siamo di fronte a due squadre molto diverse tra loro. I secondi sono gli unici debuttanti assoluti della manifestazione, e si sono qualificati approfittando delle difficoltà di Lettonia e Slovenia: alla potenza sotto canestro di Nikola Vucevic e Boban Dubljevic affiancano l’estro in cabina di regia di Nikola Ivanovic e l’affidabilità in guardia dei due Sehovic, Suad e Sead. Senza dimenticare il talento Dino Radoncic, uno dei giocatori più giovani del torneo e al primo vero banco di prova a livello internazionale.

Il discorso su Radoncic si può applicare anche a Bruno Caboclo, uno dei più osservati in un Brasile che invece si caratterizza per la grande esperienza: veterani come Huertas, Barbosa, Varejao, Marcelinho e Garcia in Cina saranno all’ultimo giro di giostra e al Mondiale, oltre a Caboclo, avranno un ruolo da ipotetico passaggio del testimone. La nazionale verdeoro ha già annunciato battaglia contro i greci, ma la vera battaglia campale sarà proprio la sfida contro i montenegrini, che chiuderà il girone giovedì 5 a Nanchino: una partita che potrebbe anche avere importanza, per il Brasile, in chiave Tokyo 2020.

https://twitter.com/basquetebrasil/status/1164929458417143808

Per Bruno Caboclo, invece, la FIBA World Cup è l’occasione di confermare i progressi mostrati nel finale della stagione NBA.

Le ultime due squadre di questa categoria non sono invece posizionate nello stesso girone, ma sarà invece possibile un incrocio nella seconda fase a gironi. Se però la Germania si presenta con il suo abito migliore, potendosi persino permettere di rinunciare a un giocatore NBA come Mo Wagner, lo stesso non si può dire del Canada, che dopo gli Stati Uniti è stata in assoluto la Nazionale più colpita dagli infortuni e dalle rinunce. Da un roster potenziale di soli giocatori NBA alla squadra che in pratica ha -agevolmente- staccato il pass iridato, con la sola eccezione di Khem Birch e Cory Joseph, pur arrivato davvero a ridosso della prima palla a due mondiale.

La novità del Canada, però, sarà la presenza in panchina del coach campione NBA in carica in Nick Nurse, che ha accettato con entusiasmo la sfida mondiale: la curiosità principale, quindi, sarà vedere quale sarà il valore aggiunto del coach dei Raptors su una squadra che comunque ha dimostrato grande coesione e affiatamento. Per la Germania, invece, l’obiettivo numero uno sarà il passaggio del turno -con qualificazione al Preolimpico- in un torneo che però sarà anche una prova generale in vista dell’Europeo 2021, la cui fase finale sarà proprio in terra tedesca, a Berlino, per un gruppo che per allora potrebbe essere al massimo del suo potenziale comunque interessante.

https://twitter.com/FIBAWC/status/1166980371940069376

Reduce da un buon Eurobasket due anni fa, Dennis Schroeder vuole continuare a salire di livello con la maglia della nazionale tedesca.




Chi si qualificherà alle Olimpiadi?

Motivo di grande interesse è senza dubbio, oltre alla caccia al piazzamento sul podio, la qualificazione alla prossima Olimpiade, in palio in primis tramite il Mondiale e poi attraverso un torneo Pre-olimpico in programma il prossimo giugno, a cui accederanno le 16 migliori piazzate della competizione iridata oltre a due squadre per confederazione (Australia e Nuova Zelanda contano insieme in Asia) in base al ranking FIBA.

Per due continenti, Europa e America, sono due i posti diretti in palio per il torneo olimpico di Tokyo 2020: come abbiamo visto, le favorite assolute nel Vecchio Continente per i due biglietti olimpici sono Serbia, Grecia e Spagna, anche considerando gli incroci del tabellone. I cinque cerchi sono però un obiettivo reale e concreto anche per Francia e Lituania, che potrebbero però essere frenate da una struttura del torneo poco favorevole a loro. L’Olimpiade - soprattutto nel Pre-olimpico - è il sogno anche delle altre sette nazionali europee, e alcune di loro (Russia, Polonia, Italia) potrebbero anche giovarsi di un tabellone potenzialmente più favorevole che per le altre.

Lotta più aperta, invece, per il secondo posto nelle Americhe dietro quello prenotato da Team USA. Qui la favorita numero uno si chiama Argentina, che con un buon calendario ha ottime chances di ritrovarsi ai quarti di finale, traguardo che potrebbe garantire il pass Olimpico. In caso di intoppo albiceleste, però, in tante sono pronte ad approfittarne, soprattutto Portorico e Brasile: squadre più attrezzate, non solo per potenzialità proprie, per il passaggio della prima fase a gironi rispetto a Venezuela (che pure può contare su un girone alla portata con Cina, Polonia e Costa d’Avorio), Repubblica Dominicana e Canada.

L’Asia, invece, annovera tra le sue fila l’unica squadra già sicura della partecipazione all’Olimpiade, il Giappone padrone di casa. Anche qui esiste una favorita assoluta per l’unico posto diretto disponibile: Tokyo 2020 è infatti il vero obiettivo della Cina, reduce da una preparazione in cui si è molto nascosta, tra amichevoli e risultati in quest’ultimo mese. Il cammino, per i padroni di casa, è indubbiamente favorevole, ma anche in questo caso in tante sono pronte ad approfittarne. Un nome su tutti è quello dell’Iran, squadra molto solida che si affiderà sotto canestro all’eterno Hamed Haddadi, e per cui il passaggio del turno contro Tunisia, Spagna e Portorico è nelle corde, seppur difficile. A contribuire al discorso una considerazione importante: nonostante le qualificazioni siano integrate, per la corsa olimpica Australia e Nuova Zelanda faranno gara a sé, col biglietto per Tokyo che andrà alla migliore classificata tra le due.

Ultimo continente da considerare è l’Africa, dove la lotta è più aperta, anche perché non esiste una squadra che è virtualmente sicura almeno dell’accesso alla seconda fase. Se la Nigeria è la squadra dal maggiore potenziale (ma potrebbe però pagare le difficoltà extra-campo avute nelle ultime settimane), una potenziale sorpresa nella corsa alle Olimpiadi può essere la Tunisia, che oltre al girone alla portata può contare su una squadra in crescita che ha disputato una buona fase di preparazione.

https://twitter.com/JAPANBASKETBALL/status/1165535070016266241

Il momento più alto della preparazione della Tunisia: il game-winner di Michael Roll, neo-giocatore dell’Olimpia Milano, contro il Giappone.

La lotta all’Olimpiade è anche l’occasione per parlare della rivoluzione FIBA, con la riforma sulle qualificazioni che ha mietuto vittime pesanti come i campioni d’Europa in carica della Slovenia, la Croazia vista a Rio 2016 a discapito dell’Italia o anche una nazionale emergente come la Lettonia. Una riforma che però ha colpito quasi soltanto squadre europee di livello, visto che negli altri continenti le big di riferimento non hanno faticato più di tanto a staccare il pass iridato.

Un primo contraccettivo agli effetti collaterali della riforma è stata la decisione della FIBA di qualificare, al prossimo Preolimpico, anche le due migliori nazionali - per area geografica - nel ranking non qualificatesi tramite il piazzamento iridato: motivo per cui, nonostante l’assenza dal torneo che inizia domani, anche la Slovenia di Doncic può ancora sperare in Tokyo 2020. Limitatamente al Mondiale, però, un effetto collaterale positivo della riforma sulle competizioni farà sì che ogni partita della competizione avrà un significato, poiché tutto potrebbe “fare brodo” per conquistare il pass olimpico - o preolimpico - all’interno della classifica finale, anche per quanto riguarda la differenza canestri. Lo spettacolo, quindi, è assicurato sin da domani mattina, per sedici giorni di gare che potrebbero ridisegnare la geografia del basket mondiale.


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